WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

mercoledì 14 maggio 2014

Too much ends in smoke. [Toba Beta]


Nessuno ha mai l'impressione che intorno a noi ci sia troppo?

Troppo cibo, troppe auto, troppa gente, troppo rumore, troppa luce, troppi film, troppi negozi, troppa teconologia, troppo zucchero, troppe banche, troppi vestiti, troppi corsi, troppe proposte... ?

E che la gente, per stare dietro a tutto questo troppo, diventi troppo stressata, troppo furba, troppo bugiarda, troppo manipolatrice, troppo illusa, troppo arrabbiata, troppo arrogante, troppo grassa, troppo magra, troppo ossessionata, troppo dipendente, troppo entusiasta, troppo tutto?

Non c'è senso della misura in niente. Tutti sanno troppo di tutto. Fa venire la nausea solo a me tutto ciò?
Non si può più avere un'idea, bisogna fondare una start-up.
Non si può mangiare meno pasta, bisogna passare alla dieta low- carb.
Non ci si può interessare a un argomento, bisogna scriverci un libro, produrre un documentario, avviare un blog.

Poco importa se tutto esiste già.

Il tuo libro/documentario/blog sarà di certo migliore degli altri. La tua start-up sarà la più geniale di tutte.
Devi trovare un argomento, o un punto di vista che sia solo tuo, non perché ti fa crescere come persona, o perché pensare in modo indipendente è una cosa intelligente da fare. No, devi riuscire a fare qualcosa che nessuno ha mai fatto prima perché così avrai più visibilità degli altri. E le differenze, tra mille prodotti appartenenti alla stessa categoria, sono talmente microscopiche, che se una persona come me vuole trovare quello che cerca deve ravanare in quintalate di fuffa prima di (forse) trovarlo.

Per esempio: ricevo continuamente inviti e proposte di seminari, letture, incontri, dibattiti... da mille entità diverse. Ma perché dovrei passare il mio tempo a fare la trottola tra uno e l'altro, per sentire gente che non ho mai visto prima e della quale non mi importa assolutamente niente, vomitare banalità e ripetizioni storiche fino alla nausea, solo nella speranza di incappare in qualcuno che si lasci sfuggire un barlume di novità? Ma anche no, grazie!

L'entusiasmo ormai è cheap, mi si permetta l'inglesismo. Vedo gente esultare per un nuovo esponente politico, per una crema da giorno, per uno sport, per un formaggino, per un ragazzino che canta, per una convenzione bancaria, per un paio di scarpe... e mi vien voglia di prenderli, scrollarli e dirgli: "Ma ti senti? Ma ti vedi? Torna in te!"

Il mio atteggiamento si chiama menefreghismo? Non lo so, e in fondo non me ne frega niente di come lo si vuole chiamare (ah ah ah).
Io penso solo di essere stufa di essere distratta da cose prive di valore e di significato. Non è vero che non mi interessa niente. Credo che mi interessi molto, di quello che sta sotto alle mille tonnellate di niente di cui devo liberarmi quotidianamente. È faticoso.

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