WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

martedì 18 maggio 2010

Pezzi di Anima

Dedicato al mio amico, in NessunDove e in NessunQuando.

Passeggiavo da tempo, completamente immersa nella vastità verde che mi circondava. Sopra, sotto, a lato, davanti e dietro di me c'era solo natura selvaggia.
C'era il sentiero che, come me, tutti quelli che Vanno conoscono.

Faceva caldo? Faceva freddo? C'era umido, o tirava vento?
Non lo so, io camminavo e basta. Serena, la mia mente tranquillamente viaggiava insieme a me, attimo dopo attimo, secondo dopo secondo.

Lui era seduto su un gigantesco tronco caduto e incastratosi nel groviglio di vegetazione, proprio vicino a uno stagno.

"Finalmente sei arrivata, cominciavo a disperare."

Non è insolito imbattersi in qualcuno, quando si cammina sul sentiero di quelli che Vanno. Comunque, io non avevo appuntamenti di sorta.
Osservai l'uomo che mi aveva parlato: non più giovane, non grande di corporatura. Pareva fare lui stesso parte di quella foresta: anima antica in mezzo ad anime antiche.

"Chi sei?", chiesi.

Lo sapevo, che non era la domanda giusta, c'è scritto in tutti i libri: io avrei ben dovuto conoscere la risposta, eppure mi venne naturale chiedere.

"Sono un pilota", rispose con naturalezza lui, posando una mano sul ginocchio che teneva sollevato e appoggiato all'altra gamba.
"Vuoi partire con me? Ti porto in Australia, puoi restarci per due anni. Non devi preoccuparti di niente: potrai scrivere, esplorare il deserto, incontrare animali che non sai nemmeno che esistono, mangiare cose che non hai mai assaggiato, respirare il profumo dell'oceano, contemplare la volta celeste nell'emisfero sud... Vuoi partire con me?"

"Al volo!", risposi io, con il timore che l'uomo si rimangiasse la proposta.

Mi osservò e un piccolo sorriso gli increspò le labbra.
"Non sei sposata? Tuo marito cosa dirà?"

Sospirai pensando a lui.
"Capirà. Lui sa che ci sono momenti in cui si è disposti a rinunciare ai sogni, e momenti in cui i sogni non sono più disposti ad aspettare."

Il sorriso sul suo volto si allargò appena.
"Non hai anche una figlia?"

Annuii.
"È una giovane donna, ormai. Non se ne è ancora resa conto, forse, ma ha già cominciato a camminare sulla sua strada. Quella strada che la allontanerà sempre di più da me e la porterà sempre più vicina a trovare se stessa. Può anche darsi", aggiunsi, "Che aumentando la distanza fisica tra noi, diminuisca quella emotiva."

L'uomo si alzò dal tronco e scosse i pantaloni di tela impolverati con le mani abbronzate.
"D'accordo, allora, vedo che sei pronta! Andiamo!"

Ebbi un attimo di smarrimento.
"Come, adesso?"

Lui aveva già cominciato a camminare e si voltò per rispondermi:
"Sì, adesso! Io parto adesso!"

Presi un respiro profondo.
"No, adesso non va bene", dissi a bassa voce.

"Ah, no? E come mai?", volle sapere lui.
"Ho... Delle cose da fare", risposi sbrigativa.
"Delle cose da fare?", ripeté, "E cosa mai?"

Sospirai. Avrebbe capito?
"Ho un bambino, a casa, che mi aspetta. Sta crescendo, e ha bisogno di me. Ha bisogno di sapere che sono lì per lui quando è triste, quando è arrabbiato, quando è felice e quando ha fatto qualcosa di bello. Devo ancora fargli vedere il mondo, spiegargli tante cose, introdurlo alla vita, aiutarlo a trovare il sentiero. Non posso partire adesso, tra un paio d'anni sarà tutto finito e io me lo sarò perso, e lui non mi avrà avuto vicino. Non posso partire adesso", ripetei abbassando gli occhi.

L'uomo sorrise e prese un respiro profondo.
"Beh, quand'è così ci salutiamo qui."

Mi porse la mano sorridendo. Prima di lasciare andare la mia, mi fissò con occhi luminosi, che ridevano, e disse:
"In realtà io ti aspettavo per farti dire questa cosa: che vuoi bene al tuo bambino e che non vuoi lasciarlo. Perché i sogni, a volte, cambiano solamente faccia, ma restano sempre sogni."

Rimasi a guardarlo sorpresa, senza sapere come rispondere.
Lui si mise le mani in tasca e si voltò, sollevando il viso verso il tetto di foglie e lo squarcio di cielo sopra di noi.
"Meglio mettersi in cammino, non pensi? Sta per venire a piovere."

Tornò a guardarmi, sempre sorridendo.
"Arrivederci, amica mia. Ci rivedremo, in Nessunquando e in NessunDove, e parleremo ancora."
Si toccò con due dita la fronte e si rimise a camminare.













"Sì, arrivederci amico mio. Ti rivedrò, in NessunQuando e in NessunDove. Allora parleremo ancora."

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