Parlare di questo barbone, incontrato a Berlino, mi ha fatto pensare a un altro signore che conosco poco.
Abita in una casina non distante da dove sto io, è anziano e vive solo. Fino a poche settimane fa lo si incontrava spesso a passeggiare nel circondario insieme al suo vecchio cane, un grosso lupo dal pelo folto e lucido di nome Shano.
Ha l'aspetto mansueto, un'espressione buona. È riservato, ma scambia volentieri due parole, quando ne ha la possibiità.
Un pomeriggio, in estate, l'ho incrociato nel prato dietro casa e l'ho salutato. Lui, senza aprire bocca, mi ha fatto cenno di fermarmi, poi ha estratto dalla tasca un foglietto e me lo ha mostrato. Non posso parlare, sono stato dal dentista, c'era scritto.
Mi ha fatto tenerezza, una persona che tiene così tanto al contatto umano, da pensare di portarsi in tasca un biglietto in caso incontrasse qualcuno.
Poco tempo fa, tornando a casa, l'ho incontrato e ci siamo scambiati i soliti saluti: Buonasera, come va? Bene, grazie, e lei? Insomma, mi ha risposto, Non tanto bene. E dopo una pausa ha aggiunto: Shano non c'è più, è morto due settimane fa.
Oh, che peccato. Mi dispiace tanto, gli ho detto, e ho sentito davvero il dispiacere acuto per questa persona, che non conosco, di cui non so neppure il nome, ma che ora ha perso il compagno della sua vita.
Era vecchio, doveva succedere, ha continuato lui, L'ho seppellito in giardino. Il mio Shano. Così è sempre vicino. Però non c'è più.
Non sapevo cosa dirgli. È chiaro che dopo Shano non ci saranno più altri cani per questo signore. È solo, ed è già abbastanza in là con gli anni per temere di non sopravvivere al proprio cane.
Da allora non l'ho più rivisto in giro, mi domando se esca ancora a fare le sue passeggiate, anche se ora deve farle da solo.
E alla fine ho scritto di lui perché non mi sembrava giusto che il barbone che si puliva il didietro sotto a un ponte avesse una possibilità di venire ricordato, e lui no.
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