Sto lentamente procedendo con la lettura di Perdido Street Station. So già che tra massimo cento pagine non ce la farò più ad aspettare e seguiranno un paio di giorni in cui sarà difficile che io faccia altro che leggere. Tra l'altro, siamo arrivati a un punto piuttosto interessante della storia... No, Non ve lo racconto.
Ho trovato stamattina una descrizione della città dopo la pioggia che mi ha ricordato in modo molto preciso la città di Milano.
Ho cercato foto di Milano sotto la pioggia su internet, ma ho idea che i fotografi si siano lasciati trasportare dalla smania di portare a termine un compito impossibile, ovvero ritrarre la città sotto l'acqua in maniera da farla apparire poetica.
Il risultato è di dubbia riuscita, almeno nella maggior parte dei casi, ma non sono riuscita comunque a trovare un'immagine abbastanza deprimente da rendere l'idea. Perché io so com'è Milano sotto la pioggia.
Ed è tutt'altro che poetica.
Cielo cupo, il grigio dei nuvoloni carichi d'acqua si mescola senza ritegno al grigio dello smog, che pesa come una cappa soffocante sulla città. Rendendola ancora più soffocante.
L'acqua non è leggera e fresca, ma pesante e viscida. Ti picchia addosso e la senti vagamente oleosa. L'idea di quello che lascia sulla pelle è sufficiente a dare la sensazione di qualcosa che irriti e dia prurito.
Le pozzanghere che si formano a terra sui marciapiedi non sono quelle belle dove si specchia l'arcobaleno e i bambini possono saltare dentro con gli stivaletti di gomma schizzando goccioline limpide tutto attorno. Se c'è l'arcobaleno è solo perché un'auto ha perso olio dal motore.
Sembra che il grigio ti si appiccichi addosso, cade acqua sporca, puzzolente.
Il fumo che si solleva dalle auto addensa ulteriormente lo strato di foschia che aleggia sulla città.
Le luci dei lampioni sono giallastre, di un colore malato e senza speranza. Davvero, è come se quando alzi la testa ti pregassero di spostare lo sguardo, come se si vergognassero di essere costretti a proporre quella imitazione di luce, sporca e malsana.
Inoltre, bastano le classiche quattro gocce e Milano si blocca. Va in tilt, completamente.
I tram ritardano; gli automobilisti si innervosiscono (più del solito, chiaramente) e sgommano sollevando acqua sui pedoni, senza curarsene.
I tombini straripano facilmente, addirittura i tunnel della metropolitana a volte si allagano e i treni vengono fermati.
Le persone sgomitano lungo i marciapiedi impraticabili, dove le auto sono state parcheggiate selvaggiamente, senza badare a scivoli, portoni, divieti, fermate dell'autobus o post riservati agli handicappati.
Mamme che portano passeggini coperti dalla plastica trasparente arrancano guidando con una mano sola, reggendo con l'altra l'ombrello e controllando di tanto in tanto la spesa nel cestello sotto al seggiolino. Nessuno da loro una mano quando ci sono dei gradini da salire o scendere, così sono costrette a chiudere l'ombrello e inzupparsi, per portare il passeggino senza far cadere il bambino.
Ecco. Questa è la foto realistica che su internet non ho trovato.
China Miéville la spiega così:
[...] a brief spew of rain had hosed the city down with dirty water [...]
(uno schifoso sputacchio di pioggia aveva annaffiato la città di acqua sporca)
E bravo il nostro Signor Miéville. Lui sì che è un tipo realista.
4 ore fa
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