Ho finito di leggere
Wunderkind, di D'Andrea. Ora posso dirlo con certezza. Non credo di aver mai letto un libro tanto brutto e inconcludente. Riesce a scalzare senza alcuna difficoltà persino "L'Ultimo Testamento" di Philip Le Roy, che era in cima alla mia personale clasifica dei Libri Brutti & Inutili.
La storia:
Un ragazzino di 14 anni, che verosimilmente frequenta una scuola per ritardati nella quale si fanno conticini di aritmentica e si ripassa faticosamente il futuro anteriore dei verbi, viene avvicinato da un essere inquietante e disgustoso, che gli regala una moneta d'argento.
Per quanto il ragazzino (Caius) provi a sbarazzarsi della moneta, quella gli ritorna sempre in tasca. Prima cosa strana, o
il rompicapo, come amichevolmente chiama Caius questa situazione. Si lambicca come un matto, per tentare di capire come mai la moneta gli ritorna sempre in tasca.
Vai Caius,
siamo tutti con te. Quando hai risolto il rompicapo avvertici.
Una notte viene svegliato da un roboante uragano e si accorge che in casa sua c'è una lotta all'ultimo sangue, che comprende mostri allucinanti che nemmeno in Dragon Ball.
Un tizio, che si scopre poi chiamarsi Gus, lo porta via senza troppi complimenti. I suoi sono stati uccisi e su di loro meglio non riferire altro.
Altre lotte con mostri variamente assortiti, tutti orrendi, puzzolenti e bavosi, cattivi e feroci (ah, nota di merito ai
CHANYDI, ovvero ... esatto! Quelli che rincorrono i
F€£INY).
Il racconto viene eseguito con una tale perizia, per cui ci si sente coinvolti nell'azione tanto quanto un tubetto di deodorante e si ricorda con nostalgia la tensione che procurava Scar cantando "Sarò Re" alle iene ne "Il Re Leone".
Nel frattempo, con inutile dispendio di aggettivi utilizzati con accezione negativa anche a sproposito basta infilarceli (vedi
recensione n.1), seguiamo le sfigatissime peripezie di due tipacci, due ladri, tali Cid e Paulus, fratelli, che tentano un furto ma cadono in un'imboscata. Di chi? Ma del cattivone brutto-grasso-viscido-puzzone di turno,
alias Colui Il Quale Donò La Moneta A Caius,
alias Herr Spiegelmann.
Il quale, in una scena degna del peggior film trash - e non mancando di utilizzare le battute prese di peso da quel copione - minaccia il Cid e fa malmenare uno dei suoi mostroni di fiducia, i Chagoulard, i quali hanno un'anatomia quantomeno curiosa. Si dice infatti che sono pieni di
scarnificazioni e infibulazioni. Ora, io sono andata a controllare sul dizionario la parola "infibulazione", riporto il significato:
infibulazione - [in-fi-bu-la-zió-ne] s.f. (pl. -ni)
1. ETNOL Pratica rituale in uso presso alcune popolazioni dell'Africa, che ha lo scopo di impedire il rapporto sessuale restringendo l'orifizio vulvare mediante incisione e conseguente cicatrizzazione delle grandi labbra, accompagnata talvolta da escissione della clitoride
2. ZOOTECN Operazione analoga, per evitare l'accoppiamento fra bestie che vivono in libertà. [fonte: dizionario HOEPLI]
La logica conclusione mi imbarazza. I Chagoulard hanno il corpo ricoperto di clitoridi asportate.
E qui vorrei stendere un velo pietoso, ma non si può perché ci ritroviamo...
... nel covo dei Buoni.
Il Wunderkind era fuggito dal loro rifugio, si era ritrovato in un luogo infestato da spettri che però erano dalla sua parte e che lo hanno salvato da Herr Spiegelmann proprio nel momento in cui il nostro Cattivo stava (forse) per sbottonarsi e farci sapere qualcosa riguardo a sto Wunderkind. Cosa significa? È forse una specie di
prescelto? Uno sfigato? Cosa? E cosa ci si aspetta da lui? Si capisce che interessa a Spiegelmann e che gli altri invece non glielo vogliono far avere.
Comunque,
Riunione Tattica, suona più o meno così:
(Buono n.1-2-3 alternativamente) Ma cosa vorrà mai il Cattivo? Non è che ci sta solo imbrogliando? Secondo me ci sta solo imbrogliando. E se fosse un imbroglio?
(Wunderkind) Uhm stavo pensando... secondo me è tutto un imbroglio!
(Gli altri, improvvisamente attenti alle sue parole) Continua! Quello che dici è interessante! Potresti, forse, avere ragione! Stavi dicendo qualcosa a proposito di un imbroglio, mi pare.
(Wunderkind) No, dico: sospetto che il Cattivo ci stia imbrogliando!
(Uno degli altri) Lo sapevo io, che questo qui era un ragazzino tosto! D'ora in poi verrai con noi in missione!
(Un altro) No! Il ragazzino no! È troppo rischioso!
(un altro) È intelligente, ha dimostrato di sapere il fatto suo! Le brutte esperienze lo hanno forgiato!
(Wunderkind) Io voglio venire!
(Gli altri) Ah beh, allora chiusa la discussione.
Una nota: sospetto che l'intento dell'autore nel presentare Herr Spiegelmann fosse quello di creare un personaggio fortissimo, astuto e viscido, con un asso sempre pronto nella manica e la capacità di vedere più in là, intortando tutti gli altri. Quel che è venuto fuori non è che una raccolta di cliché scadenti che dà forma a una creatura che, per carità, viscida è viscida, quantomeno perché ci viene descritta così. Per il resto pare un po' tonto e decisamente sopravvalutato da tutti gli altri, il che li rende più tonti di lui.
Ma poi, cosa vogliono dire tutti quei mostri? Che senso hanno, che bisogno c'era, qual è la storia che viene raccontata alla fine?
Sono incontri su incontri di mostri, dei quali la gente comune è ignara e questa è una nozione che apprendiamo solo alla fine, quando si parla di un gran macello compiuto da una specie di demone richiamato dall'inferno.
Il libro dice che polizia e ospedali si trovarono alle prese con una storia incredibile, che fu presto liquidata incolpando una fuga di gas. Credibile o meno, sta di fatto che appare chiaro come la gente comune non sappia nulla di maghi, mostri e robe varie. Certo che tutto il teatrino messo su nella piazza della fontana in piena notte, con una miriade di mani staccate dai relativi corpi che vengono arpionate da Herr Spiegelmann che sta ritto in testa alla statua della rana in mezzo alla fontana sopra una voragine che sprofonda fino al centro della terra e dalla quale si intravedono fiamme e lapilli, e poi il demone che scaraventa il ragazzino sdolorante ai piedi della fontana e resta a guardare mentre le mani si ribellano e riducono all'impotenza Herr Spiegelmann... oh, nessuno che se ne accorga, eh, tutto normale!
It's just another night at the vampire club, gente!
Quindi alla fine (dopo incontri con mostri di ogni razza e bruttura e livello di cattiveria sempre con la rotellina girata su MAX) il Wunderkind si ritrova con il marchio sul petto; qualcosa di terribile succederà se sopravvive (ma nessuno sa cosa); i Buoni avevano giurato di ucciderlo se questo fosse accaduto, ma alla fine non lo fanno e vengono portati via; anche Herr Spiegelmann viene portato via, mezzo maciullato; BOH?
Il Cattivo alla fine fa un po' la figura di Voldemort: essere supremamente potentissimo e crudele
perché vuole il potere (originale, eh?), battuto non si capisce né come né perché dal ragazzino sfigato.
E il dettaglio della nave sotterranea con i graffiti antichissimi mi ha ricordato un particolare del terzo libro di Erikson,
Memories of Ice. O era il secondo, adesso mi sfugge ma non è questo il punto.
Altre cose mi sono suonate copiate e costruite per fare stare insieme qualcos'altro.
A me questo romanzo sembra la proiezione della mente di uno psicopatico, che unico al mondo è in grado di
umettare una lacrima.
L'unica parte che mi è parsa scorrevole e che non ho faticato a leggere: la visione di Caius quando era svenuto. Avrei sperato che ce ne fossero di più, di momenti così: nelle intenzioni dell'autore forse voleva essere un climax di tensione e mistero arcano, in realtà era l'unica parte che sembrava avere un filo logico! Aiuto!
... ma poi, la moneta: tornerà?