Tornata alla mia vita normale, sono stata costretta a ricordare che di normale non c'è proprio niente.
Ok, la vita di ciascuno è costellata da avvenimenti, impegni, preoccupazioni e che ne so io - si sa, il tempo non basta mai e via dicendo. Non pretendo di essere l'unica e sola ad avere tanto da fare, a faticare a star dentro alle sfruttatissime 24 ore.
Forse sono solo disorganizzata, non pronta agli imprevisti. Ho anche il sospetto di vivere ogni singola cosa con una partecipazione un po' fuori dall'ordinario, il che mi prostra emotivamente e fisicamente un tot in più di quel che sia umanamente accettabile.
Okay, lagna finita.
Anche perché, nonostante tutto, tra una corsa e l'altra, sull'U-Bahn o mentre aspetto che l'aspirapolvere dia cenni di vita, ho letto un po' e ho anche guardato un paio di film.
Ho finito The Hitchhikers' Guide to the Galaxy, di Douglas Adams, che avevo interrotto nel periodo in cui ero in Italia. Mi aspettavo meglio. Faceva ridere, anzi c'erano dei punti davvero esilaranti, quello humor tutto british che apprezzo molto. Forse perché me ne avevano parlato in termini entusiastici, chissà cosa mi aspettavo. Comunque, ho selezionato un branetto che mi fa ridere e che ricorderò di applicare a me stessa alla prima occasione degna:
"What are you, crazy?"
"It's a possibility I haven't ruled out yet", said Zaphod quietly. "I only know as much about myself as my mind can work out under its current conditions. And its current conditions are not good."
"Ma che, sei pazzo?"
"Questa è una possibilità che non ho ancora considerato", disse tranquillamente Zaphod. "So di me stesso solo quel che la mia mente è in grado di elaborare nelle sue condizioni attuali. E le sue condizioni attuali non sono molto buone."
Ecco, questo per quanto riguarda The Hitchhikers'.
Poi ho finito anche On the Road, di Jack Kourac. Il classico, conosciutissimo, famosissimo On the Road, manifesto della Beat Generation.
Non lo avevo mai letto, l'ho scovato in una delle librerie a casa dei miei e me lo sono portato via.
Le citazioni che ho segnato ve le propino domani, così ho sistemato un altro post (ma quanto sono furba!).
Un commento rapido, a freddo, è che all'inizio esalta, ma si preannuncia il vuoto in cui andrà a finire la storia e non in quanto difetto di narrazione. La fine è triste e vuota, almeno questo è ciò che ne ho pensato io, ma proprio perché è così che deve essere, è così che è. Non c'è niente di vero, niente di concreto in questa agitazione, in questa frenesia.
Credo che non sia essere irrequieti, lo sbaglio. Lo sbaglio è non riuscire (o, peggio, rifiutarsi di) incanalare tutta l'energia che dà l'essere giovani e vedere ogni possibilità aperta davanti a te.
Talmente tanta è l'energia, che si perde per la strada.
Anzi, sulla strada.
4 ore fa
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