4 ore fa
martedì 14 aprile 2009
I am no man.
Prosegue il mio giro per capitali europee, il 2009 rischia di essere un'ottima annata da questo punto di vista!
Dopo aver trascorso due favolosi giorni a Londra, è toccato al week-end pasquale in quel di Praga.
Conoscevo già Londra e avevo già diligentemente fatto tutti gli itinerari classici e turistici - anche se magari non ricordo tutto benissimo, confesso. Ma Londra è una città che ha un posto speciale nel mio cuore, mi piace troppo, per come mi fa sentire.
Londra non è una grande città come tutte le grandi città.
Sembra viva, ti ingloba e tu senti di farne parte. E' così varia che puoi avere l'impressione di perderti nel suo vortice, ma in realtà ti rendi conto che ti tiene stretto e che ti permette di appartenerle.
A Praga non ero mai stata prima, non sapevo nemmeno bene cosa andare a vedere.
C'era tanta, tantissima gente. Il week-end di Pasqua a Praga, evidentemente, non era un'idea particolarmente orginale!
A parte questo, l'ho trovata una città molto curata, piena di angolini caratteristici, stradine strette e tortuose, che si snodano tra case vecchie, campanili e palazzi molto decorati.
C'è tanto oro, oro ovunque, nelle decorazioni sui tetti o alle ringhiere dei balconi. Non vorrei dirlo tropppo forte, mi è parso vagamente pacchiano, come stile. Ma si sa, io di ori ne capisco quanto di trote un beduino del Sahara.
Siccome era Pasqua, in alcuni punti particolarmente battuti dai turisti erano stati allestiti dei mercatini, che vendevano oggetti tradizionali e cibo: c'era una smodata distribuzione di dolci fatti a forma di larghi cannoli vuoti. Avvolgevano l'impasto attorno a dei rulli di legno che ruotavano come degli spiedi sopra la brace accesa. Quando erano cotti li spolveravano di zucchero a velo.
Almeno non sapevano di fritto, ma erano troppo zuccherosi comunque per i miei gusti, molto meglio gli spiedini di carne o la fettona di prosciutto affumicato. Vita grama, per un vegetariano!
La zona su cui avevo puntato maggiormente era quella del castello, ovvero una sorta di borgo contenente due cattedrali, palazzi governativi con tanto di guardie all'ingresso e scenografico cambio della guardia allo scoccare dell'ora e il vicolo d'oro, cioè una strada in cui si aprivano un tempo numerose botteghe nelle quali gli alchimisti cercavano di scoprire la formula per trasformare il ferro in oro. Al momento gli alchimisti sono stati soppiantati da comuni negozianti. E già questo è un peccato, potevano lasciare qualche druido al lavoro, no?!
Questa zona in verità mi ha deluso un po'.
A parte il dettaglio che bisognava pagare per tutto, ingresso al vicolo compreso (unica eccezione: una delle due cattedrali) è tutta sbagliata. Era piena di negozi di souvenir come ne trovi praticamente dappertutto e poi troppo pulita, linda e perfetta. Non dava l'impressione di un posto vissuto, ma solo di una rappresentazione di qualcosa, una finta, una quinta, una specie di Disneyland praghese. La cosa più carina era la banda di quattro musicisti un po' attempati (violoncello, violino, flauto e fisarmonica), simpatici e piuttosto bravi che si esibivano davanti al cancello di ingresso principale.
Molto piacevole, invece, è stata la passeggiata su per la collina (molto ripida, ma con un sacco di alberi in fiore, nuvole di petali bianchi ovunque!) e anche al belvedere, oltre il borgo del castello, da cui si riesce a vedere tutta la città. La giornata era splendida, quindi la vista meritava!
Anche la zona intorno all'orologio astronomico mi è piaciuta. La torre dell'orologio (e l'orologio in sé) è una costruzione storica, interessante e molto particolare e i palazzi intorno hanno ancora un fascino antico che attrae.
Anche in quella piazza era stato allestito un mercatino, con una coppia di fabbri che lavorava all'aperto e vendeva spade, pugnali, scudi e pezzi di armatura! Inoltre un gruppo di cantanti locali si è esibito in musiche storiche, medioevaleggianti, adatte alla cornice.
E dopo le notizie da guida turistica sfaccendata, passiamo ai pettegolezzi.
A Praga non si può morire di fame. Ci sono talmente tanti ristoranti e locali affini da inciamparci dentro. I prezzi sono normalmente abbordabili (e se lo dico io potete credermi!), c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Detto questo, siamo riusciti a beccare un posto in cui si sono dimenticati di portarci la cena e quando se ne sono ricordati (quasi un'ora dopo che avevamo ordinato) hanno servito tutti tranne me, sostenendo che non avevo chiesto niente (smentisco clamorosamente!). Era la sera di Pasqua e io sono andata a letto senza cena, in una città che pullula di ristoranti e dopo aver semi-digiunato per l'intera giornata - trascorsa a scarpinare su e giù per Praga! L'arrabbiatura è riuscita a farmi passare la fame.
Ah e poi, complici le indicazioni stradali disastrose (e non parlo solo della lingua incomprensibile, ma proprio di cartelli che fanno concorrenza alle più diaboliche trovate della penisola italica) ci siamo beccati una multa per divieto di sosta! Sempre nella giornata di Pasqua.
Naturalmente il giorno dopo saremmo ripartiti per Berlino ed era festa quindi gli uffici della polizia tecnicamente chiusi... Ci siamo andati lo stesso e il commissario (o chi era, non lo so, di sicuro aveva il baffetto arricciato ed era troppo buffo!) ha deciso che, vista la buona volontà e lo stato d'animo ripieno di sincera contrizione, ce l'avrebbe annullata.
In conclusione, non giudico questo week-end degno di palma d'oro della miglior gita dell'anno e Praga non mi ha conquistato. Forse avrei avuto bisogno di più tempo, boh?
Prossima tappa, io ci provo di nuovo, Copenaghen! Può persino darsi che stavolta riesca a organizzare un rendez-vous con la mia amica Chiara da Milano in estate!!
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