Ma se tutti quelli che in questo periodo si ergono a intrepidi difensori della cristianità si ricordassero dei loro valori cristiani durante il resto dell'anno? Non sarebbe un mondo migliore?
Non sarebbe meglio avere milioni di cristiani silenziosi e attivi per undici mesi, piuttosto che sbraitanti e moralisti per le prime tre settimane di dicembre?
Tanto più che affermare che il Natale è la festa della cristianità, o che il vero significato del Natale è la nascita di Gesù, dimostra nel migliore dei casi ignoranza e supponenza.
Coloro i quali tanto si appellano alle radici cristiane del Natale (o della Pasqua, o di Ognissanti, o dell'Europa, o della civiltà occidentale...) dovrebbero tanto per cominciare dare un'occhiata al dizionario, alla voce "radice".
Anche un'occhiata rapida è sufficiente, ma per la verità basterebbe pensare un secondo alla prima cosa che viene in mente sentendola pronunciare. Non so a voi, ma io penso istintivamente a quelle degli alberi: è quella parte che sta sottoterra, senza cui la pianta non cresce e non si nutre. La pianta sta sopra, le radici sotto. Le radici vengono prima, poi viene la pianta. Che sia una pratolina o una sequoia.
Ora penso che nessuno sia convinto che la storia cominci davvero all'anno 0, data in cui si pone per convenzione la nascita di Gesù, e che prima non ci fosse nulla.
L'anno 0 è stato preceduto da millenni di civiltà e di tradizioni, ed esistono numerose testimonianze di culti legati a questo particolare periodo dell'anno, che chiaramente non avevano nulla a che fare con Gesù, dal momento che il Bambinello non era ancora comparso.
La storia insegna che in seguito i cristiani, nella smania di uccidere tutti gli altri dei, e nell'ansia di stroncare tutte le altre tradizioni religiose, hanno adottato le festività altrui, modificandole e adattandole al loro credo.
Questo si chiama innesto, non "radici".
Sspero mi si perdonerà il tono un po' polemico, ma trovo che, semmai, dovrebbero essere gli altri a lamentarsi che i cristiani gli hanno usurpato il Natale. Ah già, gli altri non ci sono più, si sono estinti a causa delle persucuzioni, delle crociate, dell'Inquisizione, eccetera.
Quindi, cari cristiani all'ascolto, non vi offendete se dico che il Natale è di chi crede e anche di chi non crede. Di chi fa l'albero e di chi fa il presepe. Di chi si fa prendere dall'ansia del consumismo, e da chi va a sentire una messa ogni sera dell'Avvento.
Non vi offendete quando dico che il Natale È DI TUTTI.
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