WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

giovedì 27 novembre 2014

Nothing will work unless you do. [Maya Angelou]


I vantaggi di lavorare da casa, per quanto mi riguarda, sono innegabili.

Avendo provato sia la vita in ufficio, sia quella del lavoro da casa, non ho bisogno di pensarci su: mille volte la seconda opzione!!

L'ambiente dell'ufficio mi è davvero odioso.
Le chiacchiere insulse, fatte solo per riempire il silenzio nella pausa caffè davanti (magari) a una tristissima macchinetta, in un locale spoglio e amichevole quanto l'estrazione di un molare; i poster con i gattini appesi da qualcuno che tenta invano di rendere più familiare la stanza; i pettegolezzi... Dio mi salvi dai pettegolezzi sul posto di lavoro! I capi sbruffoni, quelli simpatici ma che delegano i compiti antipatici ai sottoposti sbruffoni, quello/a che deve decidere se puoi prenderti una settimana di vacanza, un giorno di ferie, un'ora di permesso... già il fatto di dover chiedere a qualcuno il "permesso" di usare il mio tempo come meglio credo, mi rivolta lo stomaco. Perché il datore di lavoro mi paga (spesso non abbastanza) NON semplicemente perché io svolga un lavoro, ma perché io lo svolga nelle ore che dice lui. Che odio. Che cosa insopportabile.

Quindi, dicevo: lavorare da casa ha, dal mio punto di vista, innegabili vantaggi. Anche se devo lavorare, non c'è nessuno che decide quando mi devo alzare dal letto, quando posso andare a farmi un caffè, quando devo interromere per mangiare un boccone e quanto tempo ho a disposizione per farlo, come mi devo vestire, e mille altre cose.

Io, se voglio, lavoro in pigiama. In ginocchio sulla sedia. Mi metto mezzo sdraiata, con le gambe sul tavolo e il computer sulle gambe. Ascolto musica, quella che voglio. Bevo caffè, o tè, o acqua, mangio una mela e lascio il torsolo in giro. Parlo da sola, ad alta voce. Canto. Vado in bagno a fare pipì tutte le volte che mi scappa (e certe volte sono davvero tante!). A volte non pranzo, a volte mi alzo di continuo per controllare il fornello. A volte esco e faccio una commissione, a volte addirittura esco e vado a fare un giro in libreria, o a comprarmi un paio di scarpe, o a bere un caffè con un'amica. Passo ore ad aiutare i miei figli a studiare. Mi alzo per stendere il bucato. Lavoro la sera dopo cena, con il buio. Interrompo per una telefonata con mia mamma. Faccio shopping su internet. Faccio jogging dietro casa. Se ho finito il latte prendo la bici e vado a comprarlo al supermercato.
Insomma: la qualità della vita, lavorando da casa, secondo me è migliore. Gestisco meglio il mio tempo e non sono costretta a confrontarmi con un'ambiente che non mi piace, con persone di cui non mi interessa niente.

A volte poi succede che decidi di fare una pausa per un caffè, e mentre aspetti che venga pronto il caffè vai in bagno a fare pipì, ma non nel bagno del piano terra, ché hai messo l'anticalcare nel water, e quindi vai al piano di sopra, ma lungo il corridoio vedi le briciole e i trucioli che sono usciti dalla cartella di tuo figlio poche ore fa, allora vai nello sgabuzzino per prendere la scopa, ma non la trovi perché l'hai lasciata al piano di sopra ieri, quando hai spazzato tutta la polvere in un angolo e poi te la sei dimenticata lì, dietro alla scopa. Allora ti armi di paletta e sali, quindi spingi tutta la polvere sulla paletta e scendi a svuotarla nel cestino, portandoti dietro la scopa con la quale pulisci il pavimento del corridoio. Finalmente vai al piano di sopra per fare pipì, e quando scendi il caffè è bruciato e te ne devi prepare un altro.
E va beh, succede anche questo.



domenica 23 novembre 2014

With enough soap, you can blow up the whole world. [Chuch Palahniuk]


- Allora io vado a farmi la doccia. 

- Ottimo. Prendi la saponetta che ti ha regalato la nonna! Ha un profumo buonissimo, e poi è a base di alghe che "accendono il cervello"! 

- Ma cosa vuol dire che accendono il cervello, io non ho mica capito!

- Ah boh? Prova, e poi me lo saprai dire! Domani mattina hai l'esame, non c'è momento migliore di questo, per sperimentare le proprietà di questa mirabolante saponetta.

- Ho solo una domanda.

- Cosa?

- Ma devo farmi la doccia con questa? Cioè, voglio dire: com'è che si usa?

- Er... come si usa la saponetta?

- Sì! Voglio dire: è quadrata!

- ?!?!?

- Va beh, fa niente. In qualche modo farò.