WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

lunedì 29 marzo 2010

Love is all there is

Non riesco a inserire un'immagine a questo post, ci riproverò più tardi.

Stasera, scorrendo i titoli dei libri e/o testi che ho scaricato e inserito tra i miei preferiti, ho notato un link che mi aveva suggerito taaaaanto tempo fa un amico, Poems by Emily Dickinson.
Non sapendo chi è Emily Dickinson e non essendo un'amante della poesia, ho sempre tralasciato di dare una sbirciatina al link suddetto, ma stasera ero presa da un attacco di noia e dopo aver controllato per la duecentesima volta la HP di Facebook e aver constatato che probabilmente ero la sola tra tutti i miei amici in totale paranoia, visto che nessuno di loro si degnava di postare la minima stupidaggine, ho preso la solenne decisione e aperto il link.

Surprise, surprise!

Non so chi fosse sta Emily Dickinson, ma credo che rimedierò presto: il tono delle sue poesie, spesso solo pochi versi, mi ha decisamente conquistato. Non è melensa o sdolcinata, ma cruda e realista. Niente male davvero, mi piace.

Così, a caso, ho scelto un paio di brani. Non hanno titolo, ma sono numerati. la traduzione, tanto per cambiare, non è mia, l'ho presa di peso dal testo a fronte.


1765

That Love is all there is
Is all we know of Love,
It is enough, the freight should be
Proportioned to the groove.

Che l'Amore sia tutto quel che c'è
È tutto ciò che sappiamo dell'Amore,
È abbastanza, il carico dev'essere
Proporzionato al solco.



1769

The longest day that God appoints
Will finish with the sun.
Anguish can travel to it's stake,
And then it must return.

Il giorno più lungo che Dio stabilisce
Finirà con il sole.
L'angoscia può avviarsi al suo traguardo,
E poi deve rientrare.

domenica 28 marzo 2010

Riepilogo!

Riepiloghiamo, và, anche se questa settimana mi è letteralmente scivolata sotto le scarpe, non me ne sono manco accorta! Mi domando cosa sarà della prossima, visto che avevo tanti progetti e le previsioni del tempo sono schifose!!

- An errant soul, homeless and foul -> dalla canzone "Live to tell the Tale", by Nightwish;

- A due passi dal cielo blu -> dalla canzone "La Gatta", by Gino Paoli;

- Land, Sky and Sea -> omonima canzone by Damh The Bard;

- I must be freed or I will die before the harvest moon, my friend -> dalla canzone "The Cage", by Sonata Arctica;

- This town is so cold -> dalla canzone "Land, Sky and Sea", by Damh The Bard.

That's all, folks!

sabato 27 marzo 2010

This town is so cold

Di recente ho letto un po' di materiale preso da libri che trattano di druidismo, neo-paganesimo, misticismo & co.
Ne ho tratto una impressione globalente positiva, considerando il periodo in cui ci troviamo a vivere, con un pianeta la cui salute è decisamente e sempre più in bilico.

Cito una frase presa dal libro Mysteries of Druidry, di Brendan Cathbad Myers:
Nearly every country in the world today has the same problem with war, oppression, and corruption at high levels as any past empire has had. In this respect our time of crisis is neither different nor worse than any other in history. Yet one major crisis of our time, climate change and global warming, is truly unprecedent. (Quasi ogni nazione nel mondo, oggi, affronta i medesimi problemi di guerra, oprressione e corruzione al pari dei grandi imperi del tempo passato. Da questo punto di vista, il periodo di crisi attuale non è diverso né peggiore di qualunque altro periodo di crisi del passato. Ma il nostro più grave problema, il cambiamento climatico e il riscaldamento globale, è qualcosa di totalmente nuovo - pag. 19)

Non penso che il semplice fatto che tanto le guerre ci sono sempre state sia sufficiente per chiudere gli occhi davanti a quelle che sconvolgono la nostra era. Rispettare la natura non significa trascurare gli esseri umani, chiaramente, soprattutto dal momento che anche gli esseri umani sono parte integrante della natura. Tra l'altro, le armi che si utilizzano adesso sono tremende per l'ambiente, molto ma molto di più di quanto non lo siano state le armi dei secoli passati: una roccia lanciata con una catapulta, cosa poteva fare, se non abbattere un paio di alberi (e spiaccicare un tot di esseri umani...)? Anche fossero stati ulivi secolari, sempre due rimanevano. Frecce, magli rotanti, spade, lance... erano armi di offesa contro un singolo nemico umano, alla natura non facevano un baffo di danno. Confrontiamo una bella daga con una bomba atomica, un proiettile all'uranio impoverito, una dose di fosforo bianco... ehm, ehm. Ecco fatto un danno ambientale di proporzioni enormi. Se da tutte le guerre che si combattono al mondo emergeranno dei sopravvissuti, il mondo che si troveranno ad abitare sarà un disastro ecologico mai visto prima.

Il libro prosegue dicendo: Druidry [...] is a spirituality of dwelling in and with the land, sea, sky. [...] it is a spirituality of tribe and family, of personal empowerment, and of social justice. But it places humanity in the wider setting of the whole of the world, disallowing any image of man as the ruler and master of the world. The Celtic spiritual devotee is not a lord of the land, but is the lover of the land. [...] Druidry is a spirituality that celebrates the beauty and divinity of love. (Il Druidismo [...] è un spiritualità che dimora all'interno della terra, del mare e del cielo e insieme a essi. [...] è una spiritualità di gruppo, famigliare, di sviluppo personale, di giustizia sociale. Ma pone l'umanità nel contesto più ampio del mondo inteso globalmente, scardinando ogni idea dell'Uomo come padrone e maestro. Il seguace della spiritualità celtica non è il signore della terra, ma l'amante. [...] Il Druidismo è una spiritualità che celebra la bellezza e la divinità dell'amore - pag. 19)

Già nella prefazione, Isaac Bonewits scrive: Now, when the Earth Mother is under assault by all the forces of modern technology and human greed, is when we need new versions of ancient Earth-centered belief systems to restore respect for the sacredness of the physical world around us. (Ora, quando la Madre Terra è sotto l'assalto delle forze della moderna tecnologia e dell'avidità umana, abbiamo bisogno di una nuova versione dell'antico sistema di devozione che poneva la Terra al centro di tutto. Abbiamo bisogno di ripristinare la sacralità del mondo fisico che ci circonda).

Di questo testo ho letto solo 60 pagine, purtroppo l'anteprima di Google finiva lì (sgrunt) e per arrivarci in fondo mi tocca comprarlo. Probabilente lo farò, mi sembra ben scritto e denso di notizie. Nella parte che sono riuscita a leggere si parlava anche di storia, di leggende antiche, del loro significato per la gente di allora e della loro possibile applicazione nella vita di ogni giorno oggi, tenendo in mente che: It (the book) aims to describe some of the ideas and practices which come from the Celtic traditions that may benefit the world again. ({Il libro} si pone come obiettivo quello di descrivere alcune delle idee e delle pratiche proprie della tradizione celtica di cui il mondo potrebbe beneficiare ancora una volta - pag. 19)
Insomma, trovo la proposta interessante.

Prima di questo avevo letto un testo della fine del XIX secolo, con qualche imprecisione storica (a quanto ho letto altrove, non è che io per il momento abbia le competenze per accorgermene da sola, sigh).
Si intitola The Veil of Isis e l'autore è un certo W. Winwood Reade. Trovo sempre molto interessante quando uno storico affronta i paralleli tra i vari miti del passato e la maniera in cui lo fa Reade è tanto semplice e naturale da lasciare poco spazio per i dubbi.
Parlando dei primi uomini che hanno abitato la terra, indipendentemente dal luogo di origine, scrive: As yet they worshipped only the sun, the moon, and the stars - and not as Gods, but as visions of that Divine Essence, which alone ruled and pervaded the earth, the sky, and the sea. (Per il momento adoravano il sole, la luna e le stelle - non in quanto dei, ma in quanto visioni di quell'Essenza Divina, che sola governava e pervadeva la terra, il cielo e il mare).
Era un atto spontaneo, rispettare e celebrare la terra e i suoi frutti significava banalmente sopravvivere.
Sono state poi le religioni costruite dall'uomo a demonizzare questo atteggiamento, che di malvagio non aveva proprio niente. Sono stati gli uomini a inventare riti e regole, a personificare un Dio affidandogli ogni potere e volontà, in realtà semplicemente rimaneggiando celebrazioni ed elementi mistici già presenti nella religione naturale.

Nel libro si legge ancora: Men multiplied God into a thousand names, and created Him always in their own image. (Gli uomini hanno moltiplicato Dio dandogli mille nomi e creandoLo sempre a propria immagine).
Inutile qui riproporre l'elenco di simboli "pagani" ripresi dalle principali religioni monoteiste e privati del loro significato originale, ormai per lo più dimenticato. Non è certo The Veil of Isis il primo testo a parlarne.
Siccome tratta anche del Druidismo, indicandolo più come sistema di vita che religione, mi sembra carino riportare un dettaglio a riguardo: the Druids deemed it impious to attempt to enclose within a house that God, whose shrine was the universe. (Per i Druidi era empio tentare di richiudere Dio all'interno di una casa, Dio: il cui trono era l'universo).
Infatti i templi che si trovano in giro per l'Europa, specialmente nella zona della Gran Bretagna e dell'Irlanda, ma qualcosa è sopravvissuto anche in Francia e Germania, sono a cielo aperto. È quantomeno interessante che le maggiori religioni in voga al momento si servano di luoghi di culto chiusi. Abbiamo bisogno di rimpicciolire quel Dio che proclamiamo omnipresente? Perché? Per carità, sicuramente mi si obietteranno mille buonissime ragioni, resta il fatto che personalmente mi sento più portata a giustificare un sentimento religioso naturalistico e istintivo, piuttosto che una religione costruita "a tavolino" nel corso dei secoli da personaggi più o meno motivati/illuminati/mossi da sincerità (?).

giovedì 25 marzo 2010

I must be freed or I will die before the harvest moon, my friend

Oggi parliamo di meteoropatia.

Scientificamente, Wikipedia dice che La meteoropatia, dal greco μετέωρον (meteoron, cosa che è, che avviene in alto) e πάθος (pathos, passione, malattia), è un termine che sta ad indicare un insieme di disturbi psichici e fisici di tipo neurovegetativo che si verificano in determinate condizioni e variazioni meteorologiche.

Il meteoropatico è particolarmente predisposto, non si sa ancora per quali precisi motivi se non, secondo alcuni, per situazioni di intenso stress, ad un cambiamento d'umore e/o di condizioni fisiche a seguito di intense variazioni climatiche.


Banalmente, meteoropatico si definisce il vostro vicino di casa che grugnisce quando c'è il cielo grigio e zompetta per la strada dispensando baci alle signore quando c'è il sole.

Mio zio, ipocondriaco e malato immaginario che si è guadagnato qualcosa di più dello status di LEGGENDA, è furbissimo.
Inutile dire che si autodefinisce meteoropatico, giustificando in tal modo ogni minimo cambiamento di umore o sbalzo (ipotetico) di pressione.

Non farci caso, è il tempo, suol dire con un gemito a fatica represso.
Ma, zio, ci sono 24°C, il sole splende e non c'è una nuvola in cielo!
[Sguardo Torvo - TM] Sí, beh, QUI le cose stanno così, ma in Cina c'è appena stato un violento tsunami!

La teoria del battito d'ali della farfalla in Patagonia che scatena un tornado a Detroit qui sapientemente applicata alla meteoropatia. Questa è psicosomaticità applicata di livello avanzato, eh.

A parte certi casi limite, credo che a tutti sia prima o poi capitato di imbattersi in un meteoropatico.
Io non credo di esserlo, né scientemente né inconsciamente. Il mio umore è indipendente dal tempo atmosferico.
Per dire: se sono rabbiosa, lo sono prima di guardare fuori dalla finestra o di ascoltare il bollettino meteo alla radio.
In particolare, poi, se sono un po' instabile e fuori piove, mi limito a considerare che anche il Cielo sembra del mio stesso umore (notare la fine differenza, prego: il Cielo del mio umore e non viceversa!); se invece vedo il sole a picco, mi vien da dirgli, ma che ca** c'hai da ride, poi?!
Insomma: un autentico fiore di campo, oui, c'est moi.

Bisogna dire, per amore di verità, che a volte sono anche di buon umore, felice e in pace con il mondo intero.
Ergo, se c'è il sole mi sento Cappuccetto Rosso che saltella in mezzo ai fiori e alle farfalle; se piove improvvisamente adoro bagnarmi la testa; se nevica- yoo-hoo!; se c'è vento mi sembra di volare; etc.

Non ho ancora trovato una persona qui a Berlino che non desideri lapidarmi quando dico che a me l'inverno passato, con -20°C e cumuli di neve ovunque è parso gradevole e interessante.

Mi sento molto incompresa. Era meglio se nascevo meteoropatica.

mercoledì 24 marzo 2010

Land, Sky and Sea

Sarà l'arrivo della primavera, ma sento che ci vuole una canzone che ispiri buoni sentimenti nei confronti della natura.
Ecco quindi un brano delicato di un certo Damh the Bard. Si intitola Land, Sky and Sea.



You are the rock
And you are the stone
Rivers your blood
Mountains your bone

Tu sei la roccia
E sei la pietra
Fiumi il tuo sangue
Montagne le tue ossa


You are the source
Of all Ill ever know
Forever my Mother
Forever my home

Tu sei la fonte
Di ogni cosa che so
Per sempre mia Madre
Per sempre la mia terra


Oh, this town
Is so cold

Oh, questa città
È così fredda


Neon magicians
They offer the fools
Their gold

Luci stregate
Offrono agli sciocchi
Il loro oro


For there
Is somewhere
Id rather be

Ma c'è
un posto
in cui preferirei trovarmi


In your wild places
With the Land
And the Sky
And the Sea

Negli spazi selvaggi
Con la Terra
Il Cielo
E il Mare


Every step
Follows those
Gone before

Ogni passo
Segue
Il precedente


Mystics and Saints
Down to the shore
Echoing waves
And the curlews cry

Mistici e Santi
Lungo la spiaggia
Onde riecheggiano
E i chiurli strillano


I call out your name
I hear your reply

Chiamo il tuo nome
Odo la tua risposta


Oh, this town
Is so cold

Oh, questa città
È così fredda


Neon magicians
They offer the fools
Their gold

Luci stregate
Offrono agli sciocchi
Il loro oro


For there
Is somewhere
Id rather be

Ma c'è
un posto
in cui preferirei trovarmi


In your wild places
With the Land
And the Sky
And the Sea

Negli spazi selvaggi
Con la Terra
Il Cielo
E il Mare


Cynical thoughts
And lies that distort
All that is true
All that is true

Pensieri cinici
E bugie distorgono
Tutto ciò che è vero
Tutto ciò che è vero


They disappear
When I feel that youre near
When Im with you
When Im with you

Svaniscono
Quando ti sento vicino
Quando sono con te
Quando sono con te


Oh, this town
Is so cold

Neon magicians
They offer the fools
Their gold

For there
Is somewhere
Id rather be

In your wild places
With the Land
And the Sky
And the Sea

martedì 23 marzo 2010

A due passi dal cielo blu

Vado a pranzo dall'Ale, più tardi. Ha problemi con i suoi gatti e, se non ha bisogno di assistenza, ha quantomeno bisogno di conforto. Un pat-pat sulla spalla di fronte all'ennesimo disastro combinato in giro per casa, sostanzialmente.

In questi giorni la mia mente è occupata da un gomitolo di idee e di progetti per le prossime settimane, che mi vedranno gradevolmente impegnata in:

1- vacanze di Pasqua;
2- mamma & papà in visita;
3- cinque giorni a Vienna, in vacanza;
4- animazione e lettura libri in una libreria per bambini a Berlino;
5- animazione e lettura libri all'interno di una manifestazione libraria a Sarzana;
6- animazioni e presentazione libri a Milano.

Con questo arriviamo all'incirca a fine maggio.
Il che, in realtà, significa che dovrei smetterla di fantasticare e darmi una mossa per finire di scrivere il libro sulla guerra civile inglese, sono indietrissimo! Ho raccolto del materiale, almeno per un paio di capitoli, ma ho difficoltà a renderlo fruibile al giovane pubblico. Il modo c'è, è lì, devo solo arrivarci. È un po' una sfida, ma non una impossibile, devo solo darmi da fare. Gli altri capitoli saranno sicuramente più facili da scrivere, quindi mi preoccupano meno, anche se non ho ancora tutto il materiale che mi serve.

Intanto, il fatto che l'aria sia di nuovo respirabile e i parchi e i boschi nuovamente passeggiabili è un buon inizio.

lunedì 22 marzo 2010

An errant soul, homeless and foul

Siamo in PRIMAVERA.

Lo dice il calendario, lo dice il termometro, lo dice il sole che sorge prima al mattino e tramonta più tardi la sera, lo dicono i profumi che vagano nell'aria, lo dicono i tedeschi occupati a ridecorare la casa, lo dicono i temerari che si aggirano per le strade in bicicletta con un misero giubbino...

Non sono mai stata una particolarmente dotata in botanica. Fatico a riconoscere piante e fiori, mi ci vogliono sforzi titanici per ricordarmi i nomi della flora che mi circonda e generalmente accoppo le tenere pianticelle che il fato mi affida.
Eppure trovo che potersi esprimere dicendo, Sono stata a passeggiare in una faggeta, oppure, In un giardino, oggi, ho visto dei crocus bellissimi!, non sarebbe male. Dalla mia bocca, ahimè, possono uscire solo frasi incomplete, tipo: Il bosco in cui ho passeggiato era pieno pieno di alberi alti e stretti. Belli, eh. E poi ho visto dei fiori viola.

Nonostante queste gravi pecche, che mi piacerebbe correggere prima o poi, ho abbastanza sensibilità da apprezzare gli alberi (non meglio identificati) che scorgo dalla finestra; da ammirare i fiori bianchi che spuntano in giardino e da consumarmi le narici a forza di annusare il profumo intenso che aleggia per il parco. Di cosa, non so.
E ho persino dei fiori preferiti! Dei quali ricordo il nome!
Quindi oggi, per vantarmi un po' e per celebrare l'inizio di un nuovo ciclo vitale (leggi: l'inizio della primavera), ho cercato le foto di questi fiori che tanto mi piacciono. Ce ne sono anche altri, ma questi sono i primi che mi sono venuti in mente, e sono:

1. il PESCO:
non sono un'amante del rosa, ma i peschi in fiore, specie quando sono tanti e danno l'impressione di trovarsi davanti a una nuvola soffice e vaporosa di petali rosa mi ispirano buoni sentimenti. E adoro le pesche, by the way.



2. il GLICINE:
bello, abbondante, super-profumato, riempie le narici e la testa di dolcezza. La casa dei miei sogni, con portico e veranda esposta a Sud, è dotata di un vecchio e robusto glicine, che dispensa i grappoli di fiori lilla con generosità. Nel mio sogno mancano le api.


3. il TIGLIO:
Un altro profumo che fa girare la testa e mi fa desiderare di essere nata naso. Solo un essere dalla dubbia umanità come Adolf Hitler poteva preferire mozzare tigli secolari perché disturbavano le parate militari.



4. il NON TI SCORDAR DI ME:
Uno dei fiori più semplici e discreti, in grado di crescere praticamente ovunque e di creare delle delicate onde azzurre. Questo, forse, è il fiore in cui mi identifico, in quei giochi in cui si chiede, se fossi un fiore saresti... Ecco, io sarei il non-ti-scordar-di-me.

Riepilogo

Un buon inizio di primavera a tutti!


E adesso, espletata la formalità, passiamo agli impegni del giorno: recuperare il riepilogo!

- Tu sottovaluti il mio potere -> da non so più quale film della saga "Guerre Stellari";

- Qualcuno mi sta mordendo il collo -> dal libro "Gli Ultimi Guardiani", by Sergej Luk'janenko;

- Game Day -> omonimo brano suonato da Jon Schmidt;

- Il tuo eloquio è un po' pencolante -> dal film "Oscar, un fidanzato per due figlie" (mi fa ridere ogni volta che lo guardo!)

Questo è tutto, alla prossima!

venerdì 19 marzo 2010

Il tuo eloquio è un po' pencolante!



Quando sono andata a farmi tagliare i capelli, sei giorni addietro, l'ho fatto con una ragione ben precisa in mente: provare a ridurre i miei mal di testa, che ultimamente si sono fatti più accaniti.
Sembra una boiata? Una di quelle vecchie nozioni da scemo del villaggio, tipo legati una calza sporca al collo e ti passa l'orzaiolo?
Beh, non lo è. Diversi anni orsono, stroncata da un periodo di mal di testa peggiori di quelli di cui soffro ultimamente, decisi di provare a fare come mi era stato consigliato da più fonti. Dopo quindici anni di capelli lunghi fino al bottom, presi la decisione campale di tagliarli. Non avete idea, a meno che non abbiate provato la stessa sensazione sulla vostra pelle, di quanto diminuisca il peso che il vostro collo deve sopportare. Che ci crediate o no (a me non cale particolarmente, sappiatelo) il mio problema di mal di testa si è drasticamente ridotto dopo tale esperimento, cosicché ho deciso che almeno una volta l'anno mi sarei sottoposta al trattamento di accorciamento chioma.
Due anni fa, ringalluzzita dalle discrete condizioni della mia testolina, azzardai il tentativo di farmi ricrescere i capelli. Tentativo culminato in mal di testa insopportabili, da qui il ritorno del taglio selvaggio.

Ho esposto quanto sopra per amor di precisione, e perché magari qualcuno potrebbe giovarsi della mia esperienza, ma non era indispensabile.
Il mio punto era che sono andata dal parrucchiere per farmi accorciare i capelli allo scopo di liberarmi dei miei mal di testa. Pensando al mio aspetto esteriore, mi aspettavo di dimostrare qualche anno in più, al termine dell'operazione.
Cioè: quante vecchiette con i capelli lunghi sventolanti si vedono sulla piazza? Pochine, direi. Ero discretamente convinta che il motivo per cui spesso vengo scambiata per una ragazzina fossero proprio i capelli lunghi. Ergo: averli corti mi avrebbe donato un'aria più matura.

In sei giorni, ho già ricevuto due volte il commento, Ottima idea, tgliarti i capelli, così sei decisamente ringiovanita!!

...

Pure decisamente?? Diciamolo: Benjamin Button CHI???

giovedì 18 marzo 2010

Game Day

Un po' di musica tranquilla stasera, per predisporre a una sana notte di meritato riposo!

Qualcuno mi sta mordendo il collo

Parliamo ora di CAPELLI.

Sabato scorso sono andata dal parrucchiere per farmeli tagliare. Erano lunghi, mancava poco meno di una spanna al fondoschiena. In questi giorni ho qualche difficoltà a scaricare le foto dal telefonino, quindi non è al momento possibile ammirare il prima e il dopo. Arrangiatevi con l'immaginazione: capelli dritti, neri e lunghi sulla schiena.

Giunta a destinazione, la gentile parrucchiera mi fa accomodare sulla seggioletta e mi domanda: Come li tagliamo?. Risposta: Li tagliamo e basta, mantenendo la sfumatura ma arrivando al massimo alle spalle.
L'impavida incassa e si allontana per tornare armata di forbice e pettine.
Riprova: Ehm, dicevamo?
Sottolineo le parole con un eloquente gesto della mano: Alle spalle, per favore.
Esita e comincia a pettinare. Nel senso, fino qui? (Mi preme un dito appena sotto la spalla.
Annuisco: Esatto, non più lunghi di così.
Sorride, imbarazzata: Sicura, eh?
Sorrido di rimando, guardandola nello specchio: Sicura.
Continua a pettinarmi in silenzio, infine afferra le forbici. Poi ci ripensa, le appoggia alla mensolina e solleva da dietro una ciocca di capelli. La tiene tra due dita, di taglio.
No perché, osserva titubante, fino alle spalle vuol dire così, eh. Tutto questo... Via!
Annuisco con convinzione: Precisamente: via!
È parecchio..., tenta ancora debolmente.
Sí, lo so, la conforto io, Ma li voglio tagliare.
Si arrende: OK.
Prende in mano le forbici e comincia a far cadere ciocche sul pavimento. Dopo i primi tagli, lancia un'occhiata malinconica ai miseri resti.
Non ti mancheranno i capelli lunghi?, domanda.
No, non ti preoccupare, non mi mancheranno.

La tentazione di farle uno scherzo alla fine gridando, Assassina, cosa hai fatto ai miei capelli!!! era piuttosto forte, lo ammetto, ma non riuscivo a essere tanto crudele.



Adesso, invece che ricordare Morticia Addams assomiglio ad Amelia!

lunedì 15 marzo 2010

Tu sottovaluti il mio potere

Nonostante il mal di testa feroce e assassino, il week-end passato è stato denso di avvenimenti.
Sabato sono andata dal parrucchiere a farmi tagliare i capelli. Li ho tagliati tanto, avviso subito la gentile blog-utenza. Potevo permettermelo, chiaro. Luca mi ha fatto una foto prima e stasera gli chiederò di farmene una dopo, così soddisfo la vostra bramosa curiosità.

Domenica invece sono stata al museo delle cere in Unter den Linden. A parte che costa un pacco di soldi, tenete presente se vi venisse voglia di farci una capatina. In ogni caso, mentre ero in coda per entrare insieme a Luca ci ha avvicinato un bagarino vendendoci per 5,00 € un biglietto omaggio. Quindi non ci siamo dovuti fermare a spolverare le statue per pagarci l'ingresso.

Il museo delle cere è sempre un'esperienza divertente, abbiamo fatto un sacco di fotografie buffe e simpatiche. E ho trovato il calco della mano di Bon Jovi. Posto la foto come dimostrazione, prova, evidenza del fatto. Ho la foto della cornice in cui è contenuto il calco della mano di Bon Jovi, il che significa che Egli ha toccato il gesso che è stato utilizzato per fare il calco, il quale poi è stato ricopertao di alluminio (?) ed esposto al museo e da me fotografato...

okay, okay: non è precisamente come dire ho stretto la mano a Bon Jovi, però...

Uff, quanto rompete con i dettagli, eh!!

RRRiepilogo RRRapido!

Lunedì mattina, dopo una domenica trascorsa in balía del mal di testa, con puntatina al Museo delle Cere e nevicata furibonda nel tragitto per tornare a casa (naturalmente, siccome quando ero uscita di casa c'erano la bellezza di 7,5°C avevo sostituito il giaccone con il cappottino e gli scarponcini con le scarpe da ginnastica, il che ha come conseguenza che sono arrivata a casa bianca e infradiciata).

Ancora non mi è chiaro il meccanismo di Last.fm, devo trovare il modo di risolvere le problematiche musicali al più presto.

In ogni caso, un riepilogo rapido ci può stare, eccolo qua:

- All humans did was temporary. How else cuold it be, with creatures who died? -> dal romanzo "Mad Ship", by Robin Hobb;

- Clouds always lead to rain -> dalla canzone "Fade to Gray", by Katra;

- I hope some dy you'll join us -> dalla canzone "Imagine", by John Lennon;

- Fly to a dream, far across the sea -> dalla canzone "Dark Chest of Wonders", by Nightwish;

- Tomorrow may never come -> dal romanzo "Mad Ship", by Robin Hobb;

- For ten long years he'll count the days -> dalla canzone "Over the Hills and Far Away", non so chi è stato il primo, io stavo ascoltando la cover by Nightwish.

E anche per questa volta è tutto, alla prossima!

domenica 14 marzo 2010

For ten long years he'll count the days

Accidenti, ho mal di testa. Di nuovo, molto forte, mi impedisce di pensare e di funzionare a dovere, non ne posso più! Ieri sono andata a farmi tagliare i capelli, nella speranza che i miei mal di testa diminuiscano, se non di intensità quantomeno di frequenza. Considerato che mi sno svegliata stamattina con un'emicrania devastante, per ora direi che mi sono solo liberata di una buona parte della mia capigliatura per niente. Anzi, ho pure pagato. Speriamo sia solo una coincidenza.

Per tentare di risollevarmi lo spirito, cerco di ascoltare della musica, esperienza che si sta rivelando più difficoltosa del previsto. YouTube, mia fonte di ispirazione e conoscenza continua, sta diventando sempre meno praticabile, a causa degli addetti alla protezione del copyright che qui in Germania - evidentemente - sanno lavorare. Mi saltano in continuazione brani dalle playlist, spesso mi rimane una infima scelta tra video home-made, fatti da qualcuno con il telefonino ai concerti, una cosa penosa in modo indescrivibile, del tutto inascoltabile, tanto vale che mi registro il nipotino dei vicini che schiamazza e ascolto lui.

Tra Deezer e Last.fm sto provando a impostarmi delle radio preferite, ma non sono ancora riuscita a crearmi delle playlist e comunque non ho ancora capito come diavolo ascoltare la musica che voglio. Su Last.fm, per esempio, mi trovo un artista e le tracce disponibili allascolto sono per la maggior parte della durata di 30 secondi. E che me ne faccio? Devo allora affidarmi alle radio proposte in base alle mie "simpatie", che ci azzeccano abbastanza, ma naturalmente non ho la scelta su che brano ascoltare. Insomma, un'esperienza frustrante. Deezer ha poca scelta, per quanto riguarda la musica che piace a me, in compenso di alcuni artisti è possibile ascoltare interi album.

Mi costringeranno a comprarmi dei CD! Insomma, io non facevo del male a nessuno, ascoltando musica da YouTube!
E adesso me ne vado a letto, magari a leggere o direttamente a dormire, il mal di testa non mi ha dato tregua per tutto il giorno, mi sento esausta.

PICCOLA DOMANDA BONUS (per me, naturalmente): di chi sono gli occhi nella foto di oggi?

sabato 13 marzo 2010

Tomorrow may never come

Ho finito ieri sera la saga Liveship Traders. Posso dirlo? Credo che sia una delle storie più BELLE che io abbia mai letto!

Ormai mi ripeto, temo: i pregi della narrazione sono sempre quelli: immagini vivide; personaggi credibili, nei quali è facile immedesimarsi; vicende avventurose; numerosi intrecci; nessun filo abbandonato; reazioni comprensibili nei personaggi; una ragione che spieghi tutto quello che succede; decisioni prese per motivi convincenti; regole di ambientazione rispettate a costo di complicare le cose... ogni dettaglio contribuisce a rendere la storia decisamente degna di essere letta.

Non seguiamo le vicende di un improbabile protagonista che tutto puote nonostante comprensibili impedimenti. Seguiamo le avventure di creature (umane e no) che cercano, a volte disperatamente, di trovare il proprio posto nel mondo. Affrontano ostacoli, difficoltà, si trovano di fronte ai propri fallimenti, devono a volte fare i conti con i propri errori, con i pregiudizi (propri e altrui). Sono personaggi che sbagliano, lottano, tornano sui propri passi, riprovano.
Alla fine non si risolve magicamente tutto, i personaggi si ritrovano, ciascuno a modo proprio, a dover fare ripartire la propria vita da un punto diverso da quello che avevano sperato e lottato per ottenere. Sono tenaci, si aiutano, si correggono...

Molto carino anche il collegamento, seppure minimo, con l'ambientazione della saga dei Farseeer, ritrovarne dei piccoli dettagli qua e là mi ha dato una sensazione di familiarità che ho decisamente gradito.

Non voglio raccontare niente, non voglio rovinare la lettura a nessuno. Sostengo decisamente questa saga, credo di averla apprezzata ancora di più di quella dell'Assassino, che comunque adesso devo proseguire!




Ed ora, una valanga di citazioni, prese da "Mad Ship" e "Ship of Destiny"!

"Be a man. Discover where you are now, and go on from there, making the best of things. Accept your life, and you might survive it. If you hold back from it, insisting this is not your life, not where you are meant to be, life will pass you by."
[...]
"Where were you thought such things?"
[...]
"In a brothel."

"Sii un uomo. Scopri dove ti trovi adesso, e vai avanti da lì, facendo il meglio che puoi. Accetta la tua vita, e forse sopravvivrai. Se ti tiri indietro, convinto che non sia la vita per te, non il posto in cui dovresti trovarti, la tua vita passerà oltre."
[...]
"Dove hai imparato queste cose?"
[...]
"In un bordello."

[Mad Ship, pag. 162]

All humans did was temporary. How else could it be, with creatures who died?

Tutto quel che gli umani facevano era temporaneo. Come avrebbe potuto essere diversamente, con creature mortali?
[Mad Ship, pag. 164]

"[...]Tomorrow may never come, but todays are linked inexorably in a chain, and now is always the only time we have to divert disaster."

"[...]Domani potrebbe non arrivare mai, ma gli oggi sono inesorabilmente incatenati gli uni agli altri, e adesso è sempre il solo momento che abbiamo a disposizione per evitare il disastro."
[Mad Ship, pag. 199]

"[...]Have you ever fancied yourself settled down, a wife and a mother? Ever wondered what it will be like to carry a babe within you? Do you dream of taking care of your wee ones while awaiting your husband's return from sea?"
"Only in my worst nightmares."

"[...]Hai mai immaginato te stessa ben sistemata, nel ruolo di moglie e madre? Non ti sei mai chiesta come sarebbe avere un bambino dentro di te? Non sogni di prenderti cura dei tuoi piccoli mentre asoetti che tuo marito torni dal mare?"
"Solo nei miei peggiori incubi."

[Mad Ship, pag. 215]

"Dont think of the obstacles that lie between now and the moment when we confront him" [...] "Long o short, if you worry about every step of a journey, you will divide it endlessly into pieces, any one of which may defeat you. Look only to the end."

"Non pensare agli ostacoli che si frappongono tra ora e il momento in cui dovremo confrontarlo" [...] "Lungo o corto, se ti preoccupi di ogni passo nel corso di un viaggio, ti ritroverai davanti a una serie infinita di pezzetti, ciascuno dei quali in grado di sconfiggerti. Guarda solo alla fine."
[Ship of Destiny, pag. 86]

"We were speaking of people living their dreams, and i said that few do, and even fewer enjoy the experience. For too many, when they get their dream, they discover it is not what they wanted. Or the dream is bigger than their abilities, and all ends in bitterness."

"Stavamo parlando di gente che vive i propri sogni, e ho detto che pochi lo fanno, ancora meno sono felici dell'esperienza. Troppi di loro, quando ottengono il proprio sogno, scoprono che non era ciò che volevano. Oppure, il sogno è al di là delle loro possibilità e tutto finisce nell'amarezza."
[Ship of Destiny, pag. 90]

"The memories have to die. If no one remembers them anymore, then he can live as if they never happened [...]"
"It doesn't work that way. Silencing memories does not make them stop existing. Events cannot be undone by forgetting them."

"I ricordi devono morire. Se nessuno li ricorda più, allora si può vivere come se nulla fosse mai accaduto [...]"
"Non funziona così. Ridurre i ricordi al silenzio non li fa smettere di esistere. Quel che è stato non può essere disfatto dimenticandolo."

[ Ship of Destiniy, pag. 488]

"Such a storm of emotions as humans can evoke, all on the basis of imagination" [...] "Do you do this because you live such short lives? Tell yourself tales of what might happen tomorrow, and feel all the feelings of events that will never happen? Perhaps to make up for the pasts you cannot recall, you invent futures that will not exist."

"Che tempesta di emozioni è in grado di evocare un essere umano, basandosi sulla mera immaginazione" [...] "Lo fate perché la vostra vita è tanto corta? Vi raccontate storie di quel che potrebbe essere il domani, e provate tutte le sensazioni che riguardano eventi che non accadranno mai? Forse vi serve a rimediare per tutti i passati che non siete in grado di ricordare, vi inventate dei futuri che non esisteranno mai."
[Ship of Destiny, pag. 505]

"[...] Death does not conquer. It threatens, but it cannot subdue the future. What must be, will be."

[...]La morte non conquista. Minaccia, ma non può soggiogare il futuro. Quel che deve essere, sarà."
[Ship of Destiny, pag. 533]

But if she let go of her anger, all that would remain was grief and pain. Anger was easier.

Ma se avesse rinunciato alla rabbia, tutto quel che sarebbe rimasto sarebbe stato pena e dolore. La rabbia era più facile.
[Ship of Destiny, pag. 618]

giovedì 11 marzo 2010

Fly to a dream, far across the sea

ho dimenticato le carte, i documenti, ho perso l'agenda, non ho ricaricato la batteria del cellulare, non trovo il portafoglio, l'autobus mi è passato sotto il naso, si è sollevata la nebbia, le nubi si addensano, il vento mi soffia aspro foglie secche sul viso, voglio tossire, mi vengono le vertigini, chiudo gli occhi, li riapro, aria fredda mi riempie leggera i polmoni, azzurro intenso intorno a me, sono felice.

il vuoto mi circonda e io mi sento più piena che mai, il cuore mi scoppia dalla gioia, voglio cantare con tutta la voce che ho, ridere fino a farmi lacrimare gli occhi, non voglio mai smettere di essere così felice.

voglio per sempre perdere me stessa per potermi ritrovare.

I hope some day you'll join us


Sto ultimando la nuova playlist, la posterei adesso ma mi sono appena resa conto che il secondo brano da me selezionato su YouTube ha l'incorporamento disattivato su richiesta dell'utente.


Io ODIO
l'incorporamento disattivato su richiesta dell'utente!

Adesso purtroppo non posso occuparmi dell'incorporamento disattivato, spero di riuscirci entro sera.

La nuova playlist riflette il mio stato d'animo del momento: sono agitata e non so perché; ho la sensazione che la mia testa sia da qualche altra parte, ma non so dove.

Ho bisogno di musica che mi addolcisca lo spirito, spero di non esserci andata giù troppo pesante e fare addormentare tutti, ma il brano della band rock-folk kazakha dovrebbe riuscire a far sopportare il resto senza attacchi narcolettici da parte dell'ascoltatore.

A dopo.

FATTO!

Nella prodigiosa playlist della settimana potrete trovare:

1- Black Roses, by Tacere; 2- Jumyr Kylysh, by Ulytau; 3- Power of Love, by Lunatica; 4- A Metal Symphony, by Sirenia; 5- Sahara, by Nightwish; 6- Save my Life, by Xandria; 7- The Tears I Cry, by Krypteria; 8- Wicked Game, by HIM; 9- Hijo de la Luna, by Stravaganzza; 10- Everything Fades to Gray (instrumental), by Sonata Arctica.

BUON ASCOLTO!

mercoledì 10 marzo 2010

Clouds always lead to rain

Beh, ma come si può andare avanti quando la tua mente è un autentico colabrodo?
Non ricordarsi le cose; ricordarsele solo a volte (quando non serve) o ricordarsele solo in parte (la parte inutile, ovvio); non ricordarsi di guardare l'agenda o di accendere il cellulare, nella (remota) eventualità che a suo tempo tu ti sia ricordato/a di annotare qualcosa degno di essere ricordato. Ma in fondo è probabile che tu non abbia annotato un bel niente, quando mai te ne ricordi? Quella volta in cui non ricordi di controllare, ca va sans dire.
Tutto ciò è talmente scontato e deprimente, che viene una voglia disperata di occludere ciò che resta della mente, dimenticarsi anche del fatto che ti dimentichi di tutto e vivere serenamente.

O no?

P.S. Breve nota di lettura: sono quasi a pag. 200 di "Ship of Destiny" e al momento non c'è una sola cosa che stia andando per il verso giusto. Tutto quello che poteva andare storto, ci sta andando, per tutti indiscriminatamente: amici, nemici, traditori, simpatici, antipatici, protagonisti, comparse... GULP!!

lunedì 8 marzo 2010

All humans did was temporary. How else could it be, with creatures who died?

Più tardi esco e vado in libreria. Missione Ship of Destiny, il terzo e ultimo libro della Liveship Traders Trilogy, letta a un personale tempo di record, considerato che non sono in vacanza e che non posso (ahimé) trascorrere le mie intere giornate leggendo. Ho sfruttato ogni momento libero, anche quando si trattava di accontentarmi di una paginetta o due rimestando il risotto per la cena.

Ho deciso di fare una recensione generica, spiegando poco della storia per non rovinare il gusto della lettura a chi ci si dedicherà.
Si tratta di una saga di avventura, con un pizzico di magia. Avventura per mare, aggiungerei anche, sottolineando come io sia sempre stata inspiegabilmente allergica ai romanzi con ambientazione "marina".
Qualche esempio? Capolavori di letteratura, da tutto il mondo classicamente considerati tali, come Il Vecchio e il Mare (E. Hemingway); Moby Dick (H. Melvill); L'Isola del Tesoro (L. Stevenson)... sono i primi titoli che mi vengono in mente. Non sono riuscita a digerire nessuno dei tre. Non so dire il motivo, so che come comune denominatore c'è il mare e così mi son fatta dei pregiudizi in proposito.
Pregiudizi che, C.V.D., Robin Hobb è riuscita a polverizzare con i primi due libri di questa avventura di navi e marinai. L'unico che era riuscito a farmi apprezzare qualcosa di acquatico prima di lei è stato T. Coleridge, con The Rhyme of the Ancient Mariner, uno dei miei brani di letteratura preferiti di sempre. E faccio notare he ho detto Coleridge. Non un Peppe Scribacchino qualunque.

Comunque.
In questa saga abbiamo delle storiche famiglie di commercianti per mare, insediate in una terra che è stata duramente conquistata dai loro antenati generazioni prima. Si tratta di una terra misteriosa e poco gentile.
C'è del magico, nell'entroterra, e non è necessariamente un bene.
C'è un'alleanza in essere con una popolazione che vive a contatto con gli elementi magici e che ne fa uso, pur non comprendendone fino in fondo la natura. La loro produzione più celebre consiste in bellissime navi, costruite con un legno chiamato wizardwood.
Queste navi hanno una caratteristica: assorbono la personalità, le conoscenze, l'essenza più profonda di alcune persone. Queste persone sono il primo proprietario e i suoi eredi, tassativamente discendenti in linea di sangue.
Alla morte del terzo capitano (ogni morte deve avvenire sul ponte della nave, a contatto con il wizardwood), la nave avrà assorbito l'essenza di ognuno di loro e rimarrà per sempre legata alla sua famiglia.
A questo punto si risveglia.
La polena prende vita, pur rimanendo sempre nella sua posizione. La nave è viva, chiacchiera, condivide la propria esperienza (tre generazionii di capitani "vivono" dentro di lei), ha un rapporto privilegiato con il capitano, l'equipaggio la conosce e la rispetta, ha la capacità di auto-governarsi, facilitando enormemente il lavoro dei marinai in caso di difficoltà...

Questa la peculiaritá della saga, che intreccia la storia di diverse famiglie, di svariati personaggi (gli "esterni", venuti a minacciare la proprietà delle famiglie storiche; i commercianti di schiavi; i governanti corrotti; i pirati), e in questi due libri scorre parallela anche una seconda storia che riguarda delle creature poco conosciute e temute: i dragoni, i serpenti di mare. Si intuisce che deve esserci un legame tra queste creature e il wizardwood, ma dire di quale rapporto si tratti al momento non è possibile, devo leggere l'epilogo della saga.

Come nella Farseer Trilogy, i personaggi sono ben costruiti, crescono e cambiano, sono credibili, nessuno viene lasciato indietro. Nessun filo della trama viene interrotto o dimenticato, l'intreccio è complesso e apprezzabile proprio perché tiene in ogni sua parte.

Spero proprio che Robin Hobb abbia mantenuto questa abilità narrativa e questa immaginazione per ogni suo libro che leggerò. Mi piace moltissimo calarmi in una storia così vivida, credibile, condivisibile, avventurosa.
Mi sono identificata nel personaggio di Althea, soprattutto nel primo libro: subisce un'ingiustizia e diventa verde per la rabbia (proprio come me...); medita vendetta-tremenda-vendetta; poi cerca una soluzione razionale e possibilmente vincente e ci si butta animo e corpo, accorgendosi di non essere tanto all'altezza quanto credeva, ma senza mai mollare; alla fine si rende conto che era molto più semplice di quanto aveva immaginato: l'aiuto era a portata di mano, ma lei era troppo accecata dalla rabbia e dalla frustrazione per vederlo. E poi scopre che è troppo tardi e deve ricominciare daccapo, con un'angolazione molto diversa e decisamente peggiore di prima (e questo è il secondo libro...). Tengo per lei e per il personaggio che mi piacerebbe vederle affiancato, Brashen.

Basta indugiare. Posto e vado in libreria!

domenica 7 marzo 2010

Riepilogo

Dopo il riepilogo pigrissimo di settimana scorsa, arrivato martedì invece che domenica ho deciso di essere puntuale questa volta, ma ho ben poco da riepilogare.
A volte le circostanze si sommano e danno un risultato negativo:
stress + impegni - voglia - pazienza = UFFA

Comunque, che il riepilogo SIA!

- If we aren't fated to survive, then at least fight it to the end -> dal romanzo "Mad ship", by Robin Hobb;

- Change a hawk to a little white dove -> dalla canzone "The power of love", by Huey Lewis and the News;

- I'd sail before a thousand moon never finding where to go -> dalla canzone "Sleeping Sun", by Nightwish.

Ho finito nel pomeriggio di leggere Mad Ship, confermo che anche questa saga è molto ben costruita. La Hobb ormai è la mia eroina. In settimana vedrò di procurarmi Ship of Destiny. E magari di scrivere una recensione decente su questi primi due libri.
Buona settimana.

giovedì 4 marzo 2010

Change a hawk to a little white dove

A luglio c'ero già passata. E avevo imparato la lezione: NON giocare alla parrucchiera.
Ma l'autostima in crescita evidentemente tutto puote, e ci sono ricascata.

Settimana scorsa ho notato che il colore dei miei capelli era un po' giù di tono, un po' spento, aveva bisogno di essere rivitalizzato.
Da brava pitocca taccagna che non si smentisce mai, ho comnciato a ruminare sui minimo 25,- Euro che avrei dovuto sganciare alla parrucchiera perché mi colorasse la chioma. Qui si usa far pagare un tot a lunghezza e si dà il caso che io abbia i capelli piuttosto lunghi.
Rimuginando e ruminando sulla faccenda sono entrata in una delle catene che ci sono qua a Berlino, che propongono articoli di igiene personale, cosmetica & co.
Ho passato al setaccio lo scaffale delle colorazioni per capelli e alla fine, Bingo!: colorazione rapida e indolore = spremi la boccetta sulla testa, spandi la tinta, aspetti dieci minuti, sciacqui e via. Prezzo: 2,89 Euro.
Il mio lato paperonesco ha avuto il sopravvento e sono tornata a casa con la boccetta in questione. Da notare il livello di taccagneria mostrato nell'occasione: con capelli così lunghi andrebbero usate due o tre confezioni. Ne ho comprata una sola, ragionando che tanto, nero su quasi-nero, anche se non fossi riuscita a coprire proprio-proprio tutta la chioma non si sarebbe notato. Quando si dice il fai-da-te...

In effetti, tutte le mie previsioni si sono rivelate corrette: i capelli sono venuti bene, rapidamente e adesso sono belli neri. Solo che non mi sono accorta di essermi procurata uno sbaffo di tinta nera sul lato sinistro della faccia, in prossimità dell'orecchio ma abbastanza spostato da notarsi perfettamente sulla mia pelle color della luna.

Imprecando in diverse lingue mi sono data da fare per nascondere il misfatto.
Dopo numerosi, vani tentativi, ho agguantato lo spazzolino per le unghie e ho sfregato con forza. E lo sbaffo nero, finalmente, ha ceduto le armi ed è scomparso. Certo, la pelle era un pochino arrossata, ma ci ho messo su una generosa dose di crema e via.

Il mattino dopo (argh) quando mi sono guardata allo specchio ho appurato l'entità del danno. Mi sono letteralmente spellata la zona tra la guancia e l'orecchio, una superficie di circa 1 cm x 4 cm!! E l'aspetto è di una ferita con livido, perché è anche comparso del bluette, probabilmente un residuo della tinta...
Insomma, era meglio se mi tenevo lo sbaffo e mi lavavo molto nei giorni seguenti.
Per fortuna ho i capelli lunghi e li tengo (s)pettinati appositamente per coprire la zona incriminata.

mercoledì 3 marzo 2010

If we aren't fated to survive, then at least fight it to the end.

Oggi tra l'1.00 e le 2.00 mi trovavo a zonzo per Berlino, nei dintorni della mia libreria preferita. Avevo una quantità limitata di soldi nel portafoglio, ma l'ora della giornata prevedeva pausa-pranzo, o quantomeno pausa-caffé. La zona del gironzolo, tuttavia, presupponeva acquisto di libro.

I miei due neuroni si sono quindi messi a battagliare: cibo o letteratura?
Il piatto tipico di Berlino, dovete sapere, è il mitico e da-tutto-il-mondo-invidiato Currywurst (vedi invitante fotografia a lato).

Ardua scelta, eh?


Dopo un breve rimbalzo di neuroni nello spazio intergalattico che occupa il mio cranio, sono entrata decisa in libreria e ne sono uscita pochi minuti dopo con Mad Ship, by Robin Hobb. L'avventura dei Liveship Traders continua! (Il che mi ricorda che sono indietro di un paio di Hobb-recensioni, prima o poi arrivano...)

martedì 2 marzo 2010

Riepilogo pigrissimo!

È martedì, ebbene sì, lo so. Il riepilogo arriva tardissimo, ma sono stata colta da indicibile pigrizia & altre cose, quindi va bene così. Nel frattempo ho terminato la lettura di "Ship of Magic", della Hobb, e anche di "Profondo Blu", di Jeffrey Deaver.
Sto anche progettando viaggi di affari & piacere in Austria, in Liguria, in terre esotiche... poi ogni tanto qualcuno mi tira una gomitata nelle costole e mi risveglio davanti alla pila di panni da stirare, ma non si può avere tutto dalla vita.
Andiamo avanti con il riepilogo:

- This ship [...] has a mind of his own -> dal romanzo "Ship of magic", by Robin Hobb;

- Cambia le tue stelle -> dal film "Il destino di un cavaliere".

- A hope of stardust left in time -> dalla canzone "Paramount", by Edenbridge;

- It's a kind of magic -> dalla canzone "Kind of magic", by Queen;

- Gunpowder, treason and plot -> dalla filastrocca "Gunpowder Treason";

- Now his love's a memory, a ghost in the fog -> dalla canzone "The islander", by Nightwish;

- Paper boats on water carrying all my hope -> dalla canzone "My dark side home", by Vision of Atlantis.

E buon resto di settimana a tutti!