Avete presente Paperon De' Paperoni? La sua celebre frase: La mia tuba quasi nuova! L'ho comprata al mercato delle pulci nel Klondike solo mezzo secolo fa!
Oggi l'ho emulato, lamentandomi dell'incipiente logorio dei miei jeans nuovi.
Cioè?, mi è stato chiesto da Qualcuno Che Mi Conosce.
Beh, li ho appena comprati, ho insistito, sarà neanche un... ehm, forse du... uhm, prima di Nat... diciamo Novembre?
Okay, diciamo Novembre. Diciamo fine Novembre. Fanno suppergiù cinque mesi di jeans indossati praticamente vita-natural-durante, leviamo venti-venticinque giorni per il lava-asciuga.
Insomma, non sono di marca, ma potevano fare di più. E poi è vero: sono praticamente nuovi, solo c'è un punto un po' consumato, magari riesco a recuperarlo con un rattoppo alla buona.
Comunque va bene: visto che devo già andare per negozi perché Luca ha bisogno qualcosina, ne approfitterò anche per andare a caccia di jeans. E di calzini, già che ci sono. Sì, perché non me ne restano proprio senza buchi. A guardar bene le scarpe hanno le cuciture che stanno insieme perché recitano tre Avemarie ogni volta che si ritrovano sui miei piedi. Ma non esageriamo.
Okay, non sono tipo da shopping, ammettiamolo.
Nel negozio di scarpe, mentre Luca decideva di che numero prendere le running shoes nere con inserti arancioni di nota marca (il terzo paio delle stesse scarpe che prende a fila: gli piacciono proprio!), ho giocato a indossare un paio di scarpucce carine. Scarpucce a ballerina, scamosciate, con cinturino. Facendo attenzione e non mostrare i buchetti in cima al calzino destro.
Commento di Luca: Naaaa, lascia perdere, non è proprio il tuo stile!
Risposta mia (tentativo di sarcasmo): E quale sarebbe il mio stile? Scarpe sfondate e calzini bucati?
Luca: Ma mamma! Tu sei bellissima comunque!
[Autostima schizza alle stelle]
Luca- di nuovo: E poi, che importa? Anch'io vado sempre in giro con le scarpe sfondate e i calzini bucati!
[Autostima precipita irrimediabilmente verso il centro della terra e si sloga una caviglia]
Ho lasciato le scarpucce pucce al negozio, ma mi sono rifatta con 1) un paio di jeans; 2) un secondo paio di pantaloni, di cotone, lungezza a metà polpaccio, verde militare; 3) un dolcevita di cotone nero in saldo, per rimpiazzare quello a cui ho tranciato un braccio con un lavaggio in lavatrice (avevo chiuso il suddetto braccio fuori dallo sportello e quello si è attorcigliato su se stesso finché si è strozzato, è la legge del fil di ferro. Sì, sono anche un'abile massaia); 4) una maglietta di cotone a maniche corte, di colore indefinibilmente chiaro, con un cuore/logo della pace costruito con le parole "harmony" e "friends": fa molto freak, non poteva mancare nel mio guardaroba; 5) ben quattro paia di calzini di cotone nero. Senza buchi.
E crepi l'avarizia, dopo un tale pomeriggio di shopping selvaggio (alla lista vanno aggiunte: scarpe per Luca, costume da bagno per il suddetto nonché mine per il compasso e fazzoletti di carta atti a tamponare un'emergenza nasale in corso) ci siamo pure fermati per un dolcetto merendoso!
3 ore fa
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