WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

martedì 24 febbraio 2009

Un bacio al vincitore!

No, no: don't worry! Non ho intenzione di baciare nessuno, è solo la solita citazione. Eppoi, mica mi degno di baciare qualcuno che non appartenga alla Magica Sacra Gilda della Magnifica Zanna Puntuta, io!

Torniamo ai miei celebri difetti, che a quanto pare riscuotono grande successo.

Secondo solo al cucito, è il mio pollice nero (espressione che, verosimilmente, sta qui a indicare l'esatto opposto del più celebrato pollice verde).

Cresciuta con una madre che è riuscita a trasformare un appartamento in foresta amazzonica e i due microbici balconi in estensioni della giungla malese, verso i 12 anni fui presa da velleità giardineggianti.
Decisi così di ospitare nella mia cameretta una primitiva forma di vita vegetale: una Patata Americana.

Ora: se c'è una pianta che è persino difficile chiamare pianta per quanto è facile da curare e far crescere, essa è la Patata Americana.
Il procedimento è il seguente: acchiappi una patata (si trovano al mercato, al banco dell'ortolano); la schiaffi in un barattolo di vetro pieno d'acqua; la piazzi davanti a una finestra e aspetti.
Il resto lo fa lei: germoglia lunghi fili verdi a cui sono attaccate delle foglie altrettanto verdi.

Inutile dire che in quel periodo casa mia era infestata di liane lunghe metri su metri, il che mi ha incoraggiato a tentare l'esperimento.
Adottai quindi la mia personale Patata.
Dopo una cospicua quantità di giorni, detta Patata non aveva neppure abbozzato un germoglietto piccolo così.

Chiesi pertanto consiglio all'Esperta, che mi informò del fatto che (e oggi mi domando se non mi stesse prendendo abilmente in giro) le piante vanno amate.
Le avevo dato un nome? No, non glielo avevo dato.
Rimediai subito e corsi nella mia cameretta annunciando festosa alla Patata che da quel momento in avanti mi sarei rivolta a lei chiamandola Eufrasia.

Neppure questo stratagemma parve sbloccare la situazione.

L'Esperta mi suggerì quindi di parlare alla mia pianta, rendendola partecipe delle bellezze della vita.

Da quel giorno decisi che avrei raccontato a Eufrasia le mie entusiasmanti giornate scolastiche.
Un pomeriggio, di ritorno dall'Istituto delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, rinvenni Eufrasia. Accasciata sul pavimento, in mezzo a cocci di vetro e l'acqua sparsa del suo vasetto.
Si era suicidata.

3 commenti:

  1. noo, povera patata incolpevole! ^^
    certo dire tutte le volte che sono ico sa di egocentrico

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  2. lo spirito di eufrasia è venuto a visitarmi questa notte. dice di ringraziarti per la compassione e l'interessamento e che non ha mai assaggiato un ico che sapesse di egocentrico, si domanda come sarebbe. (io se fossi in te mi darei alla fuga, le Patate Americane suicidatesi sono notoriamente pericolosissime)

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  3. lo spirito della patata suicida antropofaga! aiuto!

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