WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

domenica 31 gennaio 2010

Any way the wind blows Doesn't really matter to me

Non si dice che ESSERE SUPERSTIZIOSI PORTA MALE?

Oppure che LA FORTUNA É CIECA; MA LA SFIGA CI VEDE BENISSIMO?

Io non lo so, non ho l'autorità, né l'esperienza, né le competenze necessarie a stabilire con certezza assoluta se ci sia del vero nei due motti sopra riportati.
Personalmente non sono mai stata particolarmente superstiziosa. Non mi sono mai lasciata spaventare da uno specchio rotto, né sono mai andata in paranoia per del sale rovesciato e addirittura adoro i gatti neri! Non ho la mia maglietta porta-fortuna o strani rituali da compiere prima di un avvenimento importante, che mi garantiscano la buona riuscita.

Anzi, ricordo un aneddoto curioso.

Quando avevo 17 anni, mia mamma mi regalò due ciondoli, due scarabei egiziani, piccolini e azzurri. La sua idea era che li appendessi ai cerchi d'oro che mettevo alle orecchie. Siccome, però, li trovavo un po' ingombranti, ne presi uno e lo appesi alla catenina che portavo al collo.
Per tutto il tempo che portai la catenina presi brutti voti a scuola. Ora, siccome ero piuttosto brava al liceo, cominciai a sospettare dello scarabeo, così lo tolsi e feci qualche esperimento. Ecco cosa risultò:
- Se non ne portavo nessuno o se li portavo entrambi, andava tutto bene.
- Quando ne indossavo uno solo per volta, al contrario, sembrava andare tutto storto.
Al termine del mio esperimento presi entrambi gli scarabei e li chiusi in uno scatolino in mezzo alla bigiotteria e lì restano da allora.

Superstizione? Mi arrendo, direi di sì.

Altro caso di superstizione personalizzata.

Tra i miei fratelli, uno in particolare ha per anni sbagliato il giorno del mio compleanno. Mi ha fatto rigorosamente gli auguri il giorno dopo, convinto che fosse quello giusto, per quasi tutta la vita.
Per il mio diciottesimo compleanno, insieme agli altri due fratelli decise di regalarmi un braccialettino d'argento, di quelli con la placchetta su cui incidere il nome. Davanti, infatti, c'era scritto Chiara e dietro quella che avrebbe dovuto essere la data del 18°, salvo che era spostata in avanti di un giorno.
Ho adorato quel braccialetto sin dal primo momento, e da allora ricevere gli auguri da parte sua il giorno dopo è diventata una tradizione che mi scalda il cuore e mi ricorda il legame speciale tra di noi.

Poi, però, un brutto giorno il suo calendario interno si sistemò e cominciò a farmi gli auguri il giorno giusto!
Sono convinta che in quegli anni (nello specifico, gli ultimi due) io abbia ricevuto una eccessiva attenzione da Madama Sfiga.
D'altronde, come potevo dirgli, preferivo quando sbagliavi giorno, dopo che lui si era così impegnato? E poi, se lo avesse fatto di proposito sono certa che lo stratagemma non si sarebbe rivelato efficace. Deve sbagliare giorno, ma deve farlo per conto suo.

Quali non sono stati il mio tripudio e la mia gioia ieri sera, allorché, scoccata la mezzanotte, mi sono resa conto di non aver ricevuto i suoi auguri! La faccenda era sistemata per metà. Cominciavo già a temere che non si sarebbe fatto vivo neppure oggi, e invece mi ha telefonato!
Sono superstiziosamente felice della cosa. Anche se non si è trattato di un errore da parte sua, ma semplicemente di un rimandare per consentirmi di festeggiare in pace ieri.
Ho visto così tante sfighe negli ultimi due anni, che ho stabilito a priori che andrà sicuramente MEGLIO comunque!

Riepilogo di fine mese

Ecco, beh. In realtà il riepilogo è, come sempre, settimanale. Vito però che oggi è l'ultimo giorno del mese, questo diventa un riepilogo di fine mese.

Procediamo:

- There's a shark in the pool and a witch on the tree -> dalla canzone " Goodnight moon", by Shivaree.

- We'll have some fun when the clock strikes one -> dalla canzone "Rock around the clock", by Bill Haley (sigla dell'indimenticabile Happy Days);

- I did not speak out -> titolo del brano by Martin Niemoller;

- I feel as I were going to die -> citazione dal romanzo "The Count of Montecristo", by Alexander Dumas padre;

- senza titolo -> post con video di Emergency.

E con questo chiudo, ci si ritrova presto, bye bye!

sabato 30 gennaio 2010

CI SONO PERSONE
CHE GIORNO DOPO GIORNO
RIMETTONO INSIEME I PEZZI
CHE UN ALTRO HA SPARPAGLIATO:


VORREI

CHE NON CI FOSSE MAI

BISOGNO DI QUESTE PERSONE.

giovedì 28 gennaio 2010

I feel as if I were going to die.

Non soddisfatta dei 13 libri in coda da leggere, sto continuando a scaricare "classici" da Internet, aumentando così vertiginosamente la quantità di pagine da ingurgitare al più presto.

Al più presto non perché ci sia una data di scadenza sulla copertina. Sarebbe il massimo: da leggere entro 30 giorni altrimenti diventa radioattivo.
Al più presto perché non riesco ad aspettare, ho una crisi da Topo Da Biblioteca che mi assale famelica.

Ieri sera ho recuperato da uno scaffale dimenticato nella libreria in mansarda una edizione del 1967 de "Il Maestro e Margherita", mai letta. Magari comincio stasera.

Poi ho scaricato "The Count fo Montecristo", mai letto neppure quello, ma tutti ne parlano un gran bene. 851 pagine di .pdf. Non ho trovato la versione in italiano e l'ho scaricato in inglese. Mi va bene, normalmente mi piace leggere in inglese, ma onestamente per un libro scritto in originale in francese, traduzione per traduzione avrei letto volentieri anche l'italiano, eh! Questo l'ho iniziato mentre preparavo la cena. Prevedo che, con tutti gli impegni di questo periodo, prima di finire le 851 pagine rischio davvero di vederle diventare radioattive, ma farò del mio meglio.

Per il resto, informazioni di servizio varie:

- Da ieri a oggi c'è stata un'impennata delle temperature: siamo passati da -15°C a 0°C, con conseguente nevicata (10 cm in dodici ore);

- Luca ha terminato la settimana di prova egregiamente: dopo il ritiro della pagella domani e la settimana di vacanze invernali si trasferisce in Quinta Elementare;

- Le unghie delle mani mi stanno portando alla disperazione, si spezzano e si sfaldano e si piegano... dopo un'intera vita insieme mi stanno abbandonando, le fedifraghe! Oggi le ho sottoposte a un trattamento d'urto: strato di "cura a base di calcio", a cui ha fatto seguito uno strato di "indurente per unghie" e per finire ci ho aggiunto pure un "riparatore per unghie". Tutto ciò sotto forma di smalto. Mi mancano le pastiglie di lievito di birra, appena riesco me le procuro. E allora in miei artigli non avranno più rivali!

- Mi sono ricordata di comprare l'aglio;

- E se fossi allergica alla lana? Magari le mie mani si arrossano e si disgregano quando le copro con due paia di guanti non per il freddo che trapela, ma per la lana a contatto con la pelle. Teoria interessante, nevvero?

- Basta, sto sclerando.

mercoledì 27 gennaio 2010

I did not speak out.

First they came for the Communists,
but I was not a Communist
so I did not speak out.


Per primi vennero a cercare i comunisti,
ma io non ero comunista
e non mi sono fatto avanti per difenderli.

Then they came for the Socialists
and the Trade Unionists,
but I was neither,
so I did not speak out.

Poi sono venuti per i socialisti
e per i sindacalisti,
ma io non ero niente del genere
e non mi sono fatto avanti per difenderli.



Then they came for the Jews,
but I was not a Jew,
so I did not speak out.

In seguito vennero per gli ebrei,
ma io non ero ebreo,
e non mi sono fatto avanti per difenderli.

And when they came for me,
there was no one left
to speak out for me.


E quando sono venuti per me,
non era rimasto più nessuno
che potesse farsi avanti per difendermi.


Martin Niemoeller (1892-1984)
(Pastore evangelico deportato a Dachau)

martedì 26 gennaio 2010

We'll have some fun when the clock strikes one

Mi sono informata. Ho letto su Wikipedia la pagina che spiega per benino cos'è quella cosa che chiamiamo temperatura.
Ecco cosa ho imparato.


In fisica, la temperatura è la proprietà che caratterizza lo stato termico di due sistemi in relazione alla direzione del flusso di calore che si instaurerebbe fra di essi.
[cit. Wikipedia]

Tutto chiaro? No? Riproviamo.

La temperatura è la proprietà che regola il trasferimento di energia termica, o calore, da un sistema a un altro.
[cit. Wikipedia]

Meglio? Ancora qualche dubbio? Passiamo agli esempi.

Quando due sistemi si trovano in equilibrio termico e non avviene nessun trasferimento di calore, si dice che sono alla stessa temperatura. Quando esiste una differenza di temperatura il calore tenderà a muoversi dal sistema che diremo a temperatura più alta verso il sistema che diremo a temperatura più bassa, fino al raggiungimento dell'equilibrio termico.
[cit. Wikipedia]

La pagina prosegue ancora a lungo, presentando le leggi della termodinamica, i sistemi di misurazione nella storia, le unità di misura, eccetera.

Io vorrei però fermarmi alle basi e tentare di applicarle alla mia situazione attuale. La fisica non è solo teoria.

Il termometro (ovvero lo strumento di misurazione) che posseggo indica che all'esterno la temperatura è di -18°C.
Siccome il mio termometro è uno strumento di misurazione pieno di gadget, non si limita a mostrarmi la temperatura esterna, ma grazie a un prodigioso secondo sensore, indica anche la temperatura interna. Al momento tale temperatura è 18°C.

ORA.

Se apro la porta di casa, i miei 18°C fluttueranno all'esterno, irresistibilmente attratti dalla prospettiva di creare equilibrio termico con l'esterno e i suoi -18°C.
L'unico problema è che prevedo si accorderanno per 0°C e io, che al momento sono in pigiama, non credo sopravvivrei a lungo.

Ho anche un altro dato empirico che forse potrebbe risultare utile ai teorici della termodinamica.
La mia esperienza tiene conto di numerosi dati: temperatura, tempo, spazio. Ora la enuncio.

Tengo le mie mani (ca. 10x15 cm) coperte da due paia di guanti, di cui uno di lana sottile (spessore 2 mm) e uno di lana grossa e strato isolante in panno (spessore totale 5 mm) per un tempo di 45 minuti alla temperatura di -16°C.
Alla rimozione dei guanti, la pelle delle mani è arrossata e screpolata. Con un po' d'impegno ci si può grattugiare il formaggio, ma non so quantificare quest'ultimo dato.

Ulteriore precisazione per i più ottusi:
FA FREDDO!!!!

lunedì 25 gennaio 2010

There's a shark in the pool and a witch on the tree




Il post più rapido della storia.



Solo per annunciare l'avvenuta sostituzione della playlist della settimana. Dite ciao ai classici, da bravi!

domenica 24 gennaio 2010

Riepilogo Lampo

Eccoci qua, di corsa & di fretta, per il fatidico e consueto riepilogo dei titoli!

3, 2, 1... VIA!

- Your crime is time -> dalla canzone "18 and life", by Skid Row;

- Il temporale rotolava da lontano in un tripudio di tuoni e lampi -> dal romanzo "Wunderkind", by G.L. D'andrea;

- All true histories contain instruction -> dal libro "Agnes Grey", by Anne Bronte;

- I see you -> dal film "Avatar";

- I had to let it happen, I had to change -> dalla canzone "Don't cry for me Argentina", versione by Madonna, dal musical "Evita";

- Lady in black, lady in white -> dalla canzone "Nightquest", by Nightwish;

Ecco qua, finito! Alla prossima settimana!

giovedì 21 gennaio 2010

Lady in black, lady in white.

Sono diventata una Lesepartnerin! Affinché possiate esultare, come si conviene dinanzi a cotanta notizia, passo a spiegare di cosa si tratta.

La parola in sé non significa altro che compagna di letture. Nello specifico, mi recherò qualche ora alla settimana presso la scuola elementare che frequenta Luca per assistere i bambini nella lettura di testi in italiano. Correggerò la loro pronuncia, li aiuterò a migliorare la loro comprensione del testo, spiegherò il significato delle parole che non conoscono e insegnerò loro a utilizzare al meglio il dizionario.

In cambio avrò diritto a frequentare delle lezioni all'Università, nei corsi di pedagogia & co, nonché potrò godere di riduzioni sulle tariffe d'ingresso di determinate manifestazioni culturali... (devo ancora ricevere e studiare l'elenco delle possibilità!)

Questa cosa, unita alle letture che ho già cominciato a fare, sempre a scuola, dei libri Il Sogno di Bilù, La Luce dell'Acqua e Muraco, Sisika e l'Acchiappasogni rende le mie prossime settimane alquanto dense di attività legate all'argomento léggere.

Per quanto riguarda l'argomento scrivere, ho iniziato una nuova avventura di Piccolo Mago e soci, che questa volta si ritroveranno all'interno di un castello infestato. Non ho ancora finito con la raccolta del materiale, ma conto di andare passo passo con la stesura della storia. E devo assolutamente trovare l'ispirazione per il titolo!

Bene, tutto questo parlare di attività mi ha sfiancato. Caffé?

mercoledì 20 gennaio 2010

I had to let it happen, I had to change.

Anne Rice è una scrittrice americana diventata famosa grazie alle Cronache dei Vampiri e alla Saga delle Streghe Mayfair. Ha scritto altri libri e altre storie nel corso degli anni, fino a una svolta, avvenuta solo di recente.
Anne Rice, infatti, ha riscoperto la fede cristiana e ha deciso di scrivere romanzi in tema. L'anno scorso è uscito Angel Time, inizio di una nuova serie intitolata Songs of the Seraphim, che lei definisce "thriller metafisico".
Prima ancora aveva dato inizio alla serie Christ the Lord.

Inevitabilmente ci sono state delle polemiche su questo cambio di rotta. Fans che avevano seguito le sanguinolente e sensuali avventure del vampiro Lestat si sono sentiti traditi dalla vecchietta che improvvisamente diventa casa e chiesa.
I cristiani di svariate denominazioni invece hanno approfittato dell'occasione per sbandierare il ritorno di Anne Rice tra le braccia del Signore.

A me non piace né un atteggiamento, né l'altro.
A me piace Anne Rice in quanto scrittrice. Trovo che abbia delle qualità invidiabili nella stesura di un romanzo: scirve tanto e scrive bene. Ha l'abitudine, un po' come Stephen King, di presentare ogni personaggio raccontando di lui vita, morte e miracoli e in effetti a volte ci si può domandare a cosa importi sapere che Tizio abbia subíto la sua prima otturazione a otto anni. Siccome, però, ha una scrittura scorrevole e coinvolgente, personalmente passo sopra volentieri a certe digressioni. Anche perché alla fine la storia è sempre ben definibile, non si perde il filo. Anche questa è bravura, trovo.

Altra cosa, che ho notato specialmente nei romanzi delle Cronache: è in grado di utilizzare il linguaggio per trasmettere emozioni a chi legge, emozioni decisamente intense. Le scene in cui descrive eccitazione e piacere, per esempio, sono sempre molto intense, ma quasi mai descrive cosa succede. Eppure non è difficile immaginarlo, e non ridacchiate che vi sento.

Il suo più gran pregio, poi, sempre secondo me, è il lavoro che fa sul passato. In ognuno dei libri che ho letto finora ci sono frequenti e dettagliati riferimenti al passato, anche al passato antichissimo. Ne La Regina dei Dannati almeno metà della trama era incentrata su miti e leggende millenari. Il tutto descritto in un modo talmente vivido e realistico, che sembra impossibile che lei non abbia vissuto quelle cose di persona!

Tutto ciò considerato, quindi, a prescindere dall'argomento di cui tratta sono convinta che un romanzo scritto da Anne Rice sia bellissimo.
Elaborato, ben scritto, pienamente soddisfacente nella storia che viene raccontata. Ho questa fiducia, perché una cosa che ho recepito da Anne Rice è il suo enorme entusiasmo. Quando si appassiona a una cosa, che sia il mondo dei vampiri, quello delle streghe o quello di Gesù, ci si butta a pesce e sviscera l'argomento, rivoltando ogni informazione che trova a riguardo come un guanto ed elaborando poi il tutto in un romanzo dalla trama assolutamente originale.

Per concludere ho qualche intervento suo, a proposito del voltafaccia di alcuni fan nel momento in cui ha dichiarato che il suo nuovo proposito è fare della letteratura cristiana:

"My goal as an author is to invite you into a book that you can't put down. I hope to transcend genres, labels, expectations. But certain themes put certain people off. I accept it. I forget about it. I write the best books that I can write."

Il mio obiettivo, in quanto autrice, è di proporvi un libro che non riusciate a mettere giù. Spero di trascendere i generi, le etichette e le aspettative. Tuttavia, alcuni argomenti allontanano certe persone. Lo accetto. Me ne dimentico. Scrivo i libri migliori che posso scrivere.

"We have to allow for strong reactions to subject matter. Some people wouldn't read a vampire novel if it was written by Tolstoy. Others wouldn't read a book about Jesus if Jesus wrote it Himself. This is a given."

Dobbiamo permettere reazioni forti a determinati argomenti. Alcune persone non leggerebbero mai una storia di vampiri, se fosse stata scritta da Tolstoj. Altri non leggerebbero un libro su Gesù nemmeno se a scriverlo fosse stato Gesù stesso. Questo è un fatto.

"Guys, don't be disturbed by the occasional person saying goodbye here, who says that he or she cannot take my "religion" or my new books. This is bound to happen. Obviously these people feel a need to make a public statement. I think perhaps their very personal experiences with religion are involved."

Non lasciatevi turbare se ogni tanto qualcuno dice addio qui [l'intervento è stato pubblicato su Facebook], o afferma di non poter accettare la mia 'religione' o i miei nuovi libri. È destino che succedano queste cose. Ovviamente queste persone avvertono la necessità di fare un annuncio pubblicamente. Probabilmente la loro personale esperienza nei confronti della religione è coinvolta in questa decisione.

Vai, Anne!

martedì 19 gennaio 2010

I see you.



Ieri sera sono andata con Mauro al cinema a vedere Avatar. Lo davano in inglese al cinema 3D. Era un sacco che non andavamo al cinema, soprattutto lui. Ci siamo divertiti, il film ci è piaciuto ma siccome non si può fare un passo nel web senza inciampare in una critica/lode/discussione/eccetera personalmente non farò nulla di tutto ciò. A me è piaciuto, il perché e il per come e le riflessioni da cineforum le tengo per me.

Certo che gli omini blu erano troppo carini! Con gli occhi gialli, poi, sono la mia copia al negativo, visto che io ho la pelle color "malsano" e occhi che invece con la neve tutto intorno diventano azzurrissimi.

Adesso accuso un po' il colpo: il film è iniziato alle 9.30 di sera, finito a mezzanotte e venti. Tre cambi di U-Bahn per tornare a casa e si è fatta la una e venti. Tempo di lavarsi, mettere il pigiama e andare a letto, non lo so perché non ho guardato l'ora (e se anche lo avessi fatto non l'avrei vista: a letto ci vado senza lenti a contatto!). E stamattina la sveglia ha impietosamente squillato alle solite 6.45! Sonno!

lunedì 18 gennaio 2010

All true histories contain instruction

Il violinista David Garrett è in tour. Questo mese si trova a passare dalla Germania, ma i biglietti per il 27 gennaio a Berlino sono esauriti.

Ho scritto sulla sua bacheca su Fbk e lui mi ha risposto (cioè, un divo che risponde a me?? Ancora non mi sono ripresa dallo shock.)
A giugno torna per una manifestazione open air e i biglietti si trovano ancora! Ho deciso di andare al concerto insieme a Luca, che è ormai un fan di David Garrett al punto che il suo proposito di imparare a suonare la chitarra è pericolosamente in bilico, minacciato dal violino!

Ecco una sua performance a Berlino l'anno scorso:

domenica 17 gennaio 2010

Il temporale rotolava da lontano in un tripudio di tuoni e lampi - parte II

Ho finito di leggere Wunderkind, di D'Andrea. Ora posso dirlo con certezza. Non credo di aver mai letto un libro tanto brutto e inconcludente. Riesce a scalzare senza alcuna difficoltà persino "L'Ultimo Testamento" di Philip Le Roy, che era in cima alla mia personale clasifica dei Libri Brutti & Inutili.

La storia:

Un ragazzino di 14 anni, che verosimilmente frequenta una scuola per ritardati nella quale si fanno conticini di aritmentica e si ripassa faticosamente il futuro anteriore dei verbi, viene avvicinato da un essere inquietante e disgustoso, che gli regala una moneta d'argento.
Per quanto il ragazzino (Caius) provi a sbarazzarsi della moneta, quella gli ritorna sempre in tasca. Prima cosa strana, o il rompicapo, come amichevolmente chiama Caius questa situazione. Si lambicca come un matto, per tentare di capire come mai la moneta gli ritorna sempre in tasca.
Vai Caius, siamo tutti con te. Quando hai risolto il rompicapo avvertici.

Una notte viene svegliato da un roboante uragano e si accorge che in casa sua c'è una lotta all'ultimo sangue, che comprende mostri allucinanti che nemmeno in Dragon Ball.
Un tizio, che si scopre poi chiamarsi Gus, lo porta via senza troppi complimenti. I suoi sono stati uccisi e su di loro meglio non riferire altro.

Altre lotte con mostri variamente assortiti, tutti orrendi, puzzolenti e bavosi, cattivi e feroci (ah, nota di merito ai CHANYDI, ovvero ... esatto! Quelli che rincorrono i F€£INY).

Il racconto viene eseguito con una tale perizia, per cui ci si sente coinvolti nell'azione tanto quanto un tubetto di deodorante e si ricorda con nostalgia la tensione che procurava Scar cantando "Sarò Re" alle iene ne "Il Re Leone".

Nel frattempo, con inutile dispendio di aggettivi utilizzati con accezione negativa anche a sproposito basta infilarceli (vedi recensione n.1), seguiamo le sfigatissime peripezie di due tipacci, due ladri, tali Cid e Paulus, fratelli, che tentano un furto ma cadono in un'imboscata. Di chi? Ma del cattivone brutto-grasso-viscido-puzzone di turno, alias Colui Il Quale Donò La Moneta A Caius, alias Herr Spiegelmann.
Il quale, in una scena degna del peggior film trash - e non mancando di utilizzare le battute prese di peso da quel copione - minaccia il Cid e fa malmenare uno dei suoi mostroni di fiducia, i Chagoulard, i quali hanno un'anatomia quantomeno curiosa. Si dice infatti che sono pieni di scarnificazioni e infibulazioni. Ora, io sono andata a controllare sul dizionario la parola "infibulazione", riporto il significato: infibulazione - [in-fi-bu-la-zió-ne] s.f. (pl. -ni) 1. ETNOL Pratica rituale in uso presso alcune popolazioni dell'Africa, che ha lo scopo di impedire il rapporto sessuale restringendo l'orifizio vulvare mediante incisione e conseguente cicatrizzazione delle grandi labbra, accompagnata talvolta da escissione della clitoride 2. ZOOTECN Operazione analoga, per evitare l'accoppiamento fra bestie che vivono in libertà. [fonte: dizionario HOEPLI]
La logica conclusione mi imbarazza. I Chagoulard hanno il corpo ricoperto di clitoridi asportate.

E qui vorrei stendere un velo pietoso, ma non si può perché ci ritroviamo...

... nel covo dei Buoni.

Il Wunderkind era fuggito dal loro rifugio, si era ritrovato in un luogo infestato da spettri che però erano dalla sua parte e che lo hanno salvato da Herr Spiegelmann proprio nel momento in cui il nostro Cattivo stava (forse) per sbottonarsi e farci sapere qualcosa riguardo a sto Wunderkind. Cosa significa? È forse una specie di prescelto? Uno sfigato? Cosa? E cosa ci si aspetta da lui? Si capisce che interessa a Spiegelmann e che gli altri invece non glielo vogliono far avere.

Comunque, Riunione Tattica, suona più o meno così:

(Buono n.1-2-3 alternativamente) Ma cosa vorrà mai il Cattivo? Non è che ci sta solo imbrogliando? Secondo me ci sta solo imbrogliando. E se fosse un imbroglio?
(Wunderkind) Uhm stavo pensando... secondo me è tutto un imbroglio!
(Gli altri, improvvisamente attenti alle sue parole) Continua! Quello che dici è interessante! Potresti, forse, avere ragione! Stavi dicendo qualcosa a proposito di un imbroglio, mi pare.
(Wunderkind) No, dico: sospetto che il Cattivo ci stia imbrogliando!
(Uno degli altri) Lo sapevo io, che questo qui era un ragazzino tosto! D'ora in poi verrai con noi in missione!
(Un altro) No! Il ragazzino no! È troppo rischioso!
(un altro) È intelligente, ha dimostrato di sapere il fatto suo! Le brutte esperienze lo hanno forgiato!
(Wunderkind) Io voglio venire!
(Gli altri) Ah beh, allora chiusa la discussione.

Una nota: sospetto che l'intento dell'autore nel presentare Herr Spiegelmann fosse quello di creare un personaggio fortissimo, astuto e viscido, con un asso sempre pronto nella manica e la capacità di vedere più in là, intortando tutti gli altri. Quel che è venuto fuori non è che una raccolta di cliché scadenti che dà forma a una creatura che, per carità, viscida è viscida, quantomeno perché ci viene descritta così. Per il resto pare un po' tonto e decisamente sopravvalutato da tutti gli altri, il che li rende più tonti di lui.

Ma poi, cosa vogliono dire tutti quei mostri? Che senso hanno, che bisogno c'era, qual è la storia che viene raccontata alla fine?

Sono incontri su incontri di mostri, dei quali la gente comune è ignara e questa è una nozione che apprendiamo solo alla fine, quando si parla di un gran macello compiuto da una specie di demone richiamato dall'inferno.
Il libro dice che polizia e ospedali si trovarono alle prese con una storia incredibile, che fu presto liquidata incolpando una fuga di gas. Credibile o meno, sta di fatto che appare chiaro come la gente comune non sappia nulla di maghi, mostri e robe varie. Certo che tutto il teatrino messo su nella piazza della fontana in piena notte, con una miriade di mani staccate dai relativi corpi che vengono arpionate da Herr Spiegelmann che sta ritto in testa alla statua della rana in mezzo alla fontana sopra una voragine che sprofonda fino al centro della terra e dalla quale si intravedono fiamme e lapilli, e poi il demone che scaraventa il ragazzino sdolorante ai piedi della fontana e resta a guardare mentre le mani si ribellano e riducono all'impotenza Herr Spiegelmann... oh, nessuno che se ne accorga, eh, tutto normale! It's just another night at the vampire club, gente!

Quindi alla fine (dopo incontri con mostri di ogni razza e bruttura e livello di cattiveria sempre con la rotellina girata su MAX) il Wunderkind si ritrova con il marchio sul petto; qualcosa di terribile succederà se sopravvive (ma nessuno sa cosa); i Buoni avevano giurato di ucciderlo se questo fosse accaduto, ma alla fine non lo fanno e vengono portati via; anche Herr Spiegelmann viene portato via, mezzo maciullato; BOH?

Il Cattivo alla fine fa un po' la figura di Voldemort: essere supremamente potentissimo e crudele perché vuole il potere (originale, eh?), battuto non si capisce né come né perché dal ragazzino sfigato.
E il dettaglio della nave sotterranea con i graffiti antichissimi mi ha ricordato un particolare del terzo libro di Erikson, Memories of Ice. O era il secondo, adesso mi sfugge ma non è questo il punto.
Altre cose mi sono suonate copiate e costruite per fare stare insieme qualcos'altro.

A me questo romanzo sembra la proiezione della mente di uno psicopatico, che unico al mondo è in grado di umettare una lacrima.

L'unica parte che mi è parsa scorrevole e che non ho faticato a leggere: la visione di Caius quando era svenuto. Avrei sperato che ce ne fossero di più, di momenti così: nelle intenzioni dell'autore forse voleva essere un climax di tensione e mistero arcano, in realtà era l'unica parte che sembrava avere un filo logico! Aiuto!

... ma poi, la moneta: tornerà?

Il temporale rotolava da lontano in un tripudio di tuoni e lampi - Parte I

Spinta da alcune accese diatribe trovate sul web a riguardo, ho deciso di affrontare l'opera prima di un autore esordiente italiano. Trattasi di Wunderkind, l'autore è Giuseppe Luca D'Andrea.
Sono arrivata poco oltre la metà, per il momento e ho già trovato due aspetti positivi riguardo a questa lettura. Il primo è che il libro mi è stato prestato. Il secondo che non è molto lungo. E dubito che ne troverò altri prima della fine.

L'incipit fa pensare a uno scherzo:
Il temporale rotolava da lontano in un tripudio di tuoni e lampi.
Avete presente i Peanuts?



Proseguendo la lettura ci si rende conto con raccapriccio (ed è proprio il caso di utilizzare questo termine, credetemi!) che non è uno scherzo.
È persino doloroso constatare quantol'autore creda in quello che scrive. È come se fosse convinto della possibilità di rendere il suo romanzo in grado di trasmettere paura e orrore semplicemente abusando di termini sinistri, anche a sproposito.
Qualche esempio?
Abbiamo piccioni stolidi e maligni; croissant insidiosi; corridoi sinistri; oggetti crudeli; grammatica violenta...
Ci imbattiamo in una zona di Parigi, Rue Felix, caratterizzata da un affresco il cui soggetto non era solo volgare, ma addirittura sinistro. La vernice con cui era stato disegnato, di un appariscente rosso scarlatto, doveva essere stata di qualità scadente, perché una miriade di gocce e sbavature si dipanavano dalla figura centrale dando allo spettatore un'idea di malsano sadismo. ... Sì, ma cosa diamine c'era disegnato? Cioè: non è che perché uno mi dice, brutto, orrido, ributtante, sadico..., io mi spavento per forza, no?

Ci sono anche alcune scene di violenza un po' più descritta.
Sorvoliamo sul Cattivo: brutto, lercio, pingue, puzzone e tutti gli accessori di default. La scena in cui minaccia il Cid e condanna un Chagoulard (mostro più orrido e puzzone di lui), circondato da altri orridi mostri riesce a incutere meno timore della scena del Re Leone in cui Scar parla alle iene (cfr. qui).

Ci sarebbero anche delle idee carine, tipo l'interpretazione di magia: dal nulla nasce il nulla, quello che normalmente viene definito magia in realtà è una permuta, ovvero il risultato che si desidera ottenere lo si ottiene in cambio di qualcosa.
Peccato che questo qualcosa siano i ricordi, come ne La Storia Infinita in cui Bastian perdeva un ricordo per ogni desiderio espresso, cosa rischiosa, perché si creava una sorta di dipendenza. Vi sorprenderebbe sapere che anche in questo romanzo l'utilizzo di questa abilità crea dipendenza? No, vero? Neppure a me.

I rapporti tra i personaggi sono stereotipati, per nulla originali. Si veda Gus vs. Grünwald. Gus è il classico tipo freddo, duro, la vita lo ha forgiato, ecc. È tutto tatuato, crede che i tatuaggi siano in grado di proteggerlo. Grünwald è la sua tatuatrice di fiducia. La scena in cui si parlano suona da morire come, Io Tarzan, tu Jane e non ha assolutamente nulla di originale. Ecco cosa si dicono: Fa' attenzione! / Growl! Come sempre! / Ma sei ferito! / È solo un graffietto! / Non andare! / Devo farlo! .
Come non ha assolutamente nulla di nuovo la struggente relazione d'amore tra il Licantropo Buliwyf (il suo nome, provate a dirlo!) e la Rarefatta Rochelle. Trovo che la figura della Rarefatta sarebbe stata molto ben sviluppabile, ma ahimé i due non si dicono che le Solite Cose seguendo il copione degli Amanti Infelici - a causa della propria medesima condizione e dell'impossibilità di vivere il loro amore.

Non avevo intenzione di parlare così a lungo del libro, non l'ho neppure ancora finito. Ma come mi era capitato con "Il Nome della Rosa" e "L'Assenza", ci sono troppe cose che mi stonano sin dal principio.
Qua e là sono inserite frasi che, suppongo, vorrebbero essere a effetto, in stile Grande Letterato (es. La furia tenuta a bada fino ad allora.
La furia che era la sua maledizione e il suo sangue.
La furia che era il lupo.
La furia si scatenò.
Buliwyf la lasciò libera di colpire.
Sorella furia.
[cap 20]).
L'effetto che mi fanno, personalmente, è penoso. Tutto il libro è scritto in un modo che farebbe quasi ridere, se non fosse che è palese che sia stato scritto seriamente. Tutte le scene che ho letto finora e che presumibilmente volevano essere terrificanti, sono schifosamente splatter, come vedersi Kill Bill con l'aggravante (per il romanzo) che almeno in Kill Bill un filo di trama e di motivazione ci sono.

Queste sono le mie impressioni fin qui, ma potrei sbagliarmi e magari nella seconda metà la storia riesce a motivare l'inconcludente prima parte. Spero di scoprire che i mostracci, per esempio, hanno un significato e non sono stati messi lì in quanto mostracci e stop. Che so, potrebbero magari risultare il riflesso delle nostre paure o roba così. Per ora, però, confesso che il livello di quel che ho letto mi è parso talmente basso che mi sembra irrecuperabile.

Your crime is time

Presentazione ufficiale della playlist di classici!

1. The Power Of Love, by Huey Lewis and the News. Un must per chiunque sia cresciuto a latte e Ritorno al Futuro.





2. Don't Cry, by Guns'n Roses. Gli Storici.





3. Born To Be My Baby, by Jon Bon Jovi. Ecco, sentire Bon Jovi che mi dice, You were born to be my baby and baby I was made to be your man è una di quelle cose che riescono a stamparmi in faccia un sorriso idiota.



4. Wind Of Change, by Scorpions. Istruzioni per l'uso: accendere l'accendino e sollevare la mano che lo regge, ondeggiando dolcemente da sinistra a destra e viceversa, e cantare: Take me/ to the magic of the moment on a glory night / Where the children of tomorrow dream away / In the wind of change...




5. Innuendo, by Queen. Uno degli ultimi brani firmati da loro e uno dei più belli, a mio avviso.






6. Too Old To Rock'n Roll: Too Young To Die, by Jethro Tull. Divertente. No, non autobiografico. Le malelingue si intrufolano proprio dappertutto, eh!




7. Kids Of The Century, by Helloween. Come scordare la Band della Zucca?




8. Sultans Of Swing, by Dire Straits. Ovvero: Mark Knopfler, il miglior chitarrista del mondo!





9. 18 And Life, by Skid Row. Ok, adesso posso confessare. Mi ricordo questa canzone e questa band perché mi intrigava il numero all'interno del titolo e poi mi piaceva pronunciare la sillaba Sk. Tanto lo sapevate già, che le mie rotelle girano a caso, no?


10. Boys Don't Cry, by The Cure. Band che mi ha creato qualche problema, in un'epoca in cui - ignara - ascoltavo una loro cassetta zeppa di cosiddette depressing songs con l'ausilio dell'auto-reverse sul walk-man. Quando ho cominciato a lanciare avide occhiate al davanzale della finestra ho deciso di cambiare cassetta. Cioè. Senza neppure guardarli in faccia.
Comunque, lo stile dei The Cure è rimasto inconfondibile, sono sempre riconoscibili dalle prime note!



11. The Final Countdown, by Europe. E questa la conoscono davvero tutti.








12. Eruption, solo by Eddie Van Halen. Non potevo evitare di chiudere con questo capolavoro. Cosa non può fare quest'uomo con una chitarra elettrica tra le mani? Da notare gli occhi semichiusi e la sigaretta in stand-by ancora fumante incastrata nel manico della chitarra!



E ora... BUON DIVERTIMENTO!


Riepilogo

Eccoci qua per il riepilogo rituale. Ecco i titoli dei post della settimana passata:

- E il tuono ha il suono di qualcosa che ricorda qualcos'altro. -> citazione all'inizio del romanzo "L'Ora delle Streghe", by Anne Rice;

- Will you revive from the chaos in my mind? -> dalla canzone "Forever", by Kamelot;

- Message in a bottle -> omonima canzone dei Police, qui proposta nella cover by Relaypse;

- It's just another night at the Vampire Club! -> dalla canzone "Vampire Club", by Voltaire;

- Il destino è quel che è, non c'è scampo più per me! -> dal film "Frankenstein Junior";

- We've got jobs 'cause there's bills to pay -> dalla canzone "Born to be my baby", by Jon Bon Jovi.

E più tardi spero di riuscire a tornare con la attesissima e psichedelica playlist anni '80!

venerdì 15 gennaio 2010

We've got jobs 'cause there's bills to pay




Oggi ho un ritorno di fiamma.


Scommetto che se guardassi l'oroscopo di oggi (cosa che non farei neppure per tutto l'oro della pentola in fondo all'arcobaleno) ci troverei scritto qualcosa del genere: echi di amori passati raggiungono le vostre orecchie e il vostro cuore, violenti come un tornado eppur delicati come il profumo del gelsomino. Che dite, posso mettermi in affari, sono brava?

Mi è venuta l'idea di organizzare una playlist speciale, per settimana prossima. Una playlist di classici, ovvero brani un po' datati ma noti. Essendo stati gli anni '80 particolarmente fervidi (e soprattutto considerando che li ho vissuti, eh eh), mi ritrovo davvero con l'imbarazzo della scelta. Escluderò per forza qualcuno, perché dubito che chiunque sia interessato a spararsi una playlist di 13 ore.
Un artista che non mancherà di certo è Jon Bon Jovi (cuoricini), ma non sarò di parte, almeno non brutalmente. Includerò un solo brano suo, esattamente come di tutti gli altri prescelti.

E ora rodetevi nell'attesa!
Lo so, sono una strega, ah ah. E come potrei creare degli oroscopi così belli, altrimenti?

giovedì 14 gennaio 2010

Il destino è quel che è, non c'è scampo più per me!

Se penso che la Bella Addormentata ha dormito per cento anni e un Principe Azzurro che non aveva altro di meglio da fare nella vita si è strappato il mantello tra i rovi pur di andare a svegliarla e lei ha avuto il coraggio di sposarlo facendo fare una figura meschina alla Fata "Cattiva" che le aveva permesso di addormentarsi...

Non è che qualcuno ha una Fata Cattiva sottomano da prestarmi??

mercoledì 13 gennaio 2010

It's just another night at the vampire club!

Se passate da questo blog per caso e per la prima volta, per favore non leggete gli ultimi post: sono di una noia mortale.

Sì, va beh, forse qualcosa che si salva si può trovare, ma piuttosto buttatevi su quelli musicali e ascoltate le canzoni della playlist della settimana, attendendo che mi torni l'ispirazione e la smetta di sbrodolare menate inconsistenti per diciotto righe o più, all'incirca come sto facendo adesso.

Per evitare altri interventi inutili e di dubbio intrattenimento, ho pensato di inserire una citazione dal libro "L'Ora delle Streghe", di Anne Rice, che sto leggendo in questi giorni. È una frase che mi ha colpito, perché è la tipica osservazione che a tutti verrebbe in mente, ma che nessuno oserebbe fare.

"È strano come i religiosi ritengano il diavolo tanto stupido da cercare di corrompere soltanto i poveri privi di potere (perché non prova con il re di Francia, tanto per cambiare?) e la popolazione in generale tanto debole."
[L'Ora delle Streghe, Anne Rice, pag. 268]

martedì 12 gennaio 2010

Message In A Bottle




Cristiano Re, Voice; Matteo Liuzzi, Guitar/Chorus; Lorenzo Musetti, Bass;
Matteo De Giorgi, Guitar; Matteo Cavallazzi, Drums

Will you revive from the chaos of my mind?

Playlist aggiornata!

E computer sevennizzato! Che bello! Adesso manca poco a fargli raggiungere la perfezione: installare qualche programma indispensabile e cambiare la lingua, che gestire un computer che ti insulta in tedesco non è piacevole, garantisco!

In questa playlist troverete i Sonata Arctica (la mia canzone preferita tra le loro), i System of a Down (credo sia la prima volta che finiscono in playlist), i Nightwish (e qui non c'è bisogno di parole), i Draconian (neppure qui), gli HIM (una delle loro canzoni più dolci), gli Evanescence (canzone "cattiva"), i Kamelot (sempre romantici), i Lacrimosa (un po' di gothic crucco ci vuole, ogni tanto), i Dire Straits (almeno un "classico" non può mancare) e gli Epica (sempre epici, ehe).

NOTA: Da YouTube è sparito il video dei System of a Down, sorry. Solo io ho notato che ultimamente viene cancellata davvero un sacco di roba? Che sta succedendo?

lunedì 11 gennaio 2010

E il tuono ha il suono di qualcosa che ricorda qualcos'altro.

Rapida notifica: niente aggiornamento della playlist, stasera. E domani si vedrà.
Non è che sono diventata cattiva, è solo che stasera Mauro cercherà di installare Seven su questo pc e quindi glielo lascio volentieri. E domani, appunto, si vedrà. Se il pc sarà ridotto a un involucro vuoto, oppure risplenderà di nuova e fulgida operatività.
E poi sono stanchissima, tanto per cambiare. Questo tempo freddo e nevoso mi affascina, ma mi sfianca. Camminare nella neve alta, arrancando a ogni passo, è faticoso. Liberare l'auto ferma da sabato sera è stato un incubo stamattina. Ci ho messo un quarto d'ora solo per usicre dal parcheggio.
Nel pomeriggio sono stata alla pista di pattinaggio su ghiaccio con Luca. Ero già stanca prima di cominciare, così gli ho detto, abbi pazienza, oggi, non ce la faccio a correre forte, vado pian pianino. Confesso la torbida soddisfazione pochi giri di pista più tardi quando me lo sono sentito arrancare alle spalle, ma non avevi detto che non ce la facevi più?! ma adesso la pago, sigh. Vorrei anche andare a farmi una doccia bollente.
E se mi rimanesse qualche neurone libero, tenterei di andare avanti nella lettura de L'Ora delle Streghe. Pieno di dettagli e lunghi riferimenti al mondo dei tempi passati, come le Cronache dei Vampiri, ma coinvolgente. A volte leggendolo mi convinco di essere anche io una Strega!
In ogni caso, dubito che mi rimarrà qualche neurone ancora disponibile!

Riepilogo In Ritardo

Riepilogo slittato (letteralmente!) a lunedì- c'è un sacco di neve, qua, stamattina ci ho messo un quarto d'ora per fare uscire la macchina dal parcheggio!!

Eccolo qua:

- We're one of a kind -> dalla canzone "We go together", di non-lo-so, colonna sonora del film "Grease".

- Per Toutatis! -> tipica esclamazione di Asterix!

- Wolves have no kings. -> ultima frase del libro "Royal Assassin", by Robin Hobb.

- I see the moon and the moon sees me. God bless the moon and God bless me. -> da un quadretto a punto e croce per bebè!


Fatto! Per l'aggiornamento della playlist ci risentiamo, ho un tot di cose da fare, oggi, e non ho ancora cominciato, ehm!

giovedì 7 gennaio 2010

I see the moon and the moon sees me. God bless the moon and God bless me.



E alla fine della giornata fredda, nevosa e densa di attività, la foto qui sopra esplica cosa sono in procinto di fare. Buona Notte and bless me!

mercoledì 6 gennaio 2010

Wolves have no kings.

Ho finito di leggere Royal Assassin, il secondo volume della saga "Farseer Trilogy" scritta da Robin Hobb.
Ho recensito a suo tempo il primo libro, Assassin's Apprentice che già mi era piaciuto molto ed era riuscito nel difficile compito di convincermi. Avevo trovato le premesse poco incoraggianti, ma per una volta i pregiudizi nei confronti di una saga fantasy il cui protagonista è il figlio bastardo di un erede al trono che può usare la magia... si sono rivelati senza fondamento. Assassin's Apprentice era stata una piacevolissima e soddisfacente lettura.
Se c'è una cosa che la Hobb sa fare bene, è raccontare una storia. Questo, secondo me, è il suo primo e più gran pregio.

A ciò si aggiunge una storia ben costruita; personaggi solidi, di cui nessuno viene lasciato per strada; uno scopo chiaro alle azioni di ciascuno; lucidità nel trattare le situazioni difficili, sia da parte dei protagonisti, sia da parte degli antagonisti.
Apprezzo che nonostante sia perfettamente chiaro dalla parte di chi deve schierarsi il lettore, i nemici non vengono trattati da idioti, l'antagonista per eccellenza non si comporta mai da Cattivo, semplicemente tiene fede ai propri propositi. Non desidera danneggiare il protagonista e i suoi perché sì, per lui si tratta di ostacoli da superare e/o eliminare per ottenere quello che vuole.

La magia è un altro punto trattato in un modo che mi ha molto favorevolmente impressionato. Non si tratta di un mero dono piovuto dal cielo perché sei il Prescelto. Si tratta di un dono in misura del tutto minima, poi è questione di abilità, è qualcosa che va appreso.
Senza addestramento, nessuno riesce a usare questa "magia", nemmeno se è il protagonista della serie! Sbalorditivo, al giorno d'oggi!!

Come nel primo libro, anche qui è riservato un ampio spazio a una caratteristica di Fitz, ovvero la sua capacità di creare un legame molto profondo con gli animali. Non capita con tutti gli animali, e per di più è una capacità talmente abominevole agli occhi dell'intera società, che chi viene sospettato di utilizzarla viene messo a morte.
Nel primo libro, Fitz era legato a un cane. In questo secondo libro si tratta di un lupo.
Il loro rapporto è descritto in modo splendido, secondo me.
Quando Fitz vede, sente e percepisce il mondo con le priorità di un lupo; quando per il lupo, Nighteyes, alcune cose sono difficili da comprendere perché troppo umane, o altre sono troppo scontate persino per consentire a Fitz di metterle in forse, tipo "we are pack" (siamo un branco), quindi non esiste che il lupo non accompagni Fitz in battaglia ("we hunt together", andiamo a caccia insieme).
Alla fine del libro la loro relazione è diventata così profonda e coinvolgente, da risultare persino commovente!

Mi è piaciuta la storia, il modo in cui è stata costruita e soprattutto il modo in cui è stata raccontata. Adesso devo avere il prossimo volume, ho bisogno di sapere come va a finire!

martedì 5 gennaio 2010

Per Toutatis!

scégliere [ʃ'ʃeʎʎere] - v.tr. (1) prendere, indicare ciò che si giudica migliore; (2) separare la parte migliore da quella peggiore; (3) preferire. [fonte: www.dizionario-italiano.it]

Il dizionario non specifica quanto sia difficile, a volte, scegliere.
Capita sia facile, facilissimo addirittura! Se mi chiedete, cosa scegli: una rosa in dono o una granata nella maglietta?, per esempio, io non ho dubbi di sorta. Preferisco di gran lunga la rosa in dono.
A meno che non ci siano delle ulteriori precisazioni, del tipo che la rosa è stata intinta in un potentissimo veleno inodore, incolore e insapore ma letale se anche solo la tengo nella stessa stanza- mentre invece la granata è un giocattolo. A questo punto, mi sa che cambierei idea e preferirei la granata nella maglietta.

Quando ero piccola, i miei genitori hanno scelto di mandarmi in prima elementare a cinque anni. Non era obbligatorio e probabilmente non avrei subìto danni di sorta, macerando per un altro anno all'asilo. Però, si sono detti, perché no? La piccoletta (alias: IO) era già capace di leggere e scrivere, e un ulteriore anno di asilo può essere utile e gratificante quando non sai ancora distinguere il rosso dal blu, ma se intorno a te sono ancora tutti a quel livello e addirittura alcuni si mangiano le pagine di Topolino perché non sanno come meglio utilizzarle, beh. Concordo con la scelta che a suo tempo fecero i miei, anche se poi di quell'anno "recuperato" non me ne sono fatta un granché.

Il caso di Luca é un po' diverso. Lui la scuola elementare l'ha già iniziata e sta frequentando con gran successo la Quarta. Il punto è che siamo giunti anche noi al nostro personale perché no? nei suoi confronti. Perché anche se i suoi compagni di classe non si mangiano le pagine di Topolino, a costo di sembrare una sbruffona, li supera tutti di un chilometro, in tutte le materie, tedesco compreso.
Dunque la proposta giunta dalle sue maestre è quella di spostarlo all'inizio del prossimo anno scolastico in una scuola per Schnellläufer, letteralmente quelli che vanno veloce, ovvero bambini non necessariamente genii, ma sufficientemente svegli da permettere agli insegnanti di "alzare il tiro" con loro. In pratica è già Liceo, con due anni di anticipo (il Liceo normalmente a Berlino parte in Settima).
Scemato l'iniziale entusiasmo sono cominciate ad arrivare le prime perplessità. Come regge un bambino, già ansioso di natura come lui, il passaggio a una scuola "per grandi", vedendo che i suoi compagni restano alle elementari, e lui si trova alle prese con materie nuove, insegnate tutte in tedesco, senza neppure la spiaggia dell'italiano per dargli un po' di sicurezza...?
Dubbi da cuore di mamma, come dice il mio babbo.

Però noi genitori ci siamo detti, a imparare roba c'è tempo tutta la vita, per essere bambini si ha disposizione una sola occasione.

Quindi abbiamo momentanemante scartato l'opzione Liceo In Quinta e ci siamo riposti la questione: cosa fare per questo bimbo sveglissimo, molto intelligente, attivo, curioso e mai sazio di stimoli?
In Germania esiste una possibilità che giudico molto carina, davvero molto. Si può saltare una classe. Sei bravo e hai ottimi voti in tutte le materie? Cambi classe a metà dell'anno scolastico, oppure ne salti proprio una e all'inizio dell'anno scolastico seguente ti ritrovi avanti di due anni. Naturalmente dipende dalla difficoltà della classe da saltare in questione.
La possibilità che Luca a febbraio molli la Quarta e salti in Quinta, a quanto pare, è fattibile e gestibile con un dispendio di forze minimo, traumi psicologici (di cui ha paura la Mamma) ridotti anche loro al minimo... sembrerebbe la scelta più adatta, salverebbe capra e cavoli.

Per ora vorrei evitare di chiudere una delle due porte, e lasciarle aperte entrambe il più a lungo possibile, perché ancora mi sento indecisa, in fondo stiamo parlando del mio cucciolotto, parte integrante della "Prole" che la sorte ha scelto (ahahah, ridete, su) di regalarmi e quando si tratta dei miei "proli" sono sempre molto ansiosa e desiderosa di fare la scelta perfetta.

Uffa, però, sembra che ci sia sempre un ottimo motivo per farmi assalire dall'ansia... mi chiedo da chi avrà preso Luca?!?

lunedì 4 gennaio 2010

We're one of a kind.

Fatico a crederci.
Mi è improvvisamente tornato il buon umore. Così, da un momento all'altro. Ho esorcizzato lo spiritello maligno che albergava dentro di me da un po', oppure ho definitivamente varcato la soglia della pazzia.

Stamattina - 4 gennaio - una delle prime cose che è accadute è stato il crollo laterale dello scaffale in cameretta di Luca.
Scaffale vecchio e sbilenco, sapevo che non sarebbe durato in eterno, ma crollare così proprio oggi, auto-assegnandosi il numero QUATTRO ai guai già in atto dall'inizio dell'anno (riepilogo al post di ieri, per chi bramasse sapere) è stata davvero una brutta, brutta cosa.

Beh, allora mi sono detta: È ora di farla finita! Adesso mi leggo un oroscopo e poi brucio la rivista, annullando, tramite tale atto simbolico e liberatorio, la persecuzione di Madama Sorte nei miei confronti!
Ora, siccome non avevo sottomano una rivista specializzata, ho deciso di andare a sbirciare un orosocopo on line, evitando poi di dar fuoco al pc, naturalmente. Per la rappresaglia, mi ripronevo di pensarci dopo.

Il primo sito che sono andata a sbirciare è il celebre sito dell'Almanacco di Barbanera. Il quale, senza alcuna vergogna, asserisce che per ottenere qualcosa la sottoscritta, nata sotto il segno dell'Acquario, dovrà faticare MA fare sacrifici. Sull'eventuale ottenimento di questo qualcosa nulla si dice.
In primis, Barbanera ha bisogno di una lezione di grammatica italiana: faticare MA fare sacrifici a me paiono tanto la stessa cosa, in questa circostanza.
E per quel che riguarda il faticare (con o senza sacrifici) per tentare di ottenere qualcosa che poi alla fine non si sa neppure se lo otterrò oppure no, beh. Diciamo che preferisco lasciar perdere in principio.

Passando oltre, mi ispirava l'oroscopo della Eridano School. Il quale, senza troppe cerimonie, afferma che avrò un anno terribile, ma che in fondo, alla fine, qualcosa di buono ne verrà fuori: avrò imparato a costruire e realizzare qualcosa e aggiunge, saccente: cose, per voi, veramente inconsuete.

A questo punto, lo giuro, sono scoppiata a ridere istericamente. E mi sono sentita libera dalle maledizioni della sorte, finalmente leggera e senza più un problema al mondo o un ostacolo davanti.
Grazie, Astrologi!!

P.S. Lo so, è ora di cambiare la playlist della settimana... Vedrò di provvedere in giornata, altrimenti pazientate un pochino!

P.P.S. Playlist aggiornata!

domenica 3 gennaio 2010

Primo Riepilogo Del 2010!

Chiedendo perdono per il pessimismo - cinismo - depressione che permeano diversi tra gli ultimi post, mi accingo al riepilogo.
Chiedo venia per il mio umore incostante. Speravo che l'inizio del 2010 portasse seco profumo di fortuna e piacevoli novità. Per ora, al 3 di gennaio, mi ritrovo con la lavastoviglie defunta + il micro-onde andato (sì, ANCORA!) + l'attacco del rubinetto del lavandino nel bagno al piano di sopra spezzato.
E´quantomeno evidente che la coda della cometa che è passata sopra casa mia negli ultimi sei-sette mesi del 2009 non si è ancora esaurita.
E sì, purtroppo sono sensibile a queste cavolate. Di nuovo sorry.

Riepilogo!

- And so this is Christmas -> dalla canzone "Happy Christmas (War is over), by John Lennon;

- Tu non hai nessun potere su di me -> dal film "Labyrinth";

- Non c'è prezzo per la miticità. Neppure per l'attraenza -> dal film "Kung Fu Panda" (mi ha fatto troppo ridere!!);

- I pause to clean my pen -> dal libro "Royal Assassin", by Robin Hobb;

- To die, to sleep- no more -> dalla tragedia teatrale "Amleth", by Will Shakespeare;

- All in all you're just another brick in the Wall -> dalla canzone "The Wall", by Pink Floyd.

E ora ciao, torno alle mie piacevoli (o meno...) incombenze.
Magari un giorno farò la lista di quelle piacevoli e quelle no, tanto per avere sott'occhio la situesciòn.

sabato 2 gennaio 2010

All in all you're just another brick in the Wall.

Far parte del Sistema è tanto inevitabile, quanto alienante.
Non è una citazione, o al massimo cito me stessa.
Quando dico che una gabbia con le sbarre d'oro è pur sempre una gabbia.
Quando dico che affogare in una jacuzzi non dà più soddisfazione che affogare in una palude.

Devi far parte del Sistema, non puoi starne fuori.

Sembra un discorso da anarchici maniaci, ma non lo è. Non sono sicura che l'anarchia sia la risposta. Ma non credo che il controllo lo sia.
Di centomila strade possibili, ce ne sono permesse sempre meno. Per il nostro bene. Per la nostra sicurezza
Sicurezza? Chi ha reso insicuro il mondo in cui vivo, tanto per cominciare?
Non c'è bisogno di difesa, dove manca una minaccia e non c'è bisogno di minacce, laddove esiste una vera libertà.

Okay, okay, mi sto impegolando di nuovo con discorsoni filosofici fuori budget. Questo è un posto normalmente leggero, tranquillo. Un posto dove ognuno può sentirsi libero di sparare la cavolata delle 8.00 di sera. Non voglio appesantire l'atmosfera.

E´solo che mi piacerebbe tanto, ma tanto, trovare il modo per rimanere quantomeno ai margini di questo Sistema, dal quale è improponibile uscire.
Cercare di seguire una mia linea personale di coscienza, boicottando per esempio alcune proposte in favore di altre... beh, temo di fare lo stesso il gioco del Sistema, alla fine, in un modo o nell'altro.
Sostengo un'associazione che presenta ottime intenzioni e principi sanissimi, solo per scoprire, con incredibile scorno, che viene sponsorizzata da certe società ipocrite e sporche di sangue che normalmente combatto nella mia guerra privata al supermercato.

Non vorrei fare il gioco del consumismo. Ma se non riesco a comprare un dannato elettrodomestico che duri più di un anno e mezzo, come diavolo faccio?

Devo sottostare a regole cretine come lasciare a terra un vasetto di marmellata che ho dimenticato nel bagaglio a mano, solo per vedere un terrorista imbottito di esplosivo passare tranquillo i controlli in aeroporto...? Perché non sono queste regole che terranno a bada un malintenzionato. Costui passa il suo tempo a trovare il modo di farcela lo stesso. Le sole persone che ci rimettono e che soffrono la situazione sono quelle stesse persone che vorrebbero solo vivere tranquille e che a far saltare in aria un aereo - ma anche solo un cestino di cartacce - non ci penserebbero neppure con l'ultimo neurone disponibile.

Ho paura che il mondo stia per cambiare e che non stia per cambiare in meglio. Ho paura di pagare per qualcosa che non ho mai voluto. E a volte spero addirittura che il mondo finisca di sua spontanea volontà prima che ci sterminiamo a vicenda senza rimorsi né coscienza.

Ma so che, alla fine, non sono che un altro mattone nel muro.

To die, to sleep- no more.

Riciclo il banner odierno di Google, il che dovrebbe essere sufficiente, per oggi. O dovrei dire ieri, visto che la mezzanotte è scoccata già.
A chi non si è beccto i miei auguri ululanti di ieri, quindi, vada il mio felice 2010!
E adesso... buona notte!