WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

lunedì 23 febbraio 2009

Supercalifragilistichespiralidoso!

Domanda: gli oggetti hanno un'anima? Sono senzienti?

Credo di essere una persona con molte virtù innate e anche molti difetti (e non lo dico per dire). Considero alcuni tra questi difetti talmente gravi da essere assolutamente irreversibili e pertanto non degni di miei eventuali tentativi di migliorarli.

Per esempio.

Non so cucire né fare tutti i "lavoretti" che abbiano a che fare con aghi, fili, ferri da calza, uncinetti, gomitoli & so on. Non è una posa o pigrizia. E' negazione alo stato puro.
Volete la prova? Eccone più d'una.

Alle elementari andavo a scuola dalle monache, le quali, nel vano intento di ingentilire gli animi delle figlie degli anni '70, si misero in capo di insegnarci la nobile arte dello sferruzzamento.
Ignara di cosa significasse essere "portata" o "negata" per qualcosa e beatamente credula del fatto che nulla mi fosse precluso (avevo dai 5 ai 9 anni, dopotutto!) ho lavorato all'uncinetto per cinque anni, producendo una miserrima accozzaglia di intrecci dalla forma improponibile. Alla domanda "Cos'è?", rispondevo serafica "Uno scialle!". Alla fine della quinta elementare, con la scusa di "aggiungere il pon pon", la mia esimia mammina ha tentato di porre rimedio all'obbrobrio, senza peraltro riuscirci (e non per colpa sua). Mi fu impossibile evitare di notare, all'esame di fine corso, che le mie compagne esibivano coperte a patchwork, tonnellate di presine, scialli, sciarpe e guantini in quantità industriale.

Non vi basta? No problem, passo a illustrarvi il secondo esempio nel settore.

Tralasciando le traumatiche esperienze che costellarono la mia esistenza dai 9 ai 28 anni, salterò al momento in cui, con il mio secondo bambino in pancia, mi feci convincere da un'amica che non tutto era perduto. Mi era semplicemente mancata l'adeguata istruzione sul campo. Mi propose quindi di approfittare della presenza di sua madre (vincitrice di numerosi premi per i suoi ricami e pizzi al tombolo - qualunque cosa ciò voglia dire - che partecipava a mostre e fiere in tutta Italia proveniendo dagli U.S.A.). Al pensiero "se non riesce a insegnarmi lei, allora giuro che non ci provo più" mi sono offerta come cavia. Destinata al sacrificio, come fu presto chiaro ed evidente. La buona signora perse la pazienza e trasecolò allorquando le mostrai che i fili si ingarbugliavano davvero, quando mi capitavano sotto le mani!

Ora si potrebbe disquisire abbondantemente: son0 io che sono negata, o sono i fili e gli attrezzi da cucito che mi odiano?

I prossimi difetti a un altro post, la mia autostima potrebbe risentirne.

4 commenti:

  1. vediamo se ce la faccio...

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  2. Ce l’ho fatta! Allora dico la mia! In effetti, se pure la maestra di cucito ha fallito, mi sa che è vero che ago e filo ti odiano.
    Come per me il pc, insomma ^^
    Non sono anonimo, però! Sono ico ^^

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  3. sì, sì, mi odiano... buuuuu, ma io cosa ho fatto di male?!

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