...was the solidity of the written word. You might change and your reading might change as a result, but the book remained whatever it had always been. [The Jane Austen Book Club, by Karen Joy Fowler]
[trad. arrangiata] La cosa bella dei libri è la solidità della parola scritta. Tu puoi cambiare, il tuo modo di leggere può cambiare di conseguenza, ma il libro resta quello che è sempre stato.
Ho finito di leggere "The Jane Austen Book Club" ieri sera, adesso mi mancano le appendici, nelle quali si parla di Jane Austen e dei suoi libri. Personalmente ne ho letti solo due: Emma e Orgoglio e Pregiudizio.
Non so se ne leggerò altri, tutto sommato si ripetono abbastanza, sia come trama, sia come personaggi.
La cosa che mi stupisce è che, nonostante questo, abbiano qualcosa di indefinibile che ti cattura.
Lo stile, l'ambientazione, l'impostazione in generale mi ricordano molto il racconto più famoso della raccolta "The Dubliners", di James Joyce. Il racconto si intitola "The Dead" e narra di una festicciola tra amici. Ognuno dei personaggi porta il proprio mondo e la propria vita con sé e questo traspare nella sua personale relazione con gli altri. Lo stesso posso dire dei personaggi di Jane Austen che conosco.
Il libro che ho appena finito è quello che la Austen avrebbe potuto scrivere se fosse vissuta ai nostri tempi.
La cosa che reputo mirabile non è tanto l'intreccio (quale?), la trama (semplice), lo stile di scrittura (quotidiano)... ma il fatto che, pur succedendo pochissimo e molto delicatamente, tu sei lì. Fai parte del gruppo, sei in mezzo a loro, guardi attraverso i loro occhi, conosci i pensieri di ciascuno e li metti in relazione agli altri. E' un libro semplice, sono personaggi comuni e tu, da lettore, ti ritrovi protagonista.
4 ore fa
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