WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

lunedì 20 maggio 2013

Books are a uniquely portable magic. [Stephen King]

 
Penso che non sia sempre necessario scegliere da che parte stare. A volte non c'è nessuna "parte".

Da un paio d'anni i lettori hanno cominciato a schierarsi: Team Carta vs Team E-reader.
Come se l'importante fosse il supporto, invece del contenuto. Ogni tanto penso che chi si fa prendere in mezzo a tali diatribe non sia un vero lettore.

Un lettore, per come la vedo io, è uno che se si trova seduto al tavolo della colazione e non ha un libro o un giornale sotto mano, è compulsivamente costretto a leggere tutto quello che c'è scritto sulla scatola dei cereali, compresi gli asterischi sul fondo che segnalano la fine di una promozione e le sigle che indicano lo stabilimento di produzione. Uno che, quando è in fila al mercato per comprare le verdure, riesce a girare il collo a un'angolazione incalcolabile per leggere il trafiletto della pagina ingiallita di quotidiano del 1984 in cima alla pila di fogli usati dall'ortolano per avvolgere il prezzemolo.
Ora io mi chiedo: ma a una persona così, frega qualcosa del supporto su cui leggere un testo? La risposta dovrebbe essere lampante: NO! Non gliene frega un beato accipicchia!

Personalmente trovo particolarmente fastidiosi e pedanti quelli che "io un libro lo devo annusare, quindi solo carta per me!" Ho l'impressione che siano molto interessati a dare di sé un'immagine intellettuale, e pensano che un'osservazione del genere li ponga automaticamente su un gradino più alto nella scala dell'intellettualità, rispetto a chi non considera il proprio olfatto il senso principale coinvolto nell'esperienza della lettura.
Apprezzo l'odore dei libri, noto la differenza tra un volume vecchio e uno fresco di stampa, anche se spesso quelli più vecchi di tanto mi causano crisi violente di starnuti. Ma alla fine lo scopo di un libro è quello di essere letto, non quello di essere annusato. Vuoi annusare? Vai al primo piano della Rinascente a Milano e intossicati nel reparto profumeria! Se vai in libreria, è per leggere! O no?

C'è chi adora contemplare i ripiani della propria libreria ricolmi di libri dai colori e dalle dimensioni tutti diversi, e confesso che anch'io soffro un po' di questa debolezza: davanti a uno scaffale pieno di libri mi si allarga il cuore!

Poi ci sono quelli iper-tecnologici (o che pretendono di esserlo) che non hanno più comprato un grammo di carta dal momento in cui sono usciti i supporti elettronici. L'e-reader è meglio ancora di un libro tradizionale, a sentire loro, imparagonabile. È il futuro, resistere è inutile, eccetera.
Ho l'impressione che costoro siano più preoccupati di dimostrare al mondo di essere dei pionieri, che di leggere un libro.

Se io penso al futuro, e al futuro dei libri e della lettura, mi figuro un paio di scenari almeno:
1) progresso tipo romanzo di fantascienza: non ci saranno più né libri cartacei, né e-reader, bensì avremo tutti un chip impiantato sotto la corteccia cerebrale, attraverso cui scaricare direttamente tutte le opere che desideriamo conoscere;
2) progresso tipo romanzo distopico: non ci saranno più né libri cartacei, né e-reader, bensì tavolette di argilla cotte con il fuoco (il calore del sole non sarà sufficiente, filtrato dalle polveri del fall-out) incise con ramoscelli secchi.

Nel frattempo, c'è il presente, e nel presente siamo talmente fortunati da avere sia i libri cartacei, sia gli e-reader!  Ma si può essere più fortunati di così?
Possiamo avere accesso ai vantaggi di entrambi, alternarli a seconda delle circostanze e riuscire a leggere tutto quello che vogliamo! I libri datati e magari poco noti, che nessuna casa editrice ha voglia di digitalizzare; quelli di autori esordienti, squattrinati e auto-pubblicatisi solo in formato e-book perché costa meno; un volume cartaceo in barca, ché se ci cade in acqua si gonfiano le pagine ma è ancora leggibile, mentre un e-reader non si riprende più; venti testi diversi contenuti in un e-reader che portiamo agevolmente nello zainetto quando stiamo facendo delle ricerche e siamo fuori di casa, o tutti i romanzi che vogliamo quando andiamo in vacanza, senza dover scegliere prima cosa portarci dietro da leggere e senza appesantire oltremodo la nostra valigia...

Alla fine la soluzione al dibattito è semplicissima: basta sostituire la congiunzione.
Invece che dire "cartaceo O digitale", è sufficiente dire "cartaceo E digitale".


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