WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

martedì 21 dicembre 2010

All of the other reindeers used to laugh and call him names


ovvero Il Valore Dell'Amicizia

ovvero È Bello Essere Considerati Per Quel Che Si È


#SKETCH 1#

Amica n.1: Sabato L. si sposa, ti ricordi che volevamo farle il regalo insieme? Tu, io, Amica 2 e Amica 3?

Io: Certo, certo, mi ricordo!

Amica n.1: Con Amica 2 e Amica 3 abbiamo pensato di regalare a L. qualche capo di biancheria intima sexy, qualcosa di esplosivo, per stendere G. Ci stai?

Io: Ma perché no? A cosa servono le amiche, sennò?

Amica n. 1: Tu quando potresti venire a fare shopping? Perché senza di te è davvero impossibile andarci, sei assolutamente indispensabile!

Io: (???) Oh, sono lusingata! Dunque, vediamo... Domani pomeriggio va bene a tutte?

Amica n. 1: Perfetto! Allora, ci vediamo domani pomeriggio da Intimo 3. Mettiti qualcosa di comodo da togliere e rimettere, mi raccomando!

Io: (?!?!?!) Co-Come, scusa? In che senso?

Amica n. 1: Beh, vogliamo che il regalo sia perfetto, mica che poi indossa un negligé di pizzo nero la prima notte di nozze e non è della taglia giusta, ti pare?

Io: Okay, sono d'accordo, ma continuo a non capire...

Amica n. 1: Tu dovrai provare i capi da regalare a L. Sei la sola che ha il seno piccolo e il fondoschiena grosso quanto quello di L! Se vanno a te, vanno per forza anche a lei!

Io: ...


#SKETCH 2#

D1: Oh, good Lord! Quanto è lunga la fila per entrare a questo concerto!

D2: True, facciamo un po' di chit-chat per ingannare l'attesa! C. tu quando sei stata a un concerto l'ultima volta?

Io: Oh, ecco, vediamo... Uhm, credo quando avevo circa vent'anni...

D1: Whoooo! Dev'essere stato secoli fa!

Io: ...

D2 (sussurrando): D1, my good friend. Hai appena detto che la nostra nuova amica è una ancient woman.


#SKETCH 3#

A: Ehi, per fortuna nel bagno di questo centro commerciale c'è lo specchio. Posso rimettermi il rossetto senza sbavare.

Io: Uhm, non so se è uno specchio affidabile. Guarda che occhiaie nere che mi fa!

A: Forse non è lo specchio!

Io: ...

mercoledì 15 dicembre 2010

You're poison running through my veins

LEI: Caro, ti ricordi che a gennaio vengono a trovarci G. e L. dall'Italia?
LUI: Sí, sì, certo che mi ricordo!

LEI: Ecco, ho appena sentito G. e dice che L. non sa ancora niente e siccome ci vedremo a Natale sarebbe il caso di...
LUI: Non preoccuparti, cara: glielo dico io!
LEI: Er...

venerdì 10 dicembre 2010

Resta di stucco...

Mamma, hai presente Superman, che vola più veloce della luce?

Sí, certo.

Ecco, questo vuol dire che vola a più di 300.000 km al secondo. Ma lo sai? Anche i suoi occhi devono essere in grado di guardare a quella velocità, altrimenti si schianterebbe. Giusto?

Non fa una piega.

Ecco, io vorrei avere gli occhi che vanno veloce come quelli di Superman. Perché pensa: se metti in fila tutte le pagine di un libro, magari arrivi a 1 km, se il libro è grosso. E se i miei occhi leggessero alla velocità della luce potrei leggere 300.000 libri grossi al secondo! Te lo immagini?

Eh, in effetti sono proprio un bel po' di libri!

Pensa che bello, ti supererei nelle statistiche di aNobii!

Eh, già!
Magari potrei aspettarti, leggere solo per un decimo di secondo e poi fermarmi, così ti darei il tempo di recuperare.

Molto cavalleresco, da parte tua.

Peccato non avere gli occhi di Superman.

mercoledì 8 dicembre 2010

Ragni, serpenti, scorpioni e zanzare!

È ormai il quinto inverno, che trascorro a Berlino.

Il primo e il secondo anno non ha fatto molto freddo, non ha nevicato molto.

Il terzo anno è scesa un sacco di neve, le temperature sono andate spesso sotto i -10°C.
È stato l'inverno in cui ho affinato la tecnica della "vestizione", per essere in grado di uscire, camminare e fare la vita normale nonostante le bassissime temperature.
È stato anche l'inverno in cui mi sono resa conto che, per riuscire a uscire di casa, era necessario acquistare una pala e usarla sul vialetto davanti alla porta. Non che avessi una gran tecnica, diciamolo. In tutta la via, casa mia era l'unica ad avere una spessa striscia bianca davanti, mentre tutte le altre vantavano un glorioso vialetto pulito. Ma io facevo sicuramente più fatica di tutti.

L'anno seguente, ovvero l'anno scorso, ha di nuovo nevicato abbondantemente a ha di nuovo fatto molto freddo.
La vestizione si è arricchita di un paraorecchie e un ulteriore paio di mezziguanti, e la pala già l'avevo. Siccome la faticaccia di spalare la neve era ancora e sempre moltissima, e otteneva risultati miserevoli se confrontati con i lindi vialetti del vicinato, ho deciso di comprare del materiale antiscivolo da spargere sulla neve in eccesso. Il sale no, pare ci siano delle limitazioni all'uso stabilite dal regolamento cittadino. In un'impeto dettato dall'imminente arrivo di ospiti, un mattino sono andata a comprare della sabbietta per i gatti. Il risultato? Sicuramente non si scivolava per colpa del ghiaccio, ma ci si infangava perché la malefica sabbietta mescolata alla neve creava un pantano degno della foresta amazzonica.

Quest'anno la neve e le basse temperature sono già arrivati. La vestizione è ormai perfezionata, la pala c'è e ho imparato che prima la si usa, meno fatica si fa, così la uso magari una volta di più ma lo faccio quando la neve è ancora fresca. Ho comprato dei sassolini anti-neve che funzionano un po' come il sale. Inoltre mi sono procurata uno spazzolone da esterno, che si dimostra utilissimo e molto efficace quando lo strato di neve sul vialetto è ancora sottile e la pala non si riesce a usare. Ah, e ho anche infilato una pala dal manico corto nel bagagliaio dell'auto, perché a volte capita che le ruote vengano imprigionate da un'abbondante nevicata e la pala è decisamente più risolutiva delle dita delle mani.

Per l'anno prossimo... spero di capire dove caspita buttano la neve i miei vicini quando la spalano dal vialetto. Il mio è l'unico con il mucchio lungo la staccionata!

lunedì 6 dicembre 2010

Chop and change

HENRY THE EIGHTH

Henry the Eighth had six wives,
The reason was quite strange,
It wasn't that he loved them all,
He just loved to chop and change.
[Valerie Bloom]



[taken from: "Read Me And Laugh, A Funny Poem For Every Day Of The Year - chosen by Gaby Morgan"]

sabato 4 dicembre 2010

Dyslexics are teople poo

COMPITO: Scrivi qualcosa su di te e sulla tua famiglia.
A casa mia c'è mia mamma, mio papà e mia sorella, a parte me.
Io giro per casa da solo, perché gli altri dormono tutti. A loro piace molto dormire ma a me no. A me piace frugare nella spazzatura e cercare i ragni.
Anche usare il martello di Acchiappa la Talpa per picchiare il divano.

Luca, a.s. 2006/07 [I elementare]

(dubbio che mi trascino da allora: cosa diavolo avrà pensato la maestra?!)

giovedì 2 dicembre 2010

I know Saint Peter will call my name

O Del Come Il Troppo Freddo Causi Problemi Anche Alle Sinapsi.

chat tra me e mio fratello E.

Io: ha nevicato dalle 10 di ieri sera fino alle 4 circa del pomeriggio oggi! tantissima neve :D :D
e siamo a -10 ... brrrrr
E: qui ieri la massima era di -5
però non nevica molto, parigi è troppo affollata, la neve non arriva fino per terra

Io: ho anche comprato una pala da tenere nel bagagliaio
E: hehe, che previdente !
Io: eh sì, quando c'è da seppellire un cadavere non sai mai come fare!!

E: (E non sta più partecipando alla chat)

domenica 28 novembre 2010

Riepilog-ONE

Faccio un riepilogo oggi, è un po' che non lo faccio (sto diventando molto disordinata, lo so).

- It's time to lend a hand to life -> dalla canzone "We are the world", by U.S.A. for Africa;

- Samhain - 1 -> foto per celebrare Samhain;

- Samhain - 2 -> raccontino Per Samhain;

- Santa Claus is coming to town! - 1 -> dall'omonima canzone tradizionale natalizia statunitense;

- Santa Claus is coming to town! - 2 -> idem;

- When in trouble or in doubt, run in circles, scream and shout -> dal romanzo "Little Brother", by Cory Doctorow;

- This night, we pray, our lives will show -> dalla canzone "Christmas Canon Rock", by Trans-Siberian Orchestra;

- Hope -> omonima canzone by Apocalyptica;

- He walked like a man recently returned to the world -> dal libro "Winter Ghosts", by Kate Mosse;

- Ein Wunsch -> piccola poesiola tedesca;

- Chi è seduto sul mio trono? -> dal film "Le follie dell'imeratore";

- It might have been -> citazione by John Greenleaf Whittier;

- Ma Tarzan lo fa! -> dalla sigla di un cartone animato (George della giungla?) di quando ero piccola;

- Snow and ice and numbers -> dal romanzo "Smilla's sense of snow", by Peter Høeg;

- Dance until we die -> omonima canzone by Omnia.


Ecco fatto, anche per questa volta è andata.

giovedì 25 novembre 2010

Dance until we die

Questa sera si va di post musicale, il più trasgressivo del blog, a oggi, che rispecchia il mio stato d'animo ribelle e insoddisfatto di questo periodo.
Voglio qualcosa di nuovo, di diverso, perché quello che conosco di questo mondo mi ha deluso.
Dance until we die, by Omnia.





[I got voices in my head
Check this out
Oh, I won't shout
Oh, for fuck's sake
I know it's wrong but I like it
Yo]

[Sento delle voci nella testa
Vedi un po'
Oh, non griderò
Oh, cazzo
So che è sbagliato ma mi piace
Yo]

LIFE!
We all be livin' in a lie
Makin' money for the man 'till the day we die
Mind-controlled by democracy
But you're still a fuckin' slave to the royalty
You can't buy peace of mind in a fuckin' store
You could do with less but you all want more
My eyes are open and I can see
They can steal the land but my spirit is free

VITA!
Viviamo una menzogna
A fabbricare soldi fino al giorno in cui moriamo
Controllati dalla democrazia
Ma ancora schiavi della maledetta monarchia
Non si può comprare la pace dei sensi in un maledetto negozio
Potreste fare a meno di tante cose ma ne volete sempre di più
I miei occhi sono aperti e riesco a vedere
Possono rubare la terra ma il mio spirito è libero



[Economic crisis]
Well it might fool you but it don't fool me
[War on drugs]
They can steal the land but my spirit is free
[International terrorism]
Well it might fool you but it don't fool me
[Yes, we can]
They can take my cash but they can't take me.

[Crisi economica]
Beh, potrà fregare voi ma non frega me
[Guerra alle droghe]
Possono rubare la terra ma il mio spirito è libero
[Terrorismo internazionale]
Beh, potrà fregare voi ma non frega me
[Noi possiamo]
Possono prendere i miei soldi ma non avranno me


DEATH!
Are you ready to die?
To make the fat cats rich and support the lie
Governmental games of war
Ronald McDonald's keeping score
All'o the shit don't mean a fuckin' thing
'cause I'm still standing, I still sing
Democracy, plutocracy
Well it might fool you but it don't fool me.

MORTE!
Siete pronti a morire?
Per arricchire i grassoni e sostenere la menzogna
Giochi di guerra del governo
Ronald McDonald continua a fare punti
Tutta questa merda non vuol dire un cazzo
Perché sono ancora qui, sto ancora cantando
Democrazia, plutocrazia
Beh, potrà fregare voi ma non frega me


[Economic crisis]
Well it might fool you but iut don't fool me
[war on drugs]
They can steal the land but my spirit is free
[international terrorism]
Well it might fool you but it don't fool me
[yes, we can]
They can take my cash but they can't take me.

[Crisi economica]
Beh, potrà fregare voi ma non frega me
[Guerra alle droghe]
Possono rubare la terra ma il mio spirito è libero
[Terrorismo internazionale]
Beh, potrà fregare voi ma non frega me
[Noi possiamo]
Possono prendere i miei soldi ma non avranno me


'Cause I'm a native crazy man,
I hold my freedom in my hand
I'm a dreamer, I'm a shaman,
I'm connected to the land
They can't tell me wha to do
They can't tell me what to say
They can't tell me what to smoke
They can't tell me what to play

Perché io sono un nativo, un pazzo,
Tengo tra le mani la mia libertà
Sono un sognatore, sono uno sciamano,
Sono collegato alla terra
Non possono dirmi cosa fare
Non possono dirmi cosa dire
Non possono dirmi cosa fumare
Non possono dirmi cosa suonare


I don't need no one's permission
To live my life 'cause that's been given
Now I'm the pope of Paganism
Puttin' the fun back into fundamentalism
So if you need someone's permission
To live you life just like you wanna
You have it ... here ... I give it to you
Along with this fat bag of marihuana.

Non mi serve il permesso di nessuno
Per vivere la mia vita perché mi è stata data
Adesso sono il Papa del paganesimo
Rimetto il divertimento nel fondamentalismo
E se vi serve il permesso di qualcuno
Per vivere la vita come preferite
Lo avete ... eccolo ... ve lo do io
Insieme a questo bel pacco di mariuana

Wouldn't it be great if there was a war
And nobody came?
[Peace man]
'Cause we're too busy making love
[Yeah]
To play their insane game
They just wanna work you to death
And say 'Arbeit macht frei'
Well, fuck them and fuck their rules
We'll just dance until we die!

Non sarebbe fantastico se ci fosse una guerra
E non si presentasse nessuno?
[Pace, amico]
Perché siamo troppo presi a fare l'amore
[Sì]
Per gioare al loro sporco gioco
Vogliono solo ammazzarti di lavoro
E dicono 'Arbeit macht frei'
Beh, al diavolo loro e le loro regole
Noi danzeremo fino alla morte!

[Economic crisis
War on drugs
International terrorism
Yes, we can]

[Crisi economica
Guerra alle droghe
Terrorismo internazionale
Noi possiamo]

Storm winds blow on the golden barley
Birds lie dead on the fields of Athenry
I'll stand strong while you stand beside me
Take my hand and we'll dance until we die

Venti di tempesta soffiano sull'orzo dorato
Uccelli morti giacciono sui campi di Athenry
Rimarrò forte quando sei vicino a me
Prendimi per mano e danzeremo fino alla morte


Storm winds blow on the golden barley
Birds lie dead on the fields of Athenry
I'll stand strong while you stand beside me
Take my hand and we'll dance until we die

Venti di tempesta soffiano sull'orzo dorato
Uccelli morti giacciono sui campi di Athenry
Rimarrò forte quando sei vicino a me
Prendimi per mano e danzeremo fino alla morte


Dance until we die
Dance until we die

Danzeremo fino alla morte
Danzeremo fino alla morte

LIFE!
We all be livin' in a lie
Makin' money for the man 'till the day we die
Mind-controlled by democracy
But you're still a fuckin' slave to the royalty
You can't buy peace of mind in a fuckin' store
You could do with less but you all want more
My eyes are open and I can see
They can steal the land but my spirit is free

VITA!
Viviamo una menzogna
A fabbricare soldi fino al giorno in cui moriamo
Controllati dalla democrazia
Ma ancora schiavi della maledetta monarchia
Non si può comprare la pace dei sensi in un maledetto negozio
Potreste fare a meno di tante cose ma ne volete sempre di più
I miei occhi sono aperti e riesco a vedere
Possono rubare la terra ma il mio spirito è libero

DEATH!
Are you ready to die?
To make the fat cats rich and support the lie
Governmental games of war
Ronald McDonald's keeping score
All'o the shit don't mean a fuckin' thing
'cause I'm still standing, I still sing
Democracy, plutocracy
Well it might fool you but it don't fool me.

MORTE!
Siete pronti a morire?
Per arricchire i grassoni e sostenere la menzogna
Giochi di guerra del governo
Ronald McDonald continua a fare punti
Tutta questa merda non vuol dire un cazzo
Perché sono ancora qui, sto ancora cantando
Democrazia, plutocrazia
Beh, potrà fregare voi ma non frega me

Dance!
So I'm just gonna dance!
Dance!
Dance!
Dance until we die!

Danza!
Allora non farò che danzare!
Danza!
Danza!
Danzare fino alla morte!

mercoledì 24 novembre 2010

Snow and ice and numbers.

In omaggio alla prima nevicata della stagione, propongo questa sera un brano selezionato dal libro "Smilla's Sense of Snow", di Peter Høeg. Un bel romanzo, che ho letto in luglio prima di andare a Copenhaghen, visto che la storia raccontata si svolge proprio lì.
È da quel libro, che ho preso l'idea di andare a visitare il meraviglioso parco dei cervi nella capitale danese, visto che nella guida che mi ero comprata non se ne parlava!

La citazione che riporto (traduzione paragrafo per paragrafo) è un discorso fatto dalla protagonista Smilla, donna molto particolare.

"Do you know what the foundation of mathematics is?" I ask. "The foundation of mathematics is numbers. If anyone asked me what makes me truly happy, I would say: numbers. Snow and ice and numbers. And do you know why?"

"Sai qual è il fondamento della matematica?", chiedo, "Il fondamento della matematica sono i numeri. Se qualcuno mi chiedesse cosa mi rende veramente felice, risponderei: i numeri. La neve e il ghiaccio e i numeri. E sai perché?"

[...]

"Because the number system is like human life. First you have the natural numbers. The ones that are whole and positive. The numbers of a small child. But human consciousness expands. The child discovers a sense of longing, and do you know what the mathematical expression is for longing?"

"Perché il sistema dei numeri è come la vita umana. Per prima cosa ci sono i numeri naturali. Quelli interi e positivi. I numeri di un bambino. Ma la coscienza umana si espande. Il bambino scopre una sensazione di nostalgia e sai qual è l'espressione matematica della nostalgia?"

[...]

"The negative numbers. The formalization of the feeling that you are missing something. And human consciousness expands and grows even more, and the child discovers the in between spaces. Between stones, between pieces of moss on the stones, between people. And between numbers. And do you know what that leads to? It leads to fractions. Whole numbers plus fractions produce rational numbers. And human consciousness doesn't stop there. It wants to go beyond reason. It adds an operation as absurd as the extraction of roots. And produces irrational numbers."

"I numeri negativi. L'ufficializzazione della sensazione che ti manchi qualcosa. E la coscienza umana si espande e cresce ancora di più, e il bambino scopre gli spazi. Tra le rocce, tra i pezzi del muschio che ricopre le rocce, tra le persone. E tra i numeri. E sai a cosa porta tutto questo? Porta alle frazioni. Numeri interi più frazioni e il risultato sono i numeri razionali. E la coscienza umana non si ferma qui. Vuole andare oltre la ragione. Aggiunge un'operazione assurda come l'estrazione di radici. E produce i numeri irrazionali."

[...]

"It's a form of madness.' Because the irrational numbers are infinite. They can't be written down. They force human consciousness out beyond the limits. And by adding irrational numbers to rational numbers, you get real numbers."

"È una forma di pazzia. Perché i numeri irrazionali sono infiniti. Non possono essere messi per iscritto. Spingono la coscienza umana al di là dei propri limiti. E sommando i numeri irrazionali ai numeri razionali ottieni i numeri reali."

[...]

"It doesn't stop. It never stops. Because now, on the spot, we expand the real numbers with imaginary square roots of negative numbers. These are numbers we can't picture, numbers that normal human consciousness cannot comprehend. And when we add the imaginary numbers to the real numbers, we have the complex number system. The first number system in which it's possible to explain satisfactorily the crystal formation of ice. It's like a vast, open landscape. The horizons. You head toward them and they keep receding. That is Greenland, and that's what I can't be without! That's why I don't want to be locked up."

"Non finisce, non finisce mai. Perché adesso, in questo momento, espandiamo i numeri reali con radici quadrate immaginarie di numeri negativi. Questi sono numeri che non riusciamo neppure a visualizzare, numeri che la coscienza umana non può comprendere. E quando sommi i numeri immaginari ai numeri reali ottieni il sistema dei numeri complessi. Il primo sistema di numeri nel quale sia possibile spiegare in modo soddisfacente la formazione dei cristalli di ghiaccio. È come un paesaggio vasto, aperto. Gli orizzonti. Ti dirigi verso di loro e loro continuano a retrocedere. Questa è la Groenlandia, e questo è ciò di cui non posso fare a meno! Ecco perché non voglio essere rinchiusa."

Buon inverno a tutti!

martedì 23 novembre 2010

Ma Tarzan lo fa!

Oggi pomeriggio ho accompagnato Luca nello studio della pediatra, per fare il "conguaglio" delle vaccinazioni. L'ultima volta che è stato vaccinato, infatti, abitavamo ancora in Italia e in Germania le regole a riguardo sono leggermente diverse.

La dottoressa esamina con attenzione il resoconto rilasciato dalla ASL cinque anni fa e lo confronta con lo schemino delle vaccinazioni e dei richiami previsti quassù. Alla fine decreta che il giovanotto abbisogna al momento solo del richiamo per il vaccino contro il virus della meningite.

"Potrebbe indolenzirsi un po' il braccio", lo avvisa strofinandogli un candido batuffolo di cotone sulla spalla, "Magari si gonfia e diventa rosso. Potresti sentirti un po' debole, stanco e potrebbe anche venirti un po' di febbre. Non ti preoccupare: è normale."

Usciti dallo studio medico risaliamo sull'autobus per tornare a casa, dove ci attende una breve sosta prima di ripartire verso la scuola di musica e la lezione di violino.

Quando il pargolo si trova nel vagone della metropolitana che lo porterà a violino, improvvisamente il virus sedato presente nel vaccino che gli è stato iniettato in corpo prende vita.
[...]
Ci si aspetterebbe quindi uno svenimento, un mezzo collasso, un bambino frignolento che si lamenta perché si sente poco bene, un bambino che non regge a rimanere in piedi per tre fermate di metropolitana, che si accascia inerme al suolo, che si stringe il braccio dolorante con espressione sofferente... Ebbene: NO!

Il frugolo si ringalluzzisce di botto.
Comincia a ripetere all'infinito a voce altissima la frase minus fünf Grad, facendo voltare verso di lui tutte le teste dei presenti nel vagone, che lo osservano corrucciati e seccati. Sale le scale a due a due sbraitando di voler comprare un panino al würstel e formaggio allo snack-bar all'uscita della stazione. Di fronte alla maestra di musica, che deve scambiare due parole con la mamma, si spalma sui muri; usa un elastico come fionda; rotea in aria le gambe usando lo schienale delle sedie come perno; apre l'armadio delle provviste e comincia a estrarre scatolette di tè commentandone la qualità; corre in tondo come una scheggia impazzita: un ibrido tra Beep Beep, un canguro e una cavalletta; chiede alla maestra di musica di regalargli un Pocket Coffee. Di fronte alla quale richiesta alla madre schizzano gli occhi dalle orbite e supplica la maestra di non farlo.

Io non ho mica visto cosa c'era in quella fiala, nello studio della pediatra.

domenica 21 novembre 2010

It might have been

.

Chi è seduto sul mio trono?

.


Ci sono giorni in cui perdi gli occhiali rosa.

Allora, improvvisamente, ti guardi intorno e vedi che il mondo è pieno di ingiustizie, morte, sfruttamento, povertà, inquinamento e schifo.

Ti spaventi e chiudi le persiane, rivolgendo lo sguardo nel tuo piccolo ambiente familiare. E senza preavviso le piccole meschinità, le ripicche, gli sbagli, i risentimenti, i problemi non risolti, le catttive parole ti assalgono e ti feriscono.
Allora alzi gli occhi al cielo e ti chiedi, dove posso trovare ancora speranza, bellezza, sincerità, serenità, sorrisi? Se sei fortunato, qualcosa trovi: una persona, un posto, un ricordo, un pensiero.

Chiudi gli occhi, un sorriso mesto si scioglie in una lacrima.
La tua bolla è sempre più piccola.
Ti chiedi quando scoppierà?

È meglio ritrovare gli occhiali rosa.

giovedì 18 novembre 2010

Ein Wunsch

.


Wenn ich ein
Traum wäre,
würde ich
versuchen,
in Deinen
Kopf
zu kommen.


[di autore ignoto - almeno a me]


[Trad. più o meno: Mi piacerebbe, se fossi un sogno, essere nella tua mente.]

lunedì 15 novembre 2010

He walked like a man recently returned to the world.

Questa qui accanto è l'immagine della copertina del libro "X", traduzione italiana di "Little Brother", romanzo di Cory Doctorow di cui ho parlato da poco qui.

Avevo deciso di regalarlo a mio fratello per Natale, perché penso che gli piacerebbe molto e perché non legge in inglese.
Vista la pessima esperienza che ho avuto lo scorso anno con gli ordini natalizi, ho preferito muovermi in anticipo quest'anno e oggi pomeriggio mi sono messa al lavoro. Amara sorpresa: il libro risulta "non disponibile", "non ordinabile", "fuori catalogo" e persino "non in commercio" su ogni singolo sito di vendita di libri on-line (sì, nonostante i miei giuramenti sono andata a controllare anche il sito di ibs).

Quale potrebbe essere il motivo? La versione italiana del libro sembra sia uscita il 22 ottobre 2010, meno di un mese fa! Ho scritto alla casa editrice responsabile, ora sono in attesa di una risposta. Se e quando mi risponderanno, sono curiosa di sapere cos'è successo, forse avevano stampato mille copie a rovescio e hanno dovuto ritirarle?

Però io non mi spiego una cosa: com'è che ogni volta che a Natale mi metto a cercare dei libri in italiano faccio una dannata fatica a trovarli?

Tre anni fa ho chiesto che a Luca venisse regalata una trilogia: "Cronache del Bordo", "Cronache di Boscofondo" e "Cronache di Santafrasso". Sono romanzi avventurosi che hanno per protagonista un ragazzino di nome Fruscello, che tra mille traversie cresce e impara un sacco di cose. I primi due sono stati reperiti da mia cognata con enormi difficoltà, e il terzo è stato possibile ottenerlo solo tramite e-bay (unica copia, di seconda mano). Non era più in ristampa.
Perché?
A Luca è piaciuto moltissimo, gi autori sono paul Stewart e Chris Riddel, acclamati scrittore e illustratore inglesi. In tedesco i libri sono tuttora tradotti e venduti e non solo: abbiamo scoperto che ne sono stati scritti altri a seguire, la serie non è finita al terzo! Ma in italiano non ci sono più.

Lo scorso anno volevo regalare "Buona Apocalisse a Tutti", di Terry Pratchett. Ho persino spedito mia mamma alla Mondadori. Dopo averle detto che non esisteva, si sono arresi solo quando lei gli ha mostrato l'ISBN. A quel punto si sono corretti in "Non è più in commercio, lo ristamperanno prima o poi".
Perché?
Nel frattempo sto continuando a regalarlo in inglese a quelli che leggono in lingua, e finora ne sono rimasti tutti entusiasti! Ma in italiano non è più possibile trovarlo.

E quest'anno è la volta di "X".
Perché?

giovedì 11 novembre 2010

Hope

.
ENJOY.




... dite che prima o poi me la daranno, la cittadinanza ad honorem finlandese???

mercoledì 10 novembre 2010

This night, we pray, our lives will show

Mi scuso con everybody, ultimamente ero un po' su di giri o, come la metterebbe il mio nuovo dottore: non ero in equilibrio, il mio yang ha sopraffatto il mio ying.
Così ho sfornato post un po' alterati, riuscendo a trovare chiaramente più yang che ying in ogni situazione. Quindi voglio inspirare profondamente con tutti voi per tre volte per potenziare l'incantesimo di stabilizzazione dello spirito (ah, sì, dimenticavo di avvisarvi che nel frattempo ho battuto la testa sul marmo, ihihih... non è vero, però sospetto ci siano metalli pesanti nell'acqua del lavandino, uhuhuh. BASTA).

E dopo aver semi-promesso una recensione di "Little Brother", by Cory Doctorow, vi dico subito che stasera non ho intenzione di mantenere la parola, invoco l'infermità mentale temporanea e vi propino una succulenta citazione dal libro "A Short History Of Nearly Everything", by Bill Bryson [Breve Storia Di (Quasi) Tutto], un libro arguto, interessante, divertente, comprensibile e molto simpatico.
Esattamente, cito dall'Introduzione (traduzione paragrafo per paragrafo, crepi l'avarizia!):

Welcome. And congratulations. I am delighted that you could make it. Getting here wasn’t easy, I know. In fact, I suspect it was a little tougher than you realize.

Benvenuti. E congratulazioni. Sono felice che ce l'abbiate fatta. Arrivare qui non è stato facile, sapete. In effetti, sospetto sia stato persino più difficile di quanto immaginiate.

To begin with, for you to be here now trillions of drifting atoms had somehow to assemble in an intricate and intriguingly obliging manner to create you. It’s an arrangement so specialized and particular that it has never been tried before and will only exist this once. For the next many years (we hope) these tiny particles will uncomplainingly engage in all the billions of deft, cooperative efforts necessary to keep you intact and let you experience the supremely agreeable but generally underappreciated state known as existence.

Tanto per cominciare, perchè siate qui c'è stato bisogno che trilioni di atomi fluttuanti si assemblassero in maniera intricata, intrigante e degna di nota. È una sistemazione talmente specializzata e particolare che non è mai stata tentata prima e non verrà mai ripetuta. Per i prossimi molti (si spera) anni queste minuscole particelle saranno impiegate in miliardi di agili forzi di cooperazione necessari per mantenervi intatto. Lo faranno senza un lamento e vi consentiranno di godere dell'incredibile esperienza di cio che viene universalmente conosciuto - seppure sottostimato - come esistenza.

Why atoms take this trouble is a bit of a puzzle. Being you is not a gratifying experience at the atomic level. For all their devoted attention, your atoms don’t actually care about you-indeed, don’t even know that you are there. They don’t even know thatthey are there. They are mindless particles, after all, and not even themselves alive. (It is a slightly arresting notion that if you were to pick yourself apart with tweezers, one atom at a time, you would produce a mound of fine atomic dust, none of which had ever been alive but all of which had once been you.) Yet somehow for the period of your existence they will answer to a single overarching impulse: to keep you you.

Perché mai gli atomi si prendano un tale disturbo è un rompicapo. Essere voi non è un'esperienza gratificante, a livello atomico. E per quanto devotamente attenti, i vostri atomi non si interessano minimamente a voi, in effetti neppure sanno che siete lì. Neppure sanno di essere lì loro stessi. Dopotutto, si tratta di particelle senza cervello, e anche senza vita se è per quello. (È una nozione vagamente paralizzante, apprendere che se qualcuno vi facesse a pezzi, atomo per atomo, con una pinzetta, alla fine non si avrebbe che un mucchio di fine polvere atomica, mai stata viva, ma che una volta è stata voi). Eppure, in qualche modo, per la durata della vostra esistenza, tutti quegli atomi risponderanno a un solo, irrefrenabile impulso: essere voi.

The bad news is that atoms are fickle and their time of devotion is fleeting-fleeting indeed. Even a long human life adds up to only about 650,000 hours. And when that modest milestone flashes past, or at some other point thereabouts, for reasons unknown your atoms will shut you down, silently disassemble, and go off to be other things. And that’s it for you.

La cattiva notizia sugli atomi è che sono incostanti e la durata della loro devozione è decisamente fugace. Persino una vita molto lunga non dura più di 650.000 ore, alla fine. E quando quell'attimo fuggente è trascorso, o in qualche punto nel frattempo, per motivi sconosciuti i vostri atomi vi spegneranno, vi smonteranno silenziosamente e se ne andranno a formare altre cose. E questo è quanto, per voi.

Come dicevo: arguto, interessante, divertente, comprensibile e molto simpatico.

sabato 6 novembre 2010

when in trouble or in doubt, run in circles, scream and shout

Dopo aver letto un parere positivo riguardo al libro "Little Brother", di Cory Doctorow, sul sito del gruppo musicale Omnia, ho deciso di leggerlo.

La cosa non è stata affatto difficile, dal momento che Mr Doctorow in persona lo ha lasciato in giro sul web sotto licenza Creative Commons. Vale a dire che lo si può scaricare gratuitamente con il consenso esplicito dell'autore, che intelligentemente preferisce trovare un nuovo lettore piuttosto che multarne uno.

In ogni caso, una valida recensione così a freddo non mi viene, perché il libro mi ha decisamente colpito. In positivo, se qualcuno se lo stesse chiedendo. Gli ho affibbiato cinque stelle su aNobii, ovvero il massimo.

A corto di parole che esprimessero tutto il mio sentire e che andassero oltre wow sono andata a sbirciare altre recensioni e sono rimasta scioccata scoprendo che più di un lettore lo considera "un buon fantasy, ma con troppe spiegazioni di informatica e poi i personaggi non sono troppo convincenti".

Okay, se non avete letto il libro non potete né concordare con questo giudizio, né esserne strabiliati e sconvolti come me.
Diciamo che considero una valutazione del genere l'equivalente di un "buon romanzo, un po' noioso e il protagonista sembrava un po' una gatta morta", riferito a 1984 di Geroge Orwell.

Quel che voglio dire è che ci sono libri e ci sono Libri.

Già il titolo, Little Brother, dovrebbe secondo me suggerire qualcosina al lettore.
Ci sono romanzi che nascondono molto di più dietro alla loro trama, storie che non vogliono essere fini a se stesse, ma comunicare un mondo di informazioni, avvertimenti, incitazioni ad aprire gli occhi e tutta quella roba socio-rivoluzionaria che mi piace tanto.
Storie che palesemente sono state inventate per "mettere in scena" concetti reali e che presentati altrimenti (per esempio sotto forma di saggio o di documentario) non avrebbero altrettanto impatto.
Lo scopo di questi romanzi è di far immmedesimare i lettori nel personaggio, mostrare loro che quel che il protagonista sta vivendo potrebbe capitare a loro. Questo è esattamente quel che Little Brother fa, e lo fa anche con un certo stile, visto che il libro è realistico, avvincente, coinvolgente e i personaggi non hanno niente che non vada. L'unico punto interrogativo che ho riguarda il finale, ma 1) non ve lo voglio rovinare; 2) il nostro è un mondo che ha bisogno di sperare.

Pensare che possano esistere persone che non sono state in grado di capire il significato di questo romanzo (tutt'altro che celato e criptico, peraltro) mi fa venire in mente il celebre detto Quando il saggio indica la luna, lo stolto vede solo il dito.

Welcome in the XXI century.

venerdì 5 novembre 2010

Santa Claus is coming to town! - 2

E come promesso al termine di questo post, ecco a voi la mia disavventura del Natale 2009, augurandomi che serva da monito e possa alzare il livello di allerta di molti.

Come ormai i (pochi) frequentatori abituali di questo blog sanno, vivo in Germania da quattro anni. A Berlino, per la precisione. La mia numerosa famiglia di origine, però risiede quasi tutta a Milano, con punte a Roma e Parigi.
Lo scorso Natale ci siamo accordati per ritrovarci tutti sotto il tetto della casa in cui siamo cresciuti e festeggiare insieme.

Con l'intimo desiderio di rendere il Natale più bello per tutti, ho avuto un lampo di genio: avrei ordinato più regali possibile su internet, facendoli quindi recapitare a casa di ma & pa. In questo modo mi sarei evitata di portarli in aereo, con il rischio di ritrovarli ammaccati e/o rotti (cosa che è accaduta in un paio di occasioni).

Ora, non chiedetemi di non fare il nome del sito incriminato. Un anno fa li ho avvisati che avrei diffuso la mia esperienza, adesso sono fatti loro. Se non volevano che facessi loro una pessima pubblicità, avrebbero dovuto comportarsi in modo diverso. Il sito incriminato è questo.
Ho fatto un ordine comprendente svariati libri in italiano e in inglese; DVD e un CD di musiche natalizie. Non ricordo la cifra esatta e non ho voglia di andare a controllare, in ogni caso superava i 100 €.

Era il 5 dicembre.
La Home Page del sito era decorata con agrifogli e calzettoni a righe bianche e rosse. Proponeva di fare acquisti natalizi in tutta comodità e sicurezza, con il servizio ad hoc di spedizioni rapide in tutta Italia. Dovete sapere che la sede ufficiale di questo fantastico internet bookshop si trova ad Assago, cittadina alle porte di Milano.

Gli articoli da me richiesti risultavano tutti disponibili in tre giorni, eccezion fatta per il CD di musiche natalizie, il cui reperimento richiedeva 5 giorni. Soddisfatta e fiduciosa ho inviato l'ordine. Ed è cominciato l'incubo.
I tre, cinque giorni sono diventati in un attimo dieci, poi tredici, momento in cui ho deciso di inviare una mail chiedendo di evadere il mio ordine o restituirmi i soldi. Due ore dopo dalla mia carta di credito veniva prelevato l'ammontare corrispondente all'ordine da me effettuato, e mi veniva inviata una mail con cui mi si assicurava che il mio ordine era in spedizione, eccezion fatta per il CD di musiche natalizie, che, mi si prometteva, sarebbe stato inviato appena disponibile. Era il 18 dicembre, naturalmente un venerdì sera. Inutile sperare che la merce venisse spedita sabato o domenica. Quando lunedì 21 ho scoperto che il mio ordine era ancora in spedizione ho inviato una seconda mail infuriata, dicendo che volevo bloccare l'ordine ed essere rimborsata, a meno che il mio ordine non partisse immantinente. Due ore dopo, manco a dirlo, mi arriva la mail che mi avvisa con toni gaudenti che i miei pacchi sono in viaggio! Wow! Assago-Milano: 11 km.
La mattina dopo, altra amara sorpresa: una nuova mail campeggia nei miei messaggi in arrivo. Mi si annuncia con sommo rincrescimento che siccome a Milano è caduta la neve, lo spedizioniere non garantisce i tempi di consegna. Ah, en passant mi si informa anche del fatto che il mio CD con musiche natalizie è irreperibile. A nulla sono valse le mie telefonate al centralino: all'alba delle 11.00 ancora nessuno era presente in ufficio, a parte la centralinista che probabilmente lavorava lì con un contratto precario di tre mesi a 6,00 € lordi l'ora e che se si fosse azzardata a mancare avrebbe ricevuto cinquecento frustrate. Nessuno dei capi o dei responsabili ha ritenuto necessario trovare il modo di essere in ufficio a pochi giorni da Natale.

Inutile dire che i miei regali non sono arrivati in tempo, vero? Sono stati consegnati a casa di mia mamma il 29 dicembre, quando io ero già tornata a Berlino, senza una parola di scusa. Ricordo il dettaglio: ordine effettuato il 5 dicembre, tempo di attesa massimo previsto per uno degli articoli (risultato infine non disponibile): 5 giorni.

Un ultimo paio di cose, prima che mi abbandoni alle recriminazioni socio-politiche.
Venerdì 18 dicembre ho ordinato un libro in inglese su Amazon.de. Il libro, proveniente direttamente dall'Inghilterra, è stato consegnato nelle mie mani martedì 22. Ora, non so da dove esattamente sia partito il mio libro, supponiamo da Londra, che è anche una delle città più vicine al continente. Londra - Berlino: 1.045 km. Naturalmente la neve c'era dappertutto, da noi ne erano scesi una decina di centimetri e c'erano -20°C di temperatura.

Un'altra considerazione: il CD di musiche natalizie. Perché mai uno lo ordina allinizio di dicembre? Per averlo a Natale, direi. Lo vendevano da Media Markt, lo avevo visto la settimana prima di Natale. Ma quando dall'Italia mi hanno avvisato di non essere riusciti a reperirlo naturalmente era esaurito anche da Media Markt e non ho potuto regalarlo.

Ultima: in questi anni ho fatto numerosi ordini su Amazon.de. Quando ordinavo più articoli, questi mi venivano recapitati nell'ordine in cui si rendevano disponibili. Non venivano ammassati in magazzino in attesa di averli tutti e taccagnare sulle spese di spedizione. Spero che Amazon non sbarchi mai in Italia, sarebbe costretto ad abbassare i suoi standard.

Ora, le considerazioni socio-politiche.

Quando racconto questa storia a un italiano qualsiasi mi guarda sorridendo con condiscendenza e commenta Ma anche tu, come fai a fidarti? Dovevi saperlo, si sa che dicono cinque giorni, ma se sei fortunata sono tre settimane!

Ah, perfetto! Così se un negozio on-line mi fa una promessa e io ci credo e poi risulta che non è vero, la stupida sono io? A qualcuno si accende una lampadina che gli suggerisce come mai le cose in Italia funzionano (non funzionano) in questa maniera? Finché siamo pronti a dare dello stupido a chi si fida e non a prendercela con chi imbroglia, cosa speriamo di migliorare? Finchè ci accontentiamo di un beh, ma si sa? Quand'è che le cose si sono capovolte in maniera così brutale e perversa? Perché non c'è un giudice che dà una bella multa a quelli di ibs ogni volta che si permettono di disattendere le loro stesse promesse? Perché viene loro (e ad altri come loro) di comportarsi in un modo tanto irrispettoso del cliente finale?

Mi dicono che vivo su un altro pianeta. No, non è vero. Vivo in Germania, dove se prendi in giro troppo a lungo qualcuno hai chiuso. Invece leggo che ibs va avanti a prendere per i fondelli l'Italia intera dal 1998. Certo, se io sono la sola persona che si rende conto che hanno un comportamento assurdo e riprovevole. Certo, se nessuno si rifiuta di fare acquisti sul loro sito. Certo, se nessuno se la prende con loro ma tutti danno dello stupido a chi si fida.

Quindi quest'anno, nell'immanente confusione pre-natalizia, una cosa è certa: non mi lascerò fregare da ibs. E voi?

Santa Claus is coming to town! - 1

Tra poco più di un mese è Natale.
Natale è una bella festa, mi piace.
Mi piacciono le luci, gli addobbi e i colori; mi piace camminare per le strade illuminate dai lampioni, sotto un cielo già scuro; mi piace stringermi la sciarpa al collo e soffiare nuvolette di vapore dalla bocca mentre alle mie spalle un organetto suona una musica tradizionale.

Ci sono anche tante cose veramente insopportabili che succedono in questo periodo, dettate dall'avidità e dalla prepotenza delle persone; dall'ipocrisia di coscienze facilmente tacitabili con una piccola offerta donata con la mano destra mentre la sinistra spende cifre spropositate per inscenare un pasto da re; dalle pubblicità sguaiate che non sanno nemmeno più cosa significa l'espressione spirito natalizio.

Ma riesco a ignorare in gran parte tutto ciò perché penso che a Natale rivedrò la mia famiglia, ci stringeremo attorno allo stesso tavolo ritrovandoci per la prima o seconda volta in un anno. Ci sarà della musica più o meno a tema di sottofondo, ci saranno renne di peluche che danzano e cantano Santa Claus is coming to town con la voce di Frank Sinatra e maialini di peluche che camminano sculettando e cigolando Old McDonald had a farm - ya ya yo! mentre il gatto li insegue soffiando e rizzando il pelo e il cane salta distribuendo leccate a chiunque gli capiti a tiro, e il nonno mostra orgoglioso la treccia di pane appena uscita dal forno e la nonna impila l'ennesima ciotola di assaggini sul tavolo e lo spazio tra il televisore e il divano è irrimediabilmente ricoperto di pacchettini colorati... E dopo aver mangiato e riso tutti insieme ci divideremo un panettone intanto che, in un preciso rituale, uno alla volta apriremo i nostri regalini commentando, ridendo, facendo fotografie...

E al ricordo di tutto questo, il resto sfuma.
Ma questa volta non intendo permettere ai dolci ricordi di offuscare la verità storica. Quindi a breve vi proporrò un posto che riguarda un possibile incubo natalizio.

domenica 31 ottobre 2010

Samhain - 2

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Il fatto è, che loro alle streghe non ci credevano veramente.

Il problema, con gli esseri umani, è che vivono vite brevi e tribolate. Basta un soffio ed essi appassiscono, muoiono, come fiori recisi. È per questo, che hanno paura. E cercano di dare un nome alla loro paura. Quando l’hanno trovato, uccidono tutto ciò che porta quel nome, perché se uccidi ciò che temi esso smette di minacciarti e perciò non è più necessario averne paura.
Quindi non è che credessero alle streghe. Non credevano neppure che le streghe potessero arrecare loro danno. Volevano solo distruggere il loro timore. Volevano distruggere un pensiero, un’immagine, un’idea. Volevano distruggere la Paura. Allora le hanno dato un corpo, le hanno dato un aspetto, un nome, dei caratteri distintivi, per poterla riconoscere. E poi le hanno dato fuoco, non lasciandone che cenere. Le urla della strega erano le urla della Paura che moriva, che si disfaceva avvizzendo su se stessa. La strega non era una persona, non era una donna, non era un essere umano come tutti loro. La strega era il Male, era l’Errore, era la Paura da sconfiggere.

E nella notte di Samhain, nella notte in cui il velo tra i mondi si scosta, nella notte in cui gli spiriti camminano in mezzo ai vivi per trovare calore e dispensare consigli, in quella notte la Paura si incarnò in una donna dalla pelle candida come latte, dai capelli rossi come il rame, dallo sguardo misterioso di un occhio celeste e uno color nocciola. Una donna che sussurrava antiche filastrocche, accarezzando il gatto al chiarore della fiamma del camino.
La donna fu catturata, i suoi capelli vennero strappati, il suo viso graffiato e i suoi begli occhi bendati, perché non potesse posare lo sguardo sui mortali, stregandoli. Fu gettata in una cella di pietra umida, sporca e puzzolente, al freddo e al buio. Le buttarono addosso oggetti, le venne fatto del male. Il gatto si dileguò, macchia nera nella notte scura.

Nessuno pensò che, se fosse stata davvero una strega, non avrebbe permesso loro di catturarla. Ma, come dicevo: loro alle streghe non ci credevano veramente.

Il mattino dopo il sole non mostrò la sua faccia splendente, ma rimase celato dietro nubi grigie e minacciose, intanto che gli uomini ergevano una grossa pira nella piazza centrale.
Il vento cominciò a soffiare quando l’ora dell’esecuzione era vicina. Una piccola folla si era radunata, per celebrare la vittoria della Luce sulle Tenebre, della Vita sulla Paura. Qualcuno aveva catturato il gatto e lo avvicinò alla pira, chiuso in una gabbietta dalle sbarre di legno, visibilmente malconcio. La strega fu condotta al centro della piazza su un carro, legata mani e piedi.

Nessuno pensò che, se fosse stata davvero una strega, avrebbe sciolto i lacci che la imprigionavano e sarebbe fuggita. Ma, come dicevo: loro alle streghe non ci credevano veramente.

Legarono la donna ai tronchi eretti su una catasta di legna e posero accanto a lei la gabbia del gatto.
Appiccarono il fuoco con delle torce, levando al cielo grida di giubilo: Morte alla strega! Il fumo cominciò a sollevarsi dalle fascine in fiamme, che crepitavano e sprizzavano piccole scintille tutto attorno.

Nessuno pensò che, se la donna fosse stata davvero una strega, non avrebbe permesso al fuoco di attizzarsi. Ma, come dicevo: loro alle streghe non ci credevano veramente.

Quando le fiamme giunsero a lambire l’orlo della veste della donna il vento d’improvviso si mise a ululare e soffiare più forte, sollevando da terra polvere, stracci e persino i bambini piccoli. Partiva esattamente dal punto in cui era legata la strega, e soffiava a raggiera verso l’esterno della pira. Le fiamme cambiarono direzione, si attaccarono al carro del boia, all’abbeveratoio e al pozzo. Gli uomini cominciarono a gridare e a correre verso le abitazioni, ma il fuoco divorava avido ogni cosa, sospinto dal vento e alimentato dalla legna in cui quasi tutto era costruito. Bruciava tutto, bruciava ogni cosa e non c’era modo di placare l’incendio, che stava risparmiando solo la donna legata sulla pira.

Nessuno pensò che, se la donna fosse stata davvero una strega, quello sarebbe stato il suo modo di vendicarsi. Ma, come dicevo: loro alle streghe non ci credevano veramente.

Due ore più tardi del villaggio erano rimasti solo mucchi di rovine carbonizzate e annerite, mentre una fitta pioggia cadeva a spegnere gli ultimi piccoli focolai. La donna e il suo gatto uscirono a passo lento dal villaggio, senza guardarsi indietro.

Non c’era più nessuno, che potesse credere alle streghe.

Samhain - 1

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venerdì 29 ottobre 2010

It's time to lend a hand to life

Quando ero ancora una ragazzina ottimista, negli scintillanti e promettenti anni '80, mi piaceva pensare a me come a una "cittadina del mondo".
Sentivo che il termine "cosmopolita" mi si adattava molto bene.
Ero a favore del nascente concetto di "globalizzazione", pensandolo in termini di mglioramento della qualità della vita di tutti: più libertà, più possibilità, più pace, più tutto per tutti.
Di certo non mi aspettavo che i Paesi ricchi esportassero miseria, guerra e schiavitù nel resto del mondo e si strozzassero soffocando sommersi dal loro stesso impero capitalistico.
Avevo fiducia nel genere umano, non pensavo che la legge del profitto avrebbe preso il sopravvento sui grandi valori universali come la giustizia, l'equità, la salvaguardia dell'ambiente, la pace.
Eravamo in grado di debellare povertà, malaria e lebbra e avremmo potuto farlo. Avevamo già allora i capitali, le braccia e le competenze necessarie per farlo.
Abbiamo invece anteposto il benessere di pochi a un intero pianeta in cui si sarebbe potuto vivere bene. Il sassolino è diventato una frana e ci sta sommergenedo tutti.

A volte penso al mondo, a come ha cominciato a traballare come una trottola sul punto di cadere. La globalizzazione non è stata quello che mi aspettavo. A questa stregua, sono pronta a sostenere la frammentazione del sistema socio-politico del pianeta.

E nessuno mi venga a dire che senza di noi in Africa muoiono di fame e si fanno fuori a suon di machete e guerre civili. Nessuna delle due cose accadeva, prima che arrivassimo noi a civilizzare e colonizzare un Paese del quale non conoscevamo assolutamente niente, rovinandolo perchè abbiamo preteso di imporre il sistema che funzionava da noi in un posto completamente diverso per clima, conformazione, tradizioni e cultura.

E i terroristi afghani? Avete mai visto foto dell'Afghanistan? Hanno quattro capre e tre mucche in croce. Non esiste neppure una miserrima fabbrica di armi. Se non ci fossimo noi che gliele vendiamo per poi andare a bombardarli perché le usano contro di noi, il problema non si porrebbe. Non hanno diritti civili per le donne? Sparando missili in mezzo al mercato o facendo saltare bambini sulle mine antiuomo ho il sospetto che le donne non otterranno alcun diritto civile. Hanno sterminati campi di oppio? Non li avevano, quando i Talebani erano al potere, poi però il mondo civile ha deciso che erano la causa di tutti i mali del pianeta. Per carità: non vorrei mai e poi mai trovarmi a vivere in un contesto in cui gli estremisti islamici dettano le regole, ma bombardare tutto il Paese con questo pretesto somiglia al medico che ammazza il paziente per debellare il virus che lo infetta. Paziente morto? Quante storie: è un lavoro sporco eliminare i virus, bisogna mettere in conto delle casualties.

E comunque la storia dovrebbe insegnare: abbiamo avuto anche in Europa il periodo degli estremisti religiosi, in cui sono morte migliaia di persone; le donne hanno dovuto lottare anche in Europa per ottenere i loro diritti. Semplicemente è accaduto prima che la mia generazione si affacciasse alla finestra del mondo e si accorgesse che in altri Paesi le popolazioni erano tanto incivili e corrotte da comportarsi come si erano comportati i nostri antenati.

In Europa non si combatte più. In Europa, se ci sono problemi tra due Paesi, non si arriva alla guerra. Esiste la diplomazia, esistono i patti, i trattati, esistono delle Commissioni e dei Giudici Internazionali che risolvono il caso a suon di multe, contributi e così via.
Siamo civili.
Le fabbriche di armi ci servono per rifornire illegalmente i trafficanti di droga e clandestini e i terroristi. Ah, sì. Ci servono anche per mandare i nostri soldati a combattere su suolo rigorosamente straniero contro i trafficanti di droga e clandestini e i terroristi.

Chi governa noi, Paesi Civili, è l'interesse delle grandi multinazionali, delle grandi banche. Non è il popolo, non i suoi interessi, però ci ostiniamo dire che viviamo in democrazia e se osi insinuare il contrario vieni guardato con sdegno e ti viene ribaltata in faccia la domanda, preferiresti vivere in Cina, dove non hanno neppure accesso a YouTube e Facebook? Oppure in un Paese musulmano, dove saresti chiusa in casa, coperta da un telo nero dalla testa ai piedi, malmenata dal marito senza che tu possa ribellarti e se lo fai lui ha il diritto di mutilarti o darti fuoco...? Santo Cielo, ovviamente no! Ma il fatto che altrove succedano queste cose non rende la nostra situazione più democratica.

Vengono ridotti o tolti i contributi per gli impianti di produzione di energie rinnovabili perché le multinazionali del petrolio possano mantenere il monopolio del mercato e continuare a inquinare irreversibilmente i Paesi in cui estraggono.

Viene proibito l'uso di erbe medicinali nonché la coltivazione privata per uso personale (e sto parlando di erbe medicinali, non di Erba), perché le case farmaceutiche possano brevettare impunemente ogni principio attivo creato da Madre Natura e obbligarti a comprarlo da lei, dopo che lo avrà manipolato chimicamente. Peccato che ci sia gente, come la sottoscritta, che può permettersi di assumere estratto puro di corteccia di salice ma non tollera l'aspirina. Casualties.

Vengono immessi sul mercato prodotti geneticamente modificati, giustificati solo dal maggiore ritorno economico di chi li propone, non certo dal fatto che siano salutari e buoni per la gente che li mangia. E la strada che si sta percorrendo adesso è tale per cui tra qualche anno non potrò neppure tenermi in giardino un orticello di pomodori e insalata.

Quindi questa è la globalizzazione. Questo è il progresso. Sempre meno libertà e diritti, per tutti.

lunedì 25 ottobre 2010

Riepilogo!

Momento del riepilogo!

- Save my life -> omonima canzone, by Xandria;

- Go for the trigger, but only if you have to -> dalla canzone "Stick to your guns", by Bon Jovi (*♥ sospiro ♥*);

- Love in the forest -> omonima canzone, by Omnia;

- Gli assiri erano un popolo guerriero -> prima frase del capitolo sugli Assiri, nel sussidiario di Luca (fonte attendibile!);

- Houston, abbiamo un problema! -> non lo so da dove venga, ma è la famosa frase che gli astronauti dicono quando non riescono a rientrare sulla terra, si sente in tutti i film!

E per questa settimana sono in pari, wow!

domenica 24 ottobre 2010

Houston, abbiamo un problema!

È abbastanza tipico. Mi succede spesso. E quando mi succede di domenica è davvero una noia.
Decido di cucinare un piatto, comincio a prepararlo e poi sul più bello mi accoro che mi manca qualcosa, generalmente uno degli ingredienti principali. E allora? Se si tratta di un giorno feriale, mollo tutto e mi precipito al supermercato. Di domenica mi tocca cambiare il menu e non sempre la cosa riesce bene, soprattutto se me ne accorgo all'ultimo momento.
Almeno oggi me ne sono accorta con un po' di anticipo. Intanto pero avevo già scongelato un chilo di carne macinata per fare il ragù che avrebbe farcito le lasagne, se solo avessi avuto della passata, o dei pelati, o almeno dei pomodori.
Quali erano le alternative? Avrei potuto usare la carne per farci delle polpette, ma avremo due ospiti a pranzo, cosa gli do: polpette e patate? Che poi ho solo due patate. E allora la risoluzione è stata: mettere in frigo la carne scongelata e allestire delle lasagne vegetariane, per le quali ho in casa tutto l'occorrente.
Però e un po' frustrante, quando imparerò?

sabato 23 ottobre 2010

Gli Assiri erano un popolo guerriero

Ieri sera sono affondata tra i cuscini del divano, coperta da una simpatica trapuntina patchwork, sfogliando il catalogo EMP (cfr. QUI).
Non ho mai comprato niente, ma il catalogo mi arriva a casa gratis e mi piace darci un'occhiata di tanto in tanto. Neppure ieri sera ho fatto un ordine, ma ho individuato un paio di cosucce da memorizzare.



Per esempio questa maglietta,
perfetta per una feticista di E.A. Poe e del suo The Raven.





Oppure quest'altra, simpaaaaatica:











e poi ho scovato una serie di orecchini che mi ha intrigato un sacco, tipo questo:








Quindi, ecco, se per esempio volete farmi un regalo vi ho gentilmente offerto qualche idea. Gratis!

giovedì 21 ottobre 2010

Love in the forest

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Go for the trigger, but only if you have to.

Tempo fa avevo descritto in un post (che magari cercherò più tardi, adesso non ho voglia) il mio dottore.
Un tipo simpatico e divertente, ma un po' inutile. Che tu vada con il mal di testa, la tosse, una gamba segata o una freccia conficcata nell'addome il suo consiglio è sempre, aZpeTiamo un paio Ti ZeTimane, FeTiamo Ze paZa.
Il che, per carità, potrebbe anche essere la terapia migliore in certi casi. Ma una visitina, tanto per farsi un'idea, farebbe senz'altro stare meno in ansia il paziente.

In ogni caso, dopo una rapidissima riunione familiare abbiamo deciso che era meglio trovarsi un altro medico, in vista di eventuali tempi difficili.

Così lunedì sono andata a fare la conoscenza del prescelto. Me ne ha parlato bene un'amica, dice che è un tipo scrupoloso e coscienzioso e che conosce bene la medicina cinese, oltre a quella tradizionale. Siccome avevo la bronchite, retaggio di una settimana di turismo in centritalia, sono praticamente andata da lui per metterlo alla prova.

Ecco uno stralcio della nostra conversazione, supervisionata da Luca:

Dottore:
E da quanto tempo non fa i test per allergie e intolleranze alimentari?


Io:
Uhm.

Dottore:
Capisco. E da quanto tempo non si fa fare un controllo generale, esami del sangue e così via?


Io:
Uhm.


Dottore:
Eh no, così non va.


[a questo punto vorrei fargli notare che però vado dal dentista una volta l'anno, ma il suo sguardo mi zittisce]

Dottore:
Facciamo così: lunedì prossimo, visto che la bronchite dovrebbe ormai essere a buon punto, viene qui e cominciamo a fare un bel prelievo. Obiezioni?


Io:
[scuoto la testa mortificata e sottomessa]


Dottore:
Naturalmente si ricordi di venire a digiuno. Dalla mezzanotte non mangi più niente, può solamente bere acqua. Capito?


Io:
[annuisco]


Luca:
[sgranando gli occhi]
COOOOOOSA???? Niente cibo per tutto quel tempo????


Io:
[desiderosa di riabilitarmi agli occhi del medico]
Ma dai, sono solo una decina di ore, e in mezzo c'è la notte in cui comunque si dorme, non sarà terribile.

Luca:
[scuote energicamente la testa]
Io non sopravvivrei. Niente cibo. Non ci posso credere. Ti toccherà portarti dietro un sacco di roba da mangiare, così quando hai finito puoi riprenderti.
[continua a borbottare tra sé e sé, scuotendo sconsolato la testa]
Dieci ore senza cibo, incredibile. Inaudito, insopportabile, impossibile. Dieci. Ore. Niente. Cibo.
[solleva lo sguardo verso di me]
Mamma, ho fame.

martedì 19 ottobre 2010

Save my life

Continuo sulla scia del post di ieri e vado avanti a recuperare un po' dei miei imperdonabili ritardi su tutti i fronti (sigh, sob).
In attesa di elaborare una nuova "playlist della settimana", probabilmente destinata a durare un mesetto o due comunque, vi caccio un post musicale.
Un amico ha recentemente richiamato alla mia memoria gli Xandria, band crucca che non mi dispiace affatto, se solo su YouTube in Germania avessero lasciato qualcosa di visibile/ascoltabile! Hanno censurato ogni video con la patetica scusa del copyright. Come se ascoltare le loro canzoni su YouTube non portasse alcun vantaggio!
Ma torniamo a noi. Dicevo che un amico me li ha riportati alla memoria e siccome sono pigra non ho voglia di scervellarmi per trovare alternative, quindi il post musicale di questa sera è dedicato a loro.
Signore e Signori, ecco a voi gli Xandria, con Save My Life:




My soul / feels empty
I'm drowning in my tears
It's pain / I'm learning
My heart / is aching
Got poison in my veins
In hell / I'm burning

La mia anima / è vuota
Annego nelle mie stesse lacrime
Fa male / sto imparando
Il mio cuore / sta soffrendo
Veleno mi scorre nelle vene
All'inferno / sto bruciando

Save my life
Save my life
Let these tears be our secret
You and I
You and I
Once we were so close
Save my life

Salvami la vita
Salvami la vita
Che queste lacrime siano il nostro segreto
Tu e io
Tu e io
Una volta eravamo così vicini
Salvami la vita

It's all / or nothing
I'm asking you to give
Let live / or die
Everything / is better
Than this silent lie
Say that / it's no lie!

È tutto / o niente
Ti sto chiedendo di dare
Lascia vivere / o morire
Tutto è meglio
Di una bugia silenziosa
Dimmi che / non è una bugia!


Save my life
Save my life
Let these tears be our secret
You and I
You and I
Once we were so close
Save my life

Salvami la vita
Salvami la vita
Che queste lacrime siano il nostro segreto
Tu e io
Tu e io
Una volta eravamo così vicini
Salvami la vita

Save my life
Save my life
Let these tears be our secret
You and I
You and I
Once we were so close
Save my life

Salvami la vita
Salvami la vita
Che queste lacrime siano il nostro segreto
Tu e io
Tu e io
Una volta eravamo così vicini
Salvami la vita


Save my life
Let me feel you breathing
In your hands
In your hands
Is the heart of mine
Save my life

Salvami la vita
Lascia che io senta il tuo respiro
Nelle tue mani
Nelle tue mani
Tieni il mio cuore
Salvami la vita

lunedì 18 ottobre 2010

Riepilogus Longhissimus

Okay, la verità è che non ne ho assolutamente voglia, ma non faccio il riepilogo da tempo immemore e credo che vi spetti di diritto.
Inoltre da un paio di mesi sto davvero battendo la fiacca, posto sempre più raramente... ohibò, ma cosa mi starà accadendo?
[...]
Chi ha detto Stai rinsavendo?!

Insomma, bando agli indugi. Ecco qua il riepilogo tanto atteso!
(Per chi approdasse per la prima volta su queste sponde: siccome scelgo i titoli dei post pescando citazioni a caso, dopo un po' - di solito una volta alla settimana, questa volta non fa testo - li raccolgo in un unico post dove svelo la fonte. Tutto qui.)

- An angelface smiles to me -> dalla canzone "Angels fall first", by Nightwish;

- Vai, contro i mostri lanciati da Vega -> dalla sigla finale del cartone animato "UFO Robot";

- Mors tua, vita mea -> antico detto latino;

- I spy with my little eye -> frase iniziale di un gioco per bambini, in cui si devono identificare degli oggetti [per es.: "I spy with my little eye something beginning with F in the kitchen!" -> la risposta giusta è: "Fridge"] ;

- Ma il vento che la vide così bella -> dalla canzone "Marinella", by Fabrizio De Andrè;

- Tenga, si aiuti con questo! -> dal (mitico!) film "Frankenstein Junior";

- The night I left -> omonima canzone, by Elane;

- Voglio una vita come Steve McQuinn -> dalla canzone "Vita spericolata", by Vasco Rossi;

- Playlist della settimana -> ehm, va bene, era il 31 agosto, questa playlist "della settimana" si sta prolungando da un po'... vedrò cosa posso fare, eheheh;

- Du bist so wunderbar Berlin -> dalla canzone "Berlin Du bist so wunderbar", by Kaiserbase;

- ggT -> iniziali di "größter gemeinsamer Teiler", ovvero "Massimo Comun Denominatore";

- This is Halloween -> dalla canzone "This is Halloween", by Danny Elfman (colonna sonora del film "Nightmare before Christmas");

- I think you made the right choice -> dal libro "Changin Planes", by Ursula Le Guin;

- All gods are one god -> dal libro "The mist of Avalon", by Marion Zimmer Bradley;

- For death is no more than a turning of us over from time to eternity -> citazione di William Penn (esploratore, 1644 - 1718) che significa: Perché la morte non è altro che una svolta per noi, dal tempo all'eternità;

- La vita è piena di scelte difficili, non te l'hanno detto? -> dal film "La Sirenetta" di Walt Disney (la vecchia Ursula!);

- Which witch is which? -> dal libro "Halloween", by Silver Ravenwolf;

- Double, double, toll and trouble -> tratto da "Macbeth", by William Shakespeare;

- Because we can! -> da una puntata della serie TV "The Big Bang Theory"

giovedì 7 ottobre 2010

Because we can!

Antichità:
- Oh, gramde sciamano, aiutami tu! Sto male!

Oggi:
- Dottore, mi aiuti, Sto male!

Antichità:
- Sono le frecce degli elfi che ti hanno colpito e adesso soffri.

Oggi:
- Sono i batteri che si stanno moltiplicando nel tuo corpo e adesso soffri.

Antichità:
- Le frecce degli elfi?
- Sono invisibili, ma ti fanno stare male.

Oggi:
- I batteri?
- Sono invisibili, ma ti fanno stare male.


Antichità:
- Se sono invisibili, come fai tu a sapere che ci sono e che è colpa loro se io sto male?
- Io sono lo sciamano, ho studiato, imparato e visto con la mia vista sciamanica. Se ti dico che si tratta delle invisibili frecce degli elfi devi credermi.

Oggi:
- Se sono invisibili, come fai tu a sapere che ci sono e che è colpa loro se io sto male?
- Io sono il dottore, ho studiato, imparato e visto con il mio microscopio. Se ti dico che si tratta dei batteri invisibili devi credermi.

Antichità:
- D'accordo. Cosa devo fare per stare meglio?
- Raccogli della corteccia di salice, del miele e dei semi di aneto sotto la luna crescente. Riduci in polvere la corteccia e mescolala insieme al miele e ai semi pestati. Prendi un cucchiaio di questo composto al mattino al primo canto del gallo; un secondo quando vedi spuntare l'aurora e un terzo a giorno fatto. Dopodiché riposati. Ripeti per cinque giorni. Vedrai che tutto passerà.

Oggi:
- D'accordo. Cosa devo fare per stare meglio?
- Questa è una scatola di aspirina, questo uno sciroppo fluidificante e qui ci sono delle caramelle alle erbe. Stai a riposo e vai avanti per cinque giorni a prendere tutto tre volte al giorno, seguendo l'ordine: aspirina, sciroppo, caramella. Una volta appena sveglio, poi dopo colazione e infine dopo pranzo. Vedrai che tutto passerà.

mercoledì 6 ottobre 2010

Double, double, toll and trouble















L'inizio delle superstizioni negative legate ai gatti può essere fatto risalire ai tempi dei romani, quando uno sciocco soldato uccise un gatto e in seguito un gruppo di delinquenti irruppe in casa sua e lo rimosse forzatamente dall'elenco dei vivi.

Diversi secoli più tardi, l'immagine negativa dei gatti provenne dall'inquisitore Nicholas Remy, il quale dichiarò che tutti i gatti erano demoni.
Nel 1837 si diffuse la voce che le streghe adoravano il diavolo in forma di gatto e i cristiani dell'epoca presero a torturare i gatti e a bruciarli sul rogo insieme alle streghe.
Nel corso di alcune feste [...] era abitudine bruciare i gatti chiusi in ceste di vimini, per seguire le credenze religiose.

Sembra tuttavia che i gatti si siano abbondantemente vendicati. Nel corso del Medio Evo più di 27 milioni di persone morirono a causa della peste bubbonica, la cosiddetta Morte Nera. Se la chiesa avesse consentito alle persone di tenersi i gatti di casa, le pulci dei ratti (ovvero i vettori della piaga) magari non avrebbero ridotto l'Europa in ginocchio.

[Halloween, by Silver Ravenwolf; tradotto liberamente da Me]

martedì 5 ottobre 2010

Which witch is which?

Piccola e (forse) inutile lezioncina di storia europea, che insegna una cosa soltanto, credo: abbiamo intrinsecamente e cromosomicamente bisogno di nemici su cui scaricare ogni nostra paura. Distruggere il nemico = distruggere la paura. Quando un nemico si esaurisce, passa di moda, o diventa un bersaglio politicamente scorretto se ne inventa subito un altro.
Abbassiamo le luci, stiamo per piombare nel Medio Evo.

"Entro l'XI secolo, tutte le "streghe" che adorassero divinità pagane sul territorio controllato dalla Chiesa Cattolica erano ormai morte e sepolte. La maggior parte delle culture paleopagane dell'Europa centrale o occidentale era stata distrutta ed erano infine stati stipulati dei "programmi di pace" con ogni ulteriore oppositore. Essendosi quindi disfatti di ogni valido concorrente al di fuori della Chiesa, i cristiani cominciarono a uccidersi a vicenda. Così nacque l'Inquisizione e così vennero organizzate le crociate nei confronti degli eretici (che ebbero assai più successo di quelle mosse contro i Musulmani, i quali avevano la fastidiosa abitudine di vincere).

Arrostire gli eretici divenne presto una fonte di ricchezze, potere e soddisfazione sessuale tanto per gli inquisitori quanto per i loro aiutanti civili. In ogni caso, a un certo punto cominciarono a scarseggiare gli eretici da mandare al rogo. Il che fu un vero disastro, dal momento che molti inquisitori e nobili avevano costruito autentiche fortune confiscando le proprietà sottratte alle loro vittime. Alcuni sadici pieni di buone speranze, tuttavia, suggerivano già da tempo al Papa che anche maghi e streghe dovessero essere dichiarati eretici. Il che venne lentamente eseguito, lungo un arco di tempo di due secoli.

Nel 1324 Bernard Gui scrisse un manuale per il cacciatore di eretici, che ebbe grande influenza su altri manuali che vennero scritti in seguito. Nel 1376 Nicholas Eymeric pubblicò un manualetto per inquisitori, che rimase in uso fino alla fine del XV secolo. Nel 1428 la Chiesa stabilì sei punti per definire l'eresia a Calais e Arras (in Francia), che vennero infine adottati quale nuova definizione di "stregoneria".

Le vittime venivano torturate fino a quando confessavano che:
(1) avevano stipulato un patto (accordo legale) con il Diavolo dei cristiani;
(2) avevano avuto rapporti sessuali con il Diavolo dei cristiani;
(3) avevavo svolazzato in giro la notte (come nel Canon Episcopi) in compagnia del Diavolo dei cristiani;
(4) avevano praticato la magia;
(5) avevano frequentato incontri segreti la notte
e
(6) erano stati sessualmente promiscui (cioè: avevano fatto più sesso degli inquisitori).

[...]

Siccome esisteva solo "un Dio, una Fede, una Chiesa", chiunque fosse in disaccordo con la Chiesa Cattolica Romana (o più tardi con le Chiese Protestanti) era automaticamente un eretico. Seguendo questo ragionamento, chiunque si servisse della magia al di fuori del controllo della Chiesa lo stava "ovviamente" facendo con l'aiuto del Diavolo cristiano. Satana, dopotutto, era la sola altra "divinità" la cui esistenza era accettata dalla mitologia cristiana - sebbene chiunque considerasse Satana una divinità venisse ucciso all'istante. Dal momento che il Diavolo cristiano non avrebbe concesso potere magico a nessuno che non gli appartenesse, le streghe dovevano "per forza" adorare Satana.

[...]

Così la Chiesa creò praticamente dal nulla la religione del Satanismo [...]

Le donne, i bambini e gli uomini uccisi furono un numero compreso tra 50.000 e 250.000, le stime variano ampiamente a seconda degli studiosi. Le vittime venivano violentate, mutilate, menomate e uccise in modi che fanno apparire le atrocità moderne e gli squadroni della morte come giochi per bambini.

[...]

Questi orrori non si limitarono alla Chiesa Cattolica. Dopo la riforma protestante i nuovi leader religiosi concordarono che le streghe dovessero morire. Quindi andarono avanti ad arrostire streghe, eretici, cattolici e l'un l'altro."

[Witchcraft: A concise Guide, by Isaac Bonewits; tradotto liberamente da Me]

N.B. Le streghe, come tutti "pagani", antichi e moderni, si rivolgono a una quantità di dei che sono di norma manifestazioni di alcuni stati naturali. Tra queste divinità, alcune delle quali antichissime, naturalmente non figura Satana, invenzione più recente di ognuno degli altri dei.

lunedì 4 ottobre 2010

La vita è piena di scelte difficili, non te l'hanno detto?

Definizione di pagano.

Il termine "pagano" deriva dal latino paganus, che stava a significare contadino, campagnolo. I soldati romani si servivano di tale parola per indicare i civili [cfr. qui].

I romani erano un popolo politeista, eppure non avrebbero mai utilizzato il termine "pagano" per definire se stessi. I primi cristiani adottarono quel termine per riferirsi a ogni persona che si rifiutava di adorare il Dio cristiano, preferendo offrire il proprio culto a divinità più antiche. I romani dell'epoca non gradirono molto.

Nel corso dei secoli, il termine "pagano" ha assunto valenza di insulto e veniva applicato ai seguaci monoteisti di Maometto dai cristiani e viceversa; dai protestanti ai cattolici e viceversa... presto divenne sinonimo di "seguace di una religione fasulla".

All'inizio del XX secolo, il primo significato istintivamente associato al termine "pagano" era quello di "ateo, agnostico, edonista, senza Dio..." (quando riferito a un individuo europeo, non celtico, maschio, bianco, provvisto di un'educazione, eterosessuale) e di "selvaggio ignorante e/o pervertito" (quando riferito a chiunque altro).

Nei primi anni del XX secolo diversi gruppi estremisti cominciarono a definire le proprie dottrine "pagane" (per esempio le filosofie fascista e nazista) e alcuni meso-pagani (vedi oltre) lo fanno ancora.

[cit. Witchcraft - A Concise Guide, by Isaac Bonewits; traduzione libera by Me]

sabato 2 ottobre 2010

For death is no more than a turning of us over from time to eternity.



Venerdì scorso, alle 7.00 del mattino, il termometro mi ha informato che la temperatura esterna era di 2,3°C. Insomma: fredda.
Intendiamoci: non ho niente contro il freddo. Sono nata in pieno inverno, in uno dei cosiddetti giorni della Merla, tradzionalmente i più freddi dell'anno. Mia mamma si ricorda che quella notte fu particolarmente fredda, e naturalmente c'era la luna piena, ma questa è un'altra storia.
Comunqe, 2,3°C sono pochini per andare in giro con la felpa. E risultano pure pochi per sfoggiare il bellissimo cappottino nero con cappuccio che ho comprato l'anno scorso, ma che pure non è più caldo di una felpa pesante. Per non parlare del giubbino impermeabile monostrato, che ha la sola utilità di riparare dall'acqua e dal vento, ma non dal freddo.
Nel corso del rigido inverno 2009 il mio giaccone-pesante-da-inverno ha ceduto le armi, o piuttosto le cuciture portanti, dopo tre gloriose stagioni. Il che significa che per affrontare il presumibilmente rigido inverno 2010 me ne serve uno nuovo, con le cuciture ancora a tenuta.
Questo è ciò che ho pensato venerdì mattina prima di partire all'assalto dei negozi di abbigliamento della città.

Ho degli standard precisi, per il mio giaccone invernale. Lo so, sono un po' pedante. Il punto è che sopporto molto bene il freddo, anche il molto freddo, a patto di essere bene equipaggiata.
Quindi il mio giaccone invernale deve essere:
1- pesante;
2- lungo almeno fino a metà coscia;
3- impermeabile;
4- con il cappuccio;
5- economico - quanto più possibile.
Ultimamente, causa le ultime mode femminili imperanti, sono stata costretta ad aggiungere anche:
6- con le maniche sufficientemente larghe da farci passare un maglione.

Sapevo che la caccia al giaccone si sarebbe profilata ardua, dal momento che avevo giá adocchiato le vetrine: rigurgitanti giubbottini che non scendono sotto l'ombelico, sottili come uno strato di panno-carta e con le maniche talmente strette da poterci indossare sotto niente di più spesso di un top di garza smanicato.
Ora, sarò all'antica, ma non mi sembra che un capo di abbigliamento del genere possa rientrare nella categoria "giaccone per l'inverno", secondo la mia definizione personale- ma anche secondo la definizione di qualsiasi dizionario con pretese di realismo.
Senza contare che un coso così non viene proposto a meno di 70,00 - 80,00 €. Oltraggioso.

Sono quindi entrata determinata e munita di mirino militare in un grande magazzino. Ho scannerizzato la zona con un'occhiata a campo lungo, identificando quanto segue:
* giaccone impermeabile, lunghezza giusta, maniche impraticabili, niente cappuccio;
* giacchetta impermeabile, maniche appena sufficienti, cappuccio bordato di stola di pelo di procione finto inspiegabilmente abbondante (tale da pregiudicare una corretta visuale al di sotto del cappuccio), lunghezza vergognosamente insufficiente;
* giaccone impermeabile, lunghezza giusta, maniche okay, cappuccio, colore: un allucinogeno viola lucido e glitterante.

[...]

Metto i puntini, che stanno a indicare che la ricerca è stata lunga, laboriosa e insoddisfacente, fino a che...

Individuo con un tuffo al cuore una zona in cui i giacconi appaiono fin da lontano pesanti, lunghi, con le manche larghe, cappucci e tutto. Scatto come Flash e comincio a provarne uno. Mi specchio. Uhm. Potrei essere più larga di un buon 75%, forse è meglio tentare con quattro o cinque taglie di meno. Che però non ci sono.
Cambio giaccone, e il risultato è lo stesso, anzi peggio perché questa volta ci starei comodamente tre volte da incinta. E anche questa volta non ci sono alternative.
Alla terza esperienza virtualmente identica, affiora un sospetto nella mia mente obnubilata dal pregiudizio. Forse che... mi trovo nel reparto Taglie Forti!
È vero che le tabelle che misurano peso-altezza-massa grassa mi definiscono senza pudore come cicciottella, ed è pur vero che io stessa, nei miei peggiori momenti (di solito in coincidenza con le prime "prove costume" della stagione estiva) mi autodefinisco palla di lardo, ma a quanto pare la strada che mi separa da una Taglia Forte è ancora lunga. Grazie siano rese a Obelix The King.

Faccio un nuovo tentativo con un giaccone di taglio sportivo, verde militare, in tessuto pesante, con gli alamari sopra la cerniera, un gran cappuccio e le maniche decisamente abbondanti. Mio Dio, non posso davvero comprarlo, è talmente pieno di sbuffi (forse in un ridicolo tentativo di ingentilirne l'austerità) che quando lo indosso assomiglio a una caramella!

Individuo infine un modello quasi nascosto in un cantuccio, ce ne sono a malapena una mezza dozzina suddivisi in due varianti: marrone cioccolata e verde marcio.
I requisti paiono esserci tutti quanti: pesante (addirittura con un doppio strato interno in peluche asportabile), lungo quasi fino al ginocchio, maniche capienti q.b., cappuccio, niente sbuffi, niente fiocchi, colore tutto sommato gestibile (quello verde marcio), prezzo 40,00 €. Abbordabile, visto che la durata media dei miei giacconi invernali è tre anni l'uno.
Lo provo e suscito la curiosità di una signora peruviana, un po' più bassa e un po' più grassa di me. Le piace, dice che mi sta bene e lo specchio mi conferma che è portabile. Ne vuole uno anche lei, cominciamo a provarci taglie e colori diversi reggendoci la borsa a vicenda e commentando ciascuna con la propria personale versione della lingua tedesca.

Dopo dieci minuti buoni di indecisione, mi muovo con passo sicuro verso la cassa e sfodero la carta di credito. Il mio ultimo pensiero, prima che la cassiera la strisci è: se riporto indietro il giaccone e mi faccio ridare i soldi in contanti, guadagno un mese di interessi su 40,00 €.
Ma non lo riporterò indietro. Fa freddo e mi serve.