WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

lunedì 22 dicembre 2014

giovedì 27 novembre 2014

Nothing will work unless you do. [Maya Angelou]


I vantaggi di lavorare da casa, per quanto mi riguarda, sono innegabili.

Avendo provato sia la vita in ufficio, sia quella del lavoro da casa, non ho bisogno di pensarci su: mille volte la seconda opzione!!

L'ambiente dell'ufficio mi è davvero odioso.
Le chiacchiere insulse, fatte solo per riempire il silenzio nella pausa caffè davanti (magari) a una tristissima macchinetta, in un locale spoglio e amichevole quanto l'estrazione di un molare; i poster con i gattini appesi da qualcuno che tenta invano di rendere più familiare la stanza; i pettegolezzi... Dio mi salvi dai pettegolezzi sul posto di lavoro! I capi sbruffoni, quelli simpatici ma che delegano i compiti antipatici ai sottoposti sbruffoni, quello/a che deve decidere se puoi prenderti una settimana di vacanza, un giorno di ferie, un'ora di permesso... già il fatto di dover chiedere a qualcuno il "permesso" di usare il mio tempo come meglio credo, mi rivolta lo stomaco. Perché il datore di lavoro mi paga (spesso non abbastanza) NON semplicemente perché io svolga un lavoro, ma perché io lo svolga nelle ore che dice lui. Che odio. Che cosa insopportabile.

Quindi, dicevo: lavorare da casa ha, dal mio punto di vista, innegabili vantaggi. Anche se devo lavorare, non c'è nessuno che decide quando mi devo alzare dal letto, quando posso andare a farmi un caffè, quando devo interromere per mangiare un boccone e quanto tempo ho a disposizione per farlo, come mi devo vestire, e mille altre cose.

Io, se voglio, lavoro in pigiama. In ginocchio sulla sedia. Mi metto mezzo sdraiata, con le gambe sul tavolo e il computer sulle gambe. Ascolto musica, quella che voglio. Bevo caffè, o tè, o acqua, mangio una mela e lascio il torsolo in giro. Parlo da sola, ad alta voce. Canto. Vado in bagno a fare pipì tutte le volte che mi scappa (e certe volte sono davvero tante!). A volte non pranzo, a volte mi alzo di continuo per controllare il fornello. A volte esco e faccio una commissione, a volte addirittura esco e vado a fare un giro in libreria, o a comprarmi un paio di scarpe, o a bere un caffè con un'amica. Passo ore ad aiutare i miei figli a studiare. Mi alzo per stendere il bucato. Lavoro la sera dopo cena, con il buio. Interrompo per una telefonata con mia mamma. Faccio shopping su internet. Faccio jogging dietro casa. Se ho finito il latte prendo la bici e vado a comprarlo al supermercato.
Insomma: la qualità della vita, lavorando da casa, secondo me è migliore. Gestisco meglio il mio tempo e non sono costretta a confrontarmi con un'ambiente che non mi piace, con persone di cui non mi interessa niente.

A volte poi succede che decidi di fare una pausa per un caffè, e mentre aspetti che venga pronto il caffè vai in bagno a fare pipì, ma non nel bagno del piano terra, ché hai messo l'anticalcare nel water, e quindi vai al piano di sopra, ma lungo il corridoio vedi le briciole e i trucioli che sono usciti dalla cartella di tuo figlio poche ore fa, allora vai nello sgabuzzino per prendere la scopa, ma non la trovi perché l'hai lasciata al piano di sopra ieri, quando hai spazzato tutta la polvere in un angolo e poi te la sei dimenticata lì, dietro alla scopa. Allora ti armi di paletta e sali, quindi spingi tutta la polvere sulla paletta e scendi a svuotarla nel cestino, portandoti dietro la scopa con la quale pulisci il pavimento del corridoio. Finalmente vai al piano di sopra per fare pipì, e quando scendi il caffè è bruciato e te ne devi prepare un altro.
E va beh, succede anche questo.



domenica 23 novembre 2014

With enough soap, you can blow up the whole world. [Chuch Palahniuk]


- Allora io vado a farmi la doccia. 

- Ottimo. Prendi la saponetta che ti ha regalato la nonna! Ha un profumo buonissimo, e poi è a base di alghe che "accendono il cervello"! 

- Ma cosa vuol dire che accendono il cervello, io non ho mica capito!

- Ah boh? Prova, e poi me lo saprai dire! Domani mattina hai l'esame, non c'è momento migliore di questo, per sperimentare le proprietà di questa mirabolante saponetta.

- Ho solo una domanda.

- Cosa?

- Ma devo farmi la doccia con questa? Cioè, voglio dire: com'è che si usa?

- Er... come si usa la saponetta?

- Sì! Voglio dire: è quadrata!

- ?!?!?

- Va beh, fa niente. In qualche modo farò. 




mercoledì 29 ottobre 2014

You're nothing but a lot of talk and badge! [The Untouchables]


Diversi anni fa, per un (troppo!) breve periodo, ho abitato vicino a mia cugina C.
Insieme contavamo 5 marmocchi, 4 maschi e 1 femmina, all'epoca distribuiti tra i 3 e i 13 anni.
Avere così tanta umanità in miniatura costantemente sott'occhio ci ha permesso di fare importanti considerazioni sull'umanità in scala 1:1.

Quella che più è rimasta con me, perché la trovo e ritrovo costantemente tra gli adulti che gravitano intorno alla mia vita, più o meno vicini o lontani, è la meravigliosa Teoria della Caccona Gigante.

C'è un'età, intorno ai 2-3 anni, in cui i bambini imparano a fare i propri bisogni in bagno.
I genitori sono felici di non essere più costretti ad annusare sederi per decidere se il pupo è da cambiare, e ancor più felici di non dover aprire pannolini che a volte contengono delle vere e proprie bombe batteriologiche, armi tossiche di distruzione di massa.
La cosa curiosa è che, spesso, il bebé responsabile del tentato annichilimento dell'olfatto di mamma o babbo ride felice, soddisfatto del proprio incredibile risultato. Più i sensori nervosi nasali del malcapitato adulto che ha avuto la sorte di imbattersi in cotanto reperto sono messi alla prova, più il frugolo si sente appagato.
Quando il fatidico momento giunge, e il pannolino viene mandato in pensione, il piccoletto scoprirà di poter rimirare con i propri entusiasti occhi il prodotto di tante fatiche, e ne rimarrà esterrefatto.
Le sue esclamazioni di stupore preoccuperanno un po' i meno avvezzi alle sacre tradizioni della setta dei Piccoletti, ma è del tutto normale, state tranquilli. È una fase. Il pupo è consapevole di aver fatto quella cosa tutto da solo, e chiaramente più il risultato è grande e consistente, maggiore è la soddisfazione provata.

Quando io e la cugina C. abitavamo vicine, 3 su 5 dei nosti marmocchi avevano dai 3 ai 5 anni.
Le urla di giubilo dopo i quotidiani depositi in bagno si rincorrevano da una casa all'altra.
Dettagliati resoconti sui rispettivi risultati si tramandavano come gesta eroiche.
Il grido: "Venite tutti a vedere che caccona gigante ho fatto!" era al tempo stesso conferma di grandezza e sfida.

Ecco, dopo questa dotta spiegazione e il simpatico siparietto di vita familiare, assolutamente indispensabile, riguardante l'Umanità in miniatura, veniamo ora alle considerazioni sull'umanità 1:1.
Perché - grazie al Cielo - personalmente non conosco alcun adulto che dopo aver prodotto al bagno chiama amici e parenti ad ammirare il risultato.
Però sono circondata da persone che celebrano ogni piccolezza della propria vita come se fosse l'apoteosi del successo, della celebrità, una conferma della propria incredibile superiorità, una sfida a far meglio.
Se qualcuno sta pensando che io stia esagerando, o che sia particolarmente sfortunata con le mie cerchie di conoscenze, o che semplicemente sia invidiosa di chi riesce nella vita perché io invece non riesco a concludere un tubo... beh, invito questo qualcuno a fare un giro dei propri contatti su un social network. Poi ne riparliamo. Dopo. Dopo che sarà stato costretto a sapere che Tizio ha addominali 3D; che Caia era al Bar Figo e indossava Scarpe Fighe; che Sempronio & Sempronia vendono le loro torte decorate dopo aver vinto il terzo premio alla sagra di Robecchetto sul Naviglio; eccetera.

Che fastidio. Tutto urlato. Quando urli qualcosa, quel qualcosa diventa Qualcosa. qualcosa di più, di meglio, non solo: Qualcosa che Tu hai Meritato perché sei Meglio degli Altri. Diventa la tua Caccona Gigante.

Boh, non so. Forse siamo troppi e abbiamo disperatamente bisogno di distinguerci dalla massa, ma siccome non siamo abbastanza capaci di essere Individui, cerchiamo di distinguerci dagli altri componenti della Massa giocando sul loro stesso piano, ed esaltando le stesse cose che hanno/fanno tutti.

Ogni tanto, lo confesso, mi vengono davvero i nervi. Perché - senza fare nomi o riportare esempi concreti, che non è bello - vedo spiattellate notizie o informazioni su Qualcuno che fa Qualcosa, con tanto di foto, naturalmente, e frasi entusiaste, piene di punti esclamativi e figaggini assortite. E mi dà fastidio perché magari questo Qualcosa è esattamente qualcosa che io ho già fatto, magari meglio, senza strombazzarlo in giro ai quattro venti. Perché per me è solo qualcosa che ho fatto, non è Qualcosa Che Ho Fatto.
Allora, forse sono più fortunata io, che non mi esalto per le Caccone Giganti, ma eventualmente per qualcosa più di valore.
Anche a me piace fare una foto a una torta che mi è venuta bene, perché no? Ma nessuno mi costringe a pubblicarla su sette pagine diverse, per essere sicura che la vedano tutti-proprio-tutti, segnalandola come La Torta Del Secolo. A che pro? È una torta, santo Cielo! Non ho scoperto la penicillina!
Oppure è vero che sono invidiosa marcia e mi rodo per tutti i like e i bravissima/o che ricevono quelli che urlano. Sicuramente c'è chi lo pensa, e ciascuno è libero di pensare quello che vuole, anche su di me, ché tanto non è un problema mio.
Per chi invece fosse interessato a un punto di vista diverso, dirò che non mi sento invidiosa. Non mi giudico inferiore/superiore a qualcuno in base alla quantità di like.
La mia è una considerazione di carattere generale, più che di carattere personale.
Non dico che quello che faccio io, o come faccio io le cose, sia meglio, o giusto. Dico solo che non è il massimo vivere in un mondo non solo pieno di adulti che fanno a gara a chi la fa più grossa, ma anche di adulti che ammirano, apprezzano, complimentano, e sicuramente invidiano, colui/colei che riesce a gridare più forte per mostrare la sua Caccona Gigante.

Quando arriverà qualcuno che avrà il coraggio di puntare il dito e gridare: "Ma è solo una Caccona!!", tipo fiaba "I vestiti nuovi dell'Imperatore"?
Temo nessuno, perché a differenza del racconto, in cui nessuno accusava il bimbo di essere solo invidioso del bell'abito dell'imperatore, qua il primo che osasse alzare la voce per far notare la banale realtà delle cose verrebbe sommerso dalle inevitabili "La tua è tutta invidia - Si vede che ti senti inferiore - E allora fallo tu - Eccetera".
I Difensori della Caccona Gigante.


giovedì 16 ottobre 2014

Every man has his secret sorrows which the world knows not. [Henry Wadsworth Longfellow]


Le cose stanno così.

Ci sono dei giorni in cui sentimenti di nostalgia, rimpianto, risentimento e simili si danno appuntamento nel mio cuore e nella mia testa. A volte anche nel mio corpo.

Se posso rimanere da sola a contemplarli e rigirarli su se stessi, preferisco. Perché non c'è niente da "risolvere": fanno parte di me come tutto il resto, e di tanto in tanto arriva il loro turno.
Non sempre la solitudine è possibile, quindi chiamo a raccolta le altre "Me", affinché soprassiedano agli incontri con altri esseri umani, che con molta probabiliità nulla hanno a che fare con i miei sentimenti del giorno.

Ci sono solo due eccezioni, solo due casi in cui non faccio nulla per mascherare come mi sento veramente. Quindi se siete testimoni delle mie giornate blu, sappiate che appartente a una di quste due categorie, senza scampo:
1) siete parte di me, mi sento libera di essere sempre me stessa, di mostrare la mia faccia "del giorno" qualsiasi essa sia;
2) di voi non mi importa niente, non mi importa darvi qualcosa anche quando non ho niente da dare, chiamare la parte più solare di me per prendermi cura di voi.

Se non sapete da soli a quale categoria di persona appartenete, forse non appartenente a nessuna delle due. O magari sì, ma in ogni caso è inutile che me lo chiediate, perché non ve lo dirò.

Le cose stanno così.


mercoledì 8 ottobre 2014

Era la fine di un settembre infelice. [Mauro Corona]


Una perla da questa raccolta (Venti Racconti Allegri E Uno Triste, di Mauro Corona), su cui - giudicatemi pure una sempliciotta - ho riso di gusto:

L'amico boscaiolo e cacciatore andò dal prete che lo aveva sposato e, molto piano, gli disse che doveva "disposarlo", liberarlo cioè dal vincolo matrimoniale.
"Non si può", rispose il parroco.
"Come no? Allo stesso modo che lo ha fatto, lo può disfare. Si disfa anche un gomitolo di filo dopo averlo fatto."
"Impossibile, il matrimonio si scioglie solo con la morte."
"Allora devo ammazzarla?"
"No, no, si calmi, non faccia sciocchezze. Se proprio è tanto stufo la allontani."
"Ho provato a spingerla via, è finita rotolando in fondo alle scale, ma è tornata su."

Sono venti racconti non particolarmente allegri e uno non particolarmente triste. Sono storie prese dal quotidiano, e rimaste a fermentare nella mente per un po', prima di trovare la strada verso una pagina.

C'è simpatia, c'è nostalgia, c'è auto-ironia e compassione.

Ci sono passi poetici:
Era la fine di un settembre infelice. Lenzuola di nebbia venivano su dalla valle lentamente andando a sbrindellarsi sugli spigoli affilati delle rocce. [...] La malinconia dell'ambiente si poteva vendemmiare. Stava impigliata nei radi boschi di carpino nero ma ogni tanto si liberava e andava su, fino alla baita [...]

Ci sono battute lapidarie:
"Dalle stelle alle stalle", si dice. Per finire nel pantano il passo è breve, tornare tra gli astri è difficile.

C'è una descrizione del dolore che pure se uno non lo avesse mai provato, credo riuscirebbe comunque a coglierne la sensazione:
Le tristezze narrate devono durare poco ché quelle vissute durano troppo e lasciano segni eterni. Ogni dolore avvilisce e tritura l'anima per il resto dei giorni. E quando arriva è una lava rovente che avanza nei canali del cuore. Poi solidifica, diventa presenza costante. Per questo si invecchia. 

E insomma, niente. Non è il libro più bello del mondo, né sicuramente Mauro Corona lo scrittore del secolo, ma mi ha lasciato dentro una cosa o due.


domenica 5 ottobre 2014

Soppy: a Love Story by Philippa Rice




★★★★

Love isn't always about heoric gestures. It's often the simple joy of staying together, of sharing the little moments in everyday life.
Drawings and text are as simple and precious as the message they convey.

Thanks to Netgalley and Andrews McMeel Publishing for the preview!

 *** 

L'amore non è sempre fatto di gesta eroiche. Spesso non è che la gioia semplice di stare insieme, di condividere i piccoli momenti della vita quotidiana.
I disegni e il testo sono semplici e preziosi come il messaggio che trasmettono.

Grazie a Netgalley e a Andrews McMeel Publishing per l'anteprima!

War Cry by Jim Butcher




★★★

Evil Vampires, a hungry Kraken, and lots of magic give birth to an epic battle. And of course Harry Dresden wants to win!
An adventure without pause, from sun setting to dawn: drawings are clear enough and the text is simple and effective. Every fan of Dresden will love this book!

Thanks to Netgalley and Diamond Book Distributors for the preview.

 *** 

Vampiri cattivi, un Kraken affamato e molta magia danno origine a una battaglia epica. E naturalmente Harry Dresden è intenzionato a vincere!
Un'avventura senza respiro, dal tramonto all'alba: i disegni sono abbastanza chiari e il testo è semplice ed efficace. Ogni fan di Dresden apprezzeranno questo libro!

Grazie a Netgalley e Diamond Book Distributors per l'anteprima.

sabato 4 ottobre 2014

venerdì 26 settembre 2014

Noi fummo i Gattopardi, i Leoni. [Tomasi di Lampedusa]

.
Ci sono molti libri che non ho mai letto, e che ho inserito in una lista dei "buoni propositi", per rimediare a tale carenza.

Recentemente ho letto Il Gattopardo, ambientato all'interno di una società che sta cambiando. Prima c'erano persone a cui era il titolo a dare importanza (il Principe e la sua famiglia) e poi arrivano persone che si elevano socialmente grazie ai soldi.

Naturalmente il contesto in cui si svolge la storia è molto più elaborato di così: ci sono in ballo cambiamenti ideologici epocali (con i Mille di Garibaldi) che si scontrano con mentalità e atteggiamenti semplici, radicati e immobili.
A me però in questo momento importa analizzare il risultato del cambiamento, e i suoi strascichi.

Esiste l'espressione "nuovi ricchi", che serve a indicare persone che non sono nate ricche di famiglia, ma che lo sono diventate in virtù delle loro personali fatiche. Il termine, che potrebbe anche essere visto in luce positiva, ha invece accezione negativa. Il motivo è, probabilmente, che è stato coniato dai "vecchi" ricchi, che si sono a poco a poco visti soffiare la scena da persone che secondo i loro parametri non erano meritevoli.

Fondamentalmente dentro di me alberga un animo rivoluzionario ed egalitario, quindi mi ha un po' sorpreso scoprire che in parte sto con i "vecchi" ricchi.
Mi è capitato di conoscere persone che non perdevano occasione per farmi sapere che loro, da piccoli, sono cresciuti con due paia di scarpe e niente regali di Natale, e intanto che mi informavano di ciò spendevano quantità di soldi in oggetti totalmente superflui e inutili, che avrebbero dimenticato di possedere nel giro di un mese, sulla qual cosa avrebbero poi sorriso compiaciuti.
Caro il mio "nuovo" ricco, mi spiace ma nonostante tutto il valore del denaro non sei riuscito a capirlo.

Naturalmente ci sono fior di "vecchi ricchi" che spendono i soldi solo perché li hanno, non è che la ricchezza ti dia automaticamente classe e intelligenza. Ma non è vero neanche il contrario.

Quindi è stato giusto togliere i "meriti" dati da ricchezze ereditate e titoli nobiliari, per passarli a chi lavorava e sudava per ottenere qualcosa e alla fine ce la faceva? È stato giusto inventare il concetto di meritocrazia?

Come tante, tantissime cose: in teoria, direi di sì. Ma la pratica, poi, come si è evoluta? Le persone che "ce l'hanno fatta", i "nuovi ricchi", come sono arrivati dove sono arrivati? Quali sono, i loro famosi meriti? Hanno davvero lavorato di più e meglio degli altri? O hanno rubato, evaso le tasse, calpestato altri, tradito il/la partner con la/il superiore, mostrato più scollatura delle colleghe....? Perché, diciamocelo: se sono questi i loro meriti, allora tanto valeva rimanere al punto in cui eri importante e "meritevole" perché avevi un titolo da sfoggiare, senza bisogno di rivoluzione francese, moti carbonari e tutto il resto!


In questo stralcio tratto dal libro, c'è il "nuovo ricco" don Calogero che considera quali siano le caratteristiche che ancora lo differenziano dal "vecchio" ricco, il Principe Fabrizio. Non sono i soldi, i possedimenti, quelli ormai ce li ha anche lui; sono piuttosto il comportamento, le maniere, e si rende conto che non si tratta di apparenze, orpelli inutili, ipocrisie superflue.
Ecco, in questo mi ritrovo dalla parte dei "vecchi" ricchi, come vengono descritti qui. Intorno a noi ci sono un sacco di "cafoni rivestiti", autentici buzzurri con l'orologio d'oro al polso, che sfoggiano la propria ignoranza come un pavone la coda, apposta per dimostrare al mondo che loro non hanno bisogno di essere intelligenti, non hanno bisogno di avere cultura. Abbimo deposto la nobiltà per avere questo?
Nella nostra smania di giustizia abbiamo tolto di mano il mondo ai principi per consegnarlo nelle mani di esseri sguaiati, rumorosi, maleducati, incapaci e ignoranti.

Penso con nostalgia agli eroi leggendari, ai protagonisti dei romanzi d'avventura, per i quali l'onore, la cavalleria, la lealtà, la verità... erano valori. Basta guardarsi intorno per accorgersi che non è così nella realtà e se lo fai notare vieni guardata con compassione, ti viene detto, Ma quelle sono solo storie!
Sono solo storie perché si vuole che rimangano solo storie. Poiché gli eroi di oggi non sono capaci di essere così, continuano a gridare e a stordire tutti gli altri con il suono della loro voce che proclama futilità piene zeppe di ignoranza e pregiudizi e quello diventa realtà.

Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra.

domenica 21 settembre 2014

Fairy Home and Gardens by Ashley Rooney


★★★
An extensive collection of pictures of beautiful and tiny Fairy Gardens.
 From the most simple, built with rocks, moss and bark, to the most refined ones, where petals, water, pebbles and carved wood are used, this book shows a multitude of examples, and can satisfy anyone!
If you have a garden, you will feel like creating a special place for Fairies in it, and won't need anything that Nature can't provide. Should your building skills or your own imagination be lacking, never worry: just make a tiny door leading into a tree trunk, or into a bush, and the magic of the Fairies will change the way you see and perceive your garden!

Thanks to Netgalley and Schiffer Publishing Ltd. for the preview!


*** 

Una vasta collezione di fotografie che rappresentano giardini per le fate, minuscoli e bellissimi.
Dai più semplici, costruiti semplicemente con sassi, muschio e corteccia, ai più elaborati in cui vengono utilizzati anche petali, acqua, ghiaia e legno intagliato: questo libro presenta una quantità di esempi, in modo da soddisfare tutti quanti.
Se avete un giardino, vi verrà il desiderio di creare un angolino speciale per le fate, e scoprirete di non avere bisogno nulla che la Natura non sia in grado di provvedere. Se le vostre abilità di costruttore o la vostra immaginazione dovessero essere un pochino carenti, non c'è da preoccuparsi: vi basterà creare una piccola porticina, che si apra nel tronco di un albero, o in un cespuglio, e la magia delle fate cambierà il modo in cui vedete il vostro giardino!

Grazie a Netgalley e a Schiffer Publishing Ltd. per l'anteprima!

giovedì 11 settembre 2014

KEEP CALM and CARRY ON



1. Ci sono 10-15°C e non riesco a trovare la scatola o valigia contenente la mia unica giacca (peraltro pure un po' sdrucita) cosiddetta invernale; 

2. I miei stivaletti neri che tengono l'acqua hanno non-ricordo-nemmeno-più-quanti anni, la suola è sottile come un foglio di carta e ho il forte sospetto che l'acqua non la tengano più. Temo che oggi lo scoprirò; 

3. Devo prendere un appuntamento medico: ogni volta che chiamo parte un messaggio registrato della durata di 20 secondi che mi chiede gentilmente di richiamare dopo un paio di minuti. Questo accade da circa due ore e mezza. 

4. Devo prendere un altro appuntamento medico, da un altro medico, e ogni volta che chiamo parte un messaggio registrato che mi informa con pacata cortesia degli orari entro cui chiamare, opportunamente differenti per ogni giorno della settimana. Giovedì: dalle 9.00 alle 12.00, ripete la voce dalle 9.15 di questa mattina;

5. Non posso aprire la porta-finestra, né alcuna finestra nelle vicinanze, perché c'è sopra appoggiata una zanzara più grossa di me (ok, questa è un'iperbole, ma è grossa. Molto. Nella posizione di riposo attuale - che mantiene da quando mi sono alzata stamattina presto alle 6.45 - misura circa 5 cm dalla punta delle zampe anteriori a quella delle zampe posteriori. Un incrocio tra uno pterodattilo e la comune zanzara? Comunque io la finestra non la apro)

6. Credo che oggi le congiunture astrali mi siano avverse.

domenica 3 agosto 2014

In all chaos there is a cosmos, in all disorder a secret order. [Carl Jung]


Questo non è un post filosofico. O forse sì. Probabilmente lo è, ma probabilmente un filosofo è capace di filosofeggiare su tutto.
Comunque.
In una società che predilige abbondantemente l'approccio "all'ingrosso", ovvero che si rivolge prevalentemente alla Massa, personalmente preferisco considerare l'Individuo.
Sarà carattere, sarà educazione, sarà un capriccio... boh. In ogni caso, nel mio piccolo, cerco di fare attenzione alle piccole o grandi differenze che esistono tra ogni persona con cui interagisco. Forse è per quello che non mi sono mai trovata particolarmente a mio agio nei gruppi troppo grandi, ma questa eventualmente è filosofia per una prossima volta.

L'approccio individuale richiede più tempo, attenzione e fatica, ma sui piccoli numeri è - credo - solo questione di volontà.

In una famiglia di quattro persone - che è un numero proprio piccolissimo - esigenze e gusti differenti possono rendere l'attività di manager variamente articolata.
C'è chi non mangia la carne, chi non beve latte di mucca, chi mangia solo formaggi stagionati, chi non consuma frumento... fare la spesa e cucinare richiede un notevole dispendio di energie mentali e fisiche. Per come la vedo io, però, c'è un'unica alternativa: livellare i consumi alimentari ai minimi termini, e quindi in definitiva non accontentare nessuno - ovvero scontentare tutti.

Nella mia famiglia il manager alimentare sono io, quindi sta a me sapere che 1 persona beve latte di capra ma accetta anche quello di soia o riso; 1 beve solo latte di mucca; 1 preferisce il latte di mucca ma accetta anche quello di soia; 1 trangugia indifferentemente tutto.
Cerco di tenere sempre in casa una scorta variegata, ma ultimamente stiamo costruendo casa, e le mie giornate sono un po' scombussolate.
Un giorno il rubinetto del lavello in cucina non funziona e bisogna andare in bagno a lavare l'insalata; il giorno dopo in salotto non c'è più il pavimento; poi per due giorni bisogna saltare attraverso le soglie delle porte per non toccare i profili incollati, che hanno bisogno di 48 ore per fissarsi bene... nel frattempo scaffali, scatoloni e valigie cambiano continuamente di posto, per adattarsi ai nuovi cambiamenti in corso d'opera. Anche il frigorifero attraversa la cucina, e chiaramente non mancano gli Scomparsi.
Naturalmente doveva arrivare il giorno in cui l'individuo-che-beve-solo-latte-di-mucca si alza e trova solo capre e spighe di soia che lo fissano dai cartoni in frigorifero, ma nessun amichevole muso bovino. C'est la vie. Il Chaos ha raggiunto e intaccato anche il Sacro Rituale della Colazione.

Ed è così che scoprire dove consegnano i sacchi gialli per la raccolta della plastica da riciclare, o ricevere finalmente il pacco con il mollettone di protezione per il tavolo nuovo, o trovare in un negozio di casalinghi imbucato nel seminterrato di un centro commericale a 16 km da casa una forma per ciambelle (ultima fissazione di uno dei membri della famiglia), diventanto improvvisamente Eventi che aiutano a sentirsi in controllo di una situazione allo sbando.


mercoledì 16 luglio 2014

Il y a des fleurs partout pour qui veut bien les voir. Henri Matisse


- Oh accidenti.

- Che succede? 

- Il negozio della fattoria oggi pomeriggio è chiuso.

- Cosa?!

- Eh, guarda il cartello: tutti i giorni dalle 7.00 alle 11.00 e dalle 15.00 alle 17.00 tranne il mercoledì... che è aperto solo al mattino.

- Cioè, mi stai dicendo che siamo venuti fin qui per niente?

- Beh, abbiamo pur sempre fatto un bel giro in bici, abbiamo visto i cavalli, le caprette, le mucche, abbiamo pedalato attraverso l'arboreto qua a fianco...

- Sì. Quindi in pratica ho pedalato sotto il sole cocente per venire in questo posto che puzza di cacca di mucca, e ci devo pure tornare domani perché adesso è chiuso?

- Uhm, sì. Però suggerisco di venire al mattino, c'è meno puzza la mattina.

- E come mai?

- Al pomeriggio fa sempre più caldo, e il caldo fa fermentare la cacca che puzza di più.

- ... Che bella immagine ...


martedì 15 luglio 2014

Es gab überhaupt keine Dinge in Grenouilles innerem Universum, sondern nur die Düfte von Dingen. [Patrick Süskind]


- Mamma, svelta, rispondimi! Come si fa a non puzzare?

- Er... Ci si lava?

- No, ma più veloce!

- In che senso, più veloce?

- Tra poco è pronto il pranzo, e si mangia pollo al forno, che è la squisitezza più sublime del mondo. E io puzzo! Non posso mica mangiare il pollo così!

- Capisco. Beh, allora puoi seguire questa semplice procedura: 1. ti levi la maglietta che indossi ininterrottamente da 3 giorni e 2 notti e la metti da lavare; 2. ti lavi le ascelle con acqua e sapone; 3. ti asciughi; 4. ti metti il deodorante; 5. indossi una maglietta pulita.

- ... ma farò in tempo?



domenica 6 luglio 2014

Non omnia possumus omnes. [Virgilio]


SABATO MATTINA

- A proposito del tuo viaggio di lavoro...

- Sí? Dimmi! 

- Visto che devi uscire di casa domani dopo pranzo, per andare in aeroporto, per favore dimmi adesso se ti serve qualcosa in particolare di lavato, o stirato, o altro.

- Tranquilla, ho tutto quello che mi serve.

- Bene.

 DOMENICA - ORA DI PRANZO 

- Ehi, mi daresti un punto veloce qui? C'è un buchetto nel costume da bagno!

- Ma se non ho neppure idea di dove siano gli aghi e i fili?! Non so se hai notato la stanza piena di scatoloni del trasloco che non sono ancora stati svuotati...

- Ma è solo un buchetto piccolino! 

- Non è che cambia la faccenda: se mancano ago e filo, piccolo o grande il buco non si ricuce!

- Allora te lo lascio insieme ai panni da aggiustare. Dove li tieni?

- Da nessuna parte! In questo caos atroce direi che la cosa migliore è che tu ti tenga il costume nell'armadio fino a un momento più propizio. 

- Va beh. 

[...] 

- Me lo sposteresti un bottone?

- Er... Ti ricordi che cinque minuti fa ti ho spiegato che non ho idea di quale sia la scatola contenente gli attrezzi per cucire, e nemmeno dove si trovi? 

- Ma guarda! Questa camicia ha perso un bottone, ma fortunatamente ne hanno cucito dentro uno di scorta! 

- È geniale, ma continuo a non avere a disposizione ago e filo.

- Uff. 

[...] 

- Ehi, mi smacchi al volo questa camicia?

- NO!!! Basta! Ti ho chiesto ieri di dirmi in anticipo cosa ti serviva, e adesso ti presenti pieno di richieste a meno di tre ore dalla partenza! Non abbiamo uno smacchiatore in casa, dovrei metterci su del detersivo, sfregare e mettere la camicia in lavatrice. A quel punto dovrebbe fare un ciclo di lavaggio, asciugare, ed essere stirata! Se me l'avessi data ieri adesso sarebbe pronta, ma adesso ti tieni la macchia o ti scegli un'altra camicia! 

- Ma è solo una macchiolina piccola, non c'è qualche sistema veloce per... 

- NO! 

- Capisco, allora la appoggio qui. In cima alla scala in mezzo al salotto.

- No, non la appoggi lì, la metti nella cesta dei panni da lavare! Non puoi sparpagliare i tuoi indumenti bisognosi di attenzione in giro per una casa già traboccante scatoloni pieni! Mi fai venire la claustrofobia! 

- Okay. 

[...] 

- Sai dove sono i miei pantaloni leggeri? Non li trovo, questi qua sono un po' spiegazzati. 

- Guardami negli occhi. Vedi le fiamme e i lapilli? Ti porti quei pantaloni in albergo e te li fai stirare. Adesso sei pronto?

- Io sono sempre pronto! Sono nato pronto! Vado! Ciao, ci vediamo tra cinque giorni! 

- Hai preso l'adattatore? Visto che vai in Svizzera, poi non riesci ad attaccare il caricabatterie del telefono alla presa. 

- Caspita, è vero! Me l'ero dimenticato! Dove sarà? 

...

venerdì 13 giugno 2014

His brain was simmering and bubbling within the cracking tenement of the skull. [James Joyce]


Oggi c'è un bel sole, ne approfitto per tagliare il prato alla casa vecchia, così nel week-end trasporto la falciatrice alla casa nuova e lunedì posso tagliare l'erba anche là. 
Oh, cavolo. La falciatrice ha bisogno di elettricità per funzionare, e ho dimenticato il cavo alla casa nuova! 
Va beh, poco male. La giornata è soleggiata, ma non eccessivamente calda. Faccio un salto in bicicletta a prendere il cavo. 
Già che ci sono, mi fermerò in farmacia a prendere delle pastiglie contro il mal di testa, che lo sento arrivare.
Avrò bisogno di portarmi una bottiglietta d'acqua, oppure meglio: Andrò nella farmacia più vicina alla casa nuova, così la testo. Tanto poi in tre minuti di bici sono a casa nuova e posso prendermi un bicchiere d'acqua per buttar giù la pasticca. 
Penso proprio a tutto. 
...
Ecco, presa la pastiglia! Appena in tempo, il mal di testa si sta davvero sviluppando. Senza Naprossene Sodico si prospettava una bruttissima giornata. 
Ora posso andare. 
Ah, no, aspetta: sto dimenticando la prolunga! 
Eccola qua, la arrotolo dentro nella borsina di cotone che mi sono portata all'uopo. 
Prima di uscire quasi quasi sposto il profumatore per ambiente allo zenzero e limone dal bagno all'ingresso. Questo fastidioso odore in ingresso proprio mi dà noia. Un misto di cane e fumo, per fortuna lieve, magari una volta verniciate le pareti di fresco se ne va, ma nel frattempo, perché non spostare la boccettina di vetro con i bastoncini di legno dentroooOOOOOPS!!! 
*CRASH* 
Accidenti, guarda che disastro. Ho fatto cadere la bottiglietta di vetro, ci sono frammenti ovunque e il pavimento è tutto bagnato di liquido profumato... Speriamo che non peggiori la situazione dell'odore in questo ambiente! 
Adesso pulisco tutto e me ne vado, prima di farmi venire qualche altra idea brillante. 
... 
Oh, giusto: devo prendere il cavo!

mercoledì 11 giugno 2014

“Recognizing the need is the primary condition for design.” Charles Eames



C: Ti piace come abbiamo sistemato il salotto?

S: Decisamente! Questo è design!

C: Da notare i candelabri sul davanzale, dettaglio di stile impeccabile. 

S: I candelabri sono così fondamentali, da venire inscatolati per ultimi!

C: Chiaro!

nota: il trasloco si avvicina, l'entropia è al massimo.


mercoledì 28 maggio 2014

Where do I begin, to tell the story of how sweet a love can be? [Love Story]



In a Steampunk World there's a Steampunk Europe, a Steampunk England and... the New World, who looks at Steampunk People with fear and suspicion.
There are Steampunk Zombies, too, because what a Post-Steampunk-Horde-World would it be if there weren't Steampunk Zombies?

People in the New World die of consuption, and women are compelled to marry if only seen being kissed by a man.
People in Steampunk Europe get easily healed by bugs running through their veins, and their sexual habits are more liberal (but helping a lady getting rid of her gloves can nonetheless cause flicker of lust here and there). Zombies are Steampunk People gone bad because of some experiment made by the Steampunk Horde in the Land Of Ago. You don't want to be bitten, or eaten, and you shoot at sight.

In Steampunk Europe there are: Incredible Steampunk Technology; a Terrifying Steampunk Kraken or two; Fabulous Steampunk Airships; and almost everyone is an Enhanced Steampunk Cyborg, stronger and quicker than the average human being.
There are also Steampunk Opium Guns, which sound like fun.

Steampunk gears and gadgets do not prevent people from being traitors, conspirators, thieves and assassins, and the characters find themselves heavily involved in all kind of intrigue.

And, there's always a Big Love Story. It doesn't hurt, does it, except it is always quite the same:

1) She's tiny, beautiful and smart - and has never had a man, but she has a Weakness: 
- She's sick and dying [The Blushing Bounder]
- She's a fugitive [Here there be Monsters]
- She's a pariah [The Iron Duke]

2) He's handosme, big, muscled, unreadable and has a reputation for being merciless. And he has The Power:
- He's a constable (he hasen't a reputation for being merciless, but his female thinks "he's horrid" - her words) [The Blushing Bounder]
- He's a respected and feared Captain [Here there be Monsters]
- He's the most honoured and untouchable man of all England, AND a brave and capable Captain. [The Iron Duke]

3) She fears and/or resents him, because:
- She was compelled to marry him after he compromised her [The Blushing Bounder]
- He is a pirate, and a merciless killer [Here there be Monsters]
- He kills people and rapes women without a second thought [The Iron Duke]

4) She is physically attracted to him, her body's reactions threaten to go out of control every so often BUT He doesn't take advantage of her, even though he'd have every right to since:
- She's his wife [The Blushing Bounder]
- She's offered to share his bed in exchange for free passage on his ship [Here there be Monsters]
- She's accepted to share his bed in exchange for help in finding her kidnapped little brother [The Iron Duke]

5) She doesn't give in to her desire because:
- She believes he has cheated her of her inheritance [The Blushing Bounder]
- She doesn't trust condoms and is afraid of getting pregnant [Here there be Monsters]
- She doesn't want to ruin his reputation in case of him being associated with her [The Iron Duke]

6) At last they end up happily-everafter because:
- She knows the truth (he did what he did because he was in love with her, he hasn't kept her money for himself) [The Blushing Bounder]
- She knows the truth (he only kills the Bad Guys) and she makes a scene for the world to see that she's not his lover but a sort of a slave - so as to save his Bad-Boy reputation [Here there be Monsters]
- She knows the truth (he only kills the Bad Guys and doesn't rape women) and public opinion is slowly changing so she's not seen as a pariah any more [The Iron Duke]

Question: three stories show three women terrified by the thought that the man they find themselves involved with is a brute, and all three are wrong because the man in question is invariably more gentleman than any man any woman In Real Life has ever met. With such a ratio (3 gentlemen out of 3 men), how can a woman in that world think a man is less than a gentleman? Where does she get the idea that men are brutes? Who Knows.

Meljean Brook might not have a particularly various imagination when it comes to love, but the Steampunk World she created is really cool, and the stories are well written and enjoyable. So, if you don't fear a bit of "mushiness" here and there, you can appreciate the setting and the intrigues. 

venerdì 16 maggio 2014

You can't base your life on other people's expectations. [Stevie Wonder]


Una mattina Andrea si alzò presto e andò a fare una lunga passeggiata al parco. Perse la cognizione del tempo guardando le nuvole in cielo e le margherite nei prati, e così non fece in tempo a passare dal negozio di videogame prima di pranzo, come aveva precedentemente deciso.
A causa di questo imprevisto cambio di programma, non incontrò Serafina, che trascorse nel suddetto negozio quasi un'ora, per scegliere un gioco. Quando uscì, vide che il suo autobus era appena passato, quindi si diresse a piedi verso l'università.
Non poté quindi conoscere Sebastiano, che era seduto proprio su quell'autobus. Sebastiano stava andando in biblioteca, dove trascorse la pausa pranzo frugando tra gli scaffali alla ricerca di un libro. Quando lo ebbe trovato, si rese conto che non gli era rimasto più tempo per andare a mangiare, ma doveva tornare di corsa in ufficio.
Pertanto, anziché entrare nel caffè accanto alla biblioteca come aveva in mente di fare, comprò un hot-dog strada facendo, e non vide Ornella, seduta da sola a un tavolino di quel caffè. Finito il pranzo, Ornella uscí dal caffè e si diresse verso la casa di riposo per anziani dove risiedeva sua nonna, ma davanti alla vetrina di un negozio di abbigliamento proprio all'angolo della strada, si fermò qualche secondo per ammirare un cappotto.
Così non andò a sbattere contro Michele, che stava girando proprio intorno a quell'angolo di gran passo, respirando a pieni polmoni l'aria fresca di quella bella giornata di sole.

Andrea, Serafina, Sebastiano, Ornella e Michele proprio quel giorno avevano deciso di seguire i saggi consigli dispensati profusamente sulla rete (vedi video qua sotto) e stavano trascorrendo una giornata lontani dai propri Smartphone.


Ohibò, com'è strana la vita: nonostante questo, non si erano incontrati!
Forse perché noi stessi, la vita, il tempo, gli altri... è tutta roba molto più complessa, che non può essere ridotta all' ON/OFF del telefono.

Chi promuove questo genere di messaggio, chi è pronto a dichiararsi d'accordo... mostra probabilmente di essere ben più superficiale delle persone che accusa.
I ragazzi di oggi sono tutti cerebrolesi, è un frase che hanno detto gli adulti di ogni generazione riguardo agli appartenenti alla generazione successiva. La verità è che ogni generazione può vantare i propri fantastici casi di gente con il cervello scarico.
Cerchiamo di non essere noi, i candidati alla posizione nella nostra generazione.

mercoledì 14 maggio 2014

Too much ends in smoke. [Toba Beta]


Nessuno ha mai l'impressione che intorno a noi ci sia troppo?

Troppo cibo, troppe auto, troppa gente, troppo rumore, troppa luce, troppi film, troppi negozi, troppa teconologia, troppo zucchero, troppe banche, troppi vestiti, troppi corsi, troppe proposte... ?

E che la gente, per stare dietro a tutto questo troppo, diventi troppo stressata, troppo furba, troppo bugiarda, troppo manipolatrice, troppo illusa, troppo arrabbiata, troppo arrogante, troppo grassa, troppo magra, troppo ossessionata, troppo dipendente, troppo entusiasta, troppo tutto?

Non c'è senso della misura in niente. Tutti sanno troppo di tutto. Fa venire la nausea solo a me tutto ciò?
Non si può più avere un'idea, bisogna fondare una start-up.
Non si può mangiare meno pasta, bisogna passare alla dieta low- carb.
Non ci si può interessare a un argomento, bisogna scriverci un libro, produrre un documentario, avviare un blog.

Poco importa se tutto esiste già.

Il tuo libro/documentario/blog sarà di certo migliore degli altri. La tua start-up sarà la più geniale di tutte.
Devi trovare un argomento, o un punto di vista che sia solo tuo, non perché ti fa crescere come persona, o perché pensare in modo indipendente è una cosa intelligente da fare. No, devi riuscire a fare qualcosa che nessuno ha mai fatto prima perché così avrai più visibilità degli altri. E le differenze, tra mille prodotti appartenenti alla stessa categoria, sono talmente microscopiche, che se una persona come me vuole trovare quello che cerca deve ravanare in quintalate di fuffa prima di (forse) trovarlo.

Per esempio: ricevo continuamente inviti e proposte di seminari, letture, incontri, dibattiti... da mille entità diverse. Ma perché dovrei passare il mio tempo a fare la trottola tra uno e l'altro, per sentire gente che non ho mai visto prima e della quale non mi importa assolutamente niente, vomitare banalità e ripetizioni storiche fino alla nausea, solo nella speranza di incappare in qualcuno che si lasci sfuggire un barlume di novità? Ma anche no, grazie!

L'entusiasmo ormai è cheap, mi si permetta l'inglesismo. Vedo gente esultare per un nuovo esponente politico, per una crema da giorno, per uno sport, per un formaggino, per un ragazzino che canta, per una convenzione bancaria, per un paio di scarpe... e mi vien voglia di prenderli, scrollarli e dirgli: "Ma ti senti? Ma ti vedi? Torna in te!"

Il mio atteggiamento si chiama menefreghismo? Non lo so, e in fondo non me ne frega niente di come lo si vuole chiamare (ah ah ah).
Io penso solo di essere stufa di essere distratta da cose prive di valore e di significato. Non è vero che non mi interessa niente. Credo che mi interessi molto, di quello che sta sotto alle mille tonnellate di niente di cui devo liberarmi quotidianamente. È faticoso.

lunedì 12 maggio 2014

City of Stairs by Robert Jackson Bennett

.

☆☆☆

Bulikov is a peculiar city: once city of the gods, now capital of an oppressed State, where seeds of rebellion are born. It is right in the middle of one rebellious plan, that Ambassador Shara, come from Saypur to investigate the death of an esteemed collegue, finds herself.
The gods should all be dead, killed hundreds of years ago by Saypur's army thanks to a secret and deadly weapon. But things too strange are happening, and Shara suspects some god must still be around, and the rebels are trying to bring them back. If they succeded, Bulikov and the Continent would once again reign, and Saypur would be back to the enslaved state it used to be in before the war. Shara will put to a good use all her unique knowledge of the divine, to unravel the mystery and save the day, so that peace can finally be made between the two States.

An adventurous story and a complex setting, I just think that the relationships between the characters were somewhat poor, and the questions were answered all at once, which I personally don't really appreciate.

Thanks to Netgalley and Crown Publishing for the preview!

***

Bulikov è una città molto particolare: un tempo regno degli dei, oggi capitale di uno Stato oppresso, in cui germogliano i semi della ribellione. È proprio nel bel mezzo di uno di questi piani, che si ritrova l'ambasciatrice Shara, arivata da Saypur per investigare la morte di un suo stimato collega.
Gli dei dovrebbero essere tutti morti, uccisi centinaia di anni fa dall'esercito di Saypur grazie a una misteriosa arma letale. Stanno però accadendo cose troppo strane, e Shara sospetta che uno o più dei siano in realtà sopravvissuti, e che i ribelli stiano tramando per riportarli al potere. Se dovessero riuscire nell'impresa, Bulikov e il Continente ritroverebbero la supremazia, e Saypur precipiterebbe nello stato di schiavitù in cui si trovava prima della guerra. Shara farà buon uso della sua conoscenza unica del divino per sbrogliare il mistero ed evitare un nuovo conflitto, affinché i due Stati possano finalmente avere la possibilità di convivere pacificamente.

Una storia avventurosa e un'ambientazione complessa, penso solo che la relazione tra i vari personaggi sia carente, e personalmente non apprezzo che i dubbi sollevati vengano risolti pressoché tutti in una volta.

Grazie a Netgalley e a Crown Publishing per l'anteprima!

lunedì 24 marzo 2014

Esercitare liberamente il proprio ingegno, ecco la vera felicità. [Aristotele]

.
- Allora, sei contenta del tuo nuovo telefono?

- Sì, molto! Finalmente mi sento connessa con il mondo a tutte le ore, e quando mi perdo per la città ho un valido aiuto a portata di mano. 

- Bene, mi fa proprio piacere che il mio regalo di Natale ti soddisfi. 

- Certo, anche se mi è arrivato il 25 febbraio e io andavo avanti con il vecchio e indistruttibile Nokia, che manco mi ricordavo come funzionasse. Ho mandato in giro degli SMS che sembravano scritti da un troglodita. 

- E adesso provi finalmente anche tu le gioie del correttore automatico!

- Il primo Instant Message che ho mandato è stato Alabama divisioni, fa' un po' tu! Anzi, non era il primo. Prima c'è stata un'intera conversazione su Whatsapp in inglese, perché non avevo capito come cambiare la lingua. 

- Adesso però hai imparato, e riesci a chattare in italiano, tedesco e inglese! Per il resto? Come ti trovi con gli altri accessori? Per esempio con la macchina fotografica? 

- Sì, bella, ma devo ancora imparare a usarla, perché tutte le foto mi vengono appannate. 

- Ma come? Fa' vedere ... *CLICK* ... Ma è vero! Che strano. Sembra quasi che ci sia ancora attaccata la pellicola protettiva sull'obiettivo. 

- Pellicola protettiva? Quale pellicola protettiva?


mercoledì 12 marzo 2014

Home sweet home.

Un consiglio gratutito:
Quando comprate una casa con un giardino che le gira intorno, e nel suddetto giardino è presente una grossa voliera [vedi foto 1] ma voi non avete intenzione di intrappolare volatili, esigete che detta voliera venga rimossa prima della consegna delle chiavi.

foto 1

Perché vi direte: "Non c'è bisogno di chiamare un'impresa di smantellatori professionisti. A distruggere cose son buoni tutti! Che ci vorrà mai?"
Indi, armati di uno svitatore, un martello (che si romperà), uno scalpello, un tronchesino e una scala, ma soprattutto di ingenuità a palate, vi accingerete alla titanica impresa.
Dopo tre fine settimana, qualche graffio, un fortissimo raffreddore e una vite lunga 12 cm che vi perforerà la suola di uno scarponcino e vi si infilerà nel tallone, finalmente raggiungerete il risultato auspicato, che, per inciso, non era preparare la scenografia per un film sull'Uragano Kathrina [vedi foto 2 - nella quale è presente solo un misero 5% del totale delle macerie ricavate].

foto 2

Sarà solo allora, che scoprirete che la diabolica costruzione di legno e reti metalliche poggiava su lastre di cemento infilate verticalmente nel terreno e assicurate, per buona misura, l'una all'altra da una colata di cemento sul fondo [vedi foto 3].

foto 3

Ci vorranno altri due fine settimana, due vanghe (una delle quali si romperà), una paletta e due pastiglie di Voltaren, prima di ottenere un giardino terremotato [vedi foto 4].

foto 4

Quando alla fine del secondo fine settimana sarete riusciti a estrarre dal terreno lastre e blocchi di cemento fusi a monconi di travi d'acciaio dal peso approssimativo di un quintale-un quintale e mezzo cadauno, solleverete quel che resta delle vostre devastate membra, abbozzerete un mezzo sorriso e pronuncerete le parole: "Abbiamo finit..." E a quel punto l'occhio si poserà sull'angolo che i precedenti proprietari del giardino in questione avevano designato a piantagione di colture ignote, separata dal resto da una bassa recinzione realizzata con lastre di cemento ficcate verticalmente nel terreno e (verosimilmente, ma vi manca il coraggio di controllare) fuse in una bella colata di cemento sul fondo [la foto5 non c'è, perché a quel punto siete svenuti].

Non vi resta che consolarvi constatando che i dintorni della casa circondata dal famoso giardino sono davvero idilliaci [foto 6].

foto 6

giovedì 6 marzo 2014

Emily and the Strangers by Mariah Huehner & Emily Ivie



☆☆☆

Emily loves cats, improbable inventions and rock music, and she prefers to do everything on her own.
Will she join a group of "strangers", to play rock together and create the most wonderful sound in the world?

A nice comic book, for youngsters and fans of Emily the Strange.

Thanks to Netgalley and Diamond Book Distributors for the preview!

***

Emily adora i gatti, le invenzioni strampalate e la musica rock, e preferisce fare tutto per conto suo.
Deciderà di unirsi a un gruppo di "stranieri" per suonare insieme e creare la più bella musica di tutti i tempi?

Un fumetto simpatico, per ragazzini e i fan di Emily the Strange.

Grazie a Netgalley e Diamond Book Distributors per l'anteprima!

lunedì 3 marzo 2014

Noah, by Darren Aronofsky & Ari Handel

.

☆☆☆☆


I am no great fan of graphic novels, but I loved this one! The illustrations are wonderful, and the story is really powerful.

Noah dreams of endless rain.
Biblical myths and personal characterization are intertwined and the result is somehow unexpected.

The city of Babylon.
Noah tries to warn the inhabitans.
The Flood has come.
Noah is a very torn man, and on his battle to save the world from its inhabitants' lack of humanity, he surely loses his own.

Noah is sure God's plan is to wipe all human beings out.
All one can hope for, is for him to realize he's loved and forgiven nonetheless, and finally find peace in the arms of his own family.
Too bad there was no rainbow!

The new land, after the waters have receded.
Peace?

Thanks to Netgalley and Diamond Book Distribution for the preview.

***

Non sono un'appassionata di graphic novel, ma questa mi è piaciuta moltissimo!
Le illustrazioni sono meravigliose, e la storia è molto potente. I miti biblici si intrecciano con una caratterizzazione dei personaggi molto personale e il risultato è piuttosto inaspettato. Noè è un uomo molto combattuto, e nella sua lotta per liberare il mondo dalla mancanza di umanità dei suoi abitanti, di certo perde la sua.
Si può solo sperare che Noè, alla fine, si renda conto di essere amato e perdonato e riesca a trovare pace all'interno della propria famiglia.
Peccato che non sia stato inserito il dettaglio dell'arcobaleno!

Grazie a Netgalley e alla Diamond Book Distribution per l'anteprima. 

Murder Mysteries - Neil Gaiman & P.Craig Russell

.


☆☆☆☆

Based on the original tale "Murder Mysteries" by Neil Gaiman, this is a great graphic novel!

There's a story within a story: a man tells his memories to a young guy. Normally I like this kind of story-telling, but in this case I must say the piece of the young guy added nothing to the "real" core of this tale. I had the same feeling reading the text-only version, so I guess it has everything to do with the original idea.

There are angels, in a past very far away, trying to figure out right and wrong and love and death and decision-making and plotting and, eventually, they face the big question: is God really just?

The artwork is clear enough, and easy to read.

Thanks to Netgalley and Diamond Book Distribution for this preview!

***

Una bella graphic novel, basata sul racconto di Neil Gaiman "Murder Mysteries".

Abbiamo una storia dentro una storia: un uomo condivide i suoi ricordi con un giovane. Normalmente adoro questo genere di racconti, ma in questo caso devo dire che la parte con il giovane non aveva nulla da aggiungere alla "vera" anima del racconto. Ho provato la stessa sensazione leggendo la versione senza illustrazioni, quindi suppongo derivi proprio dall'idea originale.

Ci sono gli angeli, in un passato molto lontano, che si sforzano di comprendere i concetti di giusto e sbagliato, di amore, morte, cosa significhi prendere decisioni e ordire complotti, e, infine, si ritrovano di fronte alla grande domanda: ma Dio è davvero giusto? 

Le illustrazioni sono okay, la lettura è semplice.

 Grazie a Netgalley a alla Diamond Book Distribution per l'anteprima!

Hello boys, I'm back. [Independence day]