Quando ero ancora una ragazzina ottimista, negli scintillanti e promettenti anni '80, mi piaceva pensare a me come a una "cittadina del mondo".
Sentivo che il termine "cosmopolita" mi si adattava molto bene.
Ero a favore del nascente concetto di "globalizzazione", pensandolo in termini di mglioramento della qualità della vita di tutti: più libertà, più possibilità, più pace, più tutto per tutti.
Di certo non mi aspettavo che i Paesi ricchi esportassero miseria, guerra e schiavitù nel resto del mondo e si strozzassero soffocando sommersi dal loro stesso impero capitalistico.
Avevo fiducia nel genere umano, non pensavo che la legge del profitto avrebbe preso il sopravvento sui grandi valori universali come la giustizia, l'equità, la salvaguardia dell'ambiente, la pace.
Eravamo in grado di debellare povertà, malaria e lebbra e avremmo potuto farlo. Avevamo già allora i capitali, le braccia e le competenze necessarie per farlo.
Abbiamo invece anteposto il benessere di pochi a un intero pianeta in cui si sarebbe potuto vivere bene. Il sassolino è diventato una frana e ci sta sommergenedo tutti.
A volte penso al mondo, a come ha cominciato a traballare come una trottola sul punto di cadere. La globalizzazione non è stata quello che mi aspettavo. A questa stregua, sono pronta a sostenere la frammentazione del sistema socio-politico del pianeta.
E nessuno mi venga a dire che senza di noi in Africa muoiono di fame e si fanno fuori a suon di machete e guerre civili. Nessuna delle due cose accadeva, prima che arrivassimo noi a civilizzare e colonizzare un Paese del quale non conoscevamo assolutamente niente, rovinandolo perchè abbiamo preteso di imporre il sistema che funzionava da noi in un posto completamente diverso per clima, conformazione, tradizioni e cultura.
E i terroristi afghani? Avete mai visto foto dell'Afghanistan? Hanno quattro capre e tre mucche in croce. Non esiste neppure una miserrima fabbrica di armi. Se non ci fossimo noi che gliele vendiamo per poi andare a bombardarli perché le usano contro di noi, il problema non si porrebbe. Non hanno diritti civili per le donne? Sparando missili in mezzo al mercato o facendo saltare bambini sulle mine antiuomo ho il sospetto che le donne non otterranno alcun diritto civile. Hanno sterminati campi di oppio? Non li avevano, quando i Talebani erano al potere, poi però il mondo civile ha deciso che erano la causa di tutti i mali del pianeta. Per carità: non vorrei mai e poi mai trovarmi a vivere in un contesto in cui gli estremisti islamici dettano le regole, ma bombardare tutto il Paese con questo pretesto somiglia al medico che ammazza il paziente per debellare il virus che lo infetta. Paziente morto? Quante storie: è un lavoro sporco eliminare i virus, bisogna mettere in conto delle casualties.
E comunque la storia dovrebbe insegnare: abbiamo avuto anche in Europa il periodo degli estremisti religiosi, in cui sono morte migliaia di persone; le donne hanno dovuto lottare anche in Europa per ottenere i loro diritti. Semplicemente è accaduto prima che la mia generazione si affacciasse alla finestra del mondo e si accorgesse che in altri Paesi le popolazioni erano tanto incivili e corrotte da comportarsi come si erano comportati i nostri antenati.
In Europa non si combatte più. In Europa, se ci sono problemi tra due Paesi, non si arriva alla guerra. Esiste la diplomazia, esistono i patti, i trattati, esistono delle Commissioni e dei Giudici Internazionali che risolvono il caso a suon di multe, contributi e così via.
Siamo civili.
Le fabbriche di armi ci servono per rifornire illegalmente i trafficanti di droga e clandestini e i terroristi. Ah, sì. Ci servono anche per mandare i nostri soldati a combattere su suolo rigorosamente straniero contro i trafficanti di droga e clandestini e i terroristi.
Chi governa noi, Paesi Civili, è l'interesse delle grandi multinazionali, delle grandi banche. Non è il popolo, non i suoi interessi, però ci ostiniamo dire che viviamo in democrazia e se osi insinuare il contrario vieni guardato con sdegno e ti viene ribaltata in faccia la domanda, preferiresti vivere in Cina, dove non hanno neppure accesso a YouTube e Facebook? Oppure in un Paese musulmano, dove saresti chiusa in casa, coperta da un telo nero dalla testa ai piedi, malmenata dal marito senza che tu possa ribellarti e se lo fai lui ha il diritto di mutilarti o darti fuoco...? Santo Cielo, ovviamente no! Ma il fatto che altrove succedano queste cose non rende la nostra situazione più democratica.
Vengono ridotti o tolti i contributi per gli impianti di produzione di energie rinnovabili perché le multinazionali del petrolio possano mantenere il monopolio del mercato e continuare a inquinare irreversibilmente i Paesi in cui estraggono.
Viene proibito l'uso di erbe medicinali nonché la coltivazione privata per uso personale (e sto parlando di erbe medicinali, non di Erba), perché le case farmaceutiche possano brevettare impunemente ogni principio attivo creato da Madre Natura e obbligarti a comprarlo da lei, dopo che lo avrà manipolato chimicamente. Peccato che ci sia gente, come la sottoscritta, che può permettersi di assumere estratto puro di corteccia di salice ma non tollera l'aspirina. Casualties.
Vengono immessi sul mercato prodotti geneticamente modificati, giustificati solo dal maggiore ritorno economico di chi li propone, non certo dal fatto che siano salutari e buoni per la gente che li mangia. E la strada che si sta percorrendo adesso è tale per cui tra qualche anno non potrò neppure tenermi in giardino un orticello di pomodori e insalata.
Quindi questa è la globalizzazione. Questo è il progresso. Sempre meno libertà e diritti, per tutti.
3 ore fa
La mia amica M. teneva un fiorente allevamento di marijuana sotto la sua finestra. Certo, lei non abita certo in città, vive in un posto piuttosto isolato. Non credo che M. abbia mai fumato una sola sigaretta, tanto meno ha fumato la sua marijuana. Ne faceva dei decotti che hanno fatto molto bene per i dolori di stomaco di sua nonna.
RispondiEliminaNon possiamo risolvere i problemi del mondo. Né il mondo, con la sua natura essenzialmente duale di male e bene, diventerà mai un luogo perfetto. Con il diminuire delle distanze e il mescolarsi delle culture il male viene scambiato, insieme con il bene (non è poi proprio tutto male, eh?!? Bisogna saper vedere anche il bene...)
Ma noi, nel nostro piccolo, possiamo schierarci con quel che ci sembra più giusto e rifiutarci di cooperare con quel che ci sembra sbagliato. A volte, il male si diffonde solo per conformismo.
E, qualche volta, sapendo quel che si fa, può esser saggio violare qualche regola opprimente (e coltivare qualche piantina.)
ah, stai pur certo che io le mie piantine me le continuerò a coltivare lo stesso... nel quadro generale, anche lo stomaco della nonna di M. sarebbe rientrato tra le "casualties".
RispondiElimina"possiamo schierarci con quel che ci sembra più giusto e rifiutarci di cooperare con quel che ci sembra sbagliato" -> totalmente d'accordo ed è quello che mi sforzo di fare. ma il "mio piccolo" sembra davvero così tanto "piccolo" :(
[scusa la "deprimenza", ogni tanto mi viene, ma poi passa ^__^]