WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

lunedì 14 giugno 2010

A volte è necessario andare via dal mondo per vedere il mondo

Così alla fine ce l’ho fatta: ho finito di leggere Imagica, di Clive Barker.
Un romanzo lunghissimo, 1136 pagine, che ho letto fondamentalmente in due fasi: le prime 650 pagine in dieci giorni, le ultime 500 ieri pomeriggio!

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Per semplicità, parlerò di “prima metà” e “seconda metà” del libro, anche se non è una divisione precisa.

Nella prima metà ho sopportato stoicamente il protagonista, tale Mr. Gentle (ma è solo uno dei suoi molteplici nomi) che mi stava sulle scatole come in genere succede quando i protagonisti sono “troppo”: troppo figo, troppo successo con le donne, troppo acuto, e se per caso non capisce qual è la cosa giusta da fare ne fa una sbagliata ma ne esce bene comunque… Mi sembrava la classica proiezione dell’autore, o quantomeno di quello che all’autore piacerebbe vedere di sé.

Inoltre, altra cosa che mi ha disturbato, le scene di sesso nelle quali nulla è lasciato all’immaginazione infilate in quantità eccessiva rispetto alle reali necessità della trama.

Questi due particolari, in genere, io li associo a romanzi dalla trama scadente, che hanno pur bisogno di qualcosa per farsi leggere.
Quel che mi ha costretta ad andare avanti nella lettura era invece proprio la trama, che scadente non era, insieme all’ambientazione.

L’ambientazione riguarda il mondo dell’Imagica, qualcosa di misterioso e magico, ma che racchiude tutto, tutti i mondi esistenti. Si tratta di diversi “domini”, o “regni”, o “mondi”, ciascuno con un’esistenza indipendente, ma ciascuno legato agli altri. Antiche verità storiche scorrono da un mondo all’altro in sottofondo, nascoste, segrete, celate, a volte soffocate. Questa parte riguardante le verità storiche forse è stata un po’ frettolosa, sebbene ricorra dall’inizio alla fine del libro, poteva essere sviluppata meglio secondo me, magari sacrificando un amplesso o due (tono acido QUI).
La curiosità del protagonista, poi sostituita da volontà, infine da senso del dovere e responsabilità, lo porta a scoprire e svelare tante verità, una alla volta e mai tutte, sicché il ritmo riesce a mantenersi incalzante.

Gli squarci che si aprono sulla vita, le esistenze e le creature che caratterizzano i vari domini sono intriganti, a volte mi sarebbe piaciuto vederne una rappresentazione grafica. In ogni caso, oltre al mistico e al magnifico c’è parecchia cupezza, crudezza e malvagità. Ciò che si crede positivo non sempre si rivela tale, ciò che si crede reale talvolta non lo è.

Nella seconda metà, oltre a mantenere la trama incalzante e l’ambientazione fantastica, la storia ci mostra un protagonista ridimensionato e accettabile, nonché una più scarsa frequenza di situazioni hot, sebbene gli accenni al sesso si sprechino. Comunque la lettura è stata decisamente più scorrevole e più entusiasmante in questa parte che nella precedente.

Alla fine della storia i misteri vengono svelati, nuove possibilità scoperte e tutti sembrano trovare il proprio posto. Le antiche verità vengono ripristinate e accettate e si aprono timidamente nuove prospettive per tutti i domini dell’Imagica.

In definitiva, la storia è ben strutturata, con numerosi intrecci di trama ben gestiti e nessun filo lasciato in sospeso.
Un piccolissimo errore, ininfluente e rimediabile con un niente: diverse volte, nella prima parte del romanzo, si accenna al fatto che non esista una mappa dell’Imagica. Il protagonista, un artista di poco conto nel nostro mondo, ventila più volte la possibilità di mettersi lui a comporne una e infine decide proprio di farla e la fa. Ma c’è un momento in cui, in giro per non so più quale Dominio, vede sul tavolo alcuni oggetti, tra cui una mappa dell’Imagica. Non la usa, non la tocca, niente, quindi è una cosa che non ha alcuna influenza sulla trama e basta cancellarla e sostituirla con “un bicchiere di succo di pomodoro” o qualsiasi altra cosa e non è successo niente.

Un bel romanzo, che mi ha fatto piacere leggere nonostante ci abbia messo un po’ a decollare del tutto.

Adesso per un po’ cercherò di resistere e non affrontare altri romanzi, sebbene quelli che attendono in coda siano parecchi. Ho altre cose a cui dedicarmi, almeno per qualche settimana. Vediamo se ce la faccio!

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