WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

mercoledì 22 giugno 2011

Il mio senso è continuare a inseguire un sogno che ancora non riesco a sognare

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Comincio a postare le foto dei libri di cui parlerà questo post, quando lo avrò scritto!
Al momento però mi sto preparando un profumatissimo chili vegetariano, le cui esalazioni paradisiache e promettenti rischiano di farmi svenire sulla tastiera, quindi se ne riparla dopo pranzo.

*** PRIMA PARTE ***


Il primo libro si intitola La Leva Calcistica Del '79, l'autore è Francesco Guiotto.
Mi è capitato tra le mani grazie a una catena di lettura a cui ho partecipato su aNoobi. Una catena di lettura funziona esattamente come quella che da bambina chiamavo "biblioteca circolante": in un gruppetto di persone ciascuna mette a disposizione un proprio libro, ci si mette in fila e ce li si passa fino a esaurimento. È un'iniziativa simpatica e divertente, che permette di ritrovarsi tra le mani titoli che non si sarebbero magari mai scelti da soli. È sicuramente il caso di questo, che mi ha emozionato e fatto sorridere.
Si tratta del racconto di un gruppo di amici, quegli amici di cui sei sicuro, che non hanno segreti, che sono parte della tua vita quanto un braccio o una gamba. Amici dei quali non sai fare a meno: con loro tutto ti sembra possibile e nulla inconcepibile. Amici che riescono a esserti tanto vicini da entrarti dentro l'anima e che riescono a ferirti come nessun altro al mondo sarebbe in grado di fare.
Tra follie, sogni, amori che nascono, svicolano e muoiono per poi rinascere altrove, altri che invece restano solidi e granitici come montagne, si svolge un'intera stagione per questi ventenni, che imparano, vedono, scoprono la vita nella maniera avida, esagerata e strabiliata che appartiene a loro.
Mi ha commosso in parte perché non sono tanto lontana di età a questa "classe" e quello che ho vissuto io pochi anni prima non è molto differente da quello che vivono loro. Mi sono ritrovata in tanti piccoli dettagli e ho rivisto il mio fratellino più piccolo (lui sì, classe '79) crescere insieme ai suoi amici. Ho ascoltato con nostalgia la colonna sonora della loro stagione, diversa dalla mia ma così importante.
Mi sono segnata una frase, che per me esprime benissimo il desiderio di andare oltre, che per quanto tipico di un giovane non deve necessariamente perdersi negli oscuri meandri del "diventare grandi". Io per esempio mi ci ritrovo anche oggi: Il mio senso è continuare a inseguire un sogno che ancora non riesco a sognare, una foto che non ho ancora potuto scattare, una canzone che ancora non ho avuto modo di ascoltare. Perché alla fine non si finisce mai di crescere.

Ho letto poi Elric Of Melniboné, di Michael Moorcock.
Confesso di non ricordare la vicenda alla perfezione, purtroppo ho trovato lo stile utilizzato per la narrazione un po' troppo pesante e serio.
Il lbro è il primo di una saga, il cui protagonista è Elric, un albino a capo di un grande e potente regno, stabile da lunghissimo tempo ma minacciato dalle popolazioni barbariche confinanti, che però non destano grandi preoccupazioni: il regno ha la sua fama a proteggerlo e il mare che circonda la capitale è stato stregato per cui nessuna nave è in grado di superarlo.
Elric ha un cugino, che vorrebbe occupare il trono al suo posto e che ha alcuni sostenitori convinti che Elric possa essere un demone. Elric, dal canto suo, preferirebbe occuparsi d'altro e non di regnare. Tra l'altro la sua costituzione debole lo costringe a essere dipendente da pozioni che gli infondono la forza necessaria a sostenere le fatiche cui la sua carica lo sottopone, il che naturalmente gli causa fastidi e rischia di farlo soccombere per mano del malvagio cugino.
Le vicende che conducono verso l'epilogo di questo primo capitolo della saga vedono Elric impegnato a contrastare un'invasione al regno e a difendersi dai ripetuti tentativi del cugino di sopprimerlo e prendersi il trono. Sarà costretto a invocare l'intervento delle forze sovrannaturali che governano il Caos e si ritroverà a intraprendere un viaggio a bordo di una nave magica che naviga indifferentemente acqua e terre emerse, al termine del quale si ritroverà padrone di una spada speciale: nera e senziente. Che si intuisce gli servirà per fare casino nei libri a seguire in nome del dio dei Caos.
Chiedo scusa a chi apprezza la storia e conosce il libro meglio di me se ho commesso errori nel riportare ciò che ricordo degli avvenimenti, al momento la mia memoria mi trasmette solo che l'ho trovato molto lungo, troppo lento, troppo "gioco di ruolo" per i miei gusti nonostante alcune trovate carine. E poi non mi garbano le divinità che si lasciano convocare dai mortali per supportarli - ma c'è un prezzo da pagare, normalmente in fedeltà. Preferisco un altro genere di fantasy, personalmente.

Una lettura diversa è stato Characters And Viewpoint, manuale di scrittura di Orson Scott Card.
Ho apprezzato maggiormente la parte relativa alla creazione dei personaggi, forse perché è la cosa che amo fare di più quando invento una storia. I personaggi che considero meglio riusciti, tra i miei, sono in effetti quelli che rispondono alle aspettative di questo testo: sono quelli che danno al lettore un motivo per interessarsi a loro e alle loro vicende; sono quelli che reagiscono in maniera realistica e che danno la possibilità di immedesimarsi con loro anche se siamo caratterialmente diversi; sono quelli che, pur rimanendo tra le pagine di un libro, riescono a trascinarci nella loro vita.
Un trucco che devo assolutamente ricordarmi di ricordare è che una storia deve essere interessante da subito. Chi legge deve avere chiaro sin dalle prime due pagine perché la storia vale la pena di essere letta, deve capire quello che sto dicendo e deve credere  in quello che gli dico.
Chissà se riuscirò mai a creare il mio Personaggio?


Poi ho letto Ghost Girl, di Tonya Hurley.
Una lettura decisamente leggera, purtroppo niente più che carina, anche se data l'idea avrebbe potuto essere qualcosa di più.
Charlotte è la protagonista, una ragazzina che passa sempre inosservata ovunque. La gente si dimentica di lei, non la vede neppure, non le parla, non la considera. Lei è "Miss Nobody". Quando muore, nessuno pare accorgersene o tantomeno ricordarsene. Eppure muore a scuola, in orario di lezione!
Da morta, però, finalmente Charlotte riesce a farsi notare e addirittura a diventare amica di un'altra ragazza, che riesce a vederla e le dà il permesso di possedere il suo corpo per un periodo. Periodo nel quale Charlotte, con assoluta spavalderia, ne approfitta per conquistare il ragazzo dei suoi sogni. Che la ricambia - o ricambia la proprietaria del corpo?
Scritto in maniera un po' sciatta e niente di straordinario nella storia, carine le citazioni sull'amicizia a inizio capitolo.

Nel fumetto Vampire Loves, di Joann Sfar, troviamo un vampiro malinconico di nome Ferdinand, che d'abitudine morde le sue vittime con un dente solo, per far pensare alla puntura di una zanzara.
La sua ex-ragazza (una donna-albero) torna da lui e la conversazione che hanno è la seguente: - Non mi lascerai un'altra volta? - Non ti ho lasciato, ti ho solo tradito. Se non mi avessi scoperta non ci sarebbe stato alcun problema. - Può darsi, però ti ho scoperta. - Non è colpa mia, se tu mi hai scoperta. Ho fatto di tutto per essere discreta. - Cosa? Adesso la colpa è mia? - Beh... No, ma se mi amavi, non avevi nessun motivo di spiarmi. Tu devi fidarti di me. - Ma io non ti ho spiato! Ero passato a salutare il mio amico Michael - è colpa mia se tu eri nel suo letto? - È impossibile parlare con te. Ti scaldi subito.
Ferdinand desidera essere amato, ma la sua relazione con la ragazza-albero è complicata, sebbene lei sia alla ricerca dell'amore tanto quanto lui.
Tra streghe, vampiri, popolo-albero e fantasmi, entrambi cercheranno di riempire la propria vita, ma torneranno tra le braccia l'uno dell'altra, giusto in tempo per litigare di nuovo.
Divertente, leggero e innocuo. Non sono in grado di giudicare i disegni, che personalmente ho trovato molto semplici ma gradevoli.


*** SECONDA PARTE ***

(Non tutta perché sto crollando, finirò domani!)

Il libro The Giver, di Lois Lowry,  è un romanzo ambientato nel futuro, in una società organizzata in comunità dalle dimensioni relativamente ridotte, nelle quali tutto, ma proprio tutto, è organizzato e gestito in nome del decoro, dell'ordine, dell'efficienza e della mancanza di emozioni.
Lo so, non suona poi tanto originale. La cosa davvero scioccante è constatare che le regole sui cui gira l'intera comunità di cui si narra non sono poi così campate per aria, se si considera quelle su cui si basa la società a cui noi stessi apparteniamo. Certo, nel libro si raccontano situazioni "estreme", come l'annullamento sistematico di ogni pulsione sessuale tramite l'assunzione vita natural durante di sostanze chimiche che la tengano repressa. O come la cerimonia del "rilascio" degli anziani, in cui dopo una festa meravigliosa in loro onore, i poveretti vengono addormentati per sempre - senza che ufficialmente nessuno sappia nulla. La stessa sorte che tocca ai bambini "non conformi", ovvero che non riescono a trascorrere una notte di sonno senza svegliarsi e piangere superato l'anno di età (danno fastidio, creano disagio), o addirittura al più fragile di due gemelli (che confusione due persone uguali nella stessa comunità!). Ecco, queste cose sembrano orribili, ma poi ce ne sono altre che ho ritrovato con grande angoscia molto "plausibili". Per esempio la decisione che i bambini fino all'età scolare vengano vestiti con giacchette che si abbottonano sulla schiena, per insegnare loro la collaborazione e l'interdipendenza. Che c'è di male, è una cosa positiva, no? Se devono vivere in una società è bene che imparino da subito a funzionare come ingranaggi della stessa e che lo facciano con gioia. Oppure che tutti ricevano una bicicletta al compimento dei 9 anni, o che le bambine abbiano il rito di passaggio che le porta dai codini a una pettinatura più "adulta": per loro è un gran momento, vengono onorate dinanzi a tutta la comunità.
Nella nostra società, quella vera, se un bambino di 5-6 anni non riesce a stare seduto sulla sedia in aula per tutte le ore di lezione imposte dal rito della scuola elementare, viene trattato come "problematico", viene sottoposto a test d'intelligenza e a visite psicologiche allo scopo di individuare sintomi della cosiddetta Sindrome da Disturbo dell'Attenzione e Iperattività. Nel caso detti sintomi vengano malauguratamente riscontrati, al bambino possono essere prescritte delle medicine che hanno lo scopo di "stordirlo" in maniera da farlo rientrare nei ranghi. Ma è per il suo bene, lui deve imparare che ci sono luoghi in cui bisogna stare seduti. Non è pazzesco? Non è fantascientifico? Non è tremendo? Eppure succede!
Quello che mi fa sempre molta rabbia di questo genere di racconti, è che raccontano una fantasia che è molto più realtà di quanto siamo disposti ad ammettere o accettare. Quanto è lungo il passo dalla medicina per far star seduto un bambino in classe, al suo "rilascio"? Angoscia, angoscia, angoscia. Libro molto bello, alla fine del quale Jonas, un bambino prescelto per essere il custode dei ricordi, si rende conto di quanto gli esseri umani stiano perdendo e prova ad agire di conseguenza.

Adesso faccio un riassunto. Perché Shaman's Crossing è il primo libro della saga Soldier's Son di Robin Hobb. Il secondo si intitola The Forest Mage e il terzo Renegade's Magic. Li metto tutti insieme, anche se il terzo finirebbe nel prossimo post.
Premetto che sono una fan abbastanza sfegatata di Robin Hobb. Soldier Son però non mi ha conquistato e sono contenta di aver letto altro di suo, prima.
In realtà la trama è solida e l'ambientazione è curatissima, come sempre. La storia però ci mette davvero, davvero troppo a svilupparsi e le menate mentali del protagonista sono infinite. Vien voglia di andar lì e prenderlo a schiaffoni.
Cercherò di riassumere in poche parole: il protagonista è Nevare Burvelle, secondogenito in una famiglia di "nuovi nobili", ovvero una famiglia in cui il padre, impegnato militarmente, si è distinto di fronte al re, che lo ha elevato di rango e gli ha donato delle terre.
La tradizione, che ìn realtà è più un credo religioso, vuole che in ogni famiglia il primo figlio si dedichi ad amministrare le terre di prorietà, il secondogenito diventi soldato e il terzogenito si faccia prete.
A Nevare, quindi, tocca diventare soldato. Lui non ha obiezioni, gli va bene, ma il padre decide di temprarlo un po' prima di mandarlo all'accademia, perché gli pare un tipo troppo morbido e teme che non farà onore al nome della casata. Lo manda quindi a trascorrere un periodo di formazione con un guerriero selvaggio - con la cui popolazione ci sono sempre raporti molto tesi, un po' come tra gli Europei e i Pellerossa a suo tempo. In quei giorni, a Nevare capita una specie di esperienza mistica, che però influenza la sua intera esistenza, molto più che se si fosse trattato solo di un sogno.
Quel che succede, in pratica, è che la magia si impossessa di Nevare, provocando in lui una sorta di sdoppiamento della personalità: una ligia al dovere e disicplinata e l'altra istintiva e selvaggia.
Non solo! La faccenda si complica sempre di più, dal momento che la magia si accumula nel corpo di Nevare come grasso, così che il poverino diventa sempre più enorme e naturalmente tutti lo schifano, la fidanzata lo pianta, le sorelle lo dipsrezzano, la cavalleria lo congeda e infine il padre addirittura lo disereda.
Nevare comprende che è la magia che sta operando in lui con uno scopo e piano piano si rende conto che quello scopo è proteggere le foreste che il suo popolo sta distruggendo con assoluta mancanza di rispetto nei confronti degli alberi sacri e delle tribù che vi abitano. Deve trovare il modo di allontanare o sconfiggere gli invasori.
Per centinaia di pagine siamo costretti a sorbirci le paranoie di Nevare, che insiste nel voler mantenere la sua fedeltà al suo popolo d'origine, che però l'ha sdegnato, disprezzato, cacciato, accusato e quasi ucciso piuttosto che darla vinta alla magia e aiutare le tribù della foresta.
A momenti alterni la sua personalità selvaggia prende il sopravvento e lui si cruccia. In altri momenti prende il sopravvento lui e disfa tutto quello che l'altro ha costruito nel frattempo. Va avanti così a lungo, che alla fine mi sono sentita vagamente presa in giro quando la situazione si é praticamente risolta da sola. Insomma, Robin Hobb ha sempre uno stile fantastico, e le sue ambientazioni sono costruite con eccellenza, ma questa storia è stata una sofferenza da finire.

*** FINALMENTE, LA FINE ***

Il Collo Mi Fa Impazzire, di Nora Ephron, è una breve raccolta di considerazioni autobiografiche e umoristiche, che vanno dall'amore sviscerato e irrazionale per un appartamento nel cuore di Manhattan, alla incomprensibile rassegnazione a spendere ore e soldi dietro a un'effimera sensazione di bellezza da una manicure o da una parrucchiera, quando il collo mostra inesorabile e impietoso i segni dell'età che avanza.
Humor un po' sbiadito per i miei gusti e articoli non sempre gradevolmente legati tra di loro, una lettura leggerissima e rapida adatta a staccare il cervello per un po'.

L'ultimo libro di questa tranche è Berlin, di Eraldo Affinati.
Una vera sorpresa, mi è stato prestato da un'amica che, come me, vive qui e non potrebbe vivere altrove. Sono i monumenti e le strade che parlano e raccontano una Berlino sempre viva, sempre diversa e pulsante. Una città che ha vissuto talmente intensamente la propria storia, da diventare Storia essa stessa e da sussurrartelo a ogni angolo.
Una serie di istantanee forma questo libro, che verrà amato da chi ama questa città, da chi è capace di leggere la sua storia nelle statue, nei grattacieli, nel Muro; di sentire la voce della Dea della Vittoria, dell'Aquila nel Reichstag, nell'immobilità della Stanza del Silenzio; di vedere in questa città il ritratto impossibile di un camaleonte: una città che sembra più vera di quella autentica, ma è fantastica come una leggenda.

martedì 21 giugno 2011

I am that merry wanderer of the night.

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per il peso della testa troppo gonfia di sogni

Il primo proposito del buono anno fatto nel 2011 e non mantenuto? Scrivere due righe per ogni libro letto.
Avevo cominciato bene: QUI, per esempio. E anche QUI. E infine QUI. Ma poi basta, mi sono fermata.

Ho assunto un impegno dopo l'altro: i corsi d'italiano per gli adulti; quelli per i bambini; le ripetizioni; ho dovuto mettere l'ultima, definitiva mano al terzo libro della collana "Imparare è un'avventura" (che uscirà per KABA Edizioni a settembre); ho avuto diversi ospiti in altrettanti gradevoli intermezzi; ho avuto le sedute di fisioterapia assassina per rimettere in sesto il mio povero collo di cartapesta; ho accettato di partecipare a un'iniziativa per ora ancora inedita del Centro Culturale Italiano a Berlino... il tutto, ovviamente oltre alle solite mansioni da mamma-massaia-fallo-tu-che-tanto-non-c'hai-niente-da-fare-tutto-il-giorno.
E così sono rimasta indietro con le mini-recensioni dei libri che ho letto quest'anno.

Ho appena fatto il conto: a presentarli dieci alla volta sono indietro di appena quattro post e un pezzettino! È interessante, rispolverando i titoli mi sono resa conto che alcuni sono ben fissi nella mia memoria, mente altri che pure al momento mi erano parsi simpatici stanno svanendo molto facilmente.

Visto che la maggior parte delle incombenze è finita (ultimo appuntamento al centro culturale stasera), spero di riuscire a mettere insieme un post al giorno per i prossimi quattro giorni.

Dopodiché, ci facciamo insieme un bel ruttino per digerire tutti quei librozzi e ripartiamo per la seconda sfavillante metà dell'anno!

giovedì 16 giugno 2011

Have you ever felt the future is the past?

Vorrei avere ancora sedici anni e avere il permesso di credere ai sogni e alla magia.

Perché poi la vita ti trascina con sé, ti costringe a crescere e se non stai attento i sogni si infrangono e la magia svanisce.

sabato 11 giugno 2011

Friends will be friends



Our most difficult task as a friend is to offer understanding when we don't understand.
~Robert Brault


It is not so much our friends' help that helps us, as the confidence of their help.
~Epicurus

There is magic in long-distance friendships. They let you relate to other human beings in a way that goes beyond being physically together and is often more profound.
~Diana Cortes

 
There is one friend in the life of each of us who seems not a separate person, however dear and beloved, but an expansion, an interpretation, of one's self, the very meaning of one's soul.
~Edith Wharton

What is a friend? A single soul dwelling in two bodies.
~Aristotle

giovedì 9 giugno 2011

Take this kiss upon the brow

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Ho voglia di sogni e di magia.


martedì 7 giugno 2011

When you wish upon a star...

Stamttina mi sono imbattuta in un articolo su internet.

È successo questo: il 4 giugno era il Gay Day a Disney World, in Florida.
La Florida Family Association, un'associazione di cristiani fondamentalisti, ha pensato di organizzare un evento in difesa dei valori della famiglia in concomitanza con tale giornata. Ha quindi raccolto tra i suoi membri la cifra di 7.000 $ con i quali ha affittato un aeroplano che si è portato sopra Magic Kingdom sventolando un banner con la scritta: "WARNING GAY DAY AT DISNEY 6/4" ("attenzione Gay Day a Disney il 4 giugno").

Questo fatto mi lascia amareggiata e senza commenti originali per più di una ragione.
Sono addirittura quasi stanca di brandire la spada in difesa del concetto diverso non significa sbagliato.
Stanchissima di sottolineare quanto accettare un comportamento che non si condivide non obblighi ad adottarlo (sei "contrario" all'omosessualità? Non sei certo costretto a essere omosessuale tu, e comunque ti piacerebbe se qualcuno fosse "contrario" ai capelli neri? al suono delle campane della tua chiesa? perché non fai una crociata nei confronti dei sexy-shop, facendoli sorvolare da un biplano con scritte denigratorie al neon? credo che i sexy-shop siano più "nemici" della famiglia di quanto possa mai esserlo un omosessuale, considerato il numero di devoti mariti e padri che li frequentano...)
Purtroppo queste sono considerazioni generiche, banalmente riassumibili con un "vivi e lascia vivere", che lasciano il tempo che trovano e si guadagnano l'approvazione solo di chi è già d'accordo.

Ma in quanto cristiane, queste persone, dovrebbero per prima cosa pensare in termini di pace, amore e libero arbitrio.
Però: la parte riguardante pace e amore se la aspettano e sono pronti a rinfacciarti la Legittima Indignazione e la Lotta Contro Il Peccato.
E per quanto riguarda il libero arbitrio, beh. In genere se ne ricordano solo quando sentono minacciato il proprio. Cioè, in pratica: loro devono essere liberi di osteggiare apertamente gli omosessuali. Che però dovrebbero sparire, convertirsi o quanto meno nascondersi, vergognarsi e riconoscere di non avere diritto a essere considerati cittadini.

Altra questione, che mi pare degna di nota: i 7.000 $. Rendiamoci conto: 7.000 $! Non sono mica pochi! Quanti bambini avrebbero potuto vaccinare, con 7.000 $? Quanti medicinali avrebbero potuto regalare agli ospedali che lavorano in zone di guerra? Quanti pasti avrebbero potuto offrire ai barboni? Per quanti bambini avrebbero potuto pagare il sostegno scolastico in Africa? Eccetera. Invece, no. Questi cristiani hanno deliberatamente deciso di spendere un sacco di soldi in un gesto d'odio e di rancore verso una categoria di persone che ritengono offensiva.

Come ho già detto: nessuna osservazione originale. Solo tanta amarezza nel constatare che la regola per imporsi che vige tra gli esseri umani è sempre solo quella di gridare più forte degli altri.

mercoledì 1 giugno 2011

Witches are seldom invited to vampire functions

- Mamma, insomma, quella lavastoviglie fa davvero un gran baccano. Non puoi spegnerla?

- Beh, non mi sembra sia poi così rumorosa. Ti dà fastidio?

- No, a me no. Ma Hell Scream non riesce a dormire.

- ??!!?? CHI???

- Hell Scream:



- ...

- Ma che cosa vuol dire, poi, Hell Scream?

- Ah-hem. Qualcosa tipo Grido Infernale.

- Oh, davvero? Mmmmhhh... Decisamente non va bene come nome. Ce ne vuole uno meno feroce. Che te ne pare di Rudi?

- Uh. Rudi va bene, direi.

... Perché stupirsi ancora di qualcosa a questo mondo?