WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

mercoledì 29 ottobre 2014

You're nothing but a lot of talk and badge! [The Untouchables]


Diversi anni fa, per un (troppo!) breve periodo, ho abitato vicino a mia cugina C.
Insieme contavamo 5 marmocchi, 4 maschi e 1 femmina, all'epoca distribuiti tra i 3 e i 13 anni.
Avere così tanta umanità in miniatura costantemente sott'occhio ci ha permesso di fare importanti considerazioni sull'umanità in scala 1:1.

Quella che più è rimasta con me, perché la trovo e ritrovo costantemente tra gli adulti che gravitano intorno alla mia vita, più o meno vicini o lontani, è la meravigliosa Teoria della Caccona Gigante.

C'è un'età, intorno ai 2-3 anni, in cui i bambini imparano a fare i propri bisogni in bagno.
I genitori sono felici di non essere più costretti ad annusare sederi per decidere se il pupo è da cambiare, e ancor più felici di non dover aprire pannolini che a volte contengono delle vere e proprie bombe batteriologiche, armi tossiche di distruzione di massa.
La cosa curiosa è che, spesso, il bebé responsabile del tentato annichilimento dell'olfatto di mamma o babbo ride felice, soddisfatto del proprio incredibile risultato. Più i sensori nervosi nasali del malcapitato adulto che ha avuto la sorte di imbattersi in cotanto reperto sono messi alla prova, più il frugolo si sente appagato.
Quando il fatidico momento giunge, e il pannolino viene mandato in pensione, il piccoletto scoprirà di poter rimirare con i propri entusiasti occhi il prodotto di tante fatiche, e ne rimarrà esterrefatto.
Le sue esclamazioni di stupore preoccuperanno un po' i meno avvezzi alle sacre tradizioni della setta dei Piccoletti, ma è del tutto normale, state tranquilli. È una fase. Il pupo è consapevole di aver fatto quella cosa tutto da solo, e chiaramente più il risultato è grande e consistente, maggiore è la soddisfazione provata.

Quando io e la cugina C. abitavamo vicine, 3 su 5 dei nosti marmocchi avevano dai 3 ai 5 anni.
Le urla di giubilo dopo i quotidiani depositi in bagno si rincorrevano da una casa all'altra.
Dettagliati resoconti sui rispettivi risultati si tramandavano come gesta eroiche.
Il grido: "Venite tutti a vedere che caccona gigante ho fatto!" era al tempo stesso conferma di grandezza e sfida.

Ecco, dopo questa dotta spiegazione e il simpatico siparietto di vita familiare, assolutamente indispensabile, riguardante l'Umanità in miniatura, veniamo ora alle considerazioni sull'umanità 1:1.
Perché - grazie al Cielo - personalmente non conosco alcun adulto che dopo aver prodotto al bagno chiama amici e parenti ad ammirare il risultato.
Però sono circondata da persone che celebrano ogni piccolezza della propria vita come se fosse l'apoteosi del successo, della celebrità, una conferma della propria incredibile superiorità, una sfida a far meglio.
Se qualcuno sta pensando che io stia esagerando, o che sia particolarmente sfortunata con le mie cerchie di conoscenze, o che semplicemente sia invidiosa di chi riesce nella vita perché io invece non riesco a concludere un tubo... beh, invito questo qualcuno a fare un giro dei propri contatti su un social network. Poi ne riparliamo. Dopo. Dopo che sarà stato costretto a sapere che Tizio ha addominali 3D; che Caia era al Bar Figo e indossava Scarpe Fighe; che Sempronio & Sempronia vendono le loro torte decorate dopo aver vinto il terzo premio alla sagra di Robecchetto sul Naviglio; eccetera.

Che fastidio. Tutto urlato. Quando urli qualcosa, quel qualcosa diventa Qualcosa. qualcosa di più, di meglio, non solo: Qualcosa che Tu hai Meritato perché sei Meglio degli Altri. Diventa la tua Caccona Gigante.

Boh, non so. Forse siamo troppi e abbiamo disperatamente bisogno di distinguerci dalla massa, ma siccome non siamo abbastanza capaci di essere Individui, cerchiamo di distinguerci dagli altri componenti della Massa giocando sul loro stesso piano, ed esaltando le stesse cose che hanno/fanno tutti.

Ogni tanto, lo confesso, mi vengono davvero i nervi. Perché - senza fare nomi o riportare esempi concreti, che non è bello - vedo spiattellate notizie o informazioni su Qualcuno che fa Qualcosa, con tanto di foto, naturalmente, e frasi entusiaste, piene di punti esclamativi e figaggini assortite. E mi dà fastidio perché magari questo Qualcosa è esattamente qualcosa che io ho già fatto, magari meglio, senza strombazzarlo in giro ai quattro venti. Perché per me è solo qualcosa che ho fatto, non è Qualcosa Che Ho Fatto.
Allora, forse sono più fortunata io, che non mi esalto per le Caccone Giganti, ma eventualmente per qualcosa più di valore.
Anche a me piace fare una foto a una torta che mi è venuta bene, perché no? Ma nessuno mi costringe a pubblicarla su sette pagine diverse, per essere sicura che la vedano tutti-proprio-tutti, segnalandola come La Torta Del Secolo. A che pro? È una torta, santo Cielo! Non ho scoperto la penicillina!
Oppure è vero che sono invidiosa marcia e mi rodo per tutti i like e i bravissima/o che ricevono quelli che urlano. Sicuramente c'è chi lo pensa, e ciascuno è libero di pensare quello che vuole, anche su di me, ché tanto non è un problema mio.
Per chi invece fosse interessato a un punto di vista diverso, dirò che non mi sento invidiosa. Non mi giudico inferiore/superiore a qualcuno in base alla quantità di like.
La mia è una considerazione di carattere generale, più che di carattere personale.
Non dico che quello che faccio io, o come faccio io le cose, sia meglio, o giusto. Dico solo che non è il massimo vivere in un mondo non solo pieno di adulti che fanno a gara a chi la fa più grossa, ma anche di adulti che ammirano, apprezzano, complimentano, e sicuramente invidiano, colui/colei che riesce a gridare più forte per mostrare la sua Caccona Gigante.

Quando arriverà qualcuno che avrà il coraggio di puntare il dito e gridare: "Ma è solo una Caccona!!", tipo fiaba "I vestiti nuovi dell'Imperatore"?
Temo nessuno, perché a differenza del racconto, in cui nessuno accusava il bimbo di essere solo invidioso del bell'abito dell'imperatore, qua il primo che osasse alzare la voce per far notare la banale realtà delle cose verrebbe sommerso dalle inevitabili "La tua è tutta invidia - Si vede che ti senti inferiore - E allora fallo tu - Eccetera".
I Difensori della Caccona Gigante.


giovedì 16 ottobre 2014

Every man has his secret sorrows which the world knows not. [Henry Wadsworth Longfellow]


Le cose stanno così.

Ci sono dei giorni in cui sentimenti di nostalgia, rimpianto, risentimento e simili si danno appuntamento nel mio cuore e nella mia testa. A volte anche nel mio corpo.

Se posso rimanere da sola a contemplarli e rigirarli su se stessi, preferisco. Perché non c'è niente da "risolvere": fanno parte di me come tutto il resto, e di tanto in tanto arriva il loro turno.
Non sempre la solitudine è possibile, quindi chiamo a raccolta le altre "Me", affinché soprassiedano agli incontri con altri esseri umani, che con molta probabiliità nulla hanno a che fare con i miei sentimenti del giorno.

Ci sono solo due eccezioni, solo due casi in cui non faccio nulla per mascherare come mi sento veramente. Quindi se siete testimoni delle mie giornate blu, sappiate che appartente a una di quste due categorie, senza scampo:
1) siete parte di me, mi sento libera di essere sempre me stessa, di mostrare la mia faccia "del giorno" qualsiasi essa sia;
2) di voi non mi importa niente, non mi importa darvi qualcosa anche quando non ho niente da dare, chiamare la parte più solare di me per prendermi cura di voi.

Se non sapete da soli a quale categoria di persona appartenete, forse non appartenente a nessuna delle due. O magari sì, ma in ogni caso è inutile che me lo chiediate, perché non ve lo dirò.

Le cose stanno così.


mercoledì 8 ottobre 2014

Era la fine di un settembre infelice. [Mauro Corona]


Una perla da questa raccolta (Venti Racconti Allegri E Uno Triste, di Mauro Corona), su cui - giudicatemi pure una sempliciotta - ho riso di gusto:

L'amico boscaiolo e cacciatore andò dal prete che lo aveva sposato e, molto piano, gli disse che doveva "disposarlo", liberarlo cioè dal vincolo matrimoniale.
"Non si può", rispose il parroco.
"Come no? Allo stesso modo che lo ha fatto, lo può disfare. Si disfa anche un gomitolo di filo dopo averlo fatto."
"Impossibile, il matrimonio si scioglie solo con la morte."
"Allora devo ammazzarla?"
"No, no, si calmi, non faccia sciocchezze. Se proprio è tanto stufo la allontani."
"Ho provato a spingerla via, è finita rotolando in fondo alle scale, ma è tornata su."

Sono venti racconti non particolarmente allegri e uno non particolarmente triste. Sono storie prese dal quotidiano, e rimaste a fermentare nella mente per un po', prima di trovare la strada verso una pagina.

C'è simpatia, c'è nostalgia, c'è auto-ironia e compassione.

Ci sono passi poetici:
Era la fine di un settembre infelice. Lenzuola di nebbia venivano su dalla valle lentamente andando a sbrindellarsi sugli spigoli affilati delle rocce. [...] La malinconia dell'ambiente si poteva vendemmiare. Stava impigliata nei radi boschi di carpino nero ma ogni tanto si liberava e andava su, fino alla baita [...]

Ci sono battute lapidarie:
"Dalle stelle alle stalle", si dice. Per finire nel pantano il passo è breve, tornare tra gli astri è difficile.

C'è una descrizione del dolore che pure se uno non lo avesse mai provato, credo riuscirebbe comunque a coglierne la sensazione:
Le tristezze narrate devono durare poco ché quelle vissute durano troppo e lasciano segni eterni. Ogni dolore avvilisce e tritura l'anima per il resto dei giorni. E quando arriva è una lava rovente che avanza nei canali del cuore. Poi solidifica, diventa presenza costante. Per questo si invecchia. 

E insomma, niente. Non è il libro più bello del mondo, né sicuramente Mauro Corona lo scrittore del secolo, ma mi ha lasciato dentro una cosa o due.


domenica 5 ottobre 2014

Soppy: a Love Story by Philippa Rice




★★★★

Love isn't always about heoric gestures. It's often the simple joy of staying together, of sharing the little moments in everyday life.
Drawings and text are as simple and precious as the message they convey.

Thanks to Netgalley and Andrews McMeel Publishing for the preview!

 *** 

L'amore non è sempre fatto di gesta eroiche. Spesso non è che la gioia semplice di stare insieme, di condividere i piccoli momenti della vita quotidiana.
I disegni e il testo sono semplici e preziosi come il messaggio che trasmettono.

Grazie a Netgalley e a Andrews McMeel Publishing per l'anteprima!

War Cry by Jim Butcher




★★★

Evil Vampires, a hungry Kraken, and lots of magic give birth to an epic battle. And of course Harry Dresden wants to win!
An adventure without pause, from sun setting to dawn: drawings are clear enough and the text is simple and effective. Every fan of Dresden will love this book!

Thanks to Netgalley and Diamond Book Distributors for the preview.

 *** 

Vampiri cattivi, un Kraken affamato e molta magia danno origine a una battaglia epica. E naturalmente Harry Dresden è intenzionato a vincere!
Un'avventura senza respiro, dal tramonto all'alba: i disegni sono abbastanza chiari e il testo è semplice ed efficace. Ogni fan di Dresden apprezzeranno questo libro!

Grazie a Netgalley e Diamond Book Distributors per l'anteprima.

sabato 4 ottobre 2014