WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

domenica 30 gennaio 2011

La Leggenda Della Merla

.
Tanto, tanto tempo fa a Milano ci fu un inverno molto rigido.
La neve scendeva dal cielo e copriva tutta la città, le strade, i giardini.

Sotto la grondaia di un palazzo in Porta Nuova c'era un nido abitato da una famigliola di merli.
C'erano mamma Merla, papà Merlo e tre piccoli merlottini, nati dopo l'estate.

A quel tempo i merli avevano le piume bianche come la neve!

La famigliola soffriva il freddo e stentava a trovare qualche briciola di pane per sfamarsi, perché le poche briciole che cadevano in terra dalle tavole degli uomini venivano subito ricoperte dalla neve che scendeva dal cielo.

Dopo qualche giorno papà Merlo prese una decisione e disse a mamma Merla:
"Qui non si trova nulla da mangiare, se continua così moriremo tutti di fame e di freddo. Ho un'idea: traslochiamo sul tetto del palazzo, accanto al camino. Io parto e vado a cercare il cibo dove la neve non è ancora arrivata e fino al mio ritorno voi starete al caldo."

Detto, fatto: papà e mamma Merlo portarono il nido vicino al camino e il papà partì. La mamma e i piccoli uccellini stavano tutto il giorno nel nido e il fumo che usciva tutto il giorno dal camino li riscaldava.

Dopo tre giorni tornò Papà Merlo e quasi non riuscì più a riconoscere la sua famiglia, perché il fumo che usciva dal camino aveva colorato di nero tutte le piume degli uccellini!
Il giorno dopo il freddo allentò la sua morsa sulla città e i merli riuscirono ad arrivare senza problemi alla primavera.

Da quel giorno tutti i merli nascono con le piume nere.

In seguito a questo fatto, gli ultimi tre giorni del mese di gennaio sono detti: i giorni della merla.


venerdì 28 gennaio 2011

Wear the old coat and buy the new book [Austin Phelps]


Come promesso, ecco un post per parlare delle mie letture di gennaio. Il ritmo rallenterà, perché il Tempo è Tiranno, ma finché è durata è stato bello. E, naturalmente, non ci sono più le mezze stagioni, ma questa è un'altra storia.

*GH*

Il libro che ha avuto l'onore di essere il primo del 2011 è stato "Mini Shopaholic", di Sophie Kinsella. Una lettura impegnata e profonda, insomma *ironia & sarcasmo*. Ogni tanto si ha anche bisogno di alleggerire la materia grigia e rilassare le sinapsi.
E Becky Bloom, protagonista della serie "Shopaholic", è sempre lei: tenera e sognatrice, capace di strappare tanti sorrisi. Vive nel suo mondo, si fa un miliardo di film nella testa, combina guai e inventa storie a più non posso per far aderire la realtà alla sua fantasia. Una pasticciona impenitente, ma fa tutto in buona fede e sempre per far felici le persone a cui vuole bene. E la saga continua...

Subito dopo ho letto "The Passage", di Justin Cronin.
L'ho comprato in aeroporto prima di Natale, non ho saputo resistere alla recensione riportata sulla copertina: By the third chapter, trash was piling up in our house because I was too scared to take out the garbage at night. - Ron Charles, The Washington Post [trad.: Già al terzo capitolo c'era una montagna di pattumiera accumulata in casa, perché avevo troppa paura di uscire di casa la notte per portarla fuori].
In realtà personalmente non l'ho trovato così spaventoso. E di esperimenti governativi segreti alla ricerca dell'arma finale ho già letto fior di romanzi. Nonostante questo, le 879 pagine si fanno decisamente leggere. In ogni momento era estremamente difficile decidere di chiudere il libro, qualunque ora fosse e qualunque fosse l'impegno che chiamava.
Inizialmente la storia si svolge rapida e raggiunge quella che sembra una conclusione e ti chiedi, E adesso, cosa succederà? È già successo tutto e siamo solo a pagina 250! Allora attacchi il capitolo dopo, e quello dopo, e quello dopo ... e continuano a succedere cose, continui a rimanere incollato alla storia perché il ritmo non cala davvero mai. Ogni volta che hai l'impressione di aver raggiunto il capolinea, nel giro di mezzo capitolo ti rendi conto che era solo una fermata. Per arrivare poi al momento in cui tutto è in discussione e a quel punto cambi domanda e ti chiedi, Ma come può finire tutto in venti pagine?!
L'esperimento governativo segreto che mira alla creazione dell'arma finale si chiama NOAH. È stato scoperto che nell'essere umano la ghiandola preposta alla crescita fisica smette di funzionare raggiunta l'età della maturità. Ecco perché comincia il processo dell'invecchiamento, che porta inevitabilmente alla morte. Lo scopo dell'esperimento è rendere attiva e funzionante detta ghiandola anche nei sogetti adulti, in modo da prolungare loro la vita, migliorando le loro prestazioni fisiche. Ci si serve di "volontari", ovvero persone che danno liberamente il proprio consenso di fronte a una semplice scelta. In genere le cose vanno così: Caro Tizio. Tu sei condannato a morte e dopodomani ti verrà somministrata l'iniezione letale. Se però vieni con noi e ti lasci usare come cavia nel nostro laboratorio per un esperimento scientifico del quale non possiamo naturalmente dirti un bel niente, allora hai garantita l'amnistia. Che dici? Ecco reclutati dodici volontari. Il tredicesimo è una bambina (che viene rapita) ed è anche la sola che reagisce nel modo sperato. Tutti gli altri si trasformano in esseri immortali, fortissimi, altissimi, bruttissimi, che non riesocno a frenare l'impulso di saltare addosso alle persone per sbranarle. Non sopportano la luce del sole, quindi escono solo di notte. Se la persona morsa non viene sbranata e sopravvive, si trasforma a sua volta.
A raccontarla così sembra l'ennesima trovata in stile vampiri e/o lupi mannari. In realtà la storia e l'evoluzione dei personaggi e delle loro vicissitudini è gestita molto bene, per cui non viene per nulla spontaneo pensare a vampiri/licantropi mentre si legge. La bambina è la chiave per risolvere la tragica situazione nella quale l'umanità precipita nel momento in cui i dodici soggetti utilizzati per l'esperimento riescono a fuggire. Una lettura che non annoia.

Si cambia stile con "Contare le Stelle" , di David Almond. Non è il genere di libro che leggo normalmente, ma non posso dire che mi sia dispiaciuto. Si tratta di una raccolta di storie e aneddoti familiari, raccontati e visti con gli occhi di un bambino, che capisce e crede e vede solo una parte della realtà e che cerca di crescere ma non troppo. Tenero e delicato, semplice come sono semplici le cose per i bambini.

Poi è stata la volta di "Il Moufletto e la Foresta Interminabile", di Giovanna Corrias Lucente e Donatella Lapadula, divertente e brevissimo libro per bambini. Il Moufletto è un animale misterioso che cerca compagni di gioco, ma nessuno sa cosa sia, nemmeno lui. Storiella divertente, scritta in modo molto semplice e senza pretese, è una gradevole lettura per bambini che hanno appena cominciato a leggere da soli.

Quinto libro del 2011: "La Città dei Libri Sognanti", di Walter Moers.
Ma quanto è bella Librandia? Una città che vive e respira libri e lettura, dove ogni negozio ha in vetrina volumi, carta, segnalibri, penne, taccuini... e dove le attività quotidiane ricreative prevedono letture di gruppo attorno al fuoco, declamazione di poesie e dove i locali stanno aperti tutta la notte per consentire ai lettori "delle ore piccole" di trovare sempre un posticino accogliente. Ci sono anche creature strane e segreti pericolosi, e sono proprio quelli che il protagonista - un dinosauro proveniente da Forte Vermicchio di nome Ildefonso De Sventramitis - dovrà svelare attraverso un pericoloso e avventurosissimo viaggio nelle catacombe sotto la città. È un romanzo molto divertente e, per certe osservazioni sulla scrittura, gli scrittori e l'editoria, decisamente molto attuale!

È stata quindi la volta di "Il Viaggio della Strega Bambina", di Celia Rees, seguito subito dopo da "Se Fossi una Strega".
Nel primo libro si segue la storia di Mary, una bambina la cui nonna viene arrestata e condannata per stregoneria nel 1600 in Inghilterra. La bambina si imbarca allora insieme a una comunità di puritani in partenza per l'America. Viaggia e si stabilisce insieme a loro, ma ha uno spirito diverso che le fa apprezzare i nativi e la natura che li circonda. Mary cresce e rimane una ragazzina indipendente e autonoma e questo infastidisce molto i capi della comunità, che insistono a cercare (e trovare) il male e Satana in ogni piccola cosa. Quando la parola "strega" comincia a rimbalzare da una parte all'altra del villaggio, Mary capisce già come andrà a finire, ma per fortuna ha degli amici.
"Se Fossi una Strega" è il seguito di "Il Viaggio della Strega Bambina" ed è ambientato ai giorni nostri.
Una studentessa di origine pellerossa legge documenti e fa sogni che le fanno credere di essere in qualche modo collegata alla Mary di cui si narra nel primo libro. Grazie alle capacità sciamaniche di sua nonna rivive gli episodi salienti della vita di Mary, che ha sofferto la fine delle tribù native americane per mano degli Europei.
Nell'insieme i due libri ripercorrono la vita delle prime comunità di Europei trapiantati in America a spese dei popoli nativi, condannati per il semplice fatto di esistere e di essere diversi. I religiosi dell'epoca non ci fanno una bella figura, ma neppure gli avventurieri e gli Europei che avevano affrontato il viaggio solo per fare fortuna. E non ci fanno una bella figura neppure i Pellerossa, incapaci di unirsi contro il nemico comune. In definitiva l'amara conclusione è che, indipendentemente dai motivi e dalle ideologie ciascuno si crede migliore degli altri e alla fine non vince il migliore, ma solo il più forte.

Una lettura brillante e davvero divertente è stato il libro numero otto del 2011: "Beastly", di Alex Flinn.
Si comincia con un'esilarante chat in un forum riservato a un gruppo di sostegno per trasformati. I partecipanti alla chat sono la Bestia, il Principe Ranocchio, L'Uomo Orso e una Sirena che sta considerando di barattare la propria voce in cambio di un paio di gambe per conquistare il suo vero amore. Se questi personaggi vi sono familiari, ci avete visto giusto: sono proprio loro!
Il romanzo segue la vicenda di Bestia ed è ambientato nella New York dei nostri giorni in cui il giovane figlio di un celebre presentatore televisivo è ossessionato dall'aspetto fisico e dal denaro, che considera gli unici valori degni di nota al mondo. Finché, naturalmente, una strega lo trasforma in un mostro e gli promette che l'incantesimo si spezzerà solo se una ragazza si innamorerà di lui e gli darà un bacio per suggellare il sentimento entro due anni esatti. Molto divertente e trattata bene la trasposizione della fiaba.

I due libri seguenti sono della mia eroina Robin Hobb! Dopo aver eletto "The Liveship Traders Trilogy" una delle letture più entusiasmanti che abbia mai fatto, non potevo lasciarmi scappare i seguito: "The Rainwild Chronicles". Si tratta di un'altra trilogia, ancora incompleta al momento. Il primo libro si intitola "The Dragon Keeper" e il secondo "Dragon Haven". Siamo nel misterioso e affascinante territorio solcato dal Rain Wild River, il fiume dall'acqua talmente acida che nessuna nave dura a lungo, a meno che non sia costruita con quello che tutti chiamano Wizardwood, un legno dalle proprietà magiche da cui si ottengono navi in grado di acquistare consapevolezza, coscienza e una propria personalità. Dietro a questo Wizardwood, però ci sono dei segreti che il popolo del Rain Wild ha imparato a conoscere e che hanno a che fare con la popolazione dei Draghi. E proprio i Draghi sono i protagonisti di questo seguito: assistiti da un manipolo di giovani reietti, intraprendono il viaggio verso la misteriosa città di Kelsingra, dove sperano di riuscire a stabilirsi e restituire alla stirpe dei draghi il lustro, l'importanza e il rispetto che aveva un tempo.

Subito dopo mi sono concessa una breve lettura fuori tema con il testo "Dimagrire Mangiando", di Patrick Holford. Non accalcatevi e non siate ansiosi: il nostro non ci svela nulla che non sapessimo già. Però parla della fibra chiamata glucomannano come di un supporto efficace nella perdita di peso. Da provare.

L'ultimo libro che ho terminato in gennaio è "Harpy's Flight", di Megan Lindholm . Megan Lindholm è il vero nome di Robin Hobb e "Harpy's Flight" è uno dei suoi primi romanzi.
Mi è piaciuto, mi è piaciuto molto e mi è piaciuto tutto. Non riesco a decidere cosa tra l'ambientazione, la protagonista, le creature, le tradizioni dei popoli... mi abbia conquistato. Probabilmente ognuna di queste cose e il loro insieme. Un bel romanzo, costruito bene tra presente e flash-back che ci raccontano tutto quello che abbiamo bisogno di sapere senza annoiarci e senza "sapere" di lezioncina. Con mio sommo disappunto nonché estrema disperazione, ho scoperto che "Harpy's Flight" è il primo di quattro romanzi, attualmente non reperibili perché in ristampa. Sto ancora decidendo se cercarli usati o pre-ordinarli su amazon.

Al momento ho tra le mani "Down and Out in the Magic Kingdom", di Cory Doctorow , la mia tredicesima lettura dell'anno e promette bene!

Quindi
BUON ANNO e BUONE LETTURE
a tutti!
.

Emily Dickinson [1830 - 1886]

martedì 25 gennaio 2011

... she became the Girl from Nowhere

È buffo, sapete? Quest'ultimo mese è trascorso senza che io avessi voglia di scrivere.
Non è che mi mancassero le idee. Forse un po' mi mancava il tempo: tra malattie, ricadute, torcicollo del bambino, eventi "esterni" poco piacevoli con cui fare i conti, open day alla scuola superiore, lezioni extra di violino... ma comunque fondamentalmente non avevo proprio voglia di mettermi davanti alla tastiera (o a un foglio di carta) per scrivere.

Sono stata vittima del celebre "blocco dello scrittore"?

Per me questa è un'espressione divertente, in realtà nasconde qualcosa che molti prendono maledettamente sul serio:
- se ne preoccupano (Oh, mein Gott! Ma cosa mi succede? Sto davanti a questa pagina bianca per mezza giornata, poi butto giù due righe e fanno schifo, le devo cancellare! Me misero! Me tapino! ... ecc.);
- se ne crucciano (E ora, che sarà di me?!);
- cercano soluzioni al loro "problema" (sul serio: esistono fior di pagine web dedicate, tipo I 1001 modi per superare il blocco dello scrittore!).

Come al solito, a me piace andare contro corrente. E allora mi chiedo:

Il blocco dello scrittore esiste? E, se esiste, è davvero un problema da risolvere?

Ora, punto primo: per considerare l'eventualità di essere stati colpiti dal blocco dello scrittore bisogna essere uno scrittore.

Prima che la platea si accapigli, si azzuffi e decida di ghigliottinarmi: no, non credo che solo gente come Ken Follet o Stephen King, che scrivono di mestiere (leggi: campano con i proventi dei loro scritti) siano da considerarsi scrittori.

Anzi, a voler guardare il pelo nell'uovo, domandiamoci: è sufficiente guadagnare dai propri libri abbastanza soldi per campare, per essere scrittori? Ohimè, credo di sì!
Se io mi guadagno il pane aggiustando rubinetti e tubature, posso a tutti gli effetti definirmi un idraulico.
Se preparo da mangiare e la gente paga perché io riempia loro il piatto, sarò una cuoca, indipendentemente dal fatto che la mia cucina sia da guida Michelin o da tavola calda lungo autostrada messicana.
Ergo: ebbene sì. Anche se scrivi ciofeche, se guadagni abbastanza per vivere sei uno scrittore.

E se non guadagni abbastanza per vivere? Eh, i problemi che pone il magico settore dell'arte!
Uno scrittore è fondamentalmente qualcuno che scrive. Anche la ragazzina di undici anni chiusa in cameretta a scrivere una storia in cui mescola le Winx ai Barbapapà è una scrittrice. Ma può parlare di blocco dello scrittore?

Sapete, la cosa buffa è che sono convinta che il blocco dello scrittore possa legittimamente colpire la ragazzina di undici anni, piuttosto che Stephen King. Perché la ragazzina scrive seguendo la propria ispirazione del momento: se l'ispirazione viene a mancare, non scrive e si mette a giocare con le Barbie o va a farsi un giro in bicicletta con le amiche.
Stephen King, ispirazione o no, scrive comunque: è il suo mestiere. Quando hai scritto per tutta la vita millemila romanzi e racconti, non hai davvero bisogno dell'ispirazione, per scrivere qualcosa. Hai la tecnica, l'esperienza, conosci i trucchetti, ricicli, rimodelli... insomma, scrivi lo stesso.

Personalmente mi sento un po' a cavallo tra i due mondi. Non mi guadagno da vivere grazie a quello che scrivo, ma scrivere è uno dei miei lavori.
Faccio la mamma, la massaia, aiuto nei compiti e do ripetizioni, insegno l'italiano ai tedeschi, leggo le storie ai bambini e faccio traduzioni dall'inglese e dal tedesco. E scrivo racconti per diletto, e libri per bambini che vengono pubblicati. Per scrivere mi servono tre cose: ispirazione, voglia e tempo.
Sono una possibile vittima del blocco dello scrittore? Credo di sì.
Nell'ultimo mese sono stata afflitta da questo terribile morbo? Credo di no. Non mi mancava l'ispirazione, anzi ho persino concepito i brandelli di una nuova storia. Non avevo molto tempo e non avevo per niente voglia. L'ispirazione è essenziale, ma non è tutto. Questo è quanto.

E secondo me, comunque, se uno non è Stephen King e non ha l'ispirazione, farebbe proprio meglio a non sforzarsi. Il mondo vivrà benissimo (anzi: molto meglio) senza ridurre in trucioli altri alberi e imbrattare fogli su fogli di roba scritta per forza.

Dunque, per non struciolare inutilmente alberi, nell'ultimo mese, fedele ai miei dettami personali, non ho scritto. Ho LETTO. (A parte tutte le altre cose che ho amorevolmente elencato qualche paragrafo più su, naturalmente).
Ho letto un bel po' e ho deciso di dedicare qualche post a raccontare qualcosa sui libri che ho letto. Stay tuned!

Ma certi sogni son come le stelle

- Ehi, piccoletto! Svegliati, sono già le 7.30!
- Uhmpf! Sgnèk!
- Forza, alzati!
- Uffi, mamma! Non è giusto: stavo sognando e tu mi hai svegliato!
- Oh, mi dispiace... E cosa stavi sognando?
- Uh, sognavo che i nonni avevano un secondo cane, oltre a Camilla. Solo che Camilla mi faceva un sacco di feste, invece l'altro cane era grosso e nero e non mi voleva vicino! Mi faceva paura!
- Beh, ma allora ho fatto bene a svegliarti!
- Ma no, cosa dici! Non si interrompono i sogni in questo modo!


- Buongiorno, uomo della mia vita! È ora di alzarsi!
- Uhmpf! Sgrunt!
- In piedi, pigrone! Hai detto che accompagni tu il piccoletto a scuola stamattina!
- Sí, beh... Ma era ieri sera.
- 'Mbè? La scuola è al mattino, non è mica una novità!
- Uffa, stavo sognando!
- Oh, ma guarda. Anche tu? E cosa stavi sognando?
- Eh, ero in ufficio.
- In ufficio?
- Sí, ma in Italia. E un mio collega mi stava parlando. E tu mi hai svegliato!
- E capirai. Non è che fosse un sogno meraviglioso no? Parlare con i colleghi in ufficio. Bah!
- Ma non capisci, è il concetto: non si interrompe uno mentre parla. O mentre sogna!

[...]

- Certo che siete tutti strani, eh. Il piccoletto si lamenta perché l'ho svegliato da un sogno in cui c'era un cane grosso e nero che gli metteva paura. Tu ti lamenti perché ti ho svegliato da un sogno insipido di chiacchiere in ufficio. E io, che cosa dovrei dire, allora? La sveglia ha suonato nel bel mezzo del mio primo giorno di lavoro in un ufficio stratosferico, con giardini pensili e terrazze e schermi al plasma nelle sale ricreative e il mio unico collega diretto era Orlando Bloom!

giovedì 13 gennaio 2011

.