venerdì 30 ottobre 2009
When shall we three meet again? In thunder, lightning, or in rain?
Samhain, ovvero la fine dell'estate. Il termine della "metà luminosa" dell'anno e l'inizio della "metà oscura". Festività meglio nota come Halloween. Il festival dei morti.
Durante la notte di Samhain il confine tra questo mondo e l'altro si assottiglia al punto da consentire agli spiriti di attraversarlo.
I morti vanno a trovare le persone che sono state loro care in vita, le quali si premurano di far trovare a questi ospiti inconsueti cibo e bevande per rifocillarsi e sentirsi a proprio agio. Altrimenti c'è il rischio che gli spiriti facciano qualche dispetto!
Il motivo per il quale domani sera, insieme a Luca e ad altre amiche con i loro bambini, trascorrerò la serata a giocare ai travestimenti trucidi e a cucinare ricettine disgustose non so bene spiegarlo neppure io.
Comunque ci saranno vampiri, streghe, zombie e mostri spaventosi, mentre io, con gonnellina dorata e capelli blu, impersonerò la fata turchina, con totale spregio della tradizione gotica e orrorifica che ha stravolto questa festa.
sabato 24 ottobre 2009
Riepilogo quasi domenicale.
Come sono riuscita a trovare i titoli per tutti i post dal lunedì al venerdì?
Ma è semplice: li ho rubati!
A cosa? Canzoni, libri, poesie.
Ecco qua:
- I am become a name -> dalla poesia "Ulysses", by Lord Alfred Tennyson;
- My wings are my eyes -> omonima canzone by Amberian Dawn (post musicale);
- Don't do what you can't undo, until you've considered what you can't do once you've done it -> favolosa citazione tratta dal libro "Assassin's Apprentice", by Robin Hobb;
- In the midnight hour she cried more, more, more -> dalla canzone "Rebel Yell", by nonmiricordo, io avevo appena sentito la cover dei Children of Bodom;
- Quand il me prend dans ses bras -> dalla canzone "La vie en rose", by Edith Piaf;
- Spero che qualcuno di voi abbia portato un ombrello -> tratto dall'inedito "Muraco Sisika e l'Acchiappasogni", by Chiara De Giorgi (sempre il mio alias).
Au revoir!
venerdì 23 ottobre 2009
I am become a name
Ha scritto un poema, Ulysses, che non è molto lungo e vi consiglio di leggere. A me piace moltissimo, evoca delle immagini senza confini, che volendo riassumere in una sola breve espressione, definirei come brama di conoscere il mondo.
Mi ci sono rispecchiata la prima volta che ho letto queste righe, tanti anni fa, su un banco di scuola al liceo. Non ero una secchiona, non ero la prima della classe anche se me la sono sempre cavata bene. Ma adoravo imparare.
Avevo le mie preferenze, come tutti suppongo, ma ricordo che una volta qualcuno mi domandò come o cosa immaginassi fosse il Paradiso e io ho risposto "Poter sapere tutto quello che c'è da sapere".
La vita mi ha condotto in una direzione nella quale mi è impossibile emulare il Grande Studioso, in una stanza tappezzata di libri e fogli e appunti e matite spuntate e magari il resto di qualche sandwich smangiucchiato dal gatto.
Quella che mi è rimasta è una grande sete, una insaziabile curiosità. E i miei interessi sono tra i più disparati e talvolta discordi tra loro.
Torniamo a Lord Tennyson.
Ho tradotto un brevissimo estratto, sperando di invogliarvi a leggere il resto, naturalmente! Lo trovate dopo la foto, che era talmente bella che non volevo ridurne le dimensioni.
[...] I cannot rest from travel: I will drink
Life to the lees: All times I have enjoy'd
Greatly, have suffer'd greatly, both with those
That loved me, and alone; on shore, and when
Thro' scudding drifts the rainy Hyades
Vext the dim sea
[...]
I am a part of all that I have met;
Yet all experience is an arch wherethro'
Gleams that untravell'd world, whose margin fades
For ever and for ever when I move.
How dull it is to pause, to make an end,
To rust unburnish'd, not to shine in use!
As tho' to breathe were life [...]
[taken from: "Ulysses", by Lord Alfred Tennyson]
[...]
Non riesco a smettere di viaggiare; voglio bere
La vita fino in fondo. Ogni volta ho esultato
Grandemente, grandemente ho sofferto, insieme a coloro
Che mi amavano, o in solitudine; sulla spiaggia, e quando
Attraverso turbini di pioggia le tempestose Iadi
Agitavano lo scuro mare
[...]
Sono parte di tutto ciò che ho conosciuto;
ogni esperienza non è che un arco attraverso il quale
appare quel mondo inesplorato i cui confini si confondono
sempre più a mano a mano che io mi sposto,
odioso è fermarsi, mettere una fine,
arrugginire come una spada non lucidata, che non splende in battaglia!
Come se il semplice respirare fosse vita [...]
[tratto da “Ulisse”, di Lord Alfred Tennyson]
giovedì 22 ottobre 2009
My Wings Are My Eyes
Non aggiungerò altro. Vi mollo in balìa di un post musicale.
La canzone di questa sera si chiama My Wings are My Eyes, della giovane band finlandese Amberian Dawn.
Non la trovo una canzone spettacolare, personalmente, ma il testo rispecchia in maniera alquanto precisa le sensazioni che di tanto in tanto si fanno strada anche in me. Più di rado, ultimamente, ma qualche anno fa avrei potuto scriverla io e ci sarei probabilmente andata giù molto più pesante.
Comunque. Eccola qui.
Spent years in tears
Drown myself in fears
Lived in a cage filling
My life with rage
Ho trascorso anni in lacrime
Affogando nelle mie paure
Ho vissuto in una gabbia
Riempito la mia vita di rabbia
Tied my wings so tightly
Gravity felt mighty
Needed to feel the wind
Under my wings!
Le mie ali legate così strette
La gravità era fortissima
Avevo bisogno di sentire il vento
Sotto le ali!
My wings are my eyes
I'm seeing the blue skies
I'll fly, I'll fly away
And will find my way!
Le mie ali sono i miei occhi
Vedo cieli azzurri
Volerò, volerò via
E troverò la mia strada!
My wings are my eyes
I'm seeing the blue skies
I'll fly, I'll fly away
And will find my way!
Le mie ali sono i miei occhi
Vedo cieli azzurri
Volerò, volerò via
E troverò la mia strada!
Lost the joy of living
Closed my self from feeling
Lost the ability
To fly and flee
Avevo perso la gioia di vivere
Mi ero chiusa ai sentimenti
Avevo perso la capacità
Di volare e fuggire
Left my world with tears
Iron cage with fears
Strenghened my wings
Now I'm learning to fly!
Avevo abbandonato il mio mondo piangendo
Una gabbia di ferro piena di timori
Ha rinforzato le mie ali
Adesso imparo a volare!
My wings are my eyes
I'm seeing the blue skies
I'll fly, I'll fly away
And will find my way!
Le mie ali sono i miei occhi
Vedo cieli azzurri
Volerò, volerò via
E troverò la mia strada!
mercoledì 21 ottobre 2009
Don't do what you can't undo, until you've considered what you can't do once you've done it.
Ho finito di leggere Assassin's Apprentice, di Robin Hobb, di cui mio fratello (sempre lui, quello che vive a Parigi e che andrò presto a trovare, incurante degli ostacoli che la sorte e i controllori di terra francesi oseranno porre sul mio cammino; quello che somiglia a Marcus Corvinus prima della trasformazione; quello che... okay, basta) dicevo: mio fratello mi aveva entusiasticamente parlato di questo libro e io, scorgendolo occhieggiare da uno scaffale in libreria, non me lo sono fatto scappare.
Devo confessare che l'inizio non mi ha entusiasmato particolarmente, quantomeno per quel che riguarda la trama. Traduco dalla quarta di copertina:
Il giovane Fitz è il figlio illegittimo del nobile Principe Cavalleresco, e viene cresciuto nell'ombra della corte dal brubero stalliere di suo padre.
Viene trattato come un reietto da tutti gli appartenenti alla famiglia reale, tranne l'ambiguo Re Astuto, che lo fa segretamente istruire nell'arte dell'assassinio. Nel sangue di Fitz scorre la magica Abilità - e l'oscura conoscenza di un ragazzo cresciuto insieme ai cani delle stalle e rifiutato dalla propria famiglia.
Nel momento in cui barbari banditi devastano le coste del regno, Fitz diventa un uomo. Affronterà presto la sua prima, traumatizzante missione. E nonostante alcuni lo considerino una minaccia per il trono, Fitz potrebbe al contrario rivelarsi la chiave per la sopravvivenza dell'intero Regno.
Nonostante i tratti non particolarmente originali, tipo il ragazzino poco considerato che invece spacca e salva il mondo e si ritrova pure con i magici poteri, le pagine scorrevano via una dopo l'altra, perché il racconto è scritto molto bene.
Senza troppe parole e senza inutili ermetismi, ogni cosa viene debitamente spiegata.
La magia compare a piccole dosi e sempre con una spiegazione. Viene utilizzata quando è logico farlo e sarebbe idiota fare altrimenti. Che poi anche chiamarla magia non è del tutto corretto. Si tratta più di abilità particolari, che vanno per giunta imparate, anche se uno deve possedere un dono, che in questo caso Fitz ha ereditato dal padre. E questa non è una impossibile coincidenza possibile solo perché ci troviamo nel reame del fantasy. E' del tutto normale, se ci si pensa: uno nasce con il dono di saper disegnare bene. Se però non si applica e non lo sviluppa, non diventerà mai bravo. Punto. Magari questo dono è qualcosa di ereditato da uno dei genitori, è normale anche questo.
Altra cosa ben trattata, a mio parere, è la storia dei Regni, che viene narrata brevemente e solo quando necessario alla comprensione della storia presente. In questo modo la narrazione non risulta appesantita, al contrario la lettura è più agevole.
Senza che ne venga parlato in modo ampio e da conferenziere, compaiono svariate nozioni di politica: i regni presentati hanno una loro storia, una loro geografia, una loro economia e politica coerentemente concatenate. Il risultato è che ambientazioni e personaggi sono perfettamente credibili.
Il Cattivo. E' Cattivo, ma in linea con il proprio carattere e la propria posizione. Non fa niente perché è cattivo - ahahah. Anzi, porta avanti intrighi e piani con costanza e organizzazione, forse esagerando un pochino in autostima, ma mica tanto. Non è neppure il genere di cattivo che prima di accoppare il nemico perde tempo a vantarsi e a spiegare per filo e per segno il suo diaboh-oh-lico piano. Anzi, c'è un punto in cui sferra il colpo in una maniera talmente repentina che ci sono pure rimasta male.
L'impressione più forte che mi rimane al termine della lettura è di aver trovato una storia molto ben raccontata.
Insomma, lettura promossa!
Una menzione particolare a una delle peculiari capacità di Fitz. Riesce naturalmente a stabilire dei legami molto intensi tra la sua mente e quella degli animali. In particolare ha una relazione a livello molto profondo con il suo cane Smithy.
A un certo punto della storia, Fitz è talmente sconfortato e depresso che vorrebbe porre fine alla propria vita buttandosi da una torre molto alta della rocca.
E' ferito e si sta trascinando sul pavimento di roccia.
[...] Down. End it.
It was a long journey, in the cold and the dark. Somewhere I could hear a whimpering, and I despised myself for that, too. But as I scraped myself along, it grew, as a spark in the distance becomes a fire as one approaches. It refused to be ignored. It grew louder in my mind, a whining against my fate, a tiny voice of resistance that forbade that I should die, that denied my failure. It was warmth and light, too, and it grew stronger and stronger as I tried to find the source.
I stopped.
I lay still.
It was inside me. The more I sought, the stronger it grew. It loved me. Loved me even if I couldn't, wouldn't, didn't love myself. Loved me even if I hated it. It set its tiny teeth in my soul and braced and held so that I couldn't crawl any farther. And when I tried, a howl of despair burst from it, searing me, forbidding me to break so sacred a trust.
It was Smithy.
[...] Giù. Farla finita.
Il tragitto era lungo, al freddo e al buio. Da qualche parte sentivo un piagnucolio, e mi disprezzai anche per questo. Ma mentre strisciavo in avanti, il piagnucolio cresceva di intensità, come una scintilla diventa un fuoco, a mano a mano che ci si avvicina. Rifiutava di essere ignorato. Diventava sempre più forte nella mia mente, un lamento rivolto al mio destino, una voce sottile che resisteva e vietava che io morissi, che negava il mio fallimento. Era anche calore e luce, diventava sempre più forte mentre ne cercavo la fonte.
Mi fermai.
Rimasi immobile.
Era dentro di me. Più cercavo, più forte diventava. Mi amava. Mi amava anche se io non potevo, non volevo, amare me stesso. Mi amava anche se io lo odiavo. Piantò piccoli denti nella mia anima e si attaccò talmente forte da impedirmi di arrancare oltre. E quando ci provai, si sollevò un ululato di disperazione, che mi scottò, proibendomi di infrangere una fiducia tanto sacra.
Era Smithy.
In the midnight hour she cried more, more, more
I recenti trascorsi con gli elettrodomestici di casa e l'impianto idraulico li conoscete.
Se leggete questo blog con assiduità e costanza sarete anche al corrente delle problematiche sollevatesi nella prima metà dell'anno a causa dell'autovettura di casa, più spesso dal meccanico che parcheggiata sotto casa.
Sono certa inoltre di avervi informato sul fatto che per un pelo non mi saltava il viaggio in Sardegna l'estate scorsa, per l'errata trascrizione del mio cognome sulla prenotazione.
I miei neuroni si rifiutano di procedere oltre nel ricostruire la valanga di sfighe che si sono abbattute sulla nostra (mia) testa negli ultimi mesi.
Ma sabato scorso, per esempio, ho trovato nella buca delle lettere un pacchettino proveniente dalla Kaba. Lo attendevo, conteneva il romanzo "Il Circolo degli Dei Sognanti" e altre 5 copie del mio "La Luce dell'Acqua", che mi servono a scopo promozionale.
Almeno, questo era il contenuto prima che qualcuno non identificato aprisse il pacco, prelevasse i libri e li sostituisse con due guide di viaggio (Turingia e Foresta Nera) scritte in tedesco e pubblicate a Berlino nel 1884 e 1893.
E ieri sera, quasi notte, una asettica mail da parte di Easyjet ci ha avvisato che il nostro volo per Parigi è stato annullato a causa di uno sciopero del personale di terra all'aeroporto di Parigi.
Informazione non scritta platealmente, ma da me fortunosamente rinvenuta nei meandri del sito, era che avevamo il diritto a una modifica gratuita del biglietto.
Così, alacremente lavorando su pagine web che rifiutavano di aprirsi e segnalavano errori che solo i francesi, siamo riusciti nottetempo a ottenere una prenotazione per domenica.
E tre giorni di fraternité con mio fratello se ne vanno giù per, insomma avete capito.
Oggi dovete perdonarmi la scarsa finesse. Ho dormito pochissimo e sono di umore bigio e tristo.
martedì 20 ottobre 2009
Quand Il Me Prend Dans Ses Bras
Nel caos generale dominato dalla rivolta degli elettrodomestici (forse qui nel blog ho mancato di menzionare il telefono cordless suicidatosi all'improvviso, abbandonandoci in balia di un reperto archeologico che non è in grado di comporre numeri di telefono che contengano il 9) ero persa nella beata convinzione che sarei partita per Parigi oggi, il 22 ottobre.
Come, oggi non è il 22 ottobre?
Esaaaaatto!! Infatti sono ancora qui.
Ah, oggi ho messo in forno una pirofila di lasagne da riscaldare. Si trattava di una vaschetta rettangolare di vetro, con coperchio in plastica trasparente.
Esaaaaatto!!
Vedete, che ormai mi conoscete? Non ho levato il coperchio di plastica e dieci minuti dopo ho estratto dal forno e buttato direttamente in pattumiera una roba schifosa e maleodorante: miscuglio di lasagne e plastica. Vedi te a non usare il micro-onde.
I due pargoli destinatari di tale prelibatezza si sono perciò ritrovati nel piatto crocchette di pesce surgelate e fagiolini lessi.
Ma tra un paio di giorni tutto ciò sarà solo un ricordo.
Vado a trovare mio fratello a Parigi!!!
Lo so, di fratelli ne ho tre e c'è da sempre qualcuno che chiede "ma di quale fratello stai parlando?" Ho presto imparato che rispondere Degio porta a fraintendimenti colossali. Per non ledere la poca privacy che gli resta, terrò celato il suo vero nome, ma vi mostro la foto... di qualcuno che gli somiglia molto!! (che vi credavate?)
Avete visto Underworld II?
[...]
No, silenzio, zitti, ho detto II, guai a chi mi dice anche solo una virgola del III, che non l'ho ancora visto!!
Beh, se avete visto Underworld II vi ricorderete di un personaggio che si chiama Marcus Corvinus (vedi foto).
[...]
No, ecco, mio fratello non assomiglia a questa versione di Marcus.
A questa sì, però.
Ha gli occhi un po' meno azzurro-vampiro, i suoi sono grigioverdi.
Il naso ha la stessa precisa inclinazione (non vi rivelerò che è caduto di faccia dal letto a castello per procurarsela).
Bro' non c'era bisogno di scandagliare il canale per trovarmi, arrivo in aereo!
lunedì 19 ottobre 2009
Spero che qualcuno di voi abbia portato un ombrello.
Questo è ancora una volta un post auto-celebrativo!
Ecco a voi le attesissime date della mia tournéé novembrina! Accorrete numerosi!!
*cough*
Sabato 14 novembre, alle ore 10.30 presenterò insieme al mio editore i libri "La Luce dell'Acqua" e "Muraco, Sisika e l'Acchiappasogni" alla Rassegna della Micro-editoria, che si terrà a Chiari (BS) dal 13 al 15 novembre.
L'appuntamento seguente sarà a Milano, sabato 21 novembre al pomeriggio:
21.11.2009 - Grande Festa di presentazione della casa editrice Kaba Edizioni
Oltre all'editore, interveranno l'illustratrice, con uno spazio dedicato ai disegni utilizzati nei primi libri pubblicati, e gli autori per presentare gli stessi. Ospite speciale dell'evento il pianista jazz americano Kevin Harris che ha recentemente collaborato con la Kaba.
Un'ottima occasione per conoscere da vicino un nuovo progetto editoriale rivolto ai più piccoli, senza dimenticare i più grandi, fra buona musica, libri, illustrazioni e buffet finale.
Vi aspettiamo sabato 21 Novembre alle ore 16.30 al Circolo Volta in via Giuseppe Giusti, 16 Milano
Per ulteriori informazioni potete contattarci all'indirizzo mail info@kabaedizioni.com o al numero 320.8405712
(vedi alla pagina News e Iniziative sul sito della Kaba Edizioni )
Ringrazio fin d'ora tutti coloro che vorranno partecipare ed essermi vicini, specialmente a Milano! Se i ringraziamenti non fossero sufficienti, imploro con un miagolio di venire a farmi compagnia!!!
domenica 18 ottobre 2009
Riepilogo!
- What's tomorrow without you? -> dalla canzone "Love you to death", by Kamelot (l'ho già usata, lo so, ma continuo ad averla in testa!);
- Rock Prelude -> brano musicale by David Garrett;
- The Phantom of the Opera -> omonima canzone, interpretata da Sarah Brightman & Antonio Banderas;
- A legend is sung of when England was young -> dal film "La Spada nella Roccia" di Walt Disney;
- Take your passion and make it happen -> dalla canzone "What a Feeling", by Jennifer Beals (colonna sonora del film "Flashdance").
Contenti? Ci ritroviamo domenica prossima! O forse no, visto che non sarò a casa... eheheh...
venerdì 16 ottobre 2009
What's tomorrow without you?
Nelle ultime settimane, ormai farei meglio a dire nell'ultimo mese e mezzo, è stato un crescendo di impegni, scadenze, imprevisti... un'escalation inesorabile che mi lascia ogni fine settimana la sensazione di essere un palloncino che sia stato gonfiato fino quasi a farlo scoppiare, per poi rilasciarlo.
Così, fiduciosa ho affrontato un lunedì dopo l'altro, solo per rendermi conto che ogni settimana io-palloncino venivo gonfiata sempre un pochettino di piu'.
Intendiamoci: non tutto è stato negativo, anzi, tutto sommato mi ritrovo a considerare che non è successo niente di terribile, in fondo.
Anche i peggiori avvenimenti si sono risolti, alla fin fine, rivelandosi gestibili e lasciandosi dietro poco strascico.
Un po' come la scia che si lascia dietro un caccia sfrecciando nel cielo. Fa tanto rumore e stria di fumo bianco e spesso l'azzurro, ma poco dopo che è passato non si vede e non si sente più niente.
Comunque.
Ieri sera ho ripreso (finalmente!) in mano la mi storia sui Draghi e ho piacevolmente ritrovato l'inizio di un capitolo, che non ricordavo proprio di aver scritto. Stasera sono andata avanti ancora qualche paragrafo, ma sono fuori allenamento! Scrivere post più o meno idioti qua sul blog non è proprio lo stesso, diciamolo.
Comunque adesso chiudo il file e vado un po' avanti a leggere Assassin's Apprentice ascoltando la musica.
Comincio a rifilarvi qulche citazione? Comincio. Da pagina 75:
"[...] It's murder, more or less. Killing people. The fine art of diplomatic assassination. Or blinding, or deafening. Or a weakening of the limbs, or a paralysis or a debilitating cough or impotency. Or early senility, or insanity or... but it doesn't matter. [...]"
"[...] Si tratta di omicidio, più o meno. Uccidere gente. L'arte sopraffina dell'assassinio diplomatico. O del render ciechi, o sordi. O dell'indebolire le membra, procurare una paralisi o una tosse che debiliti o l'impotenza. O una senilità precoce, la pazzia, o... Ma non importa. [...]"
giovedì 15 ottobre 2009
Rock Prelude
Non sono una musicista, per peggiorare la mia situazione. Mi piace sentire il suono del pianoforte e quello della chitarra, sopra a tutti, ma non disdegno affatto un buon mix, che comprenda eventualmente anche grancasse, violoncelli... anche il triangolo, va bene tutto, se il risultato è gradevole!
Al violino, confesso la verità, ho dedicato nel corso della mia vita ben poca attenzione. Generalmente perché i brani proposti dai violinisti tendono a essere sempre gli stessi. E poi i violinisti han fama di essere tremendamente spocchiosi. Non voglio incoraggiarli.
Però qualche tempo fa mi sono imbattuta (nel senso che l'ho visto in TV) in un certo David Garret, padre tedesco e madre statunitense, violinista da sempre.
Se sia spocchioso, non lo so. Sicuramente non lo è alla maniera tradizionale. (L'ho sentito con le mie orecchie in un'intervista affermare che gli piacciono i Led Zeppelin e ascolta i Metallica. Avete presente i violinisti tradizionali? Quelli che giurano di non respirare altro che Bach & soci? Ecco.)
Non suona solo i brani tradizionalmente interpretati dai violinisti.
Quindi, non è tradizionale.
Ed è bravo.
mercoledì 14 ottobre 2009
The Phantom of the Opera
Il film mi sembra riuscito molto bene, sebbene sia un po' lunghetto. Da quella prima volta l'ho rivisto abbastanza frequentemente, soprattutto in inglese anche se devo dire, per essere un musical le traduzioni delle canzoni sono discretamente riuscite.
La mia versione preferita del tema principale è quella interpretata (manco a dirlo) da Tarja e Marco; la seconda in ordine di gradimento è quella che propongo qui. Gli interpreti sono Sarah Brightman (una delle soprano più famose al mondo) e nientepopodimenoche Antonio Banderas (per il quale non servono presentazioni!).
Ah, un solo avvertimento alle fanciulle che dovessero intrattenersi su questo post cadendo vittima del fascino latino del Banderas: la bava che gocciola tra i tasti del pc non va bene. Poi fate come volete.
martedì 13 ottobre 2009
A legend is sung of when England was young
Il limerick è un componimento poetico di cinque versi con una struttura rigida (AABBA). Normalmente si tratta di un poemetto arguto, divertente. Le sue origini affondano probabilmente nel XVIII secolo in Irlanda, anche se esistono esempi inglesi risalenti all'epoca anglosassone.
Normalmente il limerick è composto da una sola strofa, di cinque versi. Il primo, il secondo e il quinto hanno tradizionalomente otto o nove sillabe e rimano l'uno con l'altro. Il quarto e il quinto verso contano cinque o sei sillabe e rimano per conto loro.
Il primo verso di solito introduce una persona e un luogo. Il luogo viene nominato alla fine del verso e imposta la rima per il secondo e il quinto.
[fonte: en.wikipedia]
Da qualche altra parte ho trovato che se nel primo verso viene introdotto il personaggio, nel secondo gli viene assegnata una qualità, nel terzo e nel quarto lo si vede compiere un'azione e nel quinto lo si rinomina, aggiungendo una caratteristica o ripetendo quella già nominata.
Cimentiamoci!!!
Tutto rosso e assai caldino.
Allegro scoppiettava,
Le mani scaldava.
Il fuoco scioglieva il budino!
[...]
Sìììììììììì, l'ho sempre sospettato: sono Shakespeare reincarnato!!
(Ho fatto pure un'altra rima senza neppure sforzarmi! Cioè...)
[...]
Sì, ok, va bene. Me ne vado a dormire. Buona notte.
lunedì 12 ottobre 2009
Take your passion and make it happen
Ho trascorso gli ultimi giorni tra:
1. pulizie di casa - di quelle serie, che si fanno un paio di volte l'anno e che contemplano la lucidatura degli angolini più remoti e invisibili;
2. test sugli elettrodomestici rientrati dalle riparazioni: il micro-onde se la sta cavando, l'aspirapolvere un po' meno, ma me lo aspettavo pure. Per il micro-onde la cosa buffa è che mentre il 3 in 1 era a riparare abbiamo riesumato dalla cantina quello vecchio (e non scherzo, è stato comprato nel 1994, e va ancora, lo abbiamo sostituito per magagnette secondarie!), così prima di riportarlo giù abbiamo deciso di testare il 3 in 1. Conclusione: sono affiancati l'un all'altro, adesso, sul bancone della cucina. Con uno scaldiamo il sugo e con l'altro cuociamo l'uovo alla coque. Un po' ingombrante, come soluzione... Peccato, altrimenti la tenevo!
3. tentativo di risoluzione di alterco con il padrone di casa. C'è una valvola di regolazione del flusso dell'acqua nei tubi che non funziona e ho tentato di spiegare al tizio che sprechiamo una quantità industriale di acqua al giorno. Il malefico, che oltre tutto quando parla non ci si capisce una fava, pretendeva che gli spiegassi, in tedesco, da dove arrivava l'acqua e dove andava a finire. Ma porca paletta, sono un tecnico? C'è una perdita, manda qualcuno, no? Se sapessi da dove arriva l'acqua, dove va e come devo fare per fermarla, che chiamerei te??
4. Luca è super raffreddato. La qual cosa, a una settimana di distanza dal nostro programmato viaggetto a Parigi, non sta bene. Così l'ho tenuto a casa da scuola stamattina e da come starnutisce ho idea che ancora un paio di giorni almeno se li dovrà fare da malato. Il problema è che adesso a me è venuto mal di gola! Rischio di far guarire lui e di stecchirmi io! Uffi! E in due giorni (ieri e oggi) gli ho letto ad alta voce tutto Coraline e quasi 40 pagine di Stardust. Oltre ad aver iniziato insieme la caccia la tesoro per il Circolo degli Dei Sognanti ! Ehi, ma è difficile!!
Ma mi rendo conto che, elencando tutte le mie traversie e vicissitudini, sto dimenticando il motivo del mio rammarico.
Come dicevo all'inizio, sento la mancanza di qualcosa.
Dai, che siete curiosi, ammettetelo, no? Così mi fate contenta. Volete sapere di cosa mai io senta la mancanza?
Ebbene, ve lo dirò!
Stasera desidereri moltissimo avere una Jacuzzi!!
Ecco, l'ho detto.
Acqua calda, luce soffusa, musica in sottofondo, vapore nell'aria. Faccio anche a meno delle candeline profumate e della schiumona nell'acqua. Mi accontento di un po' di olio sulla pelle, poi chiudo gli occhi e mi rilasso.
[...]
Mi sa che in fondo è un bene, se non ho la Jacuzzi. Pensa che disastro se mi ci addormentassi dentro. E stasera credo proprio che mi succederebbe!
[...]
Ma...? Cosa...?
NO!!! FERMI!!! La doccia fredda noooooo!!!!
domenica 11 ottobre 2009
Riepilogo
E dopo aver sfoggiato con voi la mia conoscenza riguardo ai nomi dei giorni della settimana (basta applausi, grazie), vi svelo la lista di citazioni della settimana passata!
Ecco le fonti dei titoli utilizzati nei post:
- B e A, B e E, BA BE -> sigla del cartone animato "Bia, la sfida della magia";
- L'Assenza -> omonimo romanzo by Peter Handke;
- Farewell -> assolo di chitarra by Zakk Wylde;
- You're yes then you're no -> dalla canzone "Hot'n Cold", by Katy Perry;
- God thinks -> omonima canzone, by Voltaire;
- I want to go to Mexico -> dalla canzone "Mexico", by Relaypse;
- Tutti giù per terra! -> dalla filastrocca per bambini "Giro giro tondo".
Ciao ciao!
B e A, B e E, BA BE
Non si ha l'impressione che i quattro protagonisti, o quanto meno uno di loro, trovi se stesso, o scopra qualcosa... quello che ci si aspetterebbe in queste situazioni.
Vagano in posti impossibili (ecco dove entra la fiaba), scambiano poche parole che ci si aspetta esprimano qualcosa, spieghino, aprano al lettore qualche spiraglio in più sull'anima di questi quattro, ma non succede nulla di tutto ciò. Sono, più spesso che no, sequenze di affermazioni lapidarie, senza un'origine e senza una destinazione.
I quattro personaggi sono persone che cercano, su questo non ci piove. Quattro a cui la vita finora ha detto poco e cercano qualcosa.
Non trovano niente, anzi perdono uno di loro e il loro viaggio si trasforma in una nuova ricerca, volta a ritrovare il Vecchio. Per quale motivo, poi, il Vecchio sia tanto importante, io non l'ho capito. Probabilmente non lo è. Sembra quasi che i Tre rimasti decidano di mettersi a cercarlo un po' per noia.
il Vecchio per tutta la durata della sua presenza compie gesti strani, dei quali non fornisce spiegazione, né gli altri gliene chiedono. Raffazzona brandelli di storia e di passato senza senso e senza logica e poi se ne va.
Boh? Io questi libri profondi non li capisco. Deve essere un limite della mia corteccia cerebrale.
Anche nella struttura il libro non mi ha convinto. Non c'è simmetria e non c'è una spiegazione. Inizialmente è il Giocatore a guidare la ricerca; segue poi il Vecchio, che a questo punto sembra prendere in mano la situazione, salvo andarsene abbandonando gli altri poche pagine dopo. Il Soldato e la Donna non hanno iniziativa. La Donna, poi, è sempre dietro a guardarsi nello specchietto da borsa, rifarsi il trucco o rimettersi a posto il ciuffo. Irritante, soprattutto se voleva trattarsi di un personaggio emblematico.
Nessuno dei personaggi ha consistenza, ma forse questo almeno ci azzecca con il titolo e l'argomento, l'assenza, appunto.
Quindi abbiamo quattro personaggi evanescenti, che si muovono in un mondo inesistente, con un punto di partenza ma nessuna destinazione né punto di arrivo. Nel frattempo nessuno di loro cresce, matura, scopre qualcosa. Rimangono tutti fermi al punto in cui si trovavano all'inizio del racconto.
Racconto la cui narrazione forse può piacere a uno sceneggiatore, ma personalmente la trovo inadatta a un romanzo. Le scene sono descritte come fossero quadri, compreso l'uso di espressioni tipo, sullo sfondo si solleva il fumo di una sigaretta.
Dire che il punto di vista sia quello del narratore omnisciente non è corretto. Per pagine e pagine abbiamo la descrizione pedissequa e a volte pomposa di una singola scena. Va bene, cogliamo tutti i dettagli dello studio del Vecchio; le foto nella camera della Donna (irritante, continua a far cadere robe a terra e le lascia lì, tra l'altro) o cose così. Ma cosa aggiunge tutto ciò alla storia? Niente.
E' forse un tentativo di contrasto? Mille dettagli dei luoghi contrapposti al niente della personalità dei quattro?
Inoltre, cosa che ho trovato oltremodo fastidiosa, si passa ripetutamente da questa narrazione puramente descrittiva, al punto di vista di un narratore omnisciente che vede le scene dall'esterno e posiziona tutti i personaggi, per poi ritrovarsi di botto, anche all'interno di un medesimo paragrafo, a una inspiegabile narrazione in prima persona, al passato (mentre tutto il resto è al presente) - senza dar modo mai di capire chi stia parlando!
Ho salvato un paio di frasi singole che mi sono sembrate venute bene (con le quali non necessariamente son d'accordo al 100%):
- Credo nei luoghi, non quelli grandi ma quelli piccoli, quelli sconosciuti, in terra straniera come in patria. Credo in quei luoghi, senza fama né risonanza, contraddistinti forse dal semplice fatto che là non c’è niente, mentre intorno c’è qualcosa dappertutto. Credo nella forza di quei luoghi, perché là non succede più niente e non ancora niente. Credo nelle oasi del vuoto, non in disparte, ma qua in mezzo alla pienezza. [pag. 46]
- Ogni volta che in vita mia mi sono illuso di essere arrivato, in vetta, al centro, là, legato a questo c’era il fatto che là non potevo restare. Io posso solo fermarmi, per poco tempo, e poi devo procedere, fino a quando potrò forse esserci di nuovo, là, da qualche parte, per poco tempo. Esserci, esistere, per me è successo sempre e soltanto per poco tempo, mai per tanto. [pag. 53]
sabato 10 ottobre 2009
L'Assenza
Ho trovato in una delle librerie in mansarda un libro che non ho mai letto. Si intitola "L'Assenza", l'autore è Peter Handke, un tedesco.
Credo il libro sia stato regalato a me o a Mauro qualche tempo fa... Che vergogna, mai preso in mano! Si vede che al momento avevo qualcosa da leggere già sottomano e l'ho infilato in libreria, dimenticandomene.
L'ho preso in mano stamattina e ho dato una scorsa alla quarta di copertina.
Leggo, Quattro personaggi anonimi ma emblematici - il Vecchio, la Donna, il Soldato e il Giocatore - abbandonano, spinti da un irresistibile e silenzioso richiamo, la monotonia della vita quotidiana, i suoi vuoti e i suoi silenzi, per incamminarsi verso una meta favolosa e indeterminata.
Ok, sono già curiosa.
Spulcio qualche riga più giù: racconto coinvolgente ed enigmatico [...] testo chiaro ed ermetico (uhm, non sono contrari, questi due concetti?), concreto e fiabesco (anche questi sarebbero due contrari, ma in questo caso l'opposizione mi sta bene) [...]
Bah, vediamo.
Sembra che questo Peter Handke, tra l'altro, abbia pubblicato un bel po' di libri, non lo sapevo.
Così, mentre rimestavo il risotto ai funghi, ho assunto la mia posizione trespolo: seduta su una scaletta (di quelle ripiegabili, che servono giusto ad arrivare al ripiano più alto nell'armadietto della cucina), la mano sinistra mescola e la mano destra regge il libro...
E' un tardo pomeriggio di domenica, con ombre di statue già lunghe sulle piazze del centro, e strade vuote di periferia dove l'asfalto bombato ha un riverbero bronzeo. Da un'osteria non esce altro che il ronzio del ventilatore nella facciata, a tratti un clicchettio. Uno sguardo sale su tra i rami di un platano...
...E io tra poco mi addormento.
Se provo a immedesimarmi in un domenica pomeriggio così avvincente mi viene voglia di buttarmi da un ponte.
Speriamo che sti quattro personaggi diano una mossa alla narrazione.
Aggiornamenti garantiti.
venerdì 9 ottobre 2009
Farewell...
La stanchezza sovrabbonda, il mal di testa incipia e la coerenza latita. Beccatevi un video con assolo di chitarra (Zakk Wylde) e più non dimandate.
giovedì 8 ottobre 2009
You´re yes then you're no
Si può scioperare? Divorziare dalla propria mente?
Facciamo così. Visto che sono arrivata stamattina a pagina 666 di Perdido Street Station e non sta bene fermarsi a pagina 666, oggi è il giorno in cui mi sparo le ultime 200 pagine e lo finisco.
Con tanti cari saluti alla mia mente e alla sua agenda.
mercoledì 7 ottobre 2009
God thinks
Non hanno bisogno di cercare oltre;
Hanno sempre la Verità sulla punta della lingua;
L’unico modo di vivere la vita è il loro;
Sanno di essere sempre un po’ al di sopra del resto del mondo;
Feriscono e hanno ragione a farlo;
Vengono feriti a torto;
Non ascoltano;
Non comprendono;
Sono veloci a giudicare e condannare;
Sono lenti a compatire e perdonare;
Non sono capaci di riconoscersi in questa lista.
God thinks all blacks are obsolete farm equipment
God thinks the Jews killed his son and must be punished
God thinks the white man is Satan
God, they know what God thinks
Dio pensa che i neri siano un'antiquata forma di strumento agricolo
Dio pensa che gli Ebrei abbiano ucciso suo figlio e vadano puniti
Dio pensa che l'uomo bianco sia Satana
Dio, loro sanno quello che pensa Dio
God thinks we should all convert to Judaism
God thinks we must all be Christians and
God thinks we should all embrace Islam
God thinks the only true religion is Hinduism
Dio pensa che dovremmo convertirci tutti al Giudaismo
Dio pensa che dovremmo essere tutti cristiani e
Dio pensa che dovremmo tutti abbracciare l'Islam
Dio pensa che la sola vera religione sia l'Induismo
And I
I know what God thinks
God thinks you're a waste of flesh
God prefers an Atheist
E io
Io so quello che pensa Dio
Dio pensa che tu sia uno spreco di carne
Dio preferisce un ateo
God God
God thinks all people like you are hateful
God thinks all people like you are an embarrassment to creation
Self-righteous, judgmental, first to throw a stone
And using His name for your own protection
Dio, Dio
Dio pensa che tutti quelli come te siano odiosi
Dio pensa che tutti quelli come te siano l'imbarazzo della creazione
Pieni di sé, sputa-sentenze, i primi a scagliare la pietra
E che usano il Suo nome come paravento
God thinks the sun revolves around the Earth
God thinks there was something very wrong with Copernicus
God thinks abortion is murder and
Dio pensa che il sole giri intorno alla terra
Dio pensa che Copernico aveva sbagliato tutto
Dio pensa che l'aborto sia un omicidio e
God thinks everything that science gave us is wrong
God thinks women deserve it
God thinks AIDS is a form of punishment
Dio pensa che tutto quel che la scienza ha fatto per noi sia sbagliato
Dio pensa che le donne se lo meritano
Dio pensa che l'AIDS sia una forma di punizione
I hate people who blame the Devil for their own shortcomings and
I hate people who thank God when things go right
Odio la gente che incolpa il Diavolo per le proprie mancanze
Odio la gente che ringrazia Dio quando le cose vanno bene
And I
I know what God thinks
God thinks you're an idiot
God prefers a heretic
E io
Io so quello che pensa Dio
Dio pensa che tu sia un idiota
Dio preferisce un eretico
God God
God thinks all people like you are hateful
God thinks all people like you are an embarrassment to creation
Self-righteous, judgmental, first to throw the stone
And using His name for your own agenda
Dio, Dio
Dio pensa che tutti quelli come te siano odiosi
Dio pensa che tutti quelli come te siano l'imbarazzo della creazione
Pieni di sé, sputa-sentenze, i primi a scagliare la pietra
E che usano il Suo nome per i propri interessi
God is a liberal
God is a democrat
God wants you to vote republican
Dio è un liberale
Dio è un democratico
Dio vuole che tu voti repubblicano
Never trust a man who puts his words in the mouth of God
And says it's absolute truth
It's lies and it smells like death
Non fidarti mai di un uomo che mette le proprie parole nella bocca di Dio
E dice che quella è la verità assoluta
Sono bugie, puzzano come la morte
It's all in a day's work taking money from the poor
Why do you think that God would need your dirty money
If he want to start a holy war?
E' solo una maniera facile di portare a casa i soldi dei più poveri
Perché pensi che Dio abbia bisogno del tuo sporco denaro
Se vuole cominciare una Guerra Santa?
Self-righteous, judgmental, first to throw a stone
And using His name for your own protection
Pieni di sé, sputa-sentenze, i primi a scagliare la pietra
E che usano il Suo nome come paravento
God thinks puppies need to die and
God thinks babies need to drown
'cause God is neither good nor bad
God is you and me
Dio pensa che i cuccioli debbano morire
Dio pensa che i bambini debbano affogare
Perché Dio non è buono né cattivo
Dio è me e te
God is everything.
Dio è Ogni Cosa
Canzone: God thinks
Artista: Voltaire
martedì 6 ottobre 2009
I want to go to Mexico
lunedì 5 ottobre 2009
Tutti giù per terra!
Sono la fortunata proprietaria di un forno a micro-onde 3 in 1: micro-onde, grill e forno ventilato.
Lo possiedo da quasi due anni ed e' fantastico. Ha il corpo in acciaio e lo sportello nero; eleganti bottoncini argento su pannello nero; accessori tipo il piatto grigliante, quello smaltato, la griglia alta e quella bassa... l'unico accorgimento che bisogna osservare è non utilizzarlo per cuocere o scaldare gli alimenti.
Possiedo inoltre un bellissimo aspirapolvere.
Ha un bel design; non è troppo ingombrante ed è piuttosto leggero; ha l'accensione incorporata al tubo, così non bisogna chinarsi; ha i filtri lavabili e un secchiello che raccoglie lo sporco e sostituisce quegli obsoleti sacchetti.
L'ho comprato circa sette mesi fa e funziona alla grande.
Basta non aspirare sporco e, soprattutto!, capelli da terra.
[...]
Dite che Will Smith ci verrebbe, qui, a dire due paroline ai miei elettordomestici??
domenica 4 ottobre 2009
Riepilogo domenicale
- Watch out for that tree! -> dalla sigla di "George of the jungle";
- Tre civette sul comò -> dalla conta "Ambarabà ciccì coccò" (non mi dite che non l'avevate riconosciuta...)
- She was gonna die -> dalla canzone "Love you to death", by Kamelot;
- Where have you gone, Joe Di Maggio? -> dalla canzone "Mrs. Robinson", by Simon & Garfunkel;
- Il Circolo degli Dei Sognanti -> omonimo romanzo by Jacopo Casiraghi;
- Tanz, mein Leben, tanz! -> dalla canzone "Alleine zu Zweit", by Lacrimosa;
- Nessuno può chiamarmi 'fifone'! -> dal film "Ritorno al Futuro II".
Andata.
venerdì 2 ottobre 2009
Nessuno può chiamarmi 'fifone'!
Sono a 300 pagine dalla fine di Perdido Street Station. Come previsto (ormai mi conosco!) sono arrivata a un punto che non riesco più a limitarmi a leggere qualche pagina e mettere giù, oggi credo di averne già macinate 150, non ho controllato ma a occhio direi di sì.
E' stata una settimana molto faticosa, se si considera che già lunedì ho cominciato a chiedermi quanto mancasse a venerdì. E che al mattino faccio una fatica mostruosa ad alzarmi: quando suona la sveglia è come se qualcuno mi desse una bastonata in testa.
Oggi mi sono all'improvviso ricordata che domani - 3 ottobre - in Germania è la Festa dell'Unificazione, tutti i negozi sono chiusi. Manco a dirlo, frigo e dispensa di casa erano degni di un Ramadàn (VUOTI). Già è una fortuna che me lo sia ricordata, non potevo pretendere altro. Così sono andata a piedi in un supermercato a circa mezz'oretta di strada da casa (più lontano di altri, ma solitamente ci trovo tutto senza fare ulteriori giri) e sono tornata che sembravo un albero di Natale, con tutte quelle borse e borsette appese ovunque.
Ma non voglio lamentarmi e basta.
E poi Windows mi ha appena gentilmente segnalato di aver finito e mi chiede di riavviare il PC, quindi devo spicciarmi.
Il post musicale è rimandato: ultimamente ho tradotto qualche canzone ma sono troppo fusa e non so quale scegliere. Cos' ho optato per una barzelletta sull'estinzione dei dinosauri!
Buon divertimento e buon fine settimana, ci si trova presto!
giovedì 1 ottobre 2009
Tanz, mein Leben, tanz!
Parliamo di numeri.
No, no, niente strani riti magici basati su numerologia, astrologia e affiliati. Solo numeri, puramente numeri.
Io non odio i numeri.
Ho fatto il liceo scientifico e in matematica me la cavavo onorevolmente.
Ho in famiglia una discreta quantità di matematici e fisici.
Mio marito è a un passo dal laurearsi in ingegneria.
Insomma: sono solo numeri, cos'hanno mai fatto di male? C'è chi li odia, chi dice, per favore, niente numeri! Fatemi leggere la Divina Commedia tre volte di fila, ma allontanate da me quella tavola pitagorica!
Ecco, no. Non sono proprio per niente così.
PERO'.
Ci sono numeri e numeri. Ammettiamolo.
Così come ci sono libri e libri.
Uno magari ama la lettura, è un lettore accanito, però se gli mettete sotto il naso un libro di [nome a scelta, uno scrittore che non vi garba] si gira dall'altra parte.
Allora perché mai non dovremmo accettare che i numeri non sono tutti uguali?
Voglio dire. Io adoro leggere Gaiman, ma i libri di Buticchi mi si incastrano nel piloro.
E per quel che riguarda la mia relazione con i numeri, beh. C'è mica qualcuno da queste parti che adora le dichiarazioni dei redditi?