4 ore fa
lunedì 11 maggio 2009
Search for beauty, find your shore
Giornata un po' faticosa, se mi è concesso.
[...]
Scusa tanto, sai, ma se non mi è concesso scrivere di quel che mi va qui dentro, allora dove?
[...]
Facciamo una cosa: sta' un po' zitto!!
Ristabiliamo l'ordine, ahem.
Dicevo: giornata difficile, più emotivamente che fisicamente o cerebralmente. Ma tutto viene e tutto va, si cresce un po' ogni giorno.
Però se non leggevo il racconto "Snow, Glass, Apple" di Neil Gaiman forse era meglio. Non perché non mi sia piaciuto. E' l'ultimo racconto contenuto nella raccolta "Smoke and Mirrors", tra i quali ci sono almeno due o tre che considero tra i più bei racconti che mi sia mai capitato di leggere. Ma quello...! Non avessi scritto poche settimane fa "Principessa della Sera", versione darkeggiante di Biancaneve, non avrei mai più potuto scriverla, dopo aver letto "Snow, Glass, Apple". Intanto raggiunge lo scopo che avrei voluto raggiungere io, ovvero un ribaltamento dei ruoli tra Biancaneve e la matrigna (la prima cattiva e la seconda buona e vittima). Anche io avrei voluto fare così, ma alla fine non ci sono riuscita. E poi - ancora non ci posso credere!!!! - c'è Biancaneve a cui viene tirato il cuore fuori dal petto - cuore che continua a battere - Biancaneve che continua a vivere e regina che si appende il cuore in camera da letto!!
Cioè.
Cambieranno altri dettagli, ma non è possibile una cosa del genere.
Tutto considerato, modestia a parte, etc. devo dire che il mio racconto mi piace di più.
Però. Però. PERO'!!!!!!
Resta il fatto che Gaiman è lui, che il suo racconto è edito e che se mai qualcuno leggerà il mio conoscendo il suo, non potrà fare a meno di pensare che io l'abbia copiato e pure di brutto.
[segue pianto greco in piena regola]
La mia autostima è confusa. Da un lato avverte la tentazione di lustrarsi le unghie sul maglione e commentare "Oh-o, ho scritto un racconto che avrebbe potuto scrivere Gaiman, scusa se è poco!"; dall'altra si sente piccola e inutile come uno straccio sporco in un angolo del pavimento e pensa, "Ma perché diavolo devo sempre arrivare in ritardo? Me tapina, non ho speranze!"
E ora, dopo aver consumato il sessantesimo fazzoletto oggi (quaranta per fatti miei e venti per il racconto, diciamo) torno alle mie incombenze incombenti: un articolo sulla letteratura inglese (sì, ancora. No, non è un altro, è sempre quello. No, infatti, non l'ho ancora scritto. Sì, ESATTO SONO IN RIATDRO E ALLORA???); una traduzione da rivedere e una seconda da fare, il racconto sui nativi americani da ultimare - il tutto possibilmente entro la settimana. Oltre a (segue noioso elenco di incombenze amministrativo-domestiche di scarso interesse per il lettore, ma sempre entro la settimana. Ho già detto che odio i lunedì?)
P.S. Ecco due link, confrontate e vedete con i vostri occhi:
il mio racconto, Principessa della Sera
il racconto di Neil, Snow, Glass, Apples
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