WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

venerdì 23 aprile 2010

Nothing's what it seems to be

Stamattina mi ero prefissata una Commissione Importante.
C'è un certo ufficio comunale che mi ha inviato a casa dei moduli da compilare e riconsegnare. Il/la solerte impiegato/a ha pre-compilato il nome nella prima riga di ben tre fogli! Onore al merito, ma - ahimé - ha sbagliato a scrivere. Così, anziché limitarmi a spedire indietro la busta affrancata, devo andare là e farmi dare dei moduli in bianco.

Stamattina presto ho acceso il pc, per controllare l'indirizzo di detto ufficio, ma prima mi sono soffermata a dare un'occhiata alla posta e ai vari gruppi/forum che frequento abitualmente. Poi ho spento e, mentre il monitor emetteva l'ultimo flebile barbaglio luminoso, mi sono ricordata che non avevo controllato l'indirizzo.

Va beh, tanto mi ricordo dov'è.

Mi infilo il cappottino e le scarpe e ci vado.
Già da lontano i finestroni polverosi e i cartelli gialli e arancioni affissi ai vetri fanno sorgere dentro di me una certa inquietudine. Avvicinantami posso riconoscere le parole che campeggiano minacciose su detti cartelli: ZU VERKAUFEN (in vendita).

Sospiro e attraverso la strada, nella speranza che qualche anima buona abbia lasciato un indizio, a mò di sassolino bianco in stile Pollicino. Ho ben confidato: si avvisa la gentile utenza che nel maggio 2009 ci siamo trasferiti... segue indirizzo. Però. Maggio 2009. Eh-ehm.
Ok, annoto l'indirizzo e non posso fare a meno di notare che si tratta di una via lunghissima e che naturalmente io non ho mezza idea di dove si trovi il numero 282.
Sospiro.
Scendo nell'U-Bahn, poi ci ripenso e salgo a prendere la S-Bahn. Faccio una fermata e mi ritrovo lungo la via dell'indizio, più o meno a metà.
Di qua, o di là?
Al primo tentativo (totalmente casuale, anzi no: ero certa che sarei dovuta andare nell'altra direzione, ma così, giusto per controllare...) azzecco.
Azzecco e cammino, cammino. Mi faccio a piedi un paio di fermate d'autobus e finalmente giungo dinanzi al portone dell'ufficio oggetto delle mie brame. Che al venerdì è chiuso.
Sospiro e ricontrollo gli orari affissi sulla porta a vetri. Nessuno sbaglio: al venerdì, siamo chiusi.
Sospiro.

Che fare? La giornata è ancora giovane il sole splende e ho il portafogli pieno (ehm, non ho ancora fatto la spesa per la settimana, ma questo è un dettaglio: abbiamo ancora il frigorifero pieno di zucchine e budino al cioccolato).
Decido di andare a fare un po' di shopping. Un paio di intramontabili jeans va sempre bene, non ne ho mai troppi. E comunque nel caso specifico non ne ho, a parte due paia stracciatissimi e uno di un tessuto che vorrei sapere cos'è mi prude dappertutto.
Girovago totalmente rilassata in un negozio di abbigliamento per - credo - un'oretta almeno. Ne esco con un paio di jeans e una camiciola simil-country.
Un'ora per due robine? Eh, ma tutto quello che ho lasciato giù?
Ecco quel che non ho comprato oggi (come sono risparmiosa!!): 1 paio di jeans uguali a quelli che ho comprato, ma più piccoli; 1 paio di jeans uguali a quelli che ho comprato, ma più grandi; 1 giubbotto-felpa nero senza cappuccio; 1 giubbotto-felpa bluastro-nerastro-grigiastro con cappuccio; 1 camicia di nylon a fiorellini rosa su fondo nero; 1 camicia come quella che ho comprato, ma lilla.

Poi ho cambiato negozio e ho deciso di prendermi un completino di biancheria, di cotone bianco con pizzetti di simil-sangallo sui bordi. Anche in questo caso, ho rinunciato a qualcosa: 1 completino a strisce rosa e beige anni '70; un completino blu con pizzi tono su tono, in fibra sintetica; 1 paio di calzettoni con su Homer Simpson.

Infine, un tocco ai capelli: nell'ultimo negozio visitato mi sono procurata un tubo di colore (lo so, lo so: non è una buona idea... ma sbagliando si impara, prima o poi riuscirò a farmi la tinta in casa senza fare disastri!): è naturale; è puzzolente; è confezionato insieme a un paio di guanti di plastica; deve rimanere in posa sulla testa per due ore. E per portarmi a casa quel particolare tubo di colore ne ho lasciati giù almeno tre che richiedevano un tempo di posa di dieci minuti. Per il momento il boicottaggio alla Garnier mi costa 100 minuti, ma mi ha fatto risparmiare circa 2,- € e poi vuoi mettere la soddisfazione?

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