WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

lunedì 18 febbraio 2013

Immer werden, niemals sein. [?]

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Abito a Berlino da qualche anno, ormai, e devo dire che amo vivere in questa città.
Inizialmente la apprezzavo soprattutto in rapporto alla città dalla quale provenivo, ovvero Milano: un confronto tra le due è improponibile. Berlino è infinitamente più verde, più organizzata, più economica, più vivace, più accessibile, più vivibile, più pulita, più varia, più aperta, più... di Milano.
A distanza di tempo, Berlino mi piace di per sé, anche senza bisogno di confronti.
Amo le casette colorate e dal pittoresco tetto a punta, con la finestra della cucina che si affaccia sul giardino, un parco-bosco-foresta-lago raggiungibile a piedi in pochi minuti, così come la metropolitana o l'autobus che ti portano in centro.
Amo il suo cielo, vasto e dall'azzurro tenue quando è sereno, e grigio plumbeo striato di nero quando temporaleggia; il sole che in inverno rimane basso sopra l'orizzonte, quasi avesse freddo anche lui e rimanesse vicino alla terra per potercisi rintanare al più presto.
Amo la storia che si respira a ogni angolo; amo il fermento che si avverte dietro a ogni palazzo, a ogni strada, a ogni monumento: pare che ti avvertano che oggi ci sono, ma domani chissà?
Amo la quantità inesprimibile di proposte culturali: dalle gallerie e dai negozietti d'arte e artigianato; ai concerti gratuiti del martedì a pranzo proposti dall'Orchestra Filarmonica; ai ristorantini e locali thailandesi, indiani, vietnamiti, arabi, greci, messicani, nepalesi, senegalesi, e chi più ne ha più ne metta; ai mercatini delle pulci ogni domenica; al mercato turco a Kreuzberg il martedì e venerdì; alle terme immerse nel bosco; ai musei d'arte, di sculture, di reperti, di oggetti, di roba antica e roba moderna; alle mostre di pittura, di fotografia, di gioielli; ai concerti all'aperto, al chiuso, di musica classica, rock, jazz, punk, indie...
Amo vedere i battelli sui fiumi e le chiatte che trasportano legna e mattoni sui canali; ammirare gli alberi secolari nei parchi e i fiori di stagione nei giardini; incontrare leprotti, volpi e cicogne per le strade della città, e cinghialotti e cerbiatti nelle foreste.
Amo l'abbigliamento senza pretese, gli scarponcini pesanti, i calzettoni di lana e i guanti senza dita.
Amo le piste ciclabili, i vagoni della S-Bahn e le stazioni vecchie della U-Bahn.

Potrei andare avanti, ma so che ho già fatto addormentare tutti con le mie sviolinate.

In ogni caso, con tutto questo strabordante amore, e con la mia irrefrenabile passione per Berlino, mi sono sempre rifutata e sempre mi rifiuterò di tenere l'ennesimo blog di un'italiana a Berlino.
Sembra quasi che sia obbligatorio spiegare a chi rimane in patria come si vive da italiani a Berlino.
Perché, a quanto pare, coloro che restano sono tutti lì a domandarsi le stesse cose: la lingua è difficile? E gli autobus, arrivano in orario? Ma come fai quando stai male e hai bisogno del dottore? E soprattutto: cosa mangi, la trovi la pasta??
Il terrore di morire di fame o avvelenati pare che sia imperante. Come se senza la pasta De Cecco fosse impossibile sopravvivere. Come se condire l'insalata con una cosa che non sia l'olio extra-vergine di olive liguri super d.o.p. sia un'aberrazione. Come se non trovare facilmente un espresso sia una maledizione da girone infernale.

Ecco, capite il mio dramma: perché sono io, quella che passa per snob. Io, che non ne posso più di sentire gli italiani-a-Berlino che alzano al cielo lamentazioni accorate perché sono convinti che i tedeschi manipolino financo la Nutella pur di non fargliela mangiare buona (giuro, non sto inventando). Io, che compro la mozzarella alla Lidl a 0,49 € e bevo il caffè solubile, sono la snob. Io, che oso affermare che si può mangiare benissimo senza farsi menate perché nella vita c'é anche molto altro da fare e da scoprire, sono la snob. Io, che la prossima volta che qualcuno mi chiede ansioso "Ma riesci a mangiare qualcosa?" lo strozzo con una fila di salsicce.

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