WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

sabato 31 dicembre 2011

2012

.

mercoledì 21 dicembre 2011

Una canzone scoperta da poco, vivace e semplice sia nella musica sia nel testo.
Si intitola Je veux, l'artista si chiama ZAZ e canta in francese. La traduzione del testo va letta considerando che l'ho fatta io e io non so il francese. Buon ascolto!




ZAZ - Je Veux (Clip Officiel)


Donnez moi une suite au Ritz, je n'en veux pas !
Des bijoux de chez CHANEL, je n'en veux pas !
Donnez moi une limousine, j'en ferais quoi ?
papalapapapala
Offrez moi du personnel, j'en ferais quoi ?
Un manoir a Neufchatel, c'est pas pour moi.
Offrez moi la Tour Eiffel, j'en ferais quoi ?
papalapapapala

Se mi regalate una suite al Ritz, non la voglio!
Dei gioielli di Chanel, non li voglio!
Se mi regalate una limousine, che me ne faccio?
papalapapapala
Se mi offrite della servitù, che me ne faccio?
Un castello a Neufchatel, non fa per me.
Se mi offrite la Torre Eiffel, che me faccio?
papalapapapala

Je Veux d'l'amour, d'la joie, de la bonne humeur,
Ce n'est pas votre argent qui f'ra mon bonheur,
Moi j'veux crever la main sur le coeur
papalapapapala

Io voglio l'amore, la gioia, il buon umore,
Non sono i vostri soldi che mi renderanno felice,
Voglio morire con la mano sul cuore
papalapapapala

Allons ensemble, découvrir ma liberté, oubliez donc tous vos clichés,
Bienvenue dans ma réalité.

Andiamo insieme, a scoprire la mia libertà, dimenticate quindi tutti i vostri cliché,
Benvenuti nella mia realtà.

J'en ai marre de vos bonnes manières, c'est trop pour moi !
Moi je mange avec les mains et j'suis comme ça !
J'parle fort et je suis franche, excusez moi !
Finie l'hypocrisie moi j'me casse de là !
J'en ai marre des langues de bois !
Regardez moi, toute manière j'vous en veux pas et j'suis comme ça (j'suis comme ça)
papalapapapala

Ne ho abbastanza delle vostre buone maniere, è troppo per me!
Io mangio con le mani e sono fatta così!
Parlo forte e sono schietta, scusate tanto!
Finita l'ipocrisia mi sono stufata!
Ne ho abbastanza del politchese!
Guardatemi, in ogni caso non ce l'ho con voi e sono fatta così (sono fatta così)
papalapapapala

Je Veux d'l'amour, d'la joie, de la bonne humeur,
Ce n'est pas votre argent qui f'ra mon bonheur,
Moi j'veux crever la main sur le coeur
papalapapapala

Io voglio l'amore, la gioia, il buon umore,
Non sono i vostri soldi che mi renderanno felice,
Voglio morire con la mano sul cuore
papalapapapala

Allons ensemble découvrir ma liberté, oubliez donc tous vos clichés,
Bienvenue dans ma réalité !

Andiamo insieme, a scoprire la mia libertà, dimenticate quindi tutti i vostri cliché,
Benvenuti nella mia realtà!

venerdì 16 dicembre 2011

[...] you are all in the proximity of love, and all disavow love.

Un paio di frasi sull'amore, prese dal libro Everything Is Illuminated di Jonathan Safran Foer.

(Everything Is Illuminated è un libro un po' dolce e un po' amaro, è un libro che "cresce": comincia scanzonato e poi si fa via via più malinconico e consapevole, come una persona che da adolescente diventi adulta e si trovi faccia a faccia con le ingiustizie della vita. Una lettura che coinvolge su diversi fronti.

È un libro che racconta della vita e della memoria, un libro che parte dal passato per spiegare il presente per spiegare il futuro per tornare a spiegare il passato.

È un libro che ci rivela che everything is the way it is because everything was the way it was [tutto è come è perché tutto è stato come è stato].)

*** FRASI SULL'AMORE ***

She was with me. She did all of those things and so many more, things I would never tell anyone, and she never even loved me. Now that's love.

[Lei era con me. Ha fatto tutte quelle cose e molte altre ancora, cose che non racconterò mai a messuno, e non mi ha mai neppure amato. Ecco, questo è amore.]

What good is all of that love doing on paper? I said, Let love write on you for a little.

[A cosa giova tutto quell'amore sulla carta? Ho detto, Lascia che sia l'amore a scrivere su di te per un po'.]

giovedì 8 dicembre 2011

Shoot for the moon. Even if you miss, you'll land among the stars [Brian Littrell]

.


Dedicato 
A Tutti Coloro 
Che Credono Sia Impossibile 
Prendere La Luna.

mercoledì 7 dicembre 2011

But I will wear my heart upon my sleeve

.
Ah, i bei tempi in cui la mamma mi prendeva e mi infagottava in una tutona informe e morbida per ripararmi dai rigori invernali!

Adesso, purtroppo, la mamma vive lontana e non può più imbacuccarmi quando fa freddo. Così mi tocca arrangiarmi e puntualmente incontro delle difficoltà a trovare la giacca adatta alle mie esigenze. Nutro forse dei desideri impossibili? No, davvero: niente che 250-300 Euro non possano esaudire. Il problema principale è che io non voglio spendere quella cifra per il mio giaccone invernale. Per carità, potrei anche mettermela da parte con qualche settimana di ripetizioni, ma parliamoci chiaro: ne spendo meno per andare a farmi tre giorni a Parigi biglietto per il concerto dei Nightwish compreso.

Scendiamo quindi di budget, cosa propone il mercato? Andiamo a curiosare nel reparto donna delle giacche invernali e troveremo: giubbottini che arrivano a malapena in vita e che al minimo movimento ti lasciano scoperto l'ombelico permettendo all'improvvisa botta di gelo di causarti un blocco intestinale; cappottoni in finto pelo di finto cammello che non scaldano, non ti tengono asciutta e perdono i finti peli; giacconi apparentemente forniti di tutto il necessario: lunghezza accettabile, cappuccio e imbottitura decente, peccato abbiano le maniche strette e sottili come carta velina. Ma perché, mi domando, forse che sulle braccia non sento freddo?! Oppure ci sono i mitici giacconi imbottiti lucidi come sacchi neri dell'immondizia e con colletto imbottito largo 45 cm. Il colletto imbottito?! Ma niente cappuccio e solite maniche non imbottite.

Ridotte a indossare queste parvenze di giacca, le donne poverette poi chiaramente si lamentano del freddo e, laddove esse si accompagnino a un gentiluomo, potranno usufruire del suo-di-lui giaccone in prestito. Perché il di-lui giaccone, invece, è sempre bello ampio, comodo, caldo e pratico. Un giaccone, insomma, non un accessorio.
Purtroppo, nei moduli di cui mi sono servita per affrontare la ricerca del marito, non era compresa la domanda che riguardava la disponiblità a cedere il giaccone in caso di freddo. Avendo così negligentemente trascurato tale dettaglio, mi ritrovo un marito che mi presterebe (forse) la sua giacca solo quando mi vedesse agonizzante e in preda alle convulsioni per crisi ipotermica.

Da qui, l'idea: mi compro direttamente un giaccone da uomo e salto a pié pari tutta la trafila. Ho però il sospetto che i giacconi da uomo costino mediamente di più di quelli da donna, il che per un discreto numero di ragioni socio-economiche.

E la ricerca continua...

[Nel frattempo indosso un giaccone ereditato sette-otto anni fa dalla ragazza di mio fratello, che traslocando da Milano a Parigi lasciò in eredità svariati oggetti a chi se li voleva pigliare. Io presi il giaccone, perché era praticamente nuovo e sono dell'idea che tutto fa brodo. È un giaccone verde-elfo, discretamente caldo, con maniche in cui l'imbottitura non è stata omessa e che sono larghe abbastanza per farci passare delle braccia che indossino un maglione. Ha una passamaneria sui polsi con un disegno di foglie bordeaux, molto bucolico. Ai polsi e al collo, delle lunghe frange verdoline. Ecco, le frange verdoline al collo devo ammettere che litigano un po' con la mia capigliatura e poi gli manca il cappuccio. Però per il resto va bene, quindi nell'attesa di trovare il Giaccone Della Mia Vita continuo a vestirmi da elfo in città.]
.

martedì 6 dicembre 2011

How can you "just be yourself" when you don`t know who you are?

.
Non mi piace giudicare gli altri.
Non si tratta di una nobile scelta, motivata da altrettanto nobili motiviazioni - che pure esistono. È che proprio non mi interessa.

Se mai c'è stato un sostenitore del libero arbitrio, sono io. Quel che rende complicata la realizzazione di questa utopia è la presenza di altri. Le relazioni inter-personali condizionano un po' tutto, per forza. Siamo come bollicine di anidride carbonica in una bottiglia d'acqua: ci muoviamo, ci sfioriamo, ci tocchiamo, ci sballottiamo a vicenda, a volta qualcuna esplode...

In genere non mi faccio influenzare troppo dal giudizio degli altri, o meglio: per essere precisi il giudizio degli altri non influisce su quel che decido di fare o non fare. Influisce invece quando, volendo prevenire un giudizio che so pronto a essere espresso, cambio il mio modo di comportarmi entro un compromesso che ritengo ragionevole. Se, per esempio, voglio incontrare qualcuno che so disapprovare i miei orecchini spaiati o i miei anfibi (e non sono in vena di stuzzicarlo e infastidirlo) quel giorno indosserò orecchini identici e scarpe da tennis. Non ho intaccato la mia personalità, e mi sono risparmiata giudizi ed eventuali critiche.

Però... Posso dire che ODIO con tutto il cuore questo atteggiamento?

Io ti lascio libero di vestire firmato. Ti lascio libera di spendere i tuoi soldi in parrucchiere e manicure. Ti lascio libero di mangiare una bistecca. Ti lascio libera di salare l'acqua della pasta prima che bolla.
Perché mi devi giudicare una stracciona se indosso abiti che non sono di marca? Perché mi devi giudicare un'eccentrica se mi coloro i capelli da sola e preferisco usare i miei soldi per comprare libri? Perché mi devi prendere in giro perché mangio il tofu e devi sciorinarmi i pericoli della soia transgenica per farmi cambiare idea? Perché tenti di convicermi che sbaglio mettendo il sale nell'acqua quando bolle?

E così via, in un crescendo che va dagli aspetti triviali a quelli di vitale importanza.
Non è un problema per me se sei eterosessuale: vivi tranquillo e felice con tua moglie. Ma perché devi esprimere disgusto e disapprovazione se il tuo vicino di casa ama un uomo? In che modo costui lede la tua libertà? Ti costringe forse a diventare come lui? Cerca di convincerti che tu sbagli?
Non è un problema per me se credi nel dio cristiano: rispetta i dieci comandamenti, prega e vai in Chiesa secondo la tua coscienza. Ma perché vuoi che tutti credano nel tuo dio? Perché vuoi che ciò che lui comanda valga anche per chi in lui non crede? Perché insisti nel pretendere il rispetto di tutti, mentre neghi il tuo?

L'arroganza di coloro che si credono nel giusto mi urta terribilmente, quandanche decidessero di non esprimere giudizi nei confronti di una mia diversità non si tratterebbe di amore e accettazione, ma di tolleranza, che serve a far sentire nobili loro e umiliati gli oggetti della loro tolleranza.

Io non voglio essere tollerata. Nessuno dovrebbe essere tollerato. Non mi interessa la vostra tolleranza. Se non posso avere il vostro amore e la vostra accettazione, allora non voglio niente.

domenica 4 dicembre 2011

Chiunque può cucinare!

.

Certe volte però capita una giornata NO!

Ho deciso di preparare una torta natalizia, basandomi sul modello della torta arcobaleno, che per inciso ho già fatto due volte.

Voglio che la mia torta natalizia mostri all'interno solo tre colori: bianco, verde e rosso. Voglio che la copertura sia una crema ai lamponi, rossa. Sopra, eventualmente, piccoli alberelli di marzapane, o semplicemente qualche piccola meringa.

Oggi pomeriggio avrebbe dovuto essere il gran giorno, eppure qualcosa non ha funzionato.
Tanto per dirne una, la cerniera della teglia non chiudeva bene e parte dell'impasto è colato sul fondo del forno.
Il che ha significato:
1) puzza di bruciato;
2) forno incrostato che dovrò pulire prima di utilizzarlo ancora, e pulire il forno non è l'attività che preferisco per occupare il mio tempo libero. E neppure quello non libero;
3) l'effetto "arcobaleno" di certo va a quel paese, se l'impasto anziché gonfiarsi verso l'alto precipita verso il basso.

Inoltre, per una non meglio precisata ragione, la torta si è rifiutata di cuocere. Il bordo è bruciato rimanendo gommoso e parte dell'impasto è schiumato fuori da una larga crepa sulla superficie, peraltro sgonfiatasi irrimediabilmente. Uno spettacolo orribile, quelle bollicine verdognole che ribollivano come vomito di troll.

Insomma: un'ora di tempo e una (per fortuna) modesta quantità di ingredienti buttate.

Ma preparerò la dannata torta, e sarà esattamente come la voglio, fosse l'ultima cosa che faccio prima di Natale!