4 ore fa
lunedì 4 maggio 2009
Sometimes I think that I should go and play with the thunder.
Ho notato che le mie innate doti di cameriera stanno migliorando. Invece di rovesciare tutto il rovesciabile a terra entro venti secondi, arrivo a quaranta, per dire, a volte anche a un minuto intero! Se procedo a questo ritmo, presumo di riuscire a porgere una tazza piena di caffè bollente a qualcuno che sta seduto dall'altra parte della stanza senza ustionarlo completamente subito prima di ammalarmi di parkinson. Poi non sarà più colpa mia.
Eh eh eh.
Cambiando argomento.
La prima parte del primo capitolo di Ali Nere è stata faticosissima, e non tanto perché non sapessi cosa metterci dentro. Ma ogni volta che aprivo il file facevo giusto in tempo a scorrere le prime righe e succedeva qualcosa, o suonava il telefono, o qualcuno mi chiamava perché aveva as-so-lu-ta-men-te bisogno di me su-bi-to! Insomma, un'agonia lunga e lenta e complessa. Persino oggi, che credevo di essere al sicuro da interruzioni, appena scritto un paragrafo mi hanno chiamato dalla scuola che Luca non stava bene e dovevo andare a prenderlo in anticipo.
Comunque.
Incurante di qualsivoglia necessità improvvisamente insorta attorno a me nel momento in cui mi sono seduta sulla sedia davanti al monitor l'ultima volta, sono andata avanti a picchiettare sulla tastiera fino a quando non ho raggiunto le circa 5000 parole, e la prima pausa la metto lì.
Invece di suddividere la storia in capitoli ho deciso che la separerò in tappe, in quattro tappe, per la precisione (Fumo, Giunchiglia, Onda, Suprema). Però siccome potrebbero essere lunghette farò dei tagli qua e là, giusto per rendere agevole la lettura dei volontari masochisti temerari che se la spareranno!
Eh eh eh.
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