Ha scritto un poema, Ulysses, che non è molto lungo e vi consiglio di leggere. A me piace moltissimo, evoca delle immagini senza confini, che volendo riassumere in una sola breve espressione, definirei come brama di conoscere il mondo.
Mi ci sono rispecchiata la prima volta che ho letto queste righe, tanti anni fa, su un banco di scuola al liceo. Non ero una secchiona, non ero la prima della classe anche se me la sono sempre cavata bene. Ma adoravo imparare.
Avevo le mie preferenze, come tutti suppongo, ma ricordo che una volta qualcuno mi domandò come o cosa immaginassi fosse il Paradiso e io ho risposto "Poter sapere tutto quello che c'è da sapere".
La vita mi ha condotto in una direzione nella quale mi è impossibile emulare il Grande Studioso, in una stanza tappezzata di libri e fogli e appunti e matite spuntate e magari il resto di qualche sandwich smangiucchiato dal gatto.
Quella che mi è rimasta è una grande sete, una insaziabile curiosità. E i miei interessi sono tra i più disparati e talvolta discordi tra loro.
Torniamo a Lord Tennyson.
Ho tradotto un brevissimo estratto, sperando di invogliarvi a leggere il resto, naturalmente! Lo trovate dopo la foto, che era talmente bella che non volevo ridurne le dimensioni.
[...] I cannot rest from travel: I will drink
Life to the lees: All times I have enjoy'd
Greatly, have suffer'd greatly, both with those
That loved me, and alone; on shore, and when
Thro' scudding drifts the rainy Hyades
Vext the dim sea
[...]
I am a part of all that I have met;
Yet all experience is an arch wherethro'
Gleams that untravell'd world, whose margin fades
For ever and for ever when I move.
How dull it is to pause, to make an end,
To rust unburnish'd, not to shine in use!
As tho' to breathe were life [...]
[taken from: "Ulysses", by Lord Alfred Tennyson]
[...]
Non riesco a smettere di viaggiare; voglio bere
La vita fino in fondo. Ogni volta ho esultato
Grandemente, grandemente ho sofferto, insieme a coloro
Che mi amavano, o in solitudine; sulla spiaggia, e quando
Attraverso turbini di pioggia le tempestose Iadi
Agitavano lo scuro mare
[...]
Sono parte di tutto ciò che ho conosciuto;
ogni esperienza non è che un arco attraverso il quale
appare quel mondo inesplorato i cui confini si confondono
sempre più a mano a mano che io mi sposto,
odioso è fermarsi, mettere una fine,
arrugginire come una spada non lucidata, che non splende in battaglia!
Come se il semplice respirare fosse vita [...]
[tratto da “Ulisse”, di Lord Alfred Tennyson]
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