WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

mercoledì 12 marzo 2014

Home sweet home.

Un consiglio gratutito:
Quando comprate una casa con un giardino che le gira intorno, e nel suddetto giardino è presente una grossa voliera [vedi foto 1] ma voi non avete intenzione di intrappolare volatili, esigete che detta voliera venga rimossa prima della consegna delle chiavi.

foto 1

Perché vi direte: "Non c'è bisogno di chiamare un'impresa di smantellatori professionisti. A distruggere cose son buoni tutti! Che ci vorrà mai?"
Indi, armati di uno svitatore, un martello (che si romperà), uno scalpello, un tronchesino e una scala, ma soprattutto di ingenuità a palate, vi accingerete alla titanica impresa.
Dopo tre fine settimana, qualche graffio, un fortissimo raffreddore e una vite lunga 12 cm che vi perforerà la suola di uno scarponcino e vi si infilerà nel tallone, finalmente raggiungerete il risultato auspicato, che, per inciso, non era preparare la scenografia per un film sull'Uragano Kathrina [vedi foto 2 - nella quale è presente solo un misero 5% del totale delle macerie ricavate].

foto 2

Sarà solo allora, che scoprirete che la diabolica costruzione di legno e reti metalliche poggiava su lastre di cemento infilate verticalmente nel terreno e assicurate, per buona misura, l'una all'altra da una colata di cemento sul fondo [vedi foto 3].

foto 3

Ci vorranno altri due fine settimana, due vanghe (una delle quali si romperà), una paletta e due pastiglie di Voltaren, prima di ottenere un giardino terremotato [vedi foto 4].

foto 4

Quando alla fine del secondo fine settimana sarete riusciti a estrarre dal terreno lastre e blocchi di cemento fusi a monconi di travi d'acciaio dal peso approssimativo di un quintale-un quintale e mezzo cadauno, solleverete quel che resta delle vostre devastate membra, abbozzerete un mezzo sorriso e pronuncerete le parole: "Abbiamo finit..." E a quel punto l'occhio si poserà sull'angolo che i precedenti proprietari del giardino in questione avevano designato a piantagione di colture ignote, separata dal resto da una bassa recinzione realizzata con lastre di cemento ficcate verticalmente nel terreno e (verosimilmente, ma vi manca il coraggio di controllare) fuse in una bella colata di cemento sul fondo [la foto5 non c'è, perché a quel punto siete svenuti].

Non vi resta che consolarvi constatando che i dintorni della casa circondata dal famoso giardino sono davvero idilliaci [foto 6].

foto 6

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