WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

martedì 25 gennaio 2011

... she became the Girl from Nowhere

È buffo, sapete? Quest'ultimo mese è trascorso senza che io avessi voglia di scrivere.
Non è che mi mancassero le idee. Forse un po' mi mancava il tempo: tra malattie, ricadute, torcicollo del bambino, eventi "esterni" poco piacevoli con cui fare i conti, open day alla scuola superiore, lezioni extra di violino... ma comunque fondamentalmente non avevo proprio voglia di mettermi davanti alla tastiera (o a un foglio di carta) per scrivere.

Sono stata vittima del celebre "blocco dello scrittore"?

Per me questa è un'espressione divertente, in realtà nasconde qualcosa che molti prendono maledettamente sul serio:
- se ne preoccupano (Oh, mein Gott! Ma cosa mi succede? Sto davanti a questa pagina bianca per mezza giornata, poi butto giù due righe e fanno schifo, le devo cancellare! Me misero! Me tapino! ... ecc.);
- se ne crucciano (E ora, che sarà di me?!);
- cercano soluzioni al loro "problema" (sul serio: esistono fior di pagine web dedicate, tipo I 1001 modi per superare il blocco dello scrittore!).

Come al solito, a me piace andare contro corrente. E allora mi chiedo:

Il blocco dello scrittore esiste? E, se esiste, è davvero un problema da risolvere?

Ora, punto primo: per considerare l'eventualità di essere stati colpiti dal blocco dello scrittore bisogna essere uno scrittore.

Prima che la platea si accapigli, si azzuffi e decida di ghigliottinarmi: no, non credo che solo gente come Ken Follet o Stephen King, che scrivono di mestiere (leggi: campano con i proventi dei loro scritti) siano da considerarsi scrittori.

Anzi, a voler guardare il pelo nell'uovo, domandiamoci: è sufficiente guadagnare dai propri libri abbastanza soldi per campare, per essere scrittori? Ohimè, credo di sì!
Se io mi guadagno il pane aggiustando rubinetti e tubature, posso a tutti gli effetti definirmi un idraulico.
Se preparo da mangiare e la gente paga perché io riempia loro il piatto, sarò una cuoca, indipendentemente dal fatto che la mia cucina sia da guida Michelin o da tavola calda lungo autostrada messicana.
Ergo: ebbene sì. Anche se scrivi ciofeche, se guadagni abbastanza per vivere sei uno scrittore.

E se non guadagni abbastanza per vivere? Eh, i problemi che pone il magico settore dell'arte!
Uno scrittore è fondamentalmente qualcuno che scrive. Anche la ragazzina di undici anni chiusa in cameretta a scrivere una storia in cui mescola le Winx ai Barbapapà è una scrittrice. Ma può parlare di blocco dello scrittore?

Sapete, la cosa buffa è che sono convinta che il blocco dello scrittore possa legittimamente colpire la ragazzina di undici anni, piuttosto che Stephen King. Perché la ragazzina scrive seguendo la propria ispirazione del momento: se l'ispirazione viene a mancare, non scrive e si mette a giocare con le Barbie o va a farsi un giro in bicicletta con le amiche.
Stephen King, ispirazione o no, scrive comunque: è il suo mestiere. Quando hai scritto per tutta la vita millemila romanzi e racconti, non hai davvero bisogno dell'ispirazione, per scrivere qualcosa. Hai la tecnica, l'esperienza, conosci i trucchetti, ricicli, rimodelli... insomma, scrivi lo stesso.

Personalmente mi sento un po' a cavallo tra i due mondi. Non mi guadagno da vivere grazie a quello che scrivo, ma scrivere è uno dei miei lavori.
Faccio la mamma, la massaia, aiuto nei compiti e do ripetizioni, insegno l'italiano ai tedeschi, leggo le storie ai bambini e faccio traduzioni dall'inglese e dal tedesco. E scrivo racconti per diletto, e libri per bambini che vengono pubblicati. Per scrivere mi servono tre cose: ispirazione, voglia e tempo.
Sono una possibile vittima del blocco dello scrittore? Credo di sì.
Nell'ultimo mese sono stata afflitta da questo terribile morbo? Credo di no. Non mi mancava l'ispirazione, anzi ho persino concepito i brandelli di una nuova storia. Non avevo molto tempo e non avevo per niente voglia. L'ispirazione è essenziale, ma non è tutto. Questo è quanto.

E secondo me, comunque, se uno non è Stephen King e non ha l'ispirazione, farebbe proprio meglio a non sforzarsi. Il mondo vivrà benissimo (anzi: molto meglio) senza ridurre in trucioli altri alberi e imbrattare fogli su fogli di roba scritta per forza.

Dunque, per non struciolare inutilmente alberi, nell'ultimo mese, fedele ai miei dettami personali, non ho scritto. Ho LETTO. (A parte tutte le altre cose che ho amorevolmente elencato qualche paragrafo più su, naturalmente).
Ho letto un bel po' e ho deciso di dedicare qualche post a raccontare qualcosa sui libri che ho letto. Stay tuned!

2 commenti:

  1. In merito a quest'ultimo post volevo giusto dirti... er...
    ecco...
    ...sì, insomma...
    ...
    OMANNAGGIACAVOLISSIMO NON MI VIENE ASSOLUTAMENTE NULLA !!!!!!!!

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  2. ahahahah!!!!! che vuoi che ti dica: succede XD

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