WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

mercoledì 20 giugno 2012

Only the weak aren't lonely. [Nightwish]

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All great and precious things are lonely. [John Steinbeck] 

Secondo me la vita è uno sport individuale, ognuno corre per sé, puoi sforzarti di non fare del male agli altri, ma non devi mai illuderti di partecipare a un gioco di squadra. [Marco Presta]

I think it’s very healthy to spend time alone. You need to know how to be alone and not be defined by another person. [Oscar Wilde]

Only the weak aren’t lonely. [Nightwish] 

Ovvero: Elogio della Solitudine. 

O anche: Dello stare Soli. 

Okay, lo dico subito: non credo che stare in compagnia, trovare una/un compagna/o di vita, far baldoria con gli amici… sia brutto, sbagliato o negativo.
Trovo che l’ossessione a fuggire la solitudine lo sia.

La parola solitudine evoca sentimenti di tristezza, nostalgia, richiama alla mente perdite, lacrime o noia.
Sin da bambini siamo incoraggiati a stare insieme agli altri, a unirci a gruppi sportivi, ricreativi, culturali, religiosi, politici… va bene ritrovarsi per parlare e confrontarsi su interessi comuni, condividere idee, speranze e aspettative.
Quello che non va bene, a mio parere, è l’identificazione (inevitabile, a lungo andare) del singolo al gruppo. Sono la perdita dell’individualità, la spersonalizzazione, l’omologazione, l’adeguamento e alla fine la rinuncia (consapevole o meno) a idee proprie.
Senza il gruppo non si è sicuri di come reagire in determinate circostanze, di cosa bisogna dire, di come ci si aspetta che ci si comporti.
Per non dire che in gruppo è più facile convincersi di qualcosa, di qualsiasi cosa si tratti, così che alla fine un gruppo ha una sola testa, indipendentemente dal numero di membri che lo compongono. E se in alcuni casi il danno è limitato all’atrofizzazione di singoli cervelli, in altri casi le conseguenze sono decisamente più drammatiche – vedi i gruppi di terroristi formati da gente analfabeta allevata a suon di slogan e rumori di mitragliatrici; o gli indottrinamenti politici come fascismo, nazismo e robe varie.

Conoscere se stessi, trovarsi, scoprire cosa ci piace, cosa ci indigna, cosa pensiamo, cosa crediamo, cosa sentiamo… è importantissimo, e lo si può fare solo quando si è soli!
Personalmente non credo, come ho sentito dire, che una società in cui ogni persona sviluppi la capacità di riflettere con la propria testa risulterebbe troppo frammentata e che ciò porterebbe al rischio di avere mille persone che cercano di imporre le proprie idee con la violenza.
Per prima cosa, perché le persone che imparano a pensare spesso e volentieri aborrono la violenza (non sempre, purtroppo, ma tra uno che pensa cose nobili e uno che pensa cose ignobili vince quello che tira cazzotti, e di solito si tratta del secondo).
Inoltre perché è davanti agli occhi di tutti che gli ignoranti e gli zoticoni che gridano insulti e alzano al cielo il dito medio traggono la loro forza da una massa di gente che si unisce al coro per forza di inerzia, e non certo da gente che usa il cervello per pensare. Il primo esempio che mi è venuto in mente, non me ne vogliano altre masse inerti che ora non nomino.

Come al solito, quello che manca in questo mondo di estremismi, è la sana via di mezzo: prendere coscienza di sé e confrontarsi con l’altro per costruire qualcosa di buono. Mi suona come “un mondo migliore per tutti”.

2 commenti:

  1. e quanta ragione ti do!!! però le persone che pensano, pensano anche che prima o poi qualcuno potrebbe farsi avanti a cazzotti, perciò si prepara prima.
    io sono ancora incavolato nero con la prof di italiano che in seconda superiore mi rompeva perchè mi facevo i cavoli miei durante la ricreazione, finchè non ha convocato anche mia madre per parlarne -.-
    perchè ero asociale.
    vabbè ce ne sarebbero a milioni di cose così, che se comincio non mi fermo più.
    c'è sempre qualcosa di bello da leggere sul tuo blog, grazie.
    jacopo

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