10 minuti fa
domenica 22 dicembre 2013
mercoledì 18 dicembre 2013
So if you really love Christmas, come on and let it snow! [Billy Mack]
Ma se tutti quelli che in questo periodo si ergono a intrepidi difensori della cristianità si ricordassero dei loro valori cristiani durante il resto dell'anno? Non sarebbe un mondo migliore?
Non sarebbe meglio avere milioni di cristiani silenziosi e attivi per undici mesi, piuttosto che sbraitanti e moralisti per le prime tre settimane di dicembre?
Tanto più che affermare che il Natale è la festa della cristianità, o che il vero significato del Natale è la nascita di Gesù, dimostra nel migliore dei casi ignoranza e supponenza.
Coloro i quali tanto si appellano alle radici cristiane del Natale (o della Pasqua, o di Ognissanti, o dell'Europa, o della civiltà occidentale...) dovrebbero tanto per cominciare dare un'occhiata al dizionario, alla voce "radice".
Anche un'occhiata rapida è sufficiente, ma per la verità basterebbe pensare un secondo alla prima cosa che viene in mente sentendola pronunciare. Non so a voi, ma io penso istintivamente a quelle degli alberi: è quella parte che sta sottoterra, senza cui la pianta non cresce e non si nutre. La pianta sta sopra, le radici sotto. Le radici vengono prima, poi viene la pianta. Che sia una pratolina o una sequoia.
Ora penso che nessuno sia convinto che la storia cominci davvero all'anno 0, data in cui si pone per convenzione la nascita di Gesù, e che prima non ci fosse nulla.
L'anno 0 è stato preceduto da millenni di civiltà e di tradizioni, ed esistono numerose testimonianze di culti legati a questo particolare periodo dell'anno, che chiaramente non avevano nulla a che fare con Gesù, dal momento che il Bambinello non era ancora comparso.
La storia insegna che in seguito i cristiani, nella smania di uccidere tutti gli altri dei, e nell'ansia di stroncare tutte le altre tradizioni religiose, hanno adottato le festività altrui, modificandole e adattandole al loro credo.
Questo si chiama innesto, non "radici".
Sspero mi si perdonerà il tono un po' polemico, ma trovo che, semmai, dovrebbero essere gli altri a lamentarsi che i cristiani gli hanno usurpato il Natale. Ah già, gli altri non ci sono più, si sono estinti a causa delle persucuzioni, delle crociate, dell'Inquisizione, eccetera.
Quindi, cari cristiani all'ascolto, non vi offendete se dico che il Natale è di chi crede e anche di chi non crede. Di chi fa l'albero e di chi fa il presepe. Di chi si fa prendere dall'ansia del consumismo, e da chi va a sentire una messa ogni sera dell'Avvento.
Non vi offendete quando dico che il Natale È DI TUTTI.
domenica 8 dicembre 2013
I declare after all there is no enjoyment like reading! [Jane Austen]
Spesso i lettori, per conoscersi tra di loro, si cercano in rete.
Conoscere altri lettori significa poter parlare di quello che si legge, confrontare le opinioni su un libro, sui personaggi, sulla trama, sull'autore...
Come sempre accade, tuttavia, l'essere umano manifesta il suo intrinseco bisogno di trovare una figura a cui affidare il ruolo di "reietto" all'interno della cerchia di cui fa parte. I bulli, si sa, non passano mai di moda.
Ecco che sono capitata in un forum di lettori su internet e ho cominciato a leggiucchiare alcuni interventi.
A un certo punto mi imbatto nel post di una tizia che scrive di essere rimasta basita di fronte a una cliente del negozio in cui lavora, che le ha confidato di leggere circa 150-160 libri in un anno. "Ma come! Io finora ne h letti 24! Sono davvero così lenta?"
Le risposte velenose che seguivano questa domanda, in una giornata in cui mi sentivo particolarmente bellicosa, mi hanno irritato tantissimo.
Perché erano tutti sicuri che chi afferma di leggere così tanto:
1. Mente perché vuole vantarsi;
2. Legge solo i titoli;
3. Guarda solo le figure;
4. Non legge altro che Harmony;
5. Non ha un lavoro, non ha famiglia, non ha amici, non ha niente da fare, non ha una vita;
6. Sta solo giocando a "chi ce l'ha più lungo";
7. Non si ricorda niente di quello che legge;
8. Si ingozza di libri, non li gusta e non li apprezza;
9. È uno sfigato che legge anche in bagno e/o mentre cucina;
10. Non bada alla qualità, ma solo ad accumulare numeri;
11. Fa una gara con qualcuno;
12. È ossessionato dal numero di libri.
C'era anche qualche timido tentativo di intervento da parte di qualcuno che diceva: "Ma sì, anch'io leggo più di 100 libri all'anno, eppure ho una famiglia e un lavoro... leggo velocemente, mi piace, non lo faccio perché sono in competizione con qualcuno."
Ma a fronte di 5 risposte su questo tono, ce n'erano 100 piene di una rabbia che non riesco ancora oggi a comprendere.
Dopo aver masochisticamente letto ogni post, e aver notato che nessuno dei lettori "over 100" si era permesso di affibbiare qualche appellativo agli altri (che ne so, tipo: siete delle lumache; se non riuscite a leggere più di 25 pagine al giorno avete la capacità di concentrazione di un passero; siete la vergogna della categoria; metti giù l'i-phone e vedrai che qualche libro in più riesci a leggerlo anche tu... Così, i primi che mi verrebbero in mente volendo provare a rispondere a tono) ho capito che con questo genere di lettori non ho e non avrò mai nulla in comune.
Lì davvero c'è una gara, a chi tira fuori i titoli più pseudo-intellettuali, a chi esprime l'opinione più demodé (l'e-book ucciderà la letteratura! le nuove generazioni sono alla rovina perché non conoscono i classici!).
Io mi leggo i miei 100+ libri all'annno, anche in bagno e/o mentre cucino, continuo ad avere la mia famiglia di cui prendermi cura, i miei numerosi lavoretti ogni settimana, i miei hobby, i miei interessi, i miei amici (tra cui qualcuno che legge persino più di me avendo più amici, più interessi e più hobby) e intanto coltivo la convinzione di essere un'aliena, o un essere umano geneticamente modificato in grado di compiere imprese precluse ai più.
Conoscere altri lettori significa poter parlare di quello che si legge, confrontare le opinioni su un libro, sui personaggi, sulla trama, sull'autore...
Come sempre accade, tuttavia, l'essere umano manifesta il suo intrinseco bisogno di trovare una figura a cui affidare il ruolo di "reietto" all'interno della cerchia di cui fa parte. I bulli, si sa, non passano mai di moda.
Ecco che sono capitata in un forum di lettori su internet e ho cominciato a leggiucchiare alcuni interventi.
A un certo punto mi imbatto nel post di una tizia che scrive di essere rimasta basita di fronte a una cliente del negozio in cui lavora, che le ha confidato di leggere circa 150-160 libri in un anno. "Ma come! Io finora ne h letti 24! Sono davvero così lenta?"
Le risposte velenose che seguivano questa domanda, in una giornata in cui mi sentivo particolarmente bellicosa, mi hanno irritato tantissimo.
Perché erano tutti sicuri che chi afferma di leggere così tanto:
1. Mente perché vuole vantarsi;
2. Legge solo i titoli;
3. Guarda solo le figure;
4. Non legge altro che Harmony;
5. Non ha un lavoro, non ha famiglia, non ha amici, non ha niente da fare, non ha una vita;
6. Sta solo giocando a "chi ce l'ha più lungo";
7. Non si ricorda niente di quello che legge;
8. Si ingozza di libri, non li gusta e non li apprezza;
9. È uno sfigato che legge anche in bagno e/o mentre cucina;
10. Non bada alla qualità, ma solo ad accumulare numeri;
11. Fa una gara con qualcuno;
12. È ossessionato dal numero di libri.
C'era anche qualche timido tentativo di intervento da parte di qualcuno che diceva: "Ma sì, anch'io leggo più di 100 libri all'anno, eppure ho una famiglia e un lavoro... leggo velocemente, mi piace, non lo faccio perché sono in competizione con qualcuno."
Ma a fronte di 5 risposte su questo tono, ce n'erano 100 piene di una rabbia che non riesco ancora oggi a comprendere.
Dopo aver masochisticamente letto ogni post, e aver notato che nessuno dei lettori "over 100" si era permesso di affibbiare qualche appellativo agli altri (che ne so, tipo: siete delle lumache; se non riuscite a leggere più di 25 pagine al giorno avete la capacità di concentrazione di un passero; siete la vergogna della categoria; metti giù l'i-phone e vedrai che qualche libro in più riesci a leggerlo anche tu... Così, i primi che mi verrebbero in mente volendo provare a rispondere a tono) ho capito che con questo genere di lettori non ho e non avrò mai nulla in comune.
Lì davvero c'è una gara, a chi tira fuori i titoli più pseudo-intellettuali, a chi esprime l'opinione più demodé (l'e-book ucciderà la letteratura! le nuove generazioni sono alla rovina perché non conoscono i classici!).
Io mi leggo i miei 100+ libri all'annno, anche in bagno e/o mentre cucino, continuo ad avere la mia famiglia di cui prendermi cura, i miei numerosi lavoretti ogni settimana, i miei hobby, i miei interessi, i miei amici (tra cui qualcuno che legge persino più di me avendo più amici, più interessi e più hobby) e intanto coltivo la convinzione di essere un'aliena, o un essere umano geneticamente modificato in grado di compiere imprese precluse ai più.
domenica 1 dicembre 2013
Save one breath for me. [Nightwish]
Parlare di questo barbone, incontrato a Berlino, mi ha fatto pensare a un altro signore che conosco poco.
Abita in una casina non distante da dove sto io, è anziano e vive solo. Fino a poche settimane fa lo si incontrava spesso a passeggiare nel circondario insieme al suo vecchio cane, un grosso lupo dal pelo folto e lucido di nome Shano.
Ha l'aspetto mansueto, un'espressione buona. È riservato, ma scambia volentieri due parole, quando ne ha la possibiità.
Un pomeriggio, in estate, l'ho incrociato nel prato dietro casa e l'ho salutato. Lui, senza aprire bocca, mi ha fatto cenno di fermarmi, poi ha estratto dalla tasca un foglietto e me lo ha mostrato. Non posso parlare, sono stato dal dentista, c'era scritto.
Mi ha fatto tenerezza, una persona che tiene così tanto al contatto umano, da pensare di portarsi in tasca un biglietto in caso incontrasse qualcuno.
Poco tempo fa, tornando a casa, l'ho incontrato e ci siamo scambiati i soliti saluti: Buonasera, come va? Bene, grazie, e lei? Insomma, mi ha risposto, Non tanto bene. E dopo una pausa ha aggiunto: Shano non c'è più, è morto due settimane fa.
Oh, che peccato. Mi dispiace tanto, gli ho detto, e ho sentito davvero il dispiacere acuto per questa persona, che non conosco, di cui non so neppure il nome, ma che ora ha perso il compagno della sua vita.
Era vecchio, doveva succedere, ha continuato lui, L'ho seppellito in giardino. Il mio Shano. Così è sempre vicino. Però non c'è più.
Non sapevo cosa dirgli. È chiaro che dopo Shano non ci saranno più altri cani per questo signore. È solo, ed è già abbastanza in là con gli anni per temere di non sopravvivere al proprio cane.
Da allora non l'ho più rivisto in giro, mi domando se esca ancora a fare le sue passeggiate, anche se ora deve farle da solo.
E alla fine ho scritto di lui perché non mi sembrava giusto che il barbone che si puliva il didietro sotto a un ponte avesse una possibilità di venire ricordato, e lui no.
lunedì 25 novembre 2013
My love will be in you. [Nightwish]
- Ho una sorpresa per te! Sei pronto a una forte emozione?
- Perbacco! Cosa sarà mai? Ti sei comprata un completino sexy sadomaso?
- Er... No.
- Allora hai trovato un lavoro che ti pagano milioni!
- *cough* Neppure.
- Hm. Mi hai preparato la torta di mele?
- Veramente no.
- E allora? Non riesco proprio a immaginare cosa...
- Ho recuperato le ricevute mediche del 2012, ho anche già fatto il totale per la dichiarazione dei redditi. Guarda!
- Wow, beh, ma questo... Sono senza parole. Questo è davvero un regalo bellissimo *SIGH* Sono commosso. Grazie.
sabato 23 novembre 2013
A tramp, a gentleman, a poet, a dreamer... [Charlie Chaplin]
L'altro giorno ho preso la U-Bahn e appena mi sono seduta ho tirato fuori dalla borsa un libro da leggere.
Ho notato che immediatamente la ragazza seduta di traverso di fronte a me - che a sua volta stava leggendo - si controceva per sbirciare la copertina.
Poche fermate dopo è salita una signora - anche lei con in mano un libro - che ha fatto lo stesso.
Ho pensato gongolando dentro di me: che bello abitare in una città in cui succedono queste cose! Si crea una bella complicità, per qualche attimo si può fingere che la popolazione circostante non sia composta soprattutto da buzzurri.
Mi è tornata alla mente un'occasione, qualche anno fa, in cui mi sono imbattuta in una scena particolare. Sotto al ponte di una S-Bahn si era accampato un barbone. Era seduto a gambe incrociate su un grosso plaid, che condivideva con il cagnolone d'ordinanza, sonnacchioso in un angolo vicino a un piatto di plastica sporco di cibo. Alle sue spalle, gli immancabili sacchetti un po' maleodoranti. Lui stesso non era proprio pulitissimo, con i capelli grigiastri che gli ricadevano in ciocche attorno al viso sporco e con la barba di qualche giorno. Stava, come dicevo, seduto a gambe incrociate sul plaid e con calma serafica leggeva un libro.
Potete immaginare che moto di orgoglio mi si è agitato nel petto: abito in una città talmente permeata di cultura, che persino i barboni leggono!
Ora potete anche immaginare come il moto di orgoglio si sia irrimediabilmente sgonfiato quando, una settimana più tardi, passando sotto a quel ponte, ho visto il medesimo barbone intento a pulirsi il didietro con delle salviettine, beatamente incurante dei passanti.
lunedì 18 novembre 2013
Don’t the boys know that’s what your mum calls you? [J.K. Rowling]
C: ... E poi devo lavare a mano i piatti piani, perché quella BIP della mia lavastoviglie è talmente sgarrupata, che non ce li posso mettere. Il cestello superiore ha ceduto in qualche modo e si è abbassato, quindi l'elica che gira picchia contro i piatti piani, che sono troppo alti.
L: Ogni volta che mi parli della tua lavastoviglie ne imparo una nuova.
C: Lascia perdere, ho speso talmente tanti soldi in riparazioni, che potevo averne due. La odio.
L: Dovresti provare a darle un nome. A volte gli oggetti diventano più mansueti, quando gli assegnamo un nome che...
C: La chiamerò Vecchia Baldracca. Secondo te funziona?
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domenica 17 novembre 2013
Gray hair is God's graffiti. [Bill Cosby]
Delle Persone Acide.
A: Ti vedo bene, hai proprio un bel colore di capelli! Hai cominciato a tingerli anche tu, eh? Ahahah, i capelli bianchi arrivano per tutte, alla fine!
B: [tono entusiasta] Capelli bianchi? Ma lo sai che a me crescono argentati? E ricci, per di più? Una figata pazzesca! Adesso mi tocca tingerli, perché sono ancora troppo pochi, ma vedrai tra qualche anno! Sfoggerò una fantastica chioma da manga, finalmente potrò colorarli di rosa, o lilla, azzurro... tutte cose che ancora non posso fare, perché questo castano scuro è talmente tenace, che non si scolora facilmente.
A: >_<
venerdì 1 novembre 2013
Your friends will know you better in the first minute you meet... [Richard Bach]
!!! Attention! The battery is low !!!
Ch: Ma porc##X#XX !!! Non adesso! Non adessoooo! ... [inoltra chiamata dal cellulare a numero-di-emergenza-soccorso-in-caso-di-catastrofe] Pronto? Pronto??
Cr: Ehi, ciao! Sei già arrivata?
Ch: No, no, sono ancora in metropolitana. Tu, piuttosto, sei già uscita di casa?
Cr: No, ancora no. Pensavo di uscire tra...
Ch: Aspetta! Ho un'emergenza! Non incontriamoci in A-Platz. Passo a prenderti a casa, così ne approfitto per attaccare alla corrente il Kindle! Sto leggendo Joyland e il maledetto mi si è scaricato proprio adesso. E come faccio nel viaggio di ritorno?!
Cr: Aiuto! Ma no, che sei matta? Vieni su, che lo mettiamo subito a caricare! Usiamo l'adattatore per la presa, invece della USB del PC, così si carica prima e stai sicura che per il viaggio di ritorno è pronto! Sarà almeno mezz'ora di viaggio!
Ch: Infatti! Grazie, grazie mille, mi hai proprio salvato la vita!
Cr: Ma ti pare? Certe cose manco le devi chiedere!
giovedì 24 ottobre 2013
Menschengeist und Mathematik sind so unzertrennlich. [Friedrich Wilhelm August Fröbel]
- Nella lezione di oggi impariamo a dire la nostra data di nascita. Tu quando sei nata?
- DunqVe io zono nata il qVattoRdici giuNio novecent...un mill... unzettant... Nö, ach, blöd.
- Ecco, in italiano i numeri si dicono in fila. Senti qua: 1971 si legge mille-novecento-settant-uno. Facile, no?
- Uhm. E qVezto qVa: 22? Si legge...
- Venti-due. Non due-e-venti, come in tedesco.
- Ma... Ma... Ma qVezta koza è ghenial! Das ist sooooo einfach! Ich liebe die Italienische Zahlen! Jaaaaa! Mille-novecento-zeTanta-Üno! Jaaaa!
martedì 22 ottobre 2013
I have never let my schooling interfere with my education. [Mark Twain]
- Perché, PERCHÉ non posso aver GTA5?! Tutti i miei amici ci giocano! Non è per niente diseducativo!
- Tanto per cominciare è vietato ai minori di 18 anni.
- Ma i miei amici hanno 14 o 15 anni! Va benissimo, ci posso giocare perfettamente!
- Un gioco in cui devi scaraventare la gente fuori dalla sua auto per rubargliela non mi sembra il massimo per ragazzini della vostra età. Ci sono un miliardo di altri giochi che potete fare, senza per forza giocare a GTA5!
- Ma non è mica solo quello! Un può anche non scaraventare la gente fuori dalla sua auto! Io di sicuro non lo farei! Si può andare in moto, oppure sull'acqua... Alla fine GTA5 parla soprattutto di problemi familiari!
- ...
sabato 19 ottobre 2013
So many worlds, so much to do. [Alfred Tennyson]
C'è un mondo in cui sono amata, ascoltata, apprezzata e incoraggiata.
Non vengo giudicata, ma aiutata a diventare sempre più me stessa.
Vengo accettata nonostante i miei limiti e i miei difetti, e i suddetti limiti e difetti non vengono sottolineati allo scopo di dimostrarmi che sono sbagliata e devo cambiare, imparare a essere diversa, o quantomeno a fingere di esserlo.
In quel mondo non ho mai la tentazione di rinunciare a essere felice, non mi chiedo se valga la pena provarci, non penso che sia un obiettivo troppo difficile da raggiungere.
Se non sbaglio, sono anche un po' più alta e un po' più magra, ma la cosa più importante è che i miei occhi non sono mai, mai velati da scoraggiamento o rassegnazione.
Non importa se sono incasinata, perché sono tutti incasinati, e nessuno ha paura o vergogna a esserlo. Ci facciamo compagnia con i nostri casini.
Ogni tanto vorrei poter fare una capatina veloce in quel mondo. Un'oretta, o un pomeriggio, giusto per respirare un po' di ossigeno senza fare fatica, e tornare in questo mondo con gli occhi puliti.
venerdì 18 ottobre 2013
There's no such thing as too many books.
Da qualche anno mi piace tenere traccia dei libri che leggo.
Non ci avevo mai pensato, prima di scoprire aNobii qualche anno fa.
Trovo che sia una cosa bella, nostalgica: scorri le copertine dei libri letti nel 2010 e per qualche minuto ti lasci trasportare dai ricordi di storie e personaggi che ti hanno tenuto compagnia per un'estate, o in un periodo in cui hai avuto l'influenza... è un po' come guardare un vecchio album di fotografie.
Da quando mi sono iscritta su aNobii ho anche realizzato quanti libri leggo in un anno. Sapevo di leggere tanto, rispetto alla maggior parte della gente che conosco, ma non mi ero mai resa conto effettivamente di quanto. Da quando inserisco diligentemente ogni libro letto, lo so: leggo all'incirca un centinaio di libri ogni anno. E non lo dico per vantarmi o farmi bella. Lo dico perché è un dato di fatto.
Personalmente del numero esatto non potrebbe fregarmene di meno: chiaro che preferisco in linea generale leggere un libro bello piuttosto che diciotto ciofeche.
Non leggo tanti libri per accumulare punti, o per fare una gara con qualcuno; leggo tanti libri perché mi piace.
La foto sopra ritrae le copertine dei libri che ho letto nel 2013, fino a questo momento. Sono novanta, ve lo dico subito così non perdete tempo a contare e possiamo passare oltre.
Perché novanta, sessanta o duecento, l'importante non è acccmulare copertine, ma storie. E lo dico in tutta sincerità: novanta-cento storie per me sono troppo poche! Troppo poche in un anno, troppo poche in un mese, troppo poche e basta! Ho bisogno di storie per pensare, per sognare, per vivere.
Posso prevenire l'obiezione più gettonata, ovvero quella che mi viene mossa da persone scettiche: "Ma ome fai a ricordarti tutte queste storie? Un libro va letto lentamente, altrimenti non lo si apprezza."
E ora posso rispondere: "Col cavolo!"
Non è vero che non mi ricordo le storie che leggo. Può darsi che non ricordi i dettagli di alcuni libri che magari non mi sono piaciuti molto; può darsi che dimentichi i nomi di alcuni personaggi; a volte ricordo che una storia è stata costruita in modo particolare, ma non tutti gli avvenimenti... ma ogni copertina suscita in me emozioni e ricordi, proprio come vecchie foto. E non vedo l'ora di scoprire, il 31 dicembre, quali copertine si saranno affiancate a queste prime novanta!
giovedì 10 ottobre 2013
Your subconscious is looking for the dreamer. [Inception]
Nuove emozionanti esperienze per me.
Ho fatto un sogno, due notti fa, che è presto diventato sogno lucido ed è durato molto a lungo.
Ma non è tutto: la notte scorsa ho ricominciato da dove avevo interrotto!
FIY: sono un'abile ladra e, con tre complici, abbiamo rubato su commissione un programma informatico super-segretissimo. Un'operazione elegante e pulita, nel corso della quale ho incontrato un tizio che lavora nell'azienda derubata e, non ricordo più perché, ho dovuto contattarlo in fase di fuga. (Più o meno qui il mio sogno è diventato lucido). A quel punto i capi dell'azienda l'hanno licenziato, convinti che fosse d'accordo con noi. Non è vero, e lui ha cercato di conivncerli, ma non c'è riuscito e così, oltre ad averlo licenziato, i suoi capi hanno deciso di metterlo sotto costante sorveglianza: cimici, web-cam, hacker, pedinatori.
Questa è la prima puntata.
La seconda puntata comincia quando, scoprendo di aver rovinato l'esistenza a quel poveretto, decido di aiutarlo a liberarsi della sorveglianza, fuggire e nascondersi. Prima, però, devo essere sicura al 100% che lui non sia d'accordo con i suoi capi. Non ho idea di cosa sia il programma che ho rubato, né quale sia il suo effettivo valore, ma la macchina che si è messa in moto per catturarmi è imponente, non posso correre rischi. Quindi mando una persona fidata a fare amicizia con il Tizio in questione, e a liberarlo piano piano di tutti i sistemi di sorveglianza che infestano la sua vita, nonché a insegnargli a scomparire.
Ci sarà una terza puntata? Riuscirò a far scappare il povero Tizio?
mercoledì 9 ottobre 2013
Cogito ergo sum. [René Descartes]
Perché quando ho mal di testa da tre giorni, le gambe molli, la vista annebbiata, i brividi di freddo e mal di gola non significa che ho la febbre, come succede alle persone normali, ma piuttosto che la mia temperatura è pericolosamente vicina a scendere sotto i 36°C?
Odio gli hardcover, mi piace leggere i paperback.
Ma nel primo episodio della nona serie di "Supernatural", Crowley rimane chiuso nel bagagliaio dell'Impala per tutto il tempo? Zitto e senza protestare?
Sentire o vedere il mio vicino in canottiera con 10°C che si agita lavorando nel suo giardino perfetto mentre io ignoro l'erba alta 30 cm nel mio mi riempie di una furia cieca.
Compro sempre un sacco di scatole di müsli e di biscotti per la colazione di tutta la famiglia e mi dimentico di quelli per soggetti noiosamente allergici come me, e periodicamente resto senza colazione.
Era meglio se non cogitavo.
domenica 6 ottobre 2013
Nothing ever becomes real 'til it is experienced. [John Keats]
- Vorrei andare a letto presto, stasera.
- Come mai? Stai male?
- Beh, ho avuto una giornata difficile, in effetti. Per tutto il pomeriggio ho avuto mal di testa, e anche se mi sono sollevata il morale guardando qualche episodio di The Guild, e leggendo un paio di racconti fantasy da questo libro, la situazione non è migliorata. Inoltre sono appena sopravvissuta a una crisi di asma, che ho dovuto fronteggiare senza inalatore, visto che l'unico presente in casa è scaduto nel 2012.
- Oh, wow. Che giornataccia.
- Capisci? Per questo ho bisogno di andare a dormire, ma stamattina ho tolto le lenzuola dal letto, per lavarle, e ora c'è bisogno di metterne di pulite. Mi chiedevo quindi se puoi pensarci tu.
- ...
- Magari con il solerte aiuto del nostro figliolo adolescente. Dovreste farcela, no?
- Ma certo! Che losche insinuazioni! ... Tu vieni a dirigere i lavori, no?
sabato 28 settembre 2013
Si hortum in bibliotheca habes, deerit nihil. [Cicero]
Cr: Ho appena avuto un'idea geniale per sistemare i miei libri.
Ch: Quale? Dimmi!
Cr: È che mi servirebbero un altro paio di librerie, ma non so proprio dove metterle, perché ho solo due pezzi di parete liberi: dove c'è il divano e dve c'è la finestra.
Ch: E quindi?
Cr: Ho pensato che se si sfonda definitivamente il divano in salotto, posso buttarlo e sostituirlo con quello nella stanza dei libri. Et voilà. Ecco pronto lo spazio per due nuove librerie. Sono un genio.
Ch: ...
Cr: Giusto giusto che adesso l'asilo è chiuso e ho il piccolo a casa. Lo inciterò a giocare ai supereroi saltando sul divano. Magari chiamo anche i bambini dei vicini.
giovedì 19 settembre 2013
How can you be yourself, when you don't know who you are? [Nightwish]
Sono contenta per voi, o Altri che siete così maturi, così cresciuti, così posati ed equilibrati da avere sempre certezze nella vita.
Voi che non avete mai ripensamenti, che sapete sempre cosa volete e dove andate e magari anche da dove venite.
Voi che non siete mai confusi, che non avete mai bisogno di un time out dal mondo, che non avvertite mai il bisogno di mettervi in discussione.
Voi che siete sicuri di aver capito tutto, voi che avete scelto la vostra strada e ci rimanete sempre sopra, senza mai deviare dal sentiero.
Compatitemi pure, quano vi accorgete che io non sono come voi.
Che nonostante i miei compleanni si susseguano e si accumulino, sono sempre nuova, sempre diversa.
Che sono interrotta, e non riesco mai a essere una sola persona per volta, che una vita non mi basta e devo viverne tante ma ho poco tempo e quindi faccio casino.
Che imparo ogni giorno nuove idee, nuove impressioni, nuovi modi di guardare e capire.
Che non ho un modello a cui aspirare, ma prendo qualcosa da tutti e da tutto. Non c'è libro, film, serie TV, conversazione, attività, paesaggio, sogno... che non lasci dentro di me la sua impronta.
Giudicatemi, perché è meglio giudicare me, piuttosto che capire perché vi spaventa il mio modo di essere.
È meglio per voi prendere le distanze dalla mia piccola follia privata, piuttosto che conoscerla.
Lasciatemi sola, sempre sola, perché non sono come voi e se venite con me verrete travolti.
mercoledì 18 settembre 2013
I don't pretend to be an ordinary housewife. [Elizabeth Taylor]
C: Stasera vi ho preparato il coniglio al forno!
M: Il profumo è buono, però *MUNCH MUNCH* è u po' legnosetto. Come l'hai cucinato?
C: Al forno, te l'ho detto!
M: Ma a che temperatura? E per quanto tempo?
C: Quasi un'ora a 200°C.
M: Cosa?! Ma sei impazzita? Per forza è così duro!
C: Cioè?
M: Lo sanno tutti che il coniglio bisogna lasciarlo a temperatura bassa per un tempo lunghissimo! Solo così la carne diventa tenera e morbida.
C: Tsè. Guarda che ho seguito le istruzioni sull'etichetta della confezione. E se proprio vuoi saperlo, le ho pure confrontate cercando su Google "coniglio al forno". Nessuna delle ricette che ho trovato dava tempi superiori a 50 minuti!
M: No, no, no, no. Temperatura bassa, e tempi lunghi. È così che si fa.
C: Scusa, ma tu non cucini mai, come fai a saperlo?
M: È che sono massaia dentro.
mercoledì 4 settembre 2013
martedì 3 settembre 2013
sabato 31 agosto 2013
Books! The best weapons in the world! [The Doctor]
Un comune sabato pomeriggio, ore 15.00.
Dopo un pranzo veloce, arrangiato in cinque minuti perché tornata dal supermercato dopo la spesa settimanale a orario imbarazzante, la cucina ha urgente bisogno di un restyling.
La lavapiatti contiene ancora le stoviglie lavate la sera prima, quindi i piatti e le posate sporchi utilizzati per il pranzo vengono accatastati nel lavandino.
Le tazzine del caffè non ci stanno e campeggiano accanto al fornello, dove qualcuno ha sbadatamente versato un po' di sale e un po' di pepe.
I bicchieri, le bottiglie dell'acqua e i tovaglioli sono ancora disordinatamente disposti sul tavolo, così come numerose briciole di pane.
Stesso comune sabato pomeriggio. Ore 17.30.
Con un nuovo libro appena acquistato; uno vecchio da rileggere; uno in corso di coraggiosa lettura in lingua originale; uno stranuovo e in prestito, da restituire lunedì... la cucina ha urgente bisogno di un restyling.
giovedì 29 agosto 2013
A dream within a dream. [E.A. Poe]
lunedì 26 agosto 2013
Better to reign in Hell than serve in Heaven. [John Milton]
Dopo essermelo trascinato dietro per circa tre mesi, finalmente qualche giorno fa ho finito di leggere "Paradise Lost".
Si tratta di un poema epico, scritto nel XVII secolo da Milton. Rivisita il mito biblico della caduta di Lucifero e del peccato di Adamo ed Eva nel paradiso terrestre.
La parte che ho preferito è stata quella in cui protagonista è Lucifero: è una scrittura potente, davvero epica, e la celebre frase "Better to reign in Hell, than serve in Heaven" non è che il corollario a pagine e pagine di riflessioni e ragionamenti di un angelo che si sente tradito, ferito e abbandonato.
Sono pensieri toccanti, soprattutto perché è molto facile immedesimarsi e seguire il filo dei pensieri di Lucifero continuando ad annuire e dandogli pienamente ragione.
Meno convincente ho trovato la parte in cui al centro ci sono Adamo ed Eva.
Soprattutto mi sono annoiata: Adamo che sbrodola per pagine e pagine di quanto è bellobuonoperfettoidillico Dio e tutto quel che ha creato.
Ripensando ad alcuni commenti di Lucifero, in cui si riferiva proprio all'eternità promessa da Dio esternando perplessità riguardo all'intrattenimento proposto (l'apice della gioia per gli ammessi in Paradiso è cantare le lodi di Dio ininterrottamente), non si può che essere ulteriormente dalla parte di Sua Maestà Infernale.
Il resoconto della caduta di Adamo ed Eva è molto fedele al racconto biblico, non solo per quel che riguarda i fatti, ma anche per l'atteggiamento e la presa di posizione di Dio.
Cerco di spiegarmi.
Il serpente suggerisce a Eva di mangiare il frutto dell'albero che Dio ha proibito di toccare, lei lo fa e convince anche Adamo a prenderne un po'. Al che Dio se ne accorge, si infuria e caccia entrambi dall'Eden, aggiungendo anche un paio di punizioni: Eva partorirà con dolore, e Adamo dovrà sudare sangue per procurarsi da mangiare (invece nel Paradiso Terrestre era tutto a sua disposizione, senza faticare).
Questi i fatti, in breve.
In "Paradise Lost" Adamo solleva parecchie proteste nei confronti di Eva, che si è lasciata convincere dal serpente a disobbedire a Dio; è consapevole che ci sono grossi guai in vista ma decide di condividere il destino di Eva, per amor suo.
Questo è un dettaglio incredibilmente romantico, ma altrettanto incredibilmente a doppio taglio. Perché sta a significare che l'uomo, di per sé, sarebbe bravo, buono e santo. È solo a causa della presenza e dell'interferenza della donna nella sua vita e nelle sue decisioni, che pecca. È a causa della debolezza di averla amata tanto, che Adamo si condanna.
Su questa linea, infatti, sembra pensarla anche Dio stesso, che accusa Adamo di aver amato più Eva che Dio. E questo è un peccato gravissimo. Ma c'è di più. Perché tra le grosse colpe di Adamo si annovera anche il fatto di non aver adempiuto alle proprie responsabilità di uomo, tenendo sotto controllo la donna che gli era stata affidata.
Quindi, riassumendo: Eva pecca perché mangia il frutto; Adamo pecca perché non è riuscito a impedirglielo e perché in seguito ha preferito condividere la sua sorte, piuttosto che rimanere fedele agli ordini di Dio.
NON perché mangia il frutto.
Poi ci si domanda come mai le donne siano considerate meno dalle religioni monoteiste che condividono questo mito (cristianesimo e islam). No, forse non ce lo si domanda più, in ogni caso va riconosciuto che 4000 anni di modellamento cerebrale lasciano decisamente il segno! Già solo quando sento dire che le donne in una determinata epoca "potevano" fare questo o quell'altro, mi vengono i brividi. Ma la gente si ascolta, quando parla? "Potevano", perché c'era qualcuno (maschio e illuminato da Dio, manco a dirlo) che stabiliva l'ampiezza dei confini entro cui una donna era libera di muoversi, non certo perché ne avevano (o non avevano) la capacità.
C'è sempre stata la volontà di creare e mantenere diversità tra i due sessi, anche dove non ce ne sarebbero state.
Perché l'essere umano, fondamentalmente, crea un "diverso"? Psicologia spicciola: per sentirsi migliore.
Perché l'uomo, inteso come maschio, ha sempre manifestato questo disperato bisogno di differenziarsi dalla donna? Le "feminucce" sono i maschi che sono meno chiassosi, che mostrano sensibilità; i "maschiacci" sono femmine che contrastano l'idea secolare che associa tranquillità e sottomissione e simili tratti caratteriali alla coppia cromosomica XX. Ai posteri (?) l'ardua sentenza.
Ultima osservazione che c'entra e non c'entra con la filippica femminista: la punizione stabilita da Dio per la donna è stata che mettere al mondo i figli sarebbe stata un'impresa dolorosa. Questo stuzzica incredibilmente la mia curiosità: come era previsto che nascessero i figli, nel caso il frutto proibito fosse rimasto per sempre sul suo albero?
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giovedì 22 agosto 2013
lunedì 22 luglio 2013
When things are simple, fewer mistakes are made. [The Pillars of the Earth, Ken Follett]
Siccome in estate vengo solitamente assalita da un'insana smania di scioperatezza, al contrario di tante persone per me è un periodo di letture scarsissime, quasi nulle. A meno che, certo, non sia costretta a trascorrere due settimane in spiaggia, a quel punto macino anche 800 pagine al giorno senza battere ciglio.
L'estate 2013 non mi ha portato al mare, quindi la media di pagine lette è precipitata a picco, a favore di ore spese davanti a puntate vecchie e nuove di serie TV. Tra queste, "The Pillars of the Earth", serie tratta dall'omonimo romanzo di Ken Follett.
Ho letto il libro diversi anni fa, oserei dire tanti anni fa. Ricordo che il libro mi era piaciuto molto: quelle atmosfere medievali, l'ambientazione ricca di particolari, le descrizioni della cattedrale in crescita così vivide mi avevano catturato e avevano fatto passare in secondo piano la trama un po' monotona e i personaggi un po' scontati.
Quando anni dopo ho letto il seguito, non sono più riuscita a passarci sopra, perché i personaggi esasperatamente buoni o esasperatamente cattivi e le scene di sesso interminabili e inutilmente numerose mi hanno rovinato anche la meravigliosa cornice storica che Follett è sempre in grado di creare. Avrebbe bisogno di qualcuno che gli pensi la storia e gli disegni i personaggi.
Comunque, ho guardato la serie, perché dopo Game of Thrones e The Borgias mi andava di guardare ancora qualcosa di storico, avventuroso e pieno di intrighi. Sarà perché me lo aspettavo, sarà perché in TV i cattivi-solo-cattivi mi danno meno fastidio, ho digerito meglio quelli che nel libro avevo considerato difetti.
Ora sono rimasta orfana di serie "storiche", sarà ora di ributtarsi sulla letteratura?
martedì 16 luglio 2013
Love is a given, hatred is acquired. [Doug Horton]
Milano in estate.
Ci ho appena trascorso una settimana, che mi ha aiutato a ricordare che ci sono cose che apprezzo, e cose che mi infastidiscono.
Mi piace che la gente si dia spesso e volentieri del "tu": è qualcosa che pone sullo stesso piano, che accorcia le distanze.
Non mi piacciono le occhiate e le osservazioni di certi uomini, probabilmente abituati a sentirsi sminuiti nella loro virilità se evitano di commentare o di guardare una donna.
Mi piace trovare disseminate in giro per la città possibilità di spuntino a base di ottima focaccia, o pizza, o insalata - non solo kebab e hot dog. Mi piace il cappuccino a 1,20 €.
Non mi piace la pretenziosità commerciale, a causa della quale i prezzi di articoli assolutamente generici lievitano immotivatamente.
Mi piace non dovermi concentrare per capire le parole di chi mi parla insieme.
Non mi piace il fatto di non riuscire a estraniarmi da una conversazione che avviene vicino alle mie orecchie, ed essere costretta a sapere che "la Cri è una t***a", o che "il treno si è fermato per mezz'ora tra i campi e non andava neppure l'aria condizionata".
Mi ha fatto piacere trovare riaperte le fontanelle nei giardini pubblici e per strada.
Non mi ha fatto piacere constatare che, nonostante la falda acquifera sempre in procinto di allagare cantine e tunnel della metropolitana, l'erba e gli alberi di parchi, piazze e viali non vengono annaffiati ma lasciati a languire e rinsecchire sotto il sole cocente: sterpaglia e terra secca che si incollano alla pelle sudata e ti raschiano la gola quando respiri.
Non mi piacciono le puzze e gli odori che ristagnano e si propagano in un attimo a causa del caldo soffocante, l'asfalto che bolle e ti si attacca alle suole delle scarpe, i nuvoloni di pioggia che nel 90% dei casi si addensano fuori dalla città, lasciando gli abitanti ostaggio di caldo e afa.
Non mi piace come guida la gente: in maniera disordinata, irrispettosa e maleducata; non mi piace che i motociclisti facciano di regola lo slalom tra le auto; non mi piace che i (pochi) ciclisti ignorino le fondamentali regole di sicurezza.
Nel complesso, direi che Milano in estate è qualcosa che evito volentieri.
lunedì 10 giugno 2013
Just because you don't understand it doesn't mean it isn't so. [Lemony Snicket]
Ce ne sono tante, di cose che non capisco, intendiamoci.
Tipo perché i berlinesi non riescono a costruire i parcheggi dei supermercati in piano o rompono sempre le uova nei contenitori.
Adesso poi sono un po' stanca, e non mi vengono in mente tutte, ma a stupirmi sono spesso le persone. Questi misteriosi altri, che si comportano sovente in maniere per me incomprensibile.
Per esempio:
- Una persona che posta su un forum di ricette il Procedimento Strabiliante Per Ottenere Una Classica Torta Di Mele Della Nonna - Ricetta Tradizionale - Partendo Da Zero. E tra gli ingredienti figura il preparato per torta in scatola. Ti sei mai chiesta cosa vuol dire "da zero"?
- Un'altra persona posta un tutorial per costruire un fiore di feltro e comincia scrivendo che devi ritagliare 11 petali da un foglio di feltro. Inserisce quindi una foto che mostra 9 petali di feltro. Continua impavida ordinando di raggrupparli 4+4+2+1 (che fa 11) e le foto mostrano gruppi costituiti da 4+3+1 (che fa 8), finché avvisa di manipolare un po' il gruppo da 2, che nella foto si confonde abilmente con quello da 3, e di fissare bene tra di loro i primi 3 strati (2 in foto) prima di terminare con l'ultimo, singolo petalo - chiamato peDalo per metà delle volte. Tesoro, perché fai queste cose complicate, se soffri di discalculia e dislessia?
- Un'altra ancora è venuta da poco a vivere a Berlino e ne è entusiasta. Talmente entusiasta, che decide immantinente di aprire un blog per aiutare e sostenere chiunque abbia la sua stessa, fulgida idea. Quanto io consideri la maggior parte di questi benemeriti concittadini, ormai è risaputo, ma costei riesce a spingersi oltre, affidando all'etere e alle povere anime che avranno lo sorte di incappare nel suo blog, informazioni approssimative e che probabilmente lei per prima non comprende fino in fondo, dal momento che è capace di titolare, ri-titolare e ripetere all'infinito termini scritti sbagliati. Figliola cara, l'entusiasmo è encomiabile, ma hai pensato a un corso di tedesco?
Non linko niente di tutto ciò, perché non ho alcun interesse a deridere apertamente qualcuna delle tre persone nominate sopra. Mi hanno semplicemente fornito un ineguagliabile spunto per profonde riflessioni sulle molteplici sfaccettature della natura umana, che pur non comprendendo, vive.
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lunedì 27 maggio 2013
Love is in the air?
La questione è delicata. O forse no, non ho ancora capito.
Quando mi capita di parlare con qualcuno di matrimonio, la mia posizione può essere rapidamente riassunta come segue: il matrimonio secondo me dovrebbe essere semplicemente l'ufficializzazione di un rapporto d'amore tra due persone. Ora, può succedere che ci siamo due persone che non sentono la necessità di ufficializzare la loro relazione.
Se non fossi già sposata (ma questa è un'altra storia), sosterrei la mia posizione in persona, invece le cose sono andate in modo che io possa farlo solo a parole.
Perché le reazioni di chi invece è 'pro' matrimonio sono svariate, ma alla fine si somigliano tutte.
Per prima cosa, spesso mi si accusa di mancare di romanticismo. Quindi, la prima cosa che viene in mente pensando al matrimonio, è il romanticismo. Bene. Ammettiamo pure che sia vero: non sono una persona romantica (o magari associo altre cose al concetto, ma facciamola semplice).
A questo punto, la mia esperienza diretta non mi ha ancora condotto a qualcuno che alla domanda "e tu, perché ti sei sposata/o?" mi abbia risposto "perché ci amavamo così tanto e sposarci era la cosa più romantica che potessimo fare". Nessuno mi ha mai risposto così.
In compenso, tra le risposte di queste persone presumibilmente assai più romantiche della sottoscritta, annovero:
- l'amore è una cosa meravigliosa, ma non si può mai sapere nella vita. Con il matrimonio sei legalmente molto più tutelata/o.
- volevamo dei figli, e per loro è molto più comodo far parte di una famiglia tradizionale: ci sono le sovvezioni, paghi meno tasse... insomma, si è più agevolati:
- vivevamo insieme già da otto anni, io sono rimasta disoccupata e in questo modo con i regali di nozze abbiamo tirato su qualcosa.
- era il momento: il matrimonio è una tappa importante nella vita di una persona e avevamo raggiunto l'età perfetta.
- beh, cosa vuoi fare dopo dieci anni di fidanzamento? O ti sposi, o ti molli.
- la nostra società si fonda anche su questa cosa: i patrimoni, le eredità... la legge prevede determinati contorni e per ottenere il massimo da questa società bisogna rientrare nei suoi limiti.
- perché ai miei tempi se volevi andare a letto con una brava ragazza dovevi sposarla.
- perché l'unico tipo di amore che Dio accetta tra un uomo e una donna è all'interno del matrimonio.
Non entrerò nel personale, perché non è il luogo adatto e in fondo sono fatti miei, ma posso confessare apertamente che nemmeno io mi sono sposata "perché ci amavamo così tanto e sposarci era la cosa più romantica che potessimo fare". Però io almeno ho ammesso di non essere una persona romantica.
lunedì 20 maggio 2013
Books are a uniquely portable magic. [Stephen King]
Penso che non sia sempre necessario scegliere da che parte stare. A volte non c'è nessuna "parte".
Da un paio d'anni i lettori hanno cominciato a schierarsi: Team Carta vs Team E-reader.
Come se l'importante fosse il supporto, invece del contenuto. Ogni tanto penso che chi si fa prendere in mezzo a tali diatribe non sia un vero lettore.
Un lettore, per come la vedo io, è uno che se si trova seduto al tavolo della colazione e non ha un libro o un giornale sotto mano, è compulsivamente costretto a leggere tutto quello che c'è scritto sulla scatola dei cereali, compresi gli asterischi sul fondo che segnalano la fine di una promozione e le sigle che indicano lo stabilimento di produzione. Uno che, quando è in fila al mercato per comprare le verdure, riesce a girare il collo a un'angolazione incalcolabile per leggere il trafiletto della pagina ingiallita di quotidiano del 1984 in cima alla pila di fogli usati dall'ortolano per avvolgere il prezzemolo.
Ora io mi chiedo: ma a una persona così, frega qualcosa del supporto su cui leggere un testo? La risposta dovrebbe essere lampante: NO! Non gliene frega un beato accipicchia!
Personalmente trovo particolarmente fastidiosi e pedanti quelli che "io un libro lo devo annusare, quindi solo carta per me!" Ho l'impressione che siano molto interessati a dare di sé un'immagine intellettuale, e pensano che un'osservazione del genere li ponga automaticamente su un gradino più alto nella scala dell'intellettualità, rispetto a chi non considera il proprio olfatto il senso principale coinvolto nell'esperienza della lettura.
Apprezzo l'odore dei libri, noto la differenza tra un volume vecchio e uno fresco di stampa, anche se spesso quelli più vecchi di tanto mi causano crisi violente di starnuti. Ma alla fine lo scopo di un libro è quello di essere letto, non quello di essere annusato. Vuoi annusare? Vai al primo piano della Rinascente a Milano e intossicati nel reparto profumeria! Se vai in libreria, è per leggere! O no?
C'è chi adora contemplare i ripiani della propria libreria ricolmi di libri dai colori e dalle dimensioni tutti diversi, e confesso che anch'io soffro un po' di questa debolezza: davanti a uno scaffale pieno di libri mi si allarga il cuore!
Poi ci sono quelli iper-tecnologici (o che pretendono di esserlo) che non hanno più comprato un grammo di carta dal momento in cui sono usciti i supporti elettronici. L'e-reader è meglio ancora di un libro tradizionale, a sentire loro, imparagonabile. È il futuro, resistere è inutile, eccetera.
Ho l'impressione che costoro siano più preoccupati di dimostrare al mondo di essere dei pionieri, che di leggere un libro.
Se io penso al futuro, e al futuro dei libri e della lettura, mi figuro un paio di scenari almeno:
1) progresso tipo romanzo di fantascienza: non ci saranno più né libri cartacei, né e-reader, bensì avremo tutti un chip impiantato sotto la corteccia cerebrale, attraverso cui scaricare direttamente tutte le opere che desideriamo conoscere;
2) progresso tipo romanzo distopico: non ci saranno più né libri cartacei, né e-reader, bensì tavolette di argilla cotte con il fuoco (il calore del sole non sarà sufficiente, filtrato dalle polveri del fall-out) incise con ramoscelli secchi.
Nel frattempo, c'è il presente, e nel presente siamo talmente fortunati da avere sia i libri cartacei, sia gli e-reader! Ma si può essere più fortunati di così?
Possiamo avere accesso ai vantaggi di entrambi, alternarli a seconda delle circostanze e riuscire a leggere tutto quello che vogliamo! I libri datati e magari poco noti, che nessuna casa editrice ha voglia di digitalizzare; quelli di autori esordienti, squattrinati e auto-pubblicatisi solo in formato e-book perché costa meno; un volume cartaceo in barca, ché se ci cade in acqua si gonfiano le pagine ma è ancora leggibile, mentre un e-reader non si riprende più; venti testi diversi contenuti in un e-reader che portiamo agevolmente nello zainetto quando stiamo facendo delle ricerche e siamo fuori di casa, o tutti i romanzi che vogliamo quando andiamo in vacanza, senza dover scegliere prima cosa portarci dietro da leggere e senza appesantire oltremodo la nostra valigia...
Alla fine la soluzione al dibattito è semplicissima: basta sostituire la congiunzione.
Invece che dire "cartaceo O digitale", è sufficiente dire "cartaceo E digitale".
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giovedì 16 maggio 2013
I believe there's a way. [Ragnarr Loðbrók, Vikings]
.
Si è appena concluso, con la visione della nona puntata di Vikings, il mio ultimo periodo "serie TV". Ogni tanto ne sono vittima, e a volte riesco a trovare una serie che mi cattura e riesco a uscirne con soddisfazione. Questa volta è toccato ai vichinghi!
Questi popoli barbari del Nord hanno da insegnarci cose sorprendenti, lo dico da sempre!
Infatti, grazie a questa nuova serie ho imparato come gestire una lite con il coniuge (è necessario essere in possesso di un pesante scudo di legno con cui sbatacchiarlo - il coniuge - da una parte all'altra della stanza), ma soprattutto ho scoperto che la pettinatura "multitreccia" è stra-comoda per chi ha i capelli lunghi e vuole andare a correre.
Ecco qua un esempio:
Volendo adeguare la capigliatura in foto alla mia situazione personale, ho evitato di rasarmi metà cranio nonché di tatuarmi il cervelletto, e ho modificato la pratica acconciatura in modo da poterla sfoggiare solo alla bisogna.
In pratica mi faccio una coda, da quella ricavo tre trecce, le tre trecce le intreccio fra loro e le chiudo in fondo con un elastico.
È più pratica della coda quando si corre, perché non svolazza da una parte all'altra e i capelli non si appiccicano al collo sudato; è più comoda della trecciona unica, perché il risultato è più compatto e mantiene la sua posizione; non si disfa come fa regolarmente il "nodo".
Insomma, la super-treccia è vincente per chi ha capelli lisci, scivolosi e lunghi come i miei, e vuole tenerli sotto controllo in modo che non infastidiscano mentre ci si dedica a una salutare corsetta!
L'importante è avere imparato qualcosa di utile anche stavolta!
Si è appena concluso, con la visione della nona puntata di Vikings, il mio ultimo periodo "serie TV". Ogni tanto ne sono vittima, e a volte riesco a trovare una serie che mi cattura e riesco a uscirne con soddisfazione. Questa volta è toccato ai vichinghi!
Questi popoli barbari del Nord hanno da insegnarci cose sorprendenti, lo dico da sempre!
Infatti, grazie a questa nuova serie ho imparato come gestire una lite con il coniuge (è necessario essere in possesso di un pesante scudo di legno con cui sbatacchiarlo - il coniuge - da una parte all'altra della stanza), ma soprattutto ho scoperto che la pettinatura "multitreccia" è stra-comoda per chi ha i capelli lunghi e vuole andare a correre.
Ecco qua un esempio:
Volendo adeguare la capigliatura in foto alla mia situazione personale, ho evitato di rasarmi metà cranio nonché di tatuarmi il cervelletto, e ho modificato la pratica acconciatura in modo da poterla sfoggiare solo alla bisogna.
In pratica mi faccio una coda, da quella ricavo tre trecce, le tre trecce le intreccio fra loro e le chiudo in fondo con un elastico.
È più pratica della coda quando si corre, perché non svolazza da una parte all'altra e i capelli non si appiccicano al collo sudato; è più comoda della trecciona unica, perché il risultato è più compatto e mantiene la sua posizione; non si disfa come fa regolarmente il "nodo".
Insomma, la super-treccia è vincente per chi ha capelli lisci, scivolosi e lunghi come i miei, e vuole tenerli sotto controllo in modo che non infastidiscano mentre ci si dedica a una salutare corsetta!
L'importante è avere imparato qualcosa di utile anche stavolta!
mercoledì 8 maggio 2013
In Case of Emergency
- Hai visto quante case in vendita ci sono, che per il riscaldamento usano il gasolio?
- E allora?
- Boh, non mi piace. Inquina, puzza, prende fuoco, costa caro...
- Beh, rispetto al gas il gasolio ha dei vantaggi.
- Davvero? Quali?
- Uhm.
- ...
- Ecco, almeno un vantaggio ce l'ha: Nel caso in cui ci sia una rivolta e chiudano i gasdotti, se in cantina hai il serbatoio pieno di gasolio, per l'inverno stai tranquillo.
venerdì 3 maggio 2013
Food is an important part of a balanced diet. [Fran Lebowitz]
Sabato - In cucina.
M: Cos'è questa roba?
Io: È platano fritto salato. È buonissimo! Assaggia!
M: *munch munch* Buono, è buono, bisogna riconoscerlo... ma perché lo ha chiamato "platano"?
Io: Perché... Mah, perché il nome originale è "plantain" e immagino che italianizzandolo diventi "platano"!
M: Ma il platano in italiano è un'altra cosa! Il platano è un albero da viale di città, non una specie di banana! Questa è una banana!
Io: No, non è una banana, bisogna cuocerlo per mangiarlo! Pensa che i tedeschi lo chiamano "Kochbanane", ovvero "banana da cuocere"!
M: Ecco, appunto. Visto che i tedeschi hanno capito tutto? O lo chiami "banana da cuocere", o con il suo vero, autentico nome botanico. Che è, per curiosità...?
Io: "Musa acuminata". Ma non puoi dire: Ecco, tieni da mangiare un po' di Musa acuminata fritta!
M: E allora devi dire "banana da cuocere", sennò nessuno ti capisce.
Venerdì - settimana seguente - Al mercato turco.
A: Devi comprare ancora qualcosa?
Io: Sì, prendo un paio di - ehm - banane da cuocere. Sai, no...
A: Ma certo! I platani, intendi, vero?
giovedì 2 maggio 2013
I like cappuccino, actually. [David Lynch]
Ecco cosa succede di solito quando ordino un cappuccino insieme ad altre persone (P):
(P)1: Un cappuccino, per favore!
(P)2: Anche per me, ma senza schiuma, grazie!
(P)3: Per me con latte senza lattosio!
Io: Io lo prendo con latte di soia, per favore.
Non è che abbia mai avuto dei particolari problemi con il normale, storico latte della mucca Lola, è solo che da qualche anno a questa parte evito latte e latticini il più possibile, convinta da alcune prove empiricamente ottenute, che fossero parte dei miei grossi problemi di emicrania.
Berlino in fondo è una città di persone eccentriche e hipster anche in fatto di alimentazione, quindi se mi trovo in una siffatta combriccola di individui, che chiedono ciascuno un cappuccino differente, non mi faccio particolari problemi a ordinarne uno preparato con il latte di soia.
Qualche giorno fa, però, ero a spasso con la mia amica C, la quale fatica a digerire il lattosio. E tutt'a un tratto mi è venuta voglia di fare la normale - o la trasgressiva, a seconda dei punti di vista:
C: Posso avere un cappuccino senza lattosio, per favore?
Io: E io un cappuccino classico, con lattosio, grazie.
Ecco, alla fine, al momento di pagare il conto, il barista siciliano (Bs) ha guardato con tenerezza l'amica C:
(Bs): Non digerisci il lattosio, eh?
C: Eh, purtroppo mi dà un po' di problemi, devo cercare di limitarlo il più possibile!
Poi (Bs) ha rivolto uno sguardo truce e carico di disapprovazione verso di me:
(Bs): Ma lo sapete che il latte fa malissimo? No, davvero: è una delle cose peggiori al mondo, un veleno!
C: ...
Io: ...
(Bs):Tanto per cominciare l'essere umano è l'unico animale che beve il latte di un'altra specie, per non parlare del fatto che il latte è per sua stessa natura l'alimento per i cuccioli, e invece noi continuiamo a berlo per tutta la vita, con conseguenze terribili! Che, ti sembro un vitello? E quindi non bisogna bere il latte! No, ma lo sapete che in America hanno vietato di fare la pubblicità del latte, da tanto che è dannoso? È la stessa cosa che è successa per le sigarette: non si possono più pubblicizzare! Il latte fa ma-lis-si-mo!
C: Ehm, già. È proprio vero.
Io: *rasp rasp* Ghmpfgh...
C: Ora dobbiamo andare, ci vediamo la prossima volta!
Io: Arrivederci!
sabato 27 aprile 2013
I got your four basic food groups! Beans, bacon, whisky and lard. [Atlantis - The Lost Empire]
Mi domando cosa pensa la cassiera del supermercato quando fa passare gli articoli che ho appena trasferito dal carrello al nastro.
In un noioso sabato pomeriggio, in cui ha dovuto emettere scontrini per detersivi, pane, latte, patate, wurstel e carta igienica, arrivo io.
E le scarico davanti:
- 10 litri di latte senza lattosio, 3 confezioni da 250 ml di latte di soia e 2 mezzi litri di latte normale;
- 1 kg di yogurt normale e 1/2 kg di yogurt di soia;
- formaggio spalmabile di latte di capra, formaggio spalmabile senza lattosio, mozzarelle normali, BabyBel di capra, Tilsit senza lattosio;
- müsli al cioccolato, müsli alla frutta senza glutine, cereali per la colazione "normali";
- 2 kg di patate gialle e 1 kg di patate dolci;
- 9 banane normali e 1 banana da cuocere (platani);
- pane bianco, pane integrale con i semini e fette biscottate di farro;
- latte di cocco e lemongrass;
- cosce di pollo e tofu.
(Tutto ciò, naturalmente, insieme alle cose normali come: ananas, melone, pere, mango, pomodori, lattuga, cavolfiore, cetrioli, merluzzo, salmone e uova).
Insomma: secondo me la mia spesa le movimenta un po' la giornata!
venerdì 19 aprile 2013
martedì 16 aprile 2013
Victory at all costs, victory in spite of all terror, victory however long and hard the road may be. [Winston Churchill]
- Vi ricordo che lunedì prossimo non c'è lezione, perché io sarò in Italia.
- Ah, già. Che peccato. Ma quando torni?
- Arrivo a Berlino lunedì sera...
- ... [guizzo negli occhi]
- ... Ma sarà troppo tardi per fare lezione.
- Perché? A che ora arrivi? Magari possiamo incontrarci più tardi!
- Atterro verso le 23.00, non è proprio possibile.
- Potremmo venirti a prendere in aeroporto!
- Sì, potremmo fare lezione direttamente là!
- La lezione di italiano a mezzanotte in aeroporto? Fico!
- ... Io direi di vederci tra due settimane.
- Ah. Okay. Peccato. Divertiti, eh?
sabato 13 aprile 2013
In order to be irreplaceacle, one must always be different. [Coco Chanel]
Per festeggiare i miei primi -10 kg *applauso grazie* ho deciso di andare a comprarmi un nuovo paio di jeans, visto che quelli vecchi mi addobbavano stile sacco di patate.
Coco Chanel disapproverebbe, ma io vivo in jeans, non ho conferme ma ho il sospetto di esserci nata. Quindi possedere almeno un paio dei suddetti pantaloni che mi vada bene è necessario.
Ieri avevo un po' di commissioni e di acquisti da fare, in giro per la città, e quindi ho colto l'occasione per entrare anche in qualche negozio d'abbigliamento per provare un po' di jeans. Okay: sono praticamente entrata in ogni maledetto negozio di abbigliamento di questa città e ho provato pressoché ogni singolo modello di jeans presente in commercio. Sto parlando di negozi in cui i prezzi sono medio-bassi: ho escluso quelli con i prezzi più bassi perché mi piacerebbe che i jeans stessero insieme per qualche settimana minimo, e ho escluso quelli con i prezzi più alti perché mi riservo di acquistarmi un paio di splendidi e impeccabili jeans al termine della dieta.
Approfondendo in tal modo l'argomento jeans ho potuto fare interessanti scoperte che, ne sono certa, hanno risvolti psico-social-antropologici e probabilmente anche politico-complottistici.
Vorrei un paio di jeans con la gamba dritta, e possibilmente non stretch. Due semplicissimi pezzi di stoffa cuciti insieme, quasi quasi ora che ho la macchina da cucire potrei riuscire a farmeli da me.
A questo mondo, però, la semplicità evidentemente fa storcere il naso.
Ora imperversa il jeans modello skinny, in tessuto elasticizzatissimo e con la gamba che finisce strettissima in fondo. Quando li indosso, sembro un imbuto.
A fianco di questo geniale modello, troviamo il super-skinny, che mi fa apparire un super-imbuto.
Poi ho scoperto un nuovo stile: il modello boyfriend. L'idea è che quando li indossi dovresti dare l'impressione di aver messo su i jeans del tuo ragazzo. Un barlume di speranza: forse non sono stretch! E invece sì. Riescono a essere stretch e sformati, un tripudio di nonsense che mi dà l'aspetto del sacco di patate che avevo con i jeans vecchi e larghi da sostituire.
Altro barlume di speranza: il modello straight. Il disegnino sull'etichetta fa intendere che la gamba sia dritta, ma quando li provi ti accorgi che nello stylist la voglia di skinny era così forte, che alla fine ha realizzato jeans a gamba stretta - solo un po' meno stretta rispetto agli skinny. Inoltre, non pago, ha deciso di stringere bene anche la parte sotto l'anca e, manco a dirlo, usare tessuto stretch. A chiamarlo quasi-skinny era più onesto.
Finalmente si incontra il modello bootcut, così chiamato perché, se infili gli stivali, la gamba in fondo è abbastanza larga da permetterti di farceli stare sotto. Quindi in teoria potrebbe essere quel che più si avvicina al modello che desidero io. A parte che a volte il boot che avevano in mente quando li hanno tagliati era un Moon-Boot e la circonferenza della gamba in fondo è larga quanto la vita - e sto parlando di una gamba sola. E a volte hanno deciso che gli stivali si portano solo in inverno e quindi i jeans bootcut sono pesanti e non adatti ad affrontare la stagione a cui finalmente ci siamo affacciando ora. Oppure hanno pensato bene, visto che naturalmente hanno utilizzato l'inevitabile tessuto stretch, di rendere bella stretta la famosa zona sotto l'anca, quindi il risultato è che sembro una clessidra.
La disperazione ormai incombeva su di me e stavo per desistere. Una vocina nel mio cervello proponeva di rimandare, ma l'altra le rispondeva ma se ormai li ha provati tutti, a cosa serve rimandare?
E così alla fine ho deciso che per 12,00 € scontati a 9,00 € potevo portarmi a casa un paio di jeans a metà tra lo skinny e lo straight, in tessuto stretch, che mi fanno temporaneamente sembrare un semi-imbuto. Tanta fatica per un semi-imbuto. Mah.
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sabato 6 aprile 2013
Tante Cose.
Le ultime settimane sono state vivaci.
La presa di corrente a cui avevo attaccato il mio laptop è andata in corto-circuito nel momento in cui estraevo la spina. Il risultato è stato un trasformatore andato, e tante grazie che il laptop si è salvato. Ho comunque dovuto attendere una settimana prima di riuscire a ottenere un cavo di alimentazione nuovo, e la batteria del mio piccolino non regge una settimana.
C'è stata Pasqua: una giornata in cui ho mandato allegramente al diavolo la dieta e mi sono mangiata un bel po' di cioccolato. Diciamolo: come il cioccolato non c'è niente. Non c'è niente come il cioccolato. Il cioccolato è commovente. Domenica mattina ero a quota -8,5 kg dall'inizio della dieta e lunedì mattina ero arretrata a -8,00 kg. Lo dico senza pudore: ne valeva la pena!
Ho ordinato e ricevuto la mia prima macchina da cucire. Finora ci ho giocherellato allegramente, non so bene da dove cominciare ma voglio imparare a fare delle belle cose.
Mi sono procurata nuovi colori per la stoffa e un po' di borsette di cotone da decorare e non vedo l'ora di farlo.
Sono andata all'Ikea e ho portato a casa un borsone pieno di cuscini colorati per personalizzare un po' la cameretta di Luca come piace a lui.
Ho guardato la prima puntata della terza serie di Game of Thrones.
Ho seminato fiorellini e piantine aromatiche e quasi tutto sta spuntando.
Ho cominciato a leggere "Outlander" di Diana Gabaldon e ne sono rimasta stregata. Pensavo che avrei fatto nottata ieri, e avrei finito di leggerlo (sono quasi 900 pagine sul Kindle, e ieri sera partivo da pagina 350). Purtroppo, a causa di un mal di testa che era rimasto nel sottobosco per tutto il giorno per esplodere dopo cena; di un centinaio di pagine abbondanti in cui succede poco altro a parte i due protagonisti che si amano appassionatamente (per carità, belle scene d'amore, nulla da dire... ma nella lettura, come nella vita, ci vuole varietà, perbacco!); e probabilmente anche a causa dell'età che avanza inesorabile, a mezzanotte e mezza ho mollato il colpo, dopo sole duecento pagine. Stasera potrei riprovarci, ma ho bevuto una tisana della Buona Notte e temo che dover poi ammettere di essere crollata dopo dieci pagine sarebbe molto imbarazzante, quindi non prometto niente.
Luca ha male a un polso (naturalmente quello della mano che usa per scrivere) e non si sa come mai, però tenerlo fermo funziona e così siamo andati a prendere una polsiera per "steccarlo". 25,00 € di polsiera. Speriamo che il male gli passi!
E ora, siccome la tisana sta cominciando a fare effetto e non mi viene in mente più nulla da scrivere, vado a letto prima di cadere con la faccia sulla tastiera.
Buona notte.
lunedì 18 marzo 2013
Stressed is "desserts" spelled backwards. [?]
Con le foto di cucina non ingrano, c'è poco da fare.
Il gelato senza lattosio al mango & cocco è così buono, ma così buono, che finisce sempre prima che io mio ricordi di prendere in mano la macchina fotografica!
Il concetto è quello del gelato di cui ho già parlato QUI e anche in questo caso ho elaborato due versioni, una più dietetica dell'altra (anche se c'è da dire che né il mango, né il cocco sono frutti particolarmente dietetici; d'altra parte sono riuscita a perdere per strada 5 kg nell'ultimo mese, quindi vuol dire che dopotutto, se si tiene sott'occhio tutto il resto, un po' di mango e cocco ci stanno anche).
Versione 1 - (più) dietetica (dell'altra).
Dunque prendete il vostro bravo robot da cucina e metteteci dentro una tazza di mango surgelato in tocchetti. Al solito, se avete timore di frantumare l'apparecchio date ai tocchetti di mango una leggerissima sghiacciata nel micro-onde, o lasciateli vicino a un calorifero/fornello acceso per un paio di minuti.
Frullate per 2-3 minuti, fino a ottenere la crema gelatosa che potete riversare in una tazza. Guarnite con delle scagliette di cocco disidratato.
Versione 2 - (meno) dietetica (dell'altra).
Nel robot da cucina, insieme alla tazza di mango surgelato in tocchetti, aggiungete due cucchiai di latte di cocco, prendendo la parte che nella lattina di solito si indurisce.
Frullate insieme e quando avete finito versate nella tazza e guarnite con le scagliette di cocco disidratato.
Poi, se siete come me e cocco e mango sono due dei vostri cibi preferiti, svenite da tanto che è buono quello che state mangiando.
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