WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

lunedì 15 giugno 2015

Prejudices are most difficult to eradicate from the heart whose soil has never been loosened or fertilised by education. [Charlotte Brontë]

 
Cioè.
Ma davvero ci sono quelli che si indignano perché al gay pride erano presenti bambini e ragazzini agghindati con la bandiera arcobaleno e i capelli colorati?
E davvero giustificano la propria indignazione sollevando cori di  è immorale imporre queste cose ai bambini, che non sono liberi di scegliere?
E davvero queste stesse persone battezzano i propri neonati, e scatenano battaglie astiose nei confronti di chi vorrebbe inserire i valori di uguaglianza tra i sessi e non discriminazione nel programma educativo dei suddetti bambini?
E davvero sono sempre queste le persone che sbraitano di venire discriminate quando non viene loro apertmente concesso di insultare e demonizzare chi è diverso da loro?

C'è quindi da pensare che, sempre costoro, vogliano sentirsi liberi, a casa propria e fuori, di inculcare ai bambini altri concetti, quando loro ancora non sono liberi di scegliere.
Per queste persone è quindi sbagliato insegnare ai bambini a rispettare gli altri esseri umani indipendentemente dal loro sesso e dalle loro preferenze nella scelta di un partner, ma è giusto insegnare loro che le femmine devono fare le femmine e i maschi devono fare i maschi, e che quelli che amano una persona dello stesso sesso sbagliano e non hanno diritto di fare parte della società.

Coerenza, questa sconosciuta. Umanità... meglio andare a cercarla su un altro pianeta.

venerdì 12 giugno 2015

I am meaning. [Bernard Beckett]



I am not a machine. For what can a machine know of the smell of wet grass in the morning, or the sound of a crying baby? I am the feeling of the warm sun against my skin; I am the sensation of a cool wave breaking over me. I am the places I have never seen, yet imagine when my eyes are closed. I am the taste of another's breath, the color of her hair.

You mock me for the shortness of my life span, but it is this very fear of dying that breaths life into me. I am the thinker who thinks of thought. I am curiosity, I am reason, I am love, and I am hatred. I am indifference. I am the son of my father, who in turn was a father's son. I am the reason my mother laughed and the reason my mother cried. I am wonder and I am wondrous. Yes, the world may push your buttons as it passes through your circuitry. But the world does not pass through me. It lingers. I am in it and it is in me. I am the means by which the universe has come to know itself. I am the thing that no machine can ever make. I am meaning.

[from: Genesis, by Bernard Beckett]

venerdì 5 giugno 2015

Women who seek to be equal with men lack ambition. [Marilyn Monroe]

 
In quest'ultimo periodo si fa un gran parlare del "gender", parola che genera un sacco di paure e che ormai fa spavento anche a me a causa di tutto quel che le persone impaurite sono state in grado di imputare alla parola.

Mi domando perché l'idea che un individuo scelga liberamente in che modo comportarsi generi paura o ribrezzo.
Mi domando quale tipo di persona venga effettivamente sconvolta dal pensiero che esistano esseri umani che vogliono vivere la propria vita fuori dagli schemi prestabiliti.

Si dice che le regole sono state fatte per servire le persone e non il contrario.
Ammettiamo pure che gli schemi siano stati creati per aiutare le persone a orientarsi: gli abiti e le mode maschili e femminili mi aiutano a riconoscere di che sesso è la persona che mi trovo davanti, così da poter capire se posso usarla per la riproduzione della specie o no.

...

Eh?

Non so: così a bruciapelo ho l'impressione che a essere confuse siano le persone che si scagliano contro l'idea di libera interpretazione della propria natura.
Cioè: ma veramente hai bisogno che un essere umano con attributi fisici di sesso femminile si vesta e si comporti secondo modelli che tu consideri "da femmina" (e viceversa che un essere umano con attributi fisici di sesso maschile si vesta si comporti secondo modelli che tu consideri "maschili") perché altrimenti non ci si capisce più niente e il mondo va a rotoli?

Hai bisogno di essere sicuro se davanti a te hai un maschio o una femmina ... esattamente perché?

Forse perché nel tuo personale database sono custoditi importanti stereotipi a cui fare riferimento per decidere come comportarti? Tipo, non so, facciamo l'ipotesi che una donna riconosca di avere di fronte a sè un maschio durante un colloquio di lavoro. Magari non è molto preparata per la posizione, però sa che nella mente di un maschio ci sono solo tette, quindi pensa bene di aprire un po' la camicetta e rivolgergli sorrisi ammiccanti. Quando poi il responsabile del personale la giudica in base alle sue capacità e non in base alle sue tette, lei se la prenderà a male e penserà che è gay. E magari lo è, ma come si permette di nascondersi dietro un corpo e degli abiti da uomo?!

Io quasi quasi pensavo che  con millenni di evoluzione alle spalle potessimo finalmente essere in grado di riconoscere che siamo tutti persone, che siamo tutti diversi e che abbiamo il diritto di odiare le scarpe anche se siamo nate femmine, o di amarle anche se siamo nati maschi. Penso che sia solo pigrizia da parte di molti, e malafede da parte di altri, il fatto di voler per forza convincere il mondo che sia giusto adottare marcatori e separazioni nette.
Per fortuna ho anche l'impressione che certe idee, a forza di ripeterle, si stiano consumando ("questo è un lavoro da uomo!" ; "le donne hanno un istinto naturale con i bambini" ; "solo una coppia con un babbo e una mamma può allevare i figli in maniera sana!") ma temo ci vorrà ancora un po' di tempo, perché la tendenza al livellamento verso il gradino più basso della scala evolutiva porta questi cambiamenti a essere particolarmente faticosi.

Poi ci sono quelli che superano la fase primordiale e affrontano il tema sociale: Accettare certi cambiamenti, in una società organizzata e basata su determinate premesse, significa sconvolgere un'intera civiltà, e chi può prevedere le conseguenze?

... E quindi?

Certo, ci sono state serie conseguenze per i padroni delle piantagioni di cotone in cui lavoravano centinaia di schiavi neri, una volta che la schiavitù è stata abolita, i bambini di colore hanno iniziato ad andare a scuola e, una volta cresciuti, a sposarsi con i bianchi.
Ci sono state conseguenze quando le donne hanno ottenuto il diritto al voto, il diritto alla proprietà di beni, il diritto a chiedere e ottenere il divorzio.
Ci sono state conseguenze anche quando sono state introdotte le macchine per svolgere certi lavori che prima spettavano a esseri umani. O quando, per dire, hanno inventato gli antibiotici.
Ci sono conseguenze pressoché per ogni decisione, per ogni cambiamento che viene introdotto.
Vogliamo evitare i cambiamenti perché ci fanno paura? Perché non sappiamo prevedere le ripercussioni sulla società a distanza di anni? Immagino che a queste persone farebbe piacere vivere in un mondo dove nessuno ha introdotto la ruota perché vai a sapere in futuro che razza di conseguenze potrebbero abbattersi sulla nostra società. O forse no, non gli farebbe piacere. Chissà, magari si sono solo dimenticati di applicare un po' più di cervello alla questione.

Un'ultima osservazione riguarda le persone convinte che le differenze tra maschi e femmine siano indispensabili per definire la propria e l'altrui identità.
Si va dalle più cretine, tipo "senza i tacchi, il trucco e la scollatura non mi sento una vera donna!", alle più subdole  come "non vorrei mai rinunciare alle mestruazioni, perché sono il segno che sono una donna!". Bravissima. Quando entri in menopausa quindi diventi un uomo? O perdi la tua identità? O non sai più chi o cosa sei? Non so, spiegamelo.
Dico che sono più subdole le affermazioni che si riferiscono a elementi appartenenti esclusivamente a uno dei due sessi biologici, perché a una prima occhiata sono inoppugnabili: ai tacchi e al trucco si può obiettare che esistono donne a cui non interessano, nonché uomini a cui invece sì, ma davanti alle mestruazioni cosa ribatti?
Non so, a me fanno venire un po' i nervi queste esternazioni. Mi fa effettivamente pensare che alcune persone stiano grattando il fondo degli argomenti "pro differenze tra i sessi".
Ha fatto scalpore la vicenda della foto ritirata da Instagram (vedi qui ) che rappresentava una ragazza a cui sono venute le mestruazioni quando era a letto e quindi si è sporcata di sangue. Levate di scudi contro la rimozione dell'immagine, scuse ufficiali, articoli di giornale... perché? Perché è un momento importante della vita di ogni donna, perché è indice di femminilità, perché è una cosa normale di cui non vergognarsi, eccetera. Tutti d'accordo, vero? Ma certo! Aspetto con ansia gallerie di immagini fotografiche di gente impegnata a fare la cacca, che è un momento importante nella vita di ogni persona, indice della loro fisicità nonché una cosa normale di cui non vergognarsi.

Ragazze: se sentite nel profondo di avere bisogno di segnali più o meno evidenti (dalle mestruazioni mensili, alle scarpe con il tacco, al trucco...) per riuscire a sentirvi donne, secondo me la vostra sessualità è più confusa di quella di un gay o di una lesbica.

Naturalmente stesso discorso per gli uomini che hanno bisogno di esternazioni "tipicamente maschilli" per affermare la propria virilità: tranquilli, nessuno si farà venire il dubbio che siate davvero maschi. Maschi stupidi, va beh, ma certamente maschi. Tranquilli.