WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

martedì 15 dicembre 2009

Panta rei.

Okay, stasera si va di Domandone Filosofico. Il quesito in questione riguarda IL TEMPO.
No, non cielo a pecorelle & accoliti. Il tempo, cronologicamente parlando.
Capisco che si tratti di annosa questione, su cui filosofi di ogni epoca e luogo si sono divertiti (ma anche no, forse) a discutere e ponderare. Senza peraltro alcun risultato concreto.
Perché, vedete, il tempo passa.
A forza di leggere di creature immortali e piazzarle anche all'interno di alcune delle mie storie, mi sa che era inevitabile che alla fine io mi interrogassi (seriamente... bah) sulla faccenda.
Poi questa mattina, mentre stiravo, mi sono guardata Il curioso caso di Benjamin Button, che, oltre a essere un film curioso (ah ah) parla - guarda un po' - del passaggio del tempo.
Perché cambiamo tanto da piccoli, da grandi e da vecchi?
Fisicamente, okay, poco da dire. Ci si deteriora, ci si danneggia, come tutto il resto. (a questo proposito, voglio informare i piú arzilli in circolazione che cadere sul ghiaccio a 37 anni suonati fa più male che a 17... sigh)
Ma dentro? Cosa succede, dentro?
Ho sentito tante spiegazioni riguardo al mio presunto rimanere giovane dentro. Da persone che apparentmente non erano più capaci di esserlo.
Qualcuno in sala sarebbe tanto gentile e premuroso da spiegare a una povera vecchina (=io) cosa diavolo significa questa roba? Non essere più capace di sentirsi giovane dentro?
E se un'Entità Suprema fosse tanto cortese anche da rivelarmi la ragione per la quale a un certo punto si è (politicamente? emotivamente? per decisione indiscutibile dell'arbitro?) troppo grandi per dormire in un sacco a pelo buttato per terra in quindici in una stanza perché quello che importa è stare insieme...?

Ieri pomeriggio sono andata, come i più attenti avranno già letto, a pattinare sul ghiaccio.
Mi sono divertita come una bambina. Prendetemi pure in giro, per quel che me ne importa.
E la signora che era insiema a me e a quattro piccoletti di terza e quarta elementare ha come minimo 10 anni più di me e si è divertita come una bambina anche lei.

Qualcuno ha qualcosa da ridire? Immagino di no, normalmente nessuno ti ridice qualcosa in faccia.

In genere scrollano la loro (anziana) testa con benevolenza e ti guardano con una strana compassione mista a falso rimpianto. Perché non credo che lo rimpiangano veramente, di non essere più in grado di divertirsi come bambini.

Eppure a me pare che la vita quotidiana abbia tanto significato in più, se vissuta con l'intensità e la gioia che, a quanto pare, sono prerogative dell'infanzia.
Non è che io abbia trascorso - per inciso - la vita circondata da clown e palloncini. Anzi, direi che ho trascorso 37 anni discretamente movimentati.
Quindi la soluzione all'enigma probabilmente è molto semplice: nel trambusto ho perso qualche rotella. (Quella che ti fa essere noioso, ihihih.)

E nemmeno ho problemi con l'età che passa, non ho rimpianti, non desidererei tornare ad avere 10 - 15 - 20 - 25 anni... li ho già vissuti, e li ho vissuti con intensità. Non sento il bisogno di riviverli, ma di andare avanti, e scoprire altro.
Finché non mi si chiuderanno gli occhi per sempre, avrò da scoprire, da crescere, da imparare, da bere la mia vita e divertirmi come una bambina!

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