- Lunedì: Luca fruga nel mobile delle pentole.
Come un marmocchio di due anni e mezzo, che trotterella e si affloscia nei pressi di qualcosa di presumibilmente intrigante, cominciando quindi a grufolarci dentro senza arte né parte.
No, beh. Lo stile di Luca denota i suoi nove anni e mezzo: intanto non si infila in bocca il manico della padella in teflon. Poi non sbatte sul pavimento tutti i coperchi delle pentole per sentire il fracasso e gioirne gridando. E non cerca neppure di intrufolarsi nel mobile o di incastrarsi la pentola a pressione in testa.
Le pentole sono ai primi posti della sua personale hit parade di gradimento, sin da quando era in fasce; PAPPA è stata la sua prima parola di senso compiuto.
Non so perché lunedì gli sia venuto il desiderio nostalgico di dare un'occhiata all'interno del mobile delle pentole, forse si annoiava, oppure era affamato e cercava un sistema per tirare l'ora della cena sognando a occhi aperti.
Fatto sta che ha estratto con occhio assai critico un oggetto che non gli era congeniale.
- Cos'è sta roba, come mai è in mezzo alle pentole?
- È una formaggera. Serve per metterci dentro il formaggio grattugiato, poi la si piazza in mezzo alla tavola quando c'è la pasta asciutta e tutti si servono il formaggio. Noi però non la usiamo, da quando abbiamo comprato la grattugia a manovella.
risponde Mamma.
- Uhm!
commenta il piccolo, appoggiandola severo sul tavolo.
- Allora non ci serve, non va tenuta nel mobile delle pentole!
- Sante parole!
sospira Papà, che è un fanatico di un posto per ogni cosa e ogni cosa al suo posto.
Non più di mezz'ora più tardi, si sente un inconfodibile rumore:
CRASH-TINGL-TINGL-TONG!
La formaggera è caduta dal tavolo ed essendo fatta di vetro si è frantumata.
- Ecco fatto.
commentano insieme Mamma, Papà e Luca.
E la formaggera finisce nella raccolta differenziata.
- Martedì. Mamma è in bagno, per i rtuali lavacri serali.
Ha comprato nel pomeriggio una boccetta di olio per il corpo: limone e rosmarino.
Storce il naso. Si è adattata perché non c'era altro, ma l'accoppiata limone & rosmarino la fa sentire una fettina di tacchino ai ferri.
Prima di aprirlo, in ogni caso, è bene svuotare la boccetta precedente: quello sì, era un olio per il corpo serio! A base di corteccia di betulla, altro che arrostini!
La boccetta è scivolosa, quindi in men che non si dica finisce sul pavimento con un inconfondibile rumore:
CRASH-TINGL-TINGL-TONG!
La boccetta di olio alla corteccia di betulla - quasi vuota grazie al Cielo - è in pezzi, ma per fortuna il poco contenuto d'olio è rimasto sul fondo ed è persino più accessibile ora!
Mamma se lo spalma con tutta clama su braccia e gambe e l'ultima passata - crepi l'avarizia! - finisce sul pancino intorno all'ombelico.
A questo punto passa a raccattare i minuscoli pezzettini di vetro verde scuro che cospargono come zucchero a velo il pavimento nero del bagno. Non è un'impresa cromaticamente facile.
E da domani: rosmarino e limone!
- Mercoledì. Papà è in cucina.
Allunga le braccia sulla mensolina in alto dello scaffale a vista. Intende recuperare un mazzo di carte, per portarle in piscina e fare un bel partitone a Machiavelli con Mamma e una partitella a Scopa con Luca intanto che ci si asciuga dopo il bagno.
Le carte da gioco sono ammucchiate, un mazzo sopra l'altro, in un angolino faticoso da raggiungere, strette dietro i libri di ricette. Papà sposta i libri per avere un più agevole accesso alla pila di mazzi di carte (uno di Topolinia; uno di Paperopoli; uno di Praga; uno dell'Irlanda; un paio della Bulova; un mazzo di carte napoletane sbiadite; un mazzo delle classiche Modiano rosse e blu; carte da UNO; carte da SEI...) e si ode all'improvviso un inconfondibile rumore:
CRASH-TINGL-TINGL-TONG!
- OPS!
grida Papà.
- Ho spinto i libri, e i libri hanno spinto i due barattoli di vetro che c'erano a fianco.
Mamma scende a precipizio le scale con gli occhi fuori dalle orbite:
- Nooooo! Proprio quei due barattoli? Quelli belli-belli con l'omino appeso sotto al coperchio di plastica che sembra che stia affogando nello zucchero? Nooooo!
- Ehm, sì, quelli. Cioè. Uno solo, per la verità. Il più piccolo.
sottolinea speranzoso.
Mamma contempla lo scempio: il barattolo è letteralmente esploso, ci sono frammeti di vetro trasparente per ogni dove sparsi sul avimento bianco della cucina. È un'impresa cromaticamente ancora più difficoltosa di quella della sera prima.
- Meno male avevamo finito la polenta che c'era in questo vasetto.Commenta tra i denti inginocchiata con scopetto e paletta sotto il tavolo.
- Giovedì. Mamma è risoluta: tutti alla larga dagli oggetti di vetro!
Bisogna interrompere la maledizione!
E la giornata si conclude felicemente tra peluches, legno e plastica.
Come un marmocchio di due anni e mezzo, che trotterella e si affloscia nei pressi di qualcosa di presumibilmente intrigante, cominciando quindi a grufolarci dentro senza arte né parte.
No, beh. Lo stile di Luca denota i suoi nove anni e mezzo: intanto non si infila in bocca il manico della padella in teflon. Poi non sbatte sul pavimento tutti i coperchi delle pentole per sentire il fracasso e gioirne gridando. E non cerca neppure di intrufolarsi nel mobile o di incastrarsi la pentola a pressione in testa.
Le pentole sono ai primi posti della sua personale hit parade di gradimento, sin da quando era in fasce; PAPPA è stata la sua prima parola di senso compiuto.
Non so perché lunedì gli sia venuto il desiderio nostalgico di dare un'occhiata all'interno del mobile delle pentole, forse si annoiava, oppure era affamato e cercava un sistema per tirare l'ora della cena sognando a occhi aperti.
Fatto sta che ha estratto con occhio assai critico un oggetto che non gli era congeniale.
- Cos'è sta roba, come mai è in mezzo alle pentole?
- È una formaggera. Serve per metterci dentro il formaggio grattugiato, poi la si piazza in mezzo alla tavola quando c'è la pasta asciutta e tutti si servono il formaggio. Noi però non la usiamo, da quando abbiamo comprato la grattugia a manovella.
risponde Mamma.
- Uhm!
commenta il piccolo, appoggiandola severo sul tavolo.
- Allora non ci serve, non va tenuta nel mobile delle pentole!
- Sante parole!
sospira Papà, che è un fanatico di un posto per ogni cosa e ogni cosa al suo posto.
Non più di mezz'ora più tardi, si sente un inconfodibile rumore:
- Ecco fatto.
commentano insieme Mamma, Papà e Luca.
E la formaggera finisce nella raccolta differenziata.
- Martedì. Mamma è in bagno, per i rtuali lavacri serali.
Ha comprato nel pomeriggio una boccetta di olio per il corpo: limone e rosmarino.
Storce il naso. Si è adattata perché non c'era altro, ma l'accoppiata limone & rosmarino la fa sentire una fettina di tacchino ai ferri.
Prima di aprirlo, in ogni caso, è bene svuotare la boccetta precedente: quello sì, era un olio per il corpo serio! A base di corteccia di betulla, altro che arrostini!
La boccetta è scivolosa, quindi in men che non si dica finisce sul pavimento con un inconfondibile rumore:
Mamma se lo spalma con tutta clama su braccia e gambe e l'ultima passata - crepi l'avarizia! - finisce sul pancino intorno all'ombelico.
A questo punto passa a raccattare i minuscoli pezzettini di vetro verde scuro che cospargono come zucchero a velo il pavimento nero del bagno. Non è un'impresa cromaticamente facile.
E da domani: rosmarino e limone!
- Mercoledì. Papà è in cucina.
Allunga le braccia sulla mensolina in alto dello scaffale a vista. Intende recuperare un mazzo di carte, per portarle in piscina e fare un bel partitone a Machiavelli con Mamma e una partitella a Scopa con Luca intanto che ci si asciuga dopo il bagno.
Le carte da gioco sono ammucchiate, un mazzo sopra l'altro, in un angolino faticoso da raggiungere, strette dietro i libri di ricette. Papà sposta i libri per avere un più agevole accesso alla pila di mazzi di carte (uno di Topolinia; uno di Paperopoli; uno di Praga; uno dell'Irlanda; un paio della Bulova; un mazzo di carte napoletane sbiadite; un mazzo delle classiche Modiano rosse e blu; carte da UNO; carte da SEI...) e si ode all'improvviso un inconfondibile rumore:
grida Papà.
- Ho spinto i libri, e i libri hanno spinto i due barattoli di vetro che c'erano a fianco.
Mamma scende a precipizio le scale con gli occhi fuori dalle orbite:
- Nooooo! Proprio quei due barattoli? Quelli belli-belli con l'omino appeso sotto al coperchio di plastica che sembra che stia affogando nello zucchero? Nooooo!
- Ehm, sì, quelli. Cioè. Uno solo, per la verità. Il più piccolo.
sottolinea speranzoso.
Mamma contempla lo scempio: il barattolo è letteralmente esploso, ci sono frammeti di vetro trasparente per ogni dove sparsi sul avimento bianco della cucina. È un'impresa cromaticamente ancora più difficoltosa di quella della sera prima.
- Meno male avevamo finito la polenta che c'era in questo vasetto.Commenta tra i denti inginocchiata con scopetto e paletta sotto il tavolo.
- Giovedì. Mamma è risoluta: tutti alla larga dagli oggetti di vetro!
Bisogna interrompere la maledizione!
E la giornata si conclude felicemente tra peluches, legno e plastica.
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