56 minuti fa
giovedì 31 dicembre 2009
I pause to clean my pen.
La pausa dalla lettura è durata all'incirca... un'oretta, poco meno.
Chi riesce a ignorare il comodino su cui campeggiano 752 pagine di Royal Assassin, by Robin Hobb, nonché 929 pagine di L'Ora delle Streghe, by Anne Rice?
Indecisa per un po' da chi partire, ho infine preso in mano Royal Assassin, visto che è il secondo della saga e il primo l'ho già letto, mentre L'Ora delle Streghe è il primo della relativa serie.
Inoltre ho mandato un messaggio a Patrick Rothfuss, attraverso il suo blog, dicendogli in due parole che il libro di Grossman non mi è piaciuto, a causa dei troppi fili di trama spezzati e delle buone idee sviluppate in modo poco convincente. Gli ho anche fatto notare che il suo "The Name Of The Wind" mi era piaciuto decisamente di più. Chissà se leggerà mai questa mia nota, forse gli farebbe piacere!
Bene, ho una giornata relativamente impegnativa davanti. Relativamente perché non è che abbia da fare un miliardo di cose come mio solito, ma non c'ho voglia di far niente, quindi anche quelle due sembrano troppe.
Se più tardi riesco a posare di nuovo le zampe sulla tastiera vi augurerò buon inizio d'anno, altrimenti... come fatto comunque!
Chi riesce a ignorare il comodino su cui campeggiano 752 pagine di Royal Assassin, by Robin Hobb, nonché 929 pagine di L'Ora delle Streghe, by Anne Rice?
Indecisa per un po' da chi partire, ho infine preso in mano Royal Assassin, visto che è il secondo della saga e il primo l'ho già letto, mentre L'Ora delle Streghe è il primo della relativa serie.
Inoltre ho mandato un messaggio a Patrick Rothfuss, attraverso il suo blog, dicendogli in due parole che il libro di Grossman non mi è piaciuto, a causa dei troppi fili di trama spezzati e delle buone idee sviluppate in modo poco convincente. Gli ho anche fatto notare che il suo "The Name Of The Wind" mi era piaciuto decisamente di più. Chissà se leggerà mai questa mia nota, forse gli farebbe piacere!
Bene, ho una giornata relativamente impegnativa davanti. Relativamente perché non è che abbia da fare un miliardo di cose come mio solito, ma non c'ho voglia di far niente, quindi anche quelle due sembrano troppe.
Se più tardi riesco a posare di nuovo le zampe sulla tastiera vi augurerò buon inizio d'anno, altrimenti... come fatto comunque!
mercoledì 30 dicembre 2009
Non c'è prezzo per la miticità. Neppure per l'attraenza.
Volevo appendere il cartello con la scritta a caratteri cubitali:
BLOG TEMPORANEAMENTE SOSPESO
PER MALUMORI VARIAMENTE ASSORTITI.
Il fatto è che non ho installato il Photoshop e non sono molto brava a pasticciare con le robine grafiche. Quindi soprassiedo. Per questa volta.
Nonostante le avverse previsioni, alla fine sono riuscita a raggiungere l'obiettivo di 50 libri letti in un anno. Anzi, l'ho superato, visto che chiudo stasera i giochi a quota 52.
Uno degli ultimi due è stato Così parlò il Nano da Giardino, scritto da Margherita Oggero, di cui avevo già letto la raccolta Provaci ancora Prof, contenente tre romanzi brevi. Stile divertente, grammaticalmente corretto (l'autrice è una ex-insegnante di lettere, ma sappiamo tutti che questo fatto di per sé non significa nulla), storia piacevole da leggere. Senza capo né coda, ma ci sta, fa parte del gioco.
Ho messo il segno in una pagina, per tenere a mente una frase. Non è significativa, né profonda e tra l'altro estrapolata dal contesto non vuol dire assolutamente nulla. Ma suona bene.
"Avrebbe perso l'autostima, sarebbe entrata in depressione e scivolata lentamente in comportamenti borderline fino a sprofondare nell'anoressia." [Così parlò il Nano da Giardino, Margherita Oggero, pag. 54]
***
Oggi ho finito invece The Magicians, by Lev Grossman.
Confesso di esserne rimasta delusa. Lo aveva consigliato in un post del suo blog Patrick Rothfuss, per quello era finito nella mia wish list.
Parla di un gruppo di ragazzi che si scoprono in grado di compiere magie nel momento in cui vengono reclutati dal direttore di un'università per maghi.
Per le prime 300 pagine abbiamo il protagonista, Quentin, che frequenta la scuola, si fa amici (pochi) e si chiede sporadicamente cosa fare da grande. 300 pagine nelle quali non smettevo di sperare che accadesse qualcosa. In alcune occasioni sembra che debba accadere qualcosa di interessante, ma alla fine o si scivola via e non se ne sa più nulla - vedi il mistero delle fontane nei cortili delle scuole - oppure dopo tanta aspettativa creata viene spiegato qualcosa che però non è assolutamente all'altezza delle domande che uno si era posto. La scuola di magia pratica, per esempio. Non esiste un motivo sulla terra per cui debba essere tenuta segreta. Il test finale, che sembrava una cosa terribile, non era un test. Non ci sono richiami, nel seguito, all'utilità di questo corso pratico così brutale (a parole). Oppure il destino di Julia, la ragazza non ammessa alla scuola la cui memoria non era stata ben modificata e che ricorda, struggendosi, di aver intravisto un futuro splendido che poi le è stato negato. Non se ne sa assolutamente più nulla fino alle ultime righe e a quel punto ero pronta a incavolarmi sia scoprendo che era lei, sia scoprendo che era una cippa lippa qualunuqe (la qual cosa sarebbe perfettamente stata in linea con il libro).
Troppe informazioni infodumpose che interrompono la narrazione, seppure brevemente. Tentativi patetici di dare una spiegazione logica e plausibile a reazioni dei personaggi che sembrano banali o non adatte o tirate via. Spesso ci si ferma in superficie quando ci sarebbe invece la curiosità di andare oltre e altrettanto spesso si approfondiscono fatti che risultano alla fine essere poco o per nulla rilevanti.
L'idea di base non è male: i ragazzi, dopo la scuola, scoprono il modo di attraversare un "intramondo" e raggiungere Fillory, il mondo di cui hanno letto quando erano bambini. La raccolta dei racconti ambientati a Fillory è una specie di Cronache di Narnia: dei bambini inglesi, fratelli, vengono "chiamati" per delle missioni. Al termine di una di queste uno di loro non fa più ritorno e gli altri tornano a cercarlo. Poi però lo scrittore muore e nessuno sa come va a finire la saga.
Beh, i nostri ci vanno volontariamente e affrontano nemici e pericoli, fino ad arrivare a fronteggiare il fratellino scomparso in persona, che in realtà è diventato un despota tiranno e mostruoso che cerca di farli fuori tutti e quasi ci riesce, ma - chi ha indovinato? - si ferma a raccontare la rava e la fava mentre i ragazzi preparano incantesimi offensivi che lo colgono impreparato e riescono a farlo fuori.
Il tutto condito dalle problematiche sentimentali che si intersecano tra i vari personaggi e che sono vagamente poco credibili data la situazione. Cioè, posso accettare che Quentin sia andato a letto con Janet, cornificando Alice la quale poi ha deciso di rendergli la pariglia facendosi Penny e accetto anche che a quel punto Quentin ce l'abbia sia con Alice che con Penny... ma hanno appena passato un inferno, venendo attaccati da creature inimmaginabili in un mondo che hanno finora visto solo nelle fiabe e si mettono a spettegolare di Anais che probabilmente se la sta facendo con un autoctono e a misurare la lunghezza degli organi genitali del demone rosso fuoco (questo è stato il massimo, o forse dovrei dire il minimo).
Poi il discorso del re Elmer, che leggendolo credevo fosse una feroce parodia di Aslan e già mi stavo mentalmente sbellicando, per poi - amara delusione - scoprire che non era affatto una parodia, il che lo rende tristissimo.
Insomma, alla fine alcune idee erano buone, ma lo svolgimento è terribile. Non riesco a bocciarlo del tutto perché gli spaccati con la vita dei ragazzi sono piacevoli da leggere e perché, ripeto, l'idea aveva un che di intrigante. Inoltre c'è un tentativo di psicologia dei personaggi che non è malvagio. Peccato sia solo abbozzato. Per il resto, o non l'ho capito o non valeva la pena. E mi hanno infastidito le scopiazzate da altri libri (Harry Potter con la scuola per maghi; Narnia - ci vogliono due re e due regine per Fillory e devono per forza essere degli Umani... c'è addirittura il duello di magia in stile "Merlino vs Magò" del cartone Disney La Spada Nella Roccia, quello in cui i duellanti continuano a trasformarsi in animali differenti per sopraffare la'altro).
Le orecchie esigono che io riporti le citazioni:
"We have our whole lives ahead of us and all I want to do is take a nap", Alice said.
"Abbiamo tutta la vita davanti a noi e tutto quello che voglio è fare un pisolino", disse Alice. [The Magicians, Lev Grossman, pag. 272]
Sure, you can live out your dreams, but it'll only turn you into a monster.
Certo, puoi vivere i tuoi sogni, ma diventando un mostro. [The Magicians, Lev Grossman, pag 464]
Adesso, se riesco, faccio una pausa dalla lettura per qualche giorno. E se riesco scriverò a Pat dicendogli che il suo libro è waaaaays better di quello di Grossman.
PER MALUMORI VARIAMENTE ASSORTITI.
Il fatto è che non ho installato il Photoshop e non sono molto brava a pasticciare con le robine grafiche. Quindi soprassiedo. Per questa volta.
Nonostante le avverse previsioni, alla fine sono riuscita a raggiungere l'obiettivo di 50 libri letti in un anno. Anzi, l'ho superato, visto che chiudo stasera i giochi a quota 52.
Uno degli ultimi due è stato Così parlò il Nano da Giardino, scritto da Margherita Oggero, di cui avevo già letto la raccolta Provaci ancora Prof, contenente tre romanzi brevi. Stile divertente, grammaticalmente corretto (l'autrice è una ex-insegnante di lettere, ma sappiamo tutti che questo fatto di per sé non significa nulla), storia piacevole da leggere. Senza capo né coda, ma ci sta, fa parte del gioco.
Ho messo il segno in una pagina, per tenere a mente una frase. Non è significativa, né profonda e tra l'altro estrapolata dal contesto non vuol dire assolutamente nulla. Ma suona bene.
"Avrebbe perso l'autostima, sarebbe entrata in depressione e scivolata lentamente in comportamenti borderline fino a sprofondare nell'anoressia." [Così parlò il Nano da Giardino, Margherita Oggero, pag. 54]
Oggi ho finito invece The Magicians, by Lev Grossman.
Confesso di esserne rimasta delusa. Lo aveva consigliato in un post del suo blog Patrick Rothfuss, per quello era finito nella mia wish list.
Parla di un gruppo di ragazzi che si scoprono in grado di compiere magie nel momento in cui vengono reclutati dal direttore di un'università per maghi.
Per le prime 300 pagine abbiamo il protagonista, Quentin, che frequenta la scuola, si fa amici (pochi) e si chiede sporadicamente cosa fare da grande. 300 pagine nelle quali non smettevo di sperare che accadesse qualcosa. In alcune occasioni sembra che debba accadere qualcosa di interessante, ma alla fine o si scivola via e non se ne sa più nulla - vedi il mistero delle fontane nei cortili delle scuole - oppure dopo tanta aspettativa creata viene spiegato qualcosa che però non è assolutamente all'altezza delle domande che uno si era posto. La scuola di magia pratica, per esempio. Non esiste un motivo sulla terra per cui debba essere tenuta segreta. Il test finale, che sembrava una cosa terribile, non era un test. Non ci sono richiami, nel seguito, all'utilità di questo corso pratico così brutale (a parole). Oppure il destino di Julia, la ragazza non ammessa alla scuola la cui memoria non era stata ben modificata e che ricorda, struggendosi, di aver intravisto un futuro splendido che poi le è stato negato. Non se ne sa assolutamente più nulla fino alle ultime righe e a quel punto ero pronta a incavolarmi sia scoprendo che era lei, sia scoprendo che era una cippa lippa qualunuqe (la qual cosa sarebbe perfettamente stata in linea con il libro).
Troppe informazioni infodumpose che interrompono la narrazione, seppure brevemente. Tentativi patetici di dare una spiegazione logica e plausibile a reazioni dei personaggi che sembrano banali o non adatte o tirate via. Spesso ci si ferma in superficie quando ci sarebbe invece la curiosità di andare oltre e altrettanto spesso si approfondiscono fatti che risultano alla fine essere poco o per nulla rilevanti.
L'idea di base non è male: i ragazzi, dopo la scuola, scoprono il modo di attraversare un "intramondo" e raggiungere Fillory, il mondo di cui hanno letto quando erano bambini. La raccolta dei racconti ambientati a Fillory è una specie di Cronache di Narnia: dei bambini inglesi, fratelli, vengono "chiamati" per delle missioni. Al termine di una di queste uno di loro non fa più ritorno e gli altri tornano a cercarlo. Poi però lo scrittore muore e nessuno sa come va a finire la saga.
Beh, i nostri ci vanno volontariamente e affrontano nemici e pericoli, fino ad arrivare a fronteggiare il fratellino scomparso in persona, che in realtà è diventato un despota tiranno e mostruoso che cerca di farli fuori tutti e quasi ci riesce, ma - chi ha indovinato? - si ferma a raccontare la rava e la fava mentre i ragazzi preparano incantesimi offensivi che lo colgono impreparato e riescono a farlo fuori.
Il tutto condito dalle problematiche sentimentali che si intersecano tra i vari personaggi e che sono vagamente poco credibili data la situazione. Cioè, posso accettare che Quentin sia andato a letto con Janet, cornificando Alice la quale poi ha deciso di rendergli la pariglia facendosi Penny e accetto anche che a quel punto Quentin ce l'abbia sia con Alice che con Penny... ma hanno appena passato un inferno, venendo attaccati da creature inimmaginabili in un mondo che hanno finora visto solo nelle fiabe e si mettono a spettegolare di Anais che probabilmente se la sta facendo con un autoctono e a misurare la lunghezza degli organi genitali del demone rosso fuoco (questo è stato il massimo, o forse dovrei dire il minimo).
Poi il discorso del re Elmer, che leggendolo credevo fosse una feroce parodia di Aslan e già mi stavo mentalmente sbellicando, per poi - amara delusione - scoprire che non era affatto una parodia, il che lo rende tristissimo.
Insomma, alla fine alcune idee erano buone, ma lo svolgimento è terribile. Non riesco a bocciarlo del tutto perché gli spaccati con la vita dei ragazzi sono piacevoli da leggere e perché, ripeto, l'idea aveva un che di intrigante. Inoltre c'è un tentativo di psicologia dei personaggi che non è malvagio. Peccato sia solo abbozzato. Per il resto, o non l'ho capito o non valeva la pena. E mi hanno infastidito le scopiazzate da altri libri (Harry Potter con la scuola per maghi; Narnia - ci vogliono due re e due regine per Fillory e devono per forza essere degli Umani... c'è addirittura il duello di magia in stile "Merlino vs Magò" del cartone Disney La Spada Nella Roccia, quello in cui i duellanti continuano a trasformarsi in animali differenti per sopraffare la'altro).
Le orecchie esigono che io riporti le citazioni:
"We have our whole lives ahead of us and all I want to do is take a nap", Alice said.
"Abbiamo tutta la vita davanti a noi e tutto quello che voglio è fare un pisolino", disse Alice. [The Magicians, Lev Grossman, pag. 272]
Sure, you can live out your dreams, but it'll only turn you into a monster.
Certo, puoi vivere i tuoi sogni, ma diventando un mostro. [The Magicians, Lev Grossman, pag 464]
Adesso, se riesco, faccio una pausa dalla lettura per qualche giorno. E se riesco scriverò a Pat dicendogli che il suo libro è waaaaays better di quello di Grossman.
martedì 22 dicembre 2009
And so this is Christmas - Part II
Come Volevasi Dimostrare: YouTube ha cancellato il mio "video-copertina" della playlist di Natale. E' un periodo così: dove metto le zampacce io, si guasta qualcosa. Abbiate pazienza. Per ora ne ho trovata una copia, impossibile inserirla nella playlist originale, comunque eccola qua:
Buon Natale (-3)
P.S. By the way: anche Christmas Eve, by Blackmore's Night è stata cancellata. In questo caso l'ho potuta sostituire con un video sempre trovato su YouTube, quindi l'ho potuta inserire nella playlist. Le ho cambiato di posto, però, adesso è questa la "copertina".
Buon Natale (-3)
P.S. By the way: anche Christmas Eve, by Blackmore's Night è stata cancellata. In questo caso l'ho potuta sostituire con un video sempre trovato su YouTube, quindi l'ho potuta inserire nella playlist. Le ho cambiato di posto, però, adesso è questa la "copertina".
lunedì 21 dicembre 2009
Tu non hai nessun potere su di me
Non ho ancora capito dove ho sbagliato il conto, comunque a quanto sembra avendo terminato The Vampire Lestat sono a quota 49 libri letti nel 2009, il che significa che The Magicians, che ho cominciato qualche giorno fa, anche se poi non l'ho ancora più preso in mano, è già il 50°! A questo punto, direi che il traguardo dei 50 libri entro la fine dell'anno è raggiunto, posso provare a superarlo! Sebbene The Magicians non sia cortissimo, è scritto in maniera molto semplice, quindi va giù facile (non come un certo Gardens of the Moon di un certo Erikson di mia conoscenza... credo che quel libro mi abbia traumatizzato dal punto di vista linguistico!)
Se poi Amazon non mi fa scherzi, domani mi consegneranno Melancholy Death of Oyster Boy , che devo regalare a mio fratello per Natale, non prima di avergli dato una seria sfogliata naturalmente.
Comunque devo tenere le dita incrociate, evidentemente il sistema postale mondiale ce l'ha con me.
Ho recuperato per un caso miracoloso la mia pen-pal australiana, dopo che ci eravamo perse di vista per anni (matrimonio mio, matrimonio suo, trasloco mio, trasloco suo, trasloco mio, ancora mio, poi suo, poi mio ancora, infine mio, poi le dev'essere esploso il pc quest'anno, ha perso tutti gli indirizzi mail e naturalmente ha cambiato i suoi... va beh, ci siamo ritrovate!).
Avevo ordinato ben 11 articoli sul sito italiano ibs (tra libri, DVD e CD), naturalmente da regalare per Natale... Sarò fortunata se ne arriveranno 9! Mi hanno promesso di spedirli (me l'hanno promesso ieri e tuttora risultano "in partenza"! Nota per me: scrivere ulteriore mail di protesta.)
E infine amazon.de, su cui avevo riposto enormi speranze e aspettative... avrebbe dovuto consegnarmi il libro oggi e non si è visto nulla!
O me, sventurata! Come caspita faccio senza tutti quei regali?!
Grande E Suprema Incavolatura!!
Se poi Amazon non mi fa scherzi, domani mi consegneranno Melancholy Death of Oyster Boy , che devo regalare a mio fratello per Natale, non prima di avergli dato una seria sfogliata naturalmente.
Comunque devo tenere le dita incrociate, evidentemente il sistema postale mondiale ce l'ha con me.
Ho recuperato per un caso miracoloso la mia pen-pal australiana, dopo che ci eravamo perse di vista per anni (matrimonio mio, matrimonio suo, trasloco mio, trasloco suo, trasloco mio, ancora mio, poi suo, poi mio ancora, infine mio, poi le dev'essere esploso il pc quest'anno, ha perso tutti gli indirizzi mail e naturalmente ha cambiato i suoi... va beh, ci siamo ritrovate!).
Avevo ordinato ben 11 articoli sul sito italiano ibs (tra libri, DVD e CD), naturalmente da regalare per Natale... Sarò fortunata se ne arriveranno 9! Mi hanno promesso di spedirli (me l'hanno promesso ieri e tuttora risultano "in partenza"! Nota per me: scrivere ulteriore mail di protesta.)
E infine amazon.de, su cui avevo riposto enormi speranze e aspettative... avrebbe dovuto consegnarmi il libro oggi e non si è visto nulla!
O me, sventurata! Come caspita faccio senza tutti quei regali?!
Grande E Suprema Incavolatura!!
domenica 20 dicembre 2009
And so this is Christmas...
Se anche voi, come me, pur con le migliori intenzioni di questo mondo, a pochi giorni da Natale non siete al settimo cielo ma vi sentite delusi e amareggiati a causa di eventi/persone/varie & eventuali, vi auguro con tutto il cuore, come lo auguro anche a me stessa, che la musica della playlist natalizia vi risollevi lo spirito e vi scaldi dentro.
Una breve presentazione per ogni singolo brano:
1- Christmas Eve, by Trans-Siberian Orchestra: pezzo scelto da me come "copertina" della playlist. Da vedere, oltre che sentire. Perchè anche una chitarra elettrica può riuscire a commuovere.
2- All I Want For Christmas Is You, cover by My Chemical Romance: perché anche gli emo hanno un cuore, almeno a Natale.
3- Happy Christmas (War Is Over), cover by Tarja Turunen: perché a Natale tutti desiderano esere cullati dalla voce di un angelo.
4- We Wish You A Merry Xmas (Metal Xmas) , cover by Various Artists: perché anche i metallari amano il Natale- anche quando gli scappa un bicchierino di troppo.
5- Christams Eve, by Blackmore's Night: un altro angelo per coccolarci a Natale.
6- Christmas Canon Rock, by Trans-Siberian Orchestra: altro giro di commoventi chitarre elettriche.
7- Silent Night, cover by Deliverance: per un Natale non soporifero. Un consiglio: non adagiatevi...
8- Love Is All Around, by Wet Wet Wet: non specificamente una canzone natalizia, ma per me lo è diventata da quando ho visto il film "Love Actually" e ho sentito la versione di Bill Nighy.
9- Walking in the Air, cover by Nightwish: colonna sonora del film di Natale "The Snowman".
10- Scaroborough Fayre, by Mediaeval Babes: come il numero 8, non esattamente natalizia, ma nel lontano 1988 alla funzione di mezzanotte nella Cattedrale di Winchester questa canzone è stata interpretata in modo da imprimersi indelebilmente nella mia mente associata al periodo natalizio. E poi, ancora una volta, gli angeli che cantano a Natale vanno sempre bene!
Buon ascolto, buon Natale e che le note di queste canzoni possano portare calore e serenità nel vostro cuore.
P.S. Qui trovate il racconto che ho scritto per Natale. Attenzione: ho detto per Natale, non di Natale!
Una breve presentazione per ogni singolo brano:
1- Christmas Eve, by Trans-Siberian Orchestra: pezzo scelto da me come "copertina" della playlist. Da vedere, oltre che sentire. Perchè anche una chitarra elettrica può riuscire a commuovere.
2- All I Want For Christmas Is You, cover by My Chemical Romance: perché anche gli emo hanno un cuore, almeno a Natale.
3- Happy Christmas (War Is Over), cover by Tarja Turunen: perché a Natale tutti desiderano esere cullati dalla voce di un angelo.
4- We Wish You A Merry Xmas (Metal Xmas) , cover by Various Artists: perché anche i metallari amano il Natale- anche quando gli scappa un bicchierino di troppo.
5- Christams Eve, by Blackmore's Night: un altro angelo per coccolarci a Natale.
6- Christmas Canon Rock, by Trans-Siberian Orchestra: altro giro di commoventi chitarre elettriche.
7- Silent Night, cover by Deliverance: per un Natale non soporifero. Un consiglio: non adagiatevi...
8- Love Is All Around, by Wet Wet Wet: non specificamente una canzone natalizia, ma per me lo è diventata da quando ho visto il film "Love Actually" e ho sentito la versione di Bill Nighy.
9- Walking in the Air, cover by Nightwish: colonna sonora del film di Natale "The Snowman".
10- Scaroborough Fayre, by Mediaeval Babes: come il numero 8, non esattamente natalizia, ma nel lontano 1988 alla funzione di mezzanotte nella Cattedrale di Winchester questa canzone è stata interpretata in modo da imprimersi indelebilmente nella mia mente associata al periodo natalizio. E poi, ancora una volta, gli angeli che cantano a Natale vanno sempre bene!
Buon ascolto, buon Natale e che le note di queste canzoni possano portare calore e serenità nel vostro cuore.
P.S. Qui trovate il racconto che ho scritto per Natale. Attenzione: ho detto per Natale, non di Natale!
Riepilogo Quasi Natalizio
Sono un po' imbronciata, oggi, così non aspettatevi grandi manifestazioni di umorismo da questa parte del blog.
Intanto vi propino il consueto riepilogo domenicale, poi si vedrá.
- Certe notti, se sei fortunato, bussi alla porta di chi è come te -> dalla canzone "Certe Notti", by Ligabue;
- I am the vampire Lestat -> incipit del romanzo "The Vampire Lestat", by Anne Rice;
- Panta Rei -> motto filosofico by Eraclito;
- Quentin did a magic trick -> incipit del romanzo "The Magicians", by Lev Grossman;
- You can do what you want with the sea -> dalla canzone "The Rest Of The Sun Belongs To Me", by Sonata Arctica;
- It's a new world -> dalla canzone "Here I am", by Brian Adams (colonna sonora del film "Spirit");
- Leave the kids alone! -> dalla canzone "The Wall", by Pink Floyd.
Settimana ricca, ho già recuperato per la prossima: complici le feste di Natale e il mio viaggetto in Italia, il blog rimarrà orfano per qualche giorno!
E a tra poco con la playlist di Natale!
Intanto vi propino il consueto riepilogo domenicale, poi si vedrá.
- Certe notti, se sei fortunato, bussi alla porta di chi è come te -> dalla canzone "Certe Notti", by Ligabue;
- I am the vampire Lestat -> incipit del romanzo "The Vampire Lestat", by Anne Rice;
- Panta Rei -> motto filosofico by Eraclito;
- Quentin did a magic trick -> incipit del romanzo "The Magicians", by Lev Grossman;
- You can do what you want with the sea -> dalla canzone "The Rest Of The Sun Belongs To Me", by Sonata Arctica;
- It's a new world -> dalla canzone "Here I am", by Brian Adams (colonna sonora del film "Spirit");
- Leave the kids alone! -> dalla canzone "The Wall", by Pink Floyd.
Settimana ricca, ho già recuperato per la prossima: complici le feste di Natale e il mio viaggetto in Italia, il blog rimarrà orfano per qualche giorno!
E a tra poco con la playlist di Natale!
Leave the kids alone!
Quando c'è un prato verde, qualcuno deve per forza far cadere una cartaccia.
Quando ci sono le pratoline appena spuntate, qualcuno deve per forza calpestarle.
Quando c'è un ruscello limpido, qualcuno deve per forza buttarci dentro una lattina vuota.
Quando c'è una cima immacolata e bianca, qualcuno deve per forza farci la pipì sopra.
Quando c'è un cuore puro, qualcuno deve per forza macchiarlo.
Quando c'è gioia, qualcuno deve per forza rovinarla.
Quando c'è un bel sogno, qualcuno deve per forza svegliarti.
Perché la gente ha paura della bellezza?
Quando ci sono le pratoline appena spuntate, qualcuno deve per forza calpestarle.
Quando c'è un ruscello limpido, qualcuno deve per forza buttarci dentro una lattina vuota.
Quando c'è una cima immacolata e bianca, qualcuno deve per forza farci la pipì sopra.
Quando c'è un cuore puro, qualcuno deve per forza macchiarlo.
Quando c'è gioia, qualcuno deve per forza rovinarla.
Quando c'è un bel sogno, qualcuno deve per forza svegliarti.
Perché la gente ha paura della bellezza?
sabato 19 dicembre 2009
It's a new world
Il mondo è un posto meraviglioso.
Le vaste praterie, i deserti sconfinati, i picchi innevati, le valli verdi e morbide, i torrenti spumeggianti, gli oceani impetuosi, i cieli stellati, le nevi silenziose, i fiori profumati, gli alberi frondosi, il vento che fischia, il sole che scalda, le aquile che solcano l'azzurro, i cavalli che scalpitano, le tigri che ruggiscono, gli elefanti imponenti, i gatti coccolosi, i cani e i loro occhioni imploranti, le giraffe eleganti, i simpatici delfini...
I colori, i suoni, il silenzio, il buio, la luce...
I sorrisi, il calore, la speranza, la bellezza, il coraggio...
Questo è lo sfondo sul quale sono stati dipinti l'invidia, la presunzione, l'egoismo, l'indifferenza, le baraccopoli, le bombe, le foreste rase al suolo, le foche dal pelo intriso di petrolio, le banche ladre, il denaro "one way only", l'ipocrisia, la corruzione, le case farmaceutiche, le pellicce, lo sfruttamento, la persecuzione, le torture, i bambini soldato, le religioni, l'imperialismo...
Perché?
P.S. -5 a Natale
Le vaste praterie, i deserti sconfinati, i picchi innevati, le valli verdi e morbide, i torrenti spumeggianti, gli oceani impetuosi, i cieli stellati, le nevi silenziose, i fiori profumati, gli alberi frondosi, il vento che fischia, il sole che scalda, le aquile che solcano l'azzurro, i cavalli che scalpitano, le tigri che ruggiscono, gli elefanti imponenti, i gatti coccolosi, i cani e i loro occhioni imploranti, le giraffe eleganti, i simpatici delfini...
I colori, i suoni, il silenzio, il buio, la luce...
I sorrisi, il calore, la speranza, la bellezza, il coraggio...
Questo è lo sfondo sul quale sono stati dipinti l'invidia, la presunzione, l'egoismo, l'indifferenza, le baraccopoli, le bombe, le foreste rase al suolo, le foche dal pelo intriso di petrolio, le banche ladre, il denaro "one way only", l'ipocrisia, la corruzione, le case farmaceutiche, le pellicce, lo sfruttamento, la persecuzione, le torture, i bambini soldato, le religioni, l'imperialismo...
Perché?
P.S. -5 a Natale
venerdì 18 dicembre 2009
You can do what you want with the sea
Oggi ho sperimentato a modo mio, molto empiricamente, che lo spazio e il tempo sono effettivamente relativi.
Nel senso che a volte, a meno di non affidarsi a una opportuna deformazione dimensionale, non si può star dietro alle proprie giornate.
Sono stata in un numero imprecisato di negozi, sotto una fitta nevicata, con una temperatura che ha oscillato tra -9°C e -12°C (percepita -21°C, dicono in TV! Glarb e Doppio Glarb!).
Ho quindi organizzato la festina di compleanno che Luca e un suo amico hanno dato a casa nel pomeriggio: torta, bibite, hamburger e patate arrosto, focaccia farcita (pomodorini e olive), cioccolatini, tè e caffè, oltre a pulire dalla neve gli scalini d'ingresso affinché nessuno degli ospiti scivolasse e crollasse spezzandosi l'osso del collo.
Comunque tutto è andato molto bene. Ho persino trovato gli ultimi regalini di Natale, ora ne manca solo uno: quello per il mio fratello romano, che all'ultimo ha deciso di essere dei nostri a Milano a Natale! Yes!
Unico effetto collaterale dell'utilizzo della deformazione spazio-temporale: dà una grande stanchezza, un leggero raffreddore e mani arrossate.
Nel senso che a volte, a meno di non affidarsi a una opportuna deformazione dimensionale, non si può star dietro alle proprie giornate.
Sono stata in un numero imprecisato di negozi, sotto una fitta nevicata, con una temperatura che ha oscillato tra -9°C e -12°C (percepita -21°C, dicono in TV! Glarb e Doppio Glarb!).
Ho quindi organizzato la festina di compleanno che Luca e un suo amico hanno dato a casa nel pomeriggio: torta, bibite, hamburger e patate arrosto, focaccia farcita (pomodorini e olive), cioccolatini, tè e caffè, oltre a pulire dalla neve gli scalini d'ingresso affinché nessuno degli ospiti scivolasse e crollasse spezzandosi l'osso del collo.
Comunque tutto è andato molto bene. Ho persino trovato gli ultimi regalini di Natale, ora ne manca solo uno: quello per il mio fratello romano, che all'ultimo ha deciso di essere dei nostri a Milano a Natale! Yes!
Unico effetto collaterale dell'utilizzo della deformazione spazio-temporale: dà una grande stanchezza, un leggero raffreddore e mani arrossate.
giovedì 17 dicembre 2009
Quentin did a magic trick.
Giornata proficua, assolutamente!
Mentre il freddo imperversa e la neve impazza; mentre le temperature precipitano come un caccia in picchiata e il profumo del Glühwein caldo per le strade si fa sempre più invitante; mente si va a spasso con la calzamaglia di lana sotto i jeans e il paraorecchie di lana...
...io girello per Berlino felice e beata, scovando regalini per Natale e semplicemente assaporando la città del Nord.
Oggi stavo per abbattermi, ebbene sì.
Dopo aver preso la Solenne Decisione, pochi giorni fa, di omaggiare mio fratello parigino del libro The Melancholy Death of Oyster Boy, by Tim Burton, sono andata nella mia libreria di fiducia a Kreuzberg e - orrore! - non lo avevano. Questo però è il meno: di solito quando ordino un libro, entro 24 ore ce l'hanno. Stavolta no. Mi hanno detto, contriti, devo riconoscerlo, che il loro distributore berlinese non lo aveva, quindi avrebbero dovuto ordinarlo direttamente alla casa madre, che gestisce gli ordini di sabato in sabato! Non avendo io due sabati a disposizione per consentire il giro di ordini, ho rinunciato.
Cominciavo a sentirmi un po' depressa, allora uscendo ho arraffato The Magicians, by Lev Grossman, romanzo consigliato nientepopodimenoche da Patrick Rothfuss .
Sono poi entrata, ricolma di fiducia e nuova speranza, nella fumetteria che c'è poco distante dalla libreria, sempre alla ricerca del libro di Tim Burton. Non lo avevano. Hanno contattato la loro filiale specializzata in libri in lingua e la risposta è stata identica a quella ricevuta in libreria. Ho il sospetto che abbiano lo stesso fornitore.
A questo punto, la mia depressione era aumentata al punto da farmi pensare, Va bene, rinuncio a "The Magicians" e gli regalo quello. Così non avrò neppure la coscienza che mi rimorde per aver comprato qualcosa per me mentre ero in missione per trovare il regalo al fratellino.
Mentre tornavo verso casa nel vagone della metropolitana comincio a sbirciare le prime pagine, tenendo accuratamente la copertina quasi verticale, per non imprimere pieghe di sorta al paperback.
Una rapida considerazione: non ce la farò mai a leggerlo senza sciuparlo, e poi come faccio a darglielo?
Rimuginando depressi pensieri, sono arrivata a casa, ove l'illuminazione m'attendeva gloriosa. Sottofondo di tintinnanti campanellini da rivelazione. AMAZON.
Fortunatamente per me, esiste un amazon.de, il che mi consente di ordinare il libro incriminato pagandolo quasi la metà di quel che mi avevano chiesto in libreria, non pagare le spese di spedizione e riceverlo in tempo utile per portarlo meco a Milano per il gran pranzo di Natale!!
Sorridente, ho cliccato su invia l'ordine e arraffato con pieno diritto e consapevole goduria The Magicians, aprendo per bene la copertina.
Buon Natale (-7)
Mentre il freddo imperversa e la neve impazza; mentre le temperature precipitano come un caccia in picchiata e il profumo del Glühwein caldo per le strade si fa sempre più invitante; mente si va a spasso con la calzamaglia di lana sotto i jeans e il paraorecchie di lana...
...io girello per Berlino felice e beata, scovando regalini per Natale e semplicemente assaporando la città del Nord.
Oggi stavo per abbattermi, ebbene sì.
Dopo aver preso la Solenne Decisione, pochi giorni fa, di omaggiare mio fratello parigino del libro The Melancholy Death of Oyster Boy, by Tim Burton, sono andata nella mia libreria di fiducia a Kreuzberg e - orrore! - non lo avevano. Questo però è il meno: di solito quando ordino un libro, entro 24 ore ce l'hanno. Stavolta no. Mi hanno detto, contriti, devo riconoscerlo, che il loro distributore berlinese non lo aveva, quindi avrebbero dovuto ordinarlo direttamente alla casa madre, che gestisce gli ordini di sabato in sabato! Non avendo io due sabati a disposizione per consentire il giro di ordini, ho rinunciato.
Cominciavo a sentirmi un po' depressa, allora uscendo ho arraffato The Magicians, by Lev Grossman, romanzo consigliato nientepopodimenoche da Patrick Rothfuss .
Sono poi entrata, ricolma di fiducia e nuova speranza, nella fumetteria che c'è poco distante dalla libreria, sempre alla ricerca del libro di Tim Burton. Non lo avevano. Hanno contattato la loro filiale specializzata in libri in lingua e la risposta è stata identica a quella ricevuta in libreria. Ho il sospetto che abbiano lo stesso fornitore.
A questo punto, la mia depressione era aumentata al punto da farmi pensare, Va bene, rinuncio a "The Magicians" e gli regalo quello. Così non avrò neppure la coscienza che mi rimorde per aver comprato qualcosa per me mentre ero in missione per trovare il regalo al fratellino.
Mentre tornavo verso casa nel vagone della metropolitana comincio a sbirciare le prime pagine, tenendo accuratamente la copertina quasi verticale, per non imprimere pieghe di sorta al paperback.
Una rapida considerazione: non ce la farò mai a leggerlo senza sciuparlo, e poi come faccio a darglielo?
Rimuginando depressi pensieri, sono arrivata a casa, ove l'illuminazione m'attendeva gloriosa. Sottofondo di tintinnanti campanellini da rivelazione. AMAZON.
Fortunatamente per me, esiste un amazon.de, il che mi consente di ordinare il libro incriminato pagandolo quasi la metà di quel che mi avevano chiesto in libreria, non pagare le spese di spedizione e riceverlo in tempo utile per portarlo meco a Milano per il gran pranzo di Natale!!
Sorridente, ho cliccato su invia l'ordine e arraffato con pieno diritto e consapevole goduria The Magicians, aprendo per bene la copertina.
Buon Natale (-7)
martedì 15 dicembre 2009
Panta rei.
Okay, stasera si va di Domandone Filosofico. Il quesito in questione riguarda IL TEMPO.
No, non cielo a pecorelle & accoliti. Il tempo, cronologicamente parlando.
Capisco che si tratti di annosa questione, su cui filosofi di ogni epoca e luogo si sono divertiti (ma anche no, forse) a discutere e ponderare. Senza peraltro alcun risultato concreto.
Perché, vedete, il tempo passa.
A forza di leggere di creature immortali e piazzarle anche all'interno di alcune delle mie storie, mi sa che era inevitabile che alla fine io mi interrogassi (seriamente... bah) sulla faccenda.
Poi questa mattina, mentre stiravo, mi sono guardata Il curioso caso di Benjamin Button, che, oltre a essere un film curioso (ah ah) parla - guarda un po' - del passaggio del tempo.
Perché cambiamo tanto da piccoli, da grandi e da vecchi?
Fisicamente, okay, poco da dire. Ci si deteriora, ci si danneggia, come tutto il resto. (a questo proposito, voglio informare i piú arzilli in circolazione che cadere sul ghiaccio a 37 anni suonati fa più male che a 17... sigh)
Ma dentro? Cosa succede, dentro?
Ho sentito tante spiegazioni riguardo al mio presunto rimanere giovane dentro. Da persone che apparentmente non erano più capaci di esserlo.
Qualcuno in sala sarebbe tanto gentile e premuroso da spiegare a una povera vecchina (=io) cosa diavolo significa questa roba? Non essere più capace di sentirsi giovane dentro?
E se un'Entità Suprema fosse tanto cortese anche da rivelarmi la ragione per la quale a un certo punto si è (politicamente? emotivamente? per decisione indiscutibile dell'arbitro?) troppo grandi per dormire in un sacco a pelo buttato per terra in quindici in una stanza perché quello che importa è stare insieme...?
Ieri pomeriggio sono andata, come i più attenti avranno già letto, a pattinare sul ghiaccio.
Mi sono divertita come una bambina. Prendetemi pure in giro, per quel che me ne importa.
E la signora che era insiema a me e a quattro piccoletti di terza e quarta elementare ha come minimo 10 anni più di me e si è divertita come una bambina anche lei.
Qualcuno ha qualcosa da ridire? Immagino di no, normalmente nessuno ti ridice qualcosa in faccia.
In genere scrollano la loro (anziana) testa con benevolenza e ti guardano con una strana compassione mista a falso rimpianto. Perché non credo che lo rimpiangano veramente, di non essere più in grado di divertirsi come bambini.
Eppure a me pare che la vita quotidiana abbia tanto significato in più, se vissuta con l'intensità e la gioia che, a quanto pare, sono prerogative dell'infanzia.
Non è che io abbia trascorso - per inciso - la vita circondata da clown e palloncini. Anzi, direi che ho trascorso 37 anni discretamente movimentati.
Quindi la soluzione all'enigma probabilmente è molto semplice: nel trambusto ho perso qualche rotella. (Quella che ti fa essere noioso, ihihih.)
E nemmeno ho problemi con l'età che passa, non ho rimpianti, non desidererei tornare ad avere 10 - 15 - 20 - 25 anni... li ho già vissuti, e li ho vissuti con intensità. Non sento il bisogno di riviverli, ma di andare avanti, e scoprire altro.
Finché non mi si chiuderanno gli occhi per sempre, avrò da scoprire, da crescere, da imparare, da bere la mia vita e divertirmi come una bambina!
No, non cielo a pecorelle & accoliti. Il tempo, cronologicamente parlando.
Capisco che si tratti di annosa questione, su cui filosofi di ogni epoca e luogo si sono divertiti (ma anche no, forse) a discutere e ponderare. Senza peraltro alcun risultato concreto.
Perché, vedete, il tempo passa.
A forza di leggere di creature immortali e piazzarle anche all'interno di alcune delle mie storie, mi sa che era inevitabile che alla fine io mi interrogassi (seriamente... bah) sulla faccenda.
Poi questa mattina, mentre stiravo, mi sono guardata Il curioso caso di Benjamin Button, che, oltre a essere un film curioso (ah ah) parla - guarda un po' - del passaggio del tempo.
Perché cambiamo tanto da piccoli, da grandi e da vecchi?
Fisicamente, okay, poco da dire. Ci si deteriora, ci si danneggia, come tutto il resto. (a questo proposito, voglio informare i piú arzilli in circolazione che cadere sul ghiaccio a 37 anni suonati fa più male che a 17... sigh)
Ma dentro? Cosa succede, dentro?
Ho sentito tante spiegazioni riguardo al mio presunto rimanere giovane dentro. Da persone che apparentmente non erano più capaci di esserlo.
Qualcuno in sala sarebbe tanto gentile e premuroso da spiegare a una povera vecchina (=io) cosa diavolo significa questa roba? Non essere più capace di sentirsi giovane dentro?
E se un'Entità Suprema fosse tanto cortese anche da rivelarmi la ragione per la quale a un certo punto si è (politicamente? emotivamente? per decisione indiscutibile dell'arbitro?) troppo grandi per dormire in un sacco a pelo buttato per terra in quindici in una stanza perché quello che importa è stare insieme...?
Ieri pomeriggio sono andata, come i più attenti avranno già letto, a pattinare sul ghiaccio.
Mi sono divertita come una bambina. Prendetemi pure in giro, per quel che me ne importa.
E la signora che era insiema a me e a quattro piccoletti di terza e quarta elementare ha come minimo 10 anni più di me e si è divertita come una bambina anche lei.
Qualcuno ha qualcosa da ridire? Immagino di no, normalmente nessuno ti ridice qualcosa in faccia.
In genere scrollano la loro (anziana) testa con benevolenza e ti guardano con una strana compassione mista a falso rimpianto. Perché non credo che lo rimpiangano veramente, di non essere più in grado di divertirsi come bambini.
Eppure a me pare che la vita quotidiana abbia tanto significato in più, se vissuta con l'intensità e la gioia che, a quanto pare, sono prerogative dell'infanzia.
Non è che io abbia trascorso - per inciso - la vita circondata da clown e palloncini. Anzi, direi che ho trascorso 37 anni discretamente movimentati.
Quindi la soluzione all'enigma probabilmente è molto semplice: nel trambusto ho perso qualche rotella. (Quella che ti fa essere noioso, ihihih.)
E nemmeno ho problemi con l'età che passa, non ho rimpianti, non desidererei tornare ad avere 10 - 15 - 20 - 25 anni... li ho già vissuti, e li ho vissuti con intensità. Non sento il bisogno di riviverli, ma di andare avanti, e scoprire altro.
Finché non mi si chiuderanno gli occhi per sempre, avrò da scoprire, da crescere, da imparare, da bere la mia vita e divertirmi come una bambina!
I am the vampire Lestat.
Messaggio da parte di Anne Rice (creatrice delle cronache dei vampiri più celebri - credo - dopo Dracula):
All aspiring writers out there: know that we need you, we need your voice, your vision, your stories. Be brave. Go where the pain is; go where the pleasure is. Seek to create in words the world in which you long to live.
[A tutti gli aspiranti scrittori: sappiate che c'è bisogno di voi, della vostra voce, delle vostre visioni, delle vostre storie. Siate coraggiosi. Andate dove c'è il dolore, andate dove c'è il piacere. Sforzatevi di creare il mondo nel quale bramate di vivere.]
All aspiring writers out there: know that we need you, we need your voice, your vision, your stories. Be brave. Go where the pain is; go where the pleasure is. Seek to create in words the world in which you long to live.
[A tutti gli aspiranti scrittori: sappiate che c'è bisogno di voi, della vostra voce, delle vostre visioni, delle vostre storie. Siate coraggiosi. Andate dove c'è il dolore, andate dove c'è il piacere. Sforzatevi di creare il mondo nel quale bramate di vivere.]
lunedì 14 dicembre 2009
Certe notti, se sei fortunato, bussi alla porta di chi è come te.
Oggi qui a Berlino c'è stata una giornata bellissima!
Il cielo aveva quel tipico colore azzurro-nordico: un po' grigio, con la luce dorata del sole che si spande come riflessa dalle nubi rarefatte e colora edifici, strade e alberi mescolandosi al sottile strato di ghiaccio posato sui prati e che non riesce a sciogliersi.
Le temperature? Un po' da brivido, ma non eccessivamente: siamo rimasti compresi tra -1 e -3.
Dopo la scuola sono andata, insieme a Luca, altri tre bambini e una mamma volenterosa a pattinare sul ghiaccio. C'è una pista all'aperto, non lontana dalla scuola e al lunedì, dopo le 4.00 del pomeriggio, c'è l'happy hour: il biglietto di ingresso si paga la metà.
Intorno alla pista: alberi e alberi.
Ma quanto mi piace andarci?!
Abbiamo pattinato, corso, giocato a ce l'hai, i bambini si buttavano sulla superficie ghiacciata scivolando sotto le gambe divaricate mie e dell'altra mamma, raccattaveno la polvere di ghiaccio da terra e se la buttavano addosso, stile palla di neve...
Che bello,
che bello,
che bello!!!
Era dalla fine dell'inverno scorso, che non pattinavo, ogni prima volta dell'anno mi riempio di euforia! Adoro pattinare sul ghiaccio! E la cosa fantastica è che anche Luca adora pattinare sul ghiaccio, quindi ho la scusa perfetta e un bambino non lamentoso a disposizione per farmi tutti gli happy hour della stagione. Oh yeah!
Il cielo aveva quel tipico colore azzurro-nordico: un po' grigio, con la luce dorata del sole che si spande come riflessa dalle nubi rarefatte e colora edifici, strade e alberi mescolandosi al sottile strato di ghiaccio posato sui prati e che non riesce a sciogliersi.
Le temperature? Un po' da brivido, ma non eccessivamente: siamo rimasti compresi tra -1 e -3.
Dopo la scuola sono andata, insieme a Luca, altri tre bambini e una mamma volenterosa a pattinare sul ghiaccio. C'è una pista all'aperto, non lontana dalla scuola e al lunedì, dopo le 4.00 del pomeriggio, c'è l'happy hour: il biglietto di ingresso si paga la metà.
Intorno alla pista: alberi e alberi.
Ma quanto mi piace andarci?!
Abbiamo pattinato, corso, giocato a ce l'hai, i bambini si buttavano sulla superficie ghiacciata scivolando sotto le gambe divaricate mie e dell'altra mamma, raccattaveno la polvere di ghiaccio da terra e se la buttavano addosso, stile palla di neve...
Che bello,
che bello,
che bello!!!
Era dalla fine dell'inverno scorso, che non pattinavo, ogni prima volta dell'anno mi riempio di euforia! Adoro pattinare sul ghiaccio! E la cosa fantastica è che anche Luca adora pattinare sul ghiaccio, quindi ho la scusa perfetta e un bambino non lamentoso a disposizione per farmi tutti gli happy hour della stagione. Oh yeah!
domenica 13 dicembre 2009
Riepilogo
- 12 a Natale, sono riuscita anche quest'anno a decorare la casa con lucette e addobbi vari e ho quasi finito con i regali!
Ho cambiato la playlist nella colonna a destra di questa pagina e ho scritto un racconto-regalo di Natale per i miei amici scrittori telematici. Naturalmente un racconto che con il 25 dicembre, Babbo Natale, agrifogli e compagnia non c'entra un tubo, e lo spirito natalizio non è visibile manco con il telescopio. Comunque c'è, l'ho scritto e se fate i bravi vi metterò il link a tempo debito, insieme alla attesissima playlist natalizia!
Ma bando alle ciance: siamo qui come ogni domenica a riepilogare la storia dei titoli dei post della settimana passata, quindi VIA!
- Oh, can't you see? You belong to me! -> dalla canzone "Every breath you take", by Police (prima che Sting, la voce dei Police, diventasse Sting);
- I just wanna live when I'm alive -> dalla canzone "It's my life", by Jon Bon Jovi;
- I've always been the one to blame -> dalla canzone "It's a sin", by Pet Shop Boys;
- I've slept so long without you -> dalla canzone "Slept so long", by Dan Donegan (colonna sonora del film "The Queen of the Damned", non male, ma il libro è infinitamente più ricco!);
- Then one foggy Christmas Eve... -> dalla canzone di Natale "Rudolph, the red-nosed reindeer".
Ed ecco fatto, svelati i misteri anche questa volta! Buona settimana a tutti!
Ho cambiato la playlist nella colonna a destra di questa pagina e ho scritto un racconto-regalo di Natale per i miei amici scrittori telematici. Naturalmente un racconto che con il 25 dicembre, Babbo Natale, agrifogli e compagnia non c'entra un tubo, e lo spirito natalizio non è visibile manco con il telescopio. Comunque c'è, l'ho scritto e se fate i bravi vi metterò il link a tempo debito, insieme alla attesissima playlist natalizia!
Ma bando alle ciance: siamo qui come ogni domenica a riepilogare la storia dei titoli dei post della settimana passata, quindi VIA!
- Oh, can't you see? You belong to me! -> dalla canzone "Every breath you take", by Police (prima che Sting, la voce dei Police, diventasse Sting);
- I just wanna live when I'm alive -> dalla canzone "It's my life", by Jon Bon Jovi;
- I've always been the one to blame -> dalla canzone "It's a sin", by Pet Shop Boys;
- I've slept so long without you -> dalla canzone "Slept so long", by Dan Donegan (colonna sonora del film "The Queen of the Damned", non male, ma il libro è infinitamente più ricco!);
- Then one foggy Christmas Eve... -> dalla canzone di Natale "Rudolph, the red-nosed reindeer".
Ed ecco fatto, svelati i misteri anche questa volta! Buona settimana a tutti!
sabato 12 dicembre 2009
Then one foggy Christmas Eve...
Vi sentite carichi di Spirito Natalizio?
Forza, fate il pieno delle solite canzoncine, White Christmas, Stille Nacht e compagnia. Sparatevi a raffica qualche sano film traboccante buoni sentimenti e magia di Natale, come Polar Express, Miracolo sulla 34esima strada... o il mio preferito, Love Actually.
Poi immergetevi nel ruolo di Piccoli Aiutanti Di Babbo Natale, camminando lungo le strade luminescenti e sovraccariche di addobbi per cercare il regalo giusto per la persona giusta. Respirate il profumo delle mele caramellate, dello zucchero filato, del panettone con le uvette, del Glühwein se siete a portata di mano, di una buona cioccolata calda altrimenti.
Chiudete gli occhi e storditevi fino al punto da crederci davvero.
Allora ogni cartolina che manderete, ogni augurio che farete, ogni regalo che infiocchetterete sarà un po' magico e scalderà il cuore di chi lo riceverà e il vostro.
[Piccola parentesi: ieri sera sono stata a mangiare sushi in un ristorante giapponese. Accanto al nostro tavolo c'era una pianta tipo ficus dalla quale penzolavano delle lucette bianche. Ora, io adoro le lucette e gli alberi di Natale e tutte quelle robe lì. Ma mi chiedo: cosa c'entra il sushi con il Natale? Forse per una sera, sebbene a pochi giorni dalla fatidica data del 25 dicembre, avrei preferito ritrovarmi in Giappone, tra musiche, immagini, decorazioni e cibo che con il Natale non hanno a che fare. Punto. Fine della nota.]
Forza, fate il pieno delle solite canzoncine, White Christmas, Stille Nacht e compagnia. Sparatevi a raffica qualche sano film traboccante buoni sentimenti e magia di Natale, come Polar Express, Miracolo sulla 34esima strada... o il mio preferito, Love Actually.
Poi immergetevi nel ruolo di Piccoli Aiutanti Di Babbo Natale, camminando lungo le strade luminescenti e sovraccariche di addobbi per cercare il regalo giusto per la persona giusta. Respirate il profumo delle mele caramellate, dello zucchero filato, del panettone con le uvette, del Glühwein se siete a portata di mano, di una buona cioccolata calda altrimenti.
Chiudete gli occhi e storditevi fino al punto da crederci davvero.
Allora ogni cartolina che manderete, ogni augurio che farete, ogni regalo che infiocchetterete sarà un po' magico e scalderà il cuore di chi lo riceverà e il vostro.
[Piccola parentesi: ieri sera sono stata a mangiare sushi in un ristorante giapponese. Accanto al nostro tavolo c'era una pianta tipo ficus dalla quale penzolavano delle lucette bianche. Ora, io adoro le lucette e gli alberi di Natale e tutte quelle robe lì. Ma mi chiedo: cosa c'entra il sushi con il Natale? Forse per una sera, sebbene a pochi giorni dalla fatidica data del 25 dicembre, avrei preferito ritrovarmi in Giappone, tra musiche, immagini, decorazioni e cibo che con il Natale non hanno a che fare. Punto. Fine della nota.]
giovedì 10 dicembre 2009
I've slept so long without you
Sto leggendo finalmente "Le Relazioni Pericolose", dopo averlo trovato sotto forma di e-book.
Ho cominciato qualche giorno fa, sto andando abbastanza rapida nonostante il poco tempo a disposizione. Questo sia perché è in italiano, sia perché non è precisamente un libro ad alta densità di contenuti.
A dirla tutta, lo trovo leggero e scorrevole e poi ha il gusto piccantino dello scrutare tra la corrispondenza privata altrui (anche se si tratta di finzione, secondo me la sensazione di stare spiando gli autori delle lettere c'è comunque), però...
Ecco, se però posso esprimermi liberamente: forse 523 pagine di questa roba sono un po' tante!!
L'altro ieri sono arrivata poco oltre la metà e ieri non ho avuto voglia di riprenderlo in mano, nonostante lo spauracchio di aNobii che mi ricorda che sono ancora a quota 47 libri per il 2009!
Il prossimo in lista c'è già e, se da un lato ho voglia di cominciarlo, dall'altra sono un po' preoccupata.
Perché mai?
Innanzitutto, titolo e autore: si tratta di "The Vampire Lestat", di Anne Rice. E qui si fa vivo il desiderio di cominciarlo quanto prima.
Solo che ne ho trovata una versione .txt che mi spaventa alquanto...
Ho cominciato qualche giorno fa, sto andando abbastanza rapida nonostante il poco tempo a disposizione. Questo sia perché è in italiano, sia perché non è precisamente un libro ad alta densità di contenuti.
A dirla tutta, lo trovo leggero e scorrevole e poi ha il gusto piccantino dello scrutare tra la corrispondenza privata altrui (anche se si tratta di finzione, secondo me la sensazione di stare spiando gli autori delle lettere c'è comunque), però...
Ecco, se però posso esprimermi liberamente: forse 523 pagine di questa roba sono un po' tante!!
L'altro ieri sono arrivata poco oltre la metà e ieri non ho avuto voglia di riprenderlo in mano, nonostante lo spauracchio di aNobii che mi ricorda che sono ancora a quota 47 libri per il 2009!
Il prossimo in lista c'è già e, se da un lato ho voglia di cominciarlo, dall'altra sono un po' preoccupata.
Perché mai?
Innanzitutto, titolo e autore: si tratta di "The Vampire Lestat", di Anne Rice. E qui si fa vivo il desiderio di cominciarlo quanto prima.
Solo che ne ho trovata una versione .txt che mi spaventa alquanto...
mercoledì 9 dicembre 2009
I've always been the one to blame
Aggiornamento sulla playlist di Natale (lo so, che non state più nella pelle!)
Se YouTube non mi cancella qualche video nel frattempo (ultimamente mi sta scippando una discreta quantità di materiale, adducendo motivi di copyright... tra un po' mi lascia senza playlist!) l'ho già preparata e non vedo l'ora di propinarvela! Ma bisogna avere pazienza... pazienza...
Per cominciare a farvi sentire lo Spirito Natalizio, però, ho pensato di postare già oggi qualcosa che si è trovato nella lista degli "esclusi".
Era decisamente un po' troppo classico e tradizionale, per i miei gusti (risata selvaggia qui - preparatevi per tempo a quel che arriverà!)
Se YouTube non mi cancella qualche video nel frattempo (ultimamente mi sta scippando una discreta quantità di materiale, adducendo motivi di copyright... tra un po' mi lascia senza playlist!) l'ho già preparata e non vedo l'ora di propinarvela! Ma bisogna avere pazienza... pazienza...
Per cominciare a farvi sentire lo Spirito Natalizio, però, ho pensato di postare già oggi qualcosa che si è trovato nella lista degli "esclusi".
Era decisamente un po' troppo classico e tradizionale, per i miei gusti (risata selvaggia qui - preparatevi per tempo a quel che arriverà!)
martedì 8 dicembre 2009
I just wanna live when I'm alive.
Alle volte ridere fa bene, molto bene.
Altre volte uno ride "per non piangere", come si suol dire.
In ogni caso, a me piace ridere.
Applichiamo la teoria della risata al mondo medico.
Talvolta i dottori fanno ridere, la qual cosa potrebbe essere preoccupante.
Tra i 15 e i 17 anni sono stata visitata da tanti diversi ortopedici per un problema al ginocchio destro.
Sono convinta che mi sia successo qualcosa un giorno, al corso di ginnastica artistica, quando ho effettuato una spaccata (che non mi è mai riuscita troppo bene, devo dirlo onestamente) senza riscaldamento.
Quando è passato l'ovvio stiramento al muscolo, tuttavia il ginocchio ha continuato a farmi male, ed è andata sempre peggio!
Ero diventata una specie di leggenda, a scuola. Camminavo in gruppo con le mie compagne e improvvisamente - ops! il ginocchio cedeva e io mi ritrovavo a terra.
Era buffo, faceva ridere, quando eravamo in gruppo con qualcuno di nuovo, che si bloccava atterrito mentre le mie fide amiche continuavano come se nulla fosse, dandomi appena il tempo di rialzarmi.
Ah, no, niente - dicevano al costernato elemento aggiunto - alla Chiara ogni tanto cede il ginocchio.
E via con il solito bla-bla-bla di prima, al quale mi univo anche io senza alcuna difficoltà.
Beh, tra i vari ortopedici che ho incontrato, ce n'è stato uno in particolare, che mi ha divertito. Siccome in quell'occasione ha anche detto una cosa che ho trovato ragionevole, ho riso con piacere.
Era un giovane dottore indiano, mi ha torto e ritorto la gamba in decine di direzioni inimmaginabili e poi ha sorriso con una lunga fila di denti bianchissimi e ha detto, con quell'accento dolcissimo che hanno gli indiani: Ti fa male il ginocchio? Usalo, corri, saltaci sopra! Alla fine quel che fa male si romperà e sapremo di cosa si tratta! Ci sono decine di cose, che potrebbero essere la causa del male - ha aggiunto per spiegarsi meglio - Non sapremo mai di quale si tratta, se non la rompi per bene.
Ho riso, gli ho dato del pazzo (in privato), ma poi ho deciso di fare come mi aveva suggerito lui. Almeno vivevo! Andavo in giro, a pattinare, a ballare e tutto quello che per un po' di tempo non avevo fatto, finché un bel giorno mi sono definitivamente giocata la cartilagine e sono stata operata.
Il dottore che ho adesso, invece, fa ridere, ma in maniera preoccupante e, sebbene mi diverta, credo che ne sceglierò un'altro, prima che abbia davvero bisogno di un medico.
Un giorno, tutto giulivo, mi ha spiegato come mai parla l'italiano.
Non ho passato il test d'ammissione all'università di Berlino - ha ammesso candidamente - e siccome però volevo fare il dottore a tutti i costi sono andato dove mi hanno preso lo stesso, ovvero in Italia.
Ridete e raggelatevi contemporaneamente, mentre contemplate tutte le implicazioni di questa affermazione.
Ieri mi sono lamentata con lui, perché a volte - sempre più spesso, ahimé - mi capita di avvertire dei doloretti qua e lá, senza una spiegazione precisa.
Negli ultimi giorni mi infastidisce tutta la parte destra del corpo: mi fa male la spalla, il braccio, nella mano non ho forza, se muovo troppo la gamba mi fa male l'anca, il ginocchio, la caviglia e anche il dorso del piede, indipendentemente dalle scarpe o non scarpe che indosso.
Gli ho esternato la mia preoccupazione: saranno mica le ossa? Mi starà venendo l'artrosi? A mia nonna è cominciata a 30 anni!
Lui stupisce, dapprima - 30 anni? Caspita, presto per l'artrosi!
Poi corruga la fronte e scruta la mia scheda con attenzione.
Ma lei - mi fa dopo accurata riflessione - non ha mica 30 anni, no? Non ne ha per caso 37?
Annuisco.
Lui allarga le mani e sorride felice, Beh, ma allora di cosa si preoccupa?
In inglese c'è un verbo che esprime con estrema precisione il mio sentimento del momento. Sarà senz'altro comprensibile anche a chi non ha familiarità con la lingua anglosassone. PUZZLED.
Per fortuna lui decide di soccorrermi e si spiega meglio: Sua nonna aveva 30 anni, ormai lei li ha passati! Signora mia, lei è fuori pericolo!
...
Rido? Piango? Che fo?
P.S. Ci fosse un medico, da ste parti, mi darebbe un'opinione circa le mie ossa??
Altre volte uno ride "per non piangere", come si suol dire.
In ogni caso, a me piace ridere.
Applichiamo la teoria della risata al mondo medico.
Talvolta i dottori fanno ridere, la qual cosa potrebbe essere preoccupante.
Tra i 15 e i 17 anni sono stata visitata da tanti diversi ortopedici per un problema al ginocchio destro.
Sono convinta che mi sia successo qualcosa un giorno, al corso di ginnastica artistica, quando ho effettuato una spaccata (che non mi è mai riuscita troppo bene, devo dirlo onestamente) senza riscaldamento.
Quando è passato l'ovvio stiramento al muscolo, tuttavia il ginocchio ha continuato a farmi male, ed è andata sempre peggio!
Ero diventata una specie di leggenda, a scuola. Camminavo in gruppo con le mie compagne e improvvisamente - ops! il ginocchio cedeva e io mi ritrovavo a terra.
Era buffo, faceva ridere, quando eravamo in gruppo con qualcuno di nuovo, che si bloccava atterrito mentre le mie fide amiche continuavano come se nulla fosse, dandomi appena il tempo di rialzarmi.
Ah, no, niente - dicevano al costernato elemento aggiunto - alla Chiara ogni tanto cede il ginocchio.
E via con il solito bla-bla-bla di prima, al quale mi univo anche io senza alcuna difficoltà.
Beh, tra i vari ortopedici che ho incontrato, ce n'è stato uno in particolare, che mi ha divertito. Siccome in quell'occasione ha anche detto una cosa che ho trovato ragionevole, ho riso con piacere.
Era un giovane dottore indiano, mi ha torto e ritorto la gamba in decine di direzioni inimmaginabili e poi ha sorriso con una lunga fila di denti bianchissimi e ha detto, con quell'accento dolcissimo che hanno gli indiani: Ti fa male il ginocchio? Usalo, corri, saltaci sopra! Alla fine quel che fa male si romperà e sapremo di cosa si tratta! Ci sono decine di cose, che potrebbero essere la causa del male - ha aggiunto per spiegarsi meglio - Non sapremo mai di quale si tratta, se non la rompi per bene.
Ho riso, gli ho dato del pazzo (in privato), ma poi ho deciso di fare come mi aveva suggerito lui. Almeno vivevo! Andavo in giro, a pattinare, a ballare e tutto quello che per un po' di tempo non avevo fatto, finché un bel giorno mi sono definitivamente giocata la cartilagine e sono stata operata.
Il dottore che ho adesso, invece, fa ridere, ma in maniera preoccupante e, sebbene mi diverta, credo che ne sceglierò un'altro, prima che abbia davvero bisogno di un medico.
Un giorno, tutto giulivo, mi ha spiegato come mai parla l'italiano.
Non ho passato il test d'ammissione all'università di Berlino - ha ammesso candidamente - e siccome però volevo fare il dottore a tutti i costi sono andato dove mi hanno preso lo stesso, ovvero in Italia.
Ridete e raggelatevi contemporaneamente, mentre contemplate tutte le implicazioni di questa affermazione.
Ieri mi sono lamentata con lui, perché a volte - sempre più spesso, ahimé - mi capita di avvertire dei doloretti qua e lá, senza una spiegazione precisa.
Negli ultimi giorni mi infastidisce tutta la parte destra del corpo: mi fa male la spalla, il braccio, nella mano non ho forza, se muovo troppo la gamba mi fa male l'anca, il ginocchio, la caviglia e anche il dorso del piede, indipendentemente dalle scarpe o non scarpe che indosso.
Gli ho esternato la mia preoccupazione: saranno mica le ossa? Mi starà venendo l'artrosi? A mia nonna è cominciata a 30 anni!
Lui stupisce, dapprima - 30 anni? Caspita, presto per l'artrosi!
Poi corruga la fronte e scruta la mia scheda con attenzione.
Ma lei - mi fa dopo accurata riflessione - non ha mica 30 anni, no? Non ne ha per caso 37?
Annuisco.
Lui allarga le mani e sorride felice, Beh, ma allora di cosa si preoccupa?
In inglese c'è un verbo che esprime con estrema precisione il mio sentimento del momento. Sarà senz'altro comprensibile anche a chi non ha familiarità con la lingua anglosassone. PUZZLED.
Per fortuna lui decide di soccorrermi e si spiega meglio: Sua nonna aveva 30 anni, ormai lei li ha passati! Signora mia, lei è fuori pericolo!
...
Rido? Piango? Che fo?
P.S. Ci fosse un medico, da ste parti, mi darebbe un'opinione circa le mie ossa??
lunedì 7 dicembre 2009
Oh, can't you see? You belong to me!
Quando condividi la vita con una persona, dopo una ventina d'anni arrivi a conoscerla anche nelle stranezze più particolari.
Per esempio.
Penso che a me si confacciano alcuni stereotipi prettamente femminili, mentre ad altri mi oppongo con severa decisione.
Credo di guidare piuttosto bene, non nel senso che faccio la gimcana tra le auto in coda (oddio, a Milano e con la Panda magari sì, ma non ditelo in giro), ma nel senso che sono attenta e guido con delicatezza, senza dare strattoni alla macchina, senza farla sobbalzare e senza far vomitare i passeggeri.
Il mio punto forte, però, è il momento del parcheggio. Avrete visto una dozzina di volte almeno, in rete, video e foto imbarazzanti di parcheggi effettuati da donne.
La mia scuola, però, è stata la selvaggia città di Milano. Dove vige una sola regola: se c'è un posto è tuo e ci entri a tutti i costi.
Lunsinghieri commenti ricevuti nel corso degli anni hanno confermato in me la certezza di riuscire bene nell'arte del posteggiare l'auto.
MA... come per ogni cosa, esistono eccezioni.
Chiedetemi di sistemare l'auto in un buco angusto, storto e circondato dall'intero servizio di cristalleria della vostra bisnonna. No problem.
Datemi un parcheggio di 30m x 20m e non riuscirò a sistemarci nemmeno una Hot Wheels in meno di 27 manovre.
Questa la premessa. Veniamo alla conoscenza delle reciproche stranezze dopo una vita insieme eccetera.
Un paio di settimane fa sono uscita con l'auto per fare alcune commissioni. Il che significa che ho preso e mollato l'auto più volte, nel corso della giornata.
Non so se era la spalla destra che mi faceva male, o semplicemente la mancata abitudine (era un po' che non guidavo), o chissà cos'altro. Fatto sta che sono tornata a casa e ho buttato la borsa sul divano sbuffando, Uffa, non so cosa mi prenda oggi, non sono riuscita a infilare neppure un parcheggio decente.
Replica immediata di Mauro: Trovato tutti posti troppo grossi, eh?
P.S. Sto lavorando per voi! Per la settimana di Natale avrete fresca fresca una playlist a tema - augurandomi che le musiche da me selezionate con cura & amore risveglino sentimenti natalizi (linguaccia d'obbligo).
Per esempio.
Penso che a me si confacciano alcuni stereotipi prettamente femminili, mentre ad altri mi oppongo con severa decisione.
Credo di guidare piuttosto bene, non nel senso che faccio la gimcana tra le auto in coda (oddio, a Milano e con la Panda magari sì, ma non ditelo in giro), ma nel senso che sono attenta e guido con delicatezza, senza dare strattoni alla macchina, senza farla sobbalzare e senza far vomitare i passeggeri.
Il mio punto forte, però, è il momento del parcheggio. Avrete visto una dozzina di volte almeno, in rete, video e foto imbarazzanti di parcheggi effettuati da donne.
La mia scuola, però, è stata la selvaggia città di Milano. Dove vige una sola regola: se c'è un posto è tuo e ci entri a tutti i costi.
Lunsinghieri commenti ricevuti nel corso degli anni hanno confermato in me la certezza di riuscire bene nell'arte del posteggiare l'auto.
MA... come per ogni cosa, esistono eccezioni.
Chiedetemi di sistemare l'auto in un buco angusto, storto e circondato dall'intero servizio di cristalleria della vostra bisnonna. No problem.
Datemi un parcheggio di 30m x 20m e non riuscirò a sistemarci nemmeno una Hot Wheels in meno di 27 manovre.
Questa la premessa. Veniamo alla conoscenza delle reciproche stranezze dopo una vita insieme eccetera.
Un paio di settimane fa sono uscita con l'auto per fare alcune commissioni. Il che significa che ho preso e mollato l'auto più volte, nel corso della giornata.
Non so se era la spalla destra che mi faceva male, o semplicemente la mancata abitudine (era un po' che non guidavo), o chissà cos'altro. Fatto sta che sono tornata a casa e ho buttato la borsa sul divano sbuffando, Uffa, non so cosa mi prenda oggi, non sono riuscita a infilare neppure un parcheggio decente.
Replica immediata di Mauro: Trovato tutti posti troppo grossi, eh?
P.S. Sto lavorando per voi! Per la settimana di Natale avrete fresca fresca una playlist a tema - augurandomi che le musiche da me selezionate con cura & amore risveglino sentimenti natalizi (linguaccia d'obbligo).
domenica 6 dicembre 2009
RiePiloGo
Toh, un'altra settimana corta. Va beh, riepiloghiamo lo stesso.
Ah, e ho notato che è da un bel po' che mancano post musicali! Ho l'impressione che questa settimana ne arriverà almeno uno!
E questo proposito, se non ve ne siete accorti: ora è possibile ascoltare una delle mie celeberrime playlist, cliccando sul riquadro playlist della settimana nella colonna a destra di questa pagina! Oh, yeah!
Sì, ok, le citazioni:
- Don't panic -> dal libro "Hitchhiker's Guide to the Galaxy", by Douglas Adams;
- My life is hers, and I would give the last drop of blood in my body for her -> dal libro "Dracula", by Bram Stoker (finito!);
- Once upon a time -> incipit delle fiabe, il "C'era una volta" inglese;
- You may say I'm a dreamer -> dalla canzone "Imagine", by John Lennon.
Ecco, fatto! Ciao!
Ah, e ho notato che è da un bel po' che mancano post musicali! Ho l'impressione che questa settimana ne arriverà almeno uno!
E questo proposito, se non ve ne siete accorti: ora è possibile ascoltare una delle mie celeberrime playlist, cliccando sul riquadro playlist della settimana nella colonna a destra di questa pagina! Oh, yeah!
Sì, ok, le citazioni:
- Don't panic -> dal libro "Hitchhiker's Guide to the Galaxy", by Douglas Adams;
- My life is hers, and I would give the last drop of blood in my body for her -> dal libro "Dracula", by Bram Stoker (finito!);
- Once upon a time -> incipit delle fiabe, il "C'era una volta" inglese;
- You may say I'm a dreamer -> dalla canzone "Imagine", by John Lennon.
Ecco, fatto! Ciao!
sabato 5 dicembre 2009
You may say I'm a dreamer
Va bene, finiamo la settimana tra i libri.
Lunedì scorso Luca ha partecipato a una gara di lettura, indetta dall'Istituto di Cultura Italiano in Germania e rivolta agli studenti italiani in Germania, appunto.
Suddivisi in tre fasce (7-10 anni; 11-13; 14-18) i baldi giovini hanno dovuto dar prova di abilità ed espressione nel leggere i brani assegnati.
Luca l'impavido, dopo essersi preparato per l'intero week-end su un brano che parlava di due sorelle ebree buttate fuori da scuola ai tempi del fascismo, e dopo aver fatto sclerare suo padre nel tentativo (eh, eh: io ero in Italia!!) si è ritrovato a leggere davanti alla giuria le prime due pagine del libro di Pinocchio. Che come ben potete immaginare, con i fascisti ha niente a che vedere.
Bene.
Ciò detto, che le trombe squillino e i tamburi rullino!
...
Okay, okay: accettiamo anche le urla isteriche dei fan.
Luca è arrivato secondo!
Questo senza essersi preparato in precedenza, quindi, e con grandissima soddisfazione del soggetto anche per un altro motivo. Il secondo premio consisteva infatti di un buono da 50,00 € da spendere in libreria. Cumulabile con un ulteriore buono da 5,00 € se l'ordine veniva effettuato on line.
Il primo premio? Tsè. Un i-pod - mamma, che fortuna essere arrivato secondo, pensa se vincevo l'i-pod: cosa me ne facevo??
Così lunedì abbiamo scandagliato la libreria on line e siamo riusciti a totalizzare 55,79 € di libri: cinque per lui e uno da regalare a un suo amico per il compleanno.
Giovedì il bottino è arrivato a sollevargli il morale, visto che era a casa con la bronchite!
E questa mattina abbiamo iniziato insieme il primo: Bella Buuuh und die Nachtscule!
P.S. Notizia di grande, grandissima, estrema rilevanza: sono riuscita a trovare un sito da cui scaricare gratis Le Relazioni Pericolose! Penso di leggerlo come 48esimo libro, appena avrö finito Dracula (nota per me: NON leggere a letto!!), anche se vista la mole, mi sa che il 49esimo e il 50esimo non ci staranno entro il 31 dicembre!
Lunedì scorso Luca ha partecipato a una gara di lettura, indetta dall'Istituto di Cultura Italiano in Germania e rivolta agli studenti italiani in Germania, appunto.
Suddivisi in tre fasce (7-10 anni; 11-13; 14-18) i baldi giovini hanno dovuto dar prova di abilità ed espressione nel leggere i brani assegnati.
Luca l'impavido, dopo essersi preparato per l'intero week-end su un brano che parlava di due sorelle ebree buttate fuori da scuola ai tempi del fascismo, e dopo aver fatto sclerare suo padre nel tentativo (eh, eh: io ero in Italia!!) si è ritrovato a leggere davanti alla giuria le prime due pagine del libro di Pinocchio. Che come ben potete immaginare, con i fascisti ha niente a che vedere.
Bene.
Ciò detto, che le trombe squillino e i tamburi rullino!
...
Okay, okay: accettiamo anche le urla isteriche dei fan.
Luca è arrivato secondo!
Questo senza essersi preparato in precedenza, quindi, e con grandissima soddisfazione del soggetto anche per un altro motivo. Il secondo premio consisteva infatti di un buono da 50,00 € da spendere in libreria. Cumulabile con un ulteriore buono da 5,00 € se l'ordine veniva effettuato on line.
Il primo premio? Tsè. Un i-pod - mamma, che fortuna essere arrivato secondo, pensa se vincevo l'i-pod: cosa me ne facevo??
Così lunedì abbiamo scandagliato la libreria on line e siamo riusciti a totalizzare 55,79 € di libri: cinque per lui e uno da regalare a un suo amico per il compleanno.
Giovedì il bottino è arrivato a sollevargli il morale, visto che era a casa con la bronchite!
E questa mattina abbiamo iniziato insieme il primo: Bella Buuuh und die Nachtscule!
P.S. Notizia di grande, grandissima, estrema rilevanza: sono riuscita a trovare un sito da cui scaricare gratis Le Relazioni Pericolose! Penso di leggerlo come 48esimo libro, appena avrö finito Dracula (nota per me: NON leggere a letto!!), anche se vista la mole, mi sa che il 49esimo e il 50esimo non ci staranno entro il 31 dicembre!
venerdì 4 dicembre 2009
Once upon a time...
In questo momento mi trovo nel mio confortevole lettuccio, con la schiena appoggiata a cuscini strabordanti piume e una caldissima sciarpona scozzese attorno alle spalle.
Mi accingo ad avvicinarmi quanto più possibile alla fine di Dracula, la versione che sto leggendo è un file .pdf di 230 pagine e sono a pagina 144. Normalmente, quando leggo a letto mi addormento nel giro di uno o due picosecondi, spero che Dracula riesca a tenermi sveglia un po' più a lungo!
Nel frattempo, giusto per non smentirmi, vi presento il post-vignetta di stasera, a tema:
Mi accingo ad avvicinarmi quanto più possibile alla fine di Dracula, la versione che sto leggendo è un file .pdf di 230 pagine e sono a pagina 144. Normalmente, quando leggo a letto mi addormento nel giro di uno o due picosecondi, spero che Dracula riesca a tenermi sveglia un po' più a lungo!
Nel frattempo, giusto per non smentirmi, vi presento il post-vignetta di stasera, a tema:
giovedì 3 dicembre 2009
My life is hers, and I would give the last drop of blood in my body for her.
Okay, facciamola corta.
Ecco qualche citazione tratta da Sulla Strada, by Jack Kourac, romanzo sul quale ho già fatto un breve commento.
Sono frasi che hanno colpito la mia immaginazione, o che mi hanno toccato emotivamente.
[...] per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni traverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale [...] (pag. 22)
Che cos'è quella sensazione quando ci si allontana dalle persone e loro restano indietro sulla pianura finché le si vede appena come macchioline che si disperdono? ... E' il mondo troppo vasto che ci sovrasta, ed è l'addio. Ma noi puntiamo avanti verso la prossima pazzesca avventura sotto i cieli. (pag. 229)
Qual è la tua strada, amico? ... La strada del santo, la strada del pazzo, la strada dell'arcobaleno, la strada dell'imbecille, qualsiasi strada. E' una strada in tutte le direzioni per tutti gli uomini in tutti i modi. Che direzione che uomo che modo? (pag. 366)
Detto questo, sto leggendo Dracula, by Bram Stoker. L'ho tenuto in sospeso per mesi e addirittura anni, rimandandone la lettura con la convinzione che mi sarei trovata a leggere un testo pesante e carico di sovrabbondanti quanto inutili dettagli gotici, incornicianti una trama banale e scontata.
Okay, promemoria: MAI avere simili pregiudizi! Dracula mi sta piacendo moltissimo, è scritto in maniera scorrevole e intensa al tempo stesso, non riesco a staccare gli occhi dalle pagine e salto per aria quando qualcuno mi chiama...!
Breve Ulteriore Nota Informativa:
aNobii mi informa che ho letto 46 libri finora nel corso del 2009. Dracula sarà il mio 47esimo. Considerato che mi sono iscritta al 50 Books Challenge Club, e che oggi è il 3 dicembre... ce la farò??
Ecco qualche citazione tratta da Sulla Strada, by Jack Kourac, romanzo sul quale ho già fatto un breve commento.
Sono frasi che hanno colpito la mia immaginazione, o che mi hanno toccato emotivamente.
[...] per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni traverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale [...] (pag. 22)
Che cos'è quella sensazione quando ci si allontana dalle persone e loro restano indietro sulla pianura finché le si vede appena come macchioline che si disperdono? ... E' il mondo troppo vasto che ci sovrasta, ed è l'addio. Ma noi puntiamo avanti verso la prossima pazzesca avventura sotto i cieli. (pag. 229)
Qual è la tua strada, amico? ... La strada del santo, la strada del pazzo, la strada dell'arcobaleno, la strada dell'imbecille, qualsiasi strada. E' una strada in tutte le direzioni per tutti gli uomini in tutti i modi. Che direzione che uomo che modo? (pag. 366)
Detto questo, sto leggendo Dracula, by Bram Stoker. L'ho tenuto in sospeso per mesi e addirittura anni, rimandandone la lettura con la convinzione che mi sarei trovata a leggere un testo pesante e carico di sovrabbondanti quanto inutili dettagli gotici, incornicianti una trama banale e scontata.
Okay, promemoria: MAI avere simili pregiudizi! Dracula mi sta piacendo moltissimo, è scritto in maniera scorrevole e intensa al tempo stesso, non riesco a staccare gli occhi dalle pagine e salto per aria quando qualcuno mi chiama...!
Breve Ulteriore Nota Informativa:
aNobii mi informa che ho letto 46 libri finora nel corso del 2009. Dracula sarà il mio 47esimo. Considerato che mi sono iscritta al 50 Books Challenge Club, e che oggi è il 3 dicembre... ce la farò??
martedì 1 dicembre 2009
Don't panic
Tornata alla mia vita normale, sono stata costretta a ricordare che di normale non c'è proprio niente.
Ok, la vita di ciascuno è costellata da avvenimenti, impegni, preoccupazioni e che ne so io - si sa, il tempo non basta mai e via dicendo. Non pretendo di essere l'unica e sola ad avere tanto da fare, a faticare a star dentro alle sfruttatissime 24 ore.
Forse sono solo disorganizzata, non pronta agli imprevisti. Ho anche il sospetto di vivere ogni singola cosa con una partecipazione un po' fuori dall'ordinario, il che mi prostra emotivamente e fisicamente un tot in più di quel che sia umanamente accettabile.
Okay, lagna finita.
Anche perché, nonostante tutto, tra una corsa e l'altra, sull'U-Bahn o mentre aspetto che l'aspirapolvere dia cenni di vita, ho letto un po' e ho anche guardato un paio di film.
Ho finito The Hitchhikers' Guide to the Galaxy, di Douglas Adams, che avevo interrotto nel periodo in cui ero in Italia. Mi aspettavo meglio. Faceva ridere, anzi c'erano dei punti davvero esilaranti, quello humor tutto british che apprezzo molto. Forse perché me ne avevano parlato in termini entusiastici, chissà cosa mi aspettavo. Comunque, ho selezionato un branetto che mi fa ridere e che ricorderò di applicare a me stessa alla prima occasione degna:
"What are you, crazy?"
"It's a possibility I haven't ruled out yet", said Zaphod quietly. "I only know as much about myself as my mind can work out under its current conditions. And its current conditions are not good."
"Ma che, sei pazzo?"
"Questa è una possibilità che non ho ancora considerato", disse tranquillamente Zaphod. "So di me stesso solo quel che la mia mente è in grado di elaborare nelle sue condizioni attuali. E le sue condizioni attuali non sono molto buone."
Ecco, questo per quanto riguarda The Hitchhikers'.
Poi ho finito anche On the Road, di Jack Kourac. Il classico, conosciutissimo, famosissimo On the Road, manifesto della Beat Generation.
Non lo avevo mai letto, l'ho scovato in una delle librerie a casa dei miei e me lo sono portato via.
Le citazioni che ho segnato ve le propino domani, così ho sistemato un altro post (ma quanto sono furba!).
Un commento rapido, a freddo, è che all'inizio esalta, ma si preannuncia il vuoto in cui andrà a finire la storia e non in quanto difetto di narrazione. La fine è triste e vuota, almeno questo è ciò che ne ho pensato io, ma proprio perché è così che deve essere, è così che è. Non c'è niente di vero, niente di concreto in questa agitazione, in questa frenesia.
Credo che non sia essere irrequieti, lo sbaglio. Lo sbaglio è non riuscire (o, peggio, rifiutarsi di) incanalare tutta l'energia che dà l'essere giovani e vedere ogni possibilità aperta davanti a te.
Talmente tanta è l'energia, che si perde per la strada.
Anzi, sulla strada.
Ok, la vita di ciascuno è costellata da avvenimenti, impegni, preoccupazioni e che ne so io - si sa, il tempo non basta mai e via dicendo. Non pretendo di essere l'unica e sola ad avere tanto da fare, a faticare a star dentro alle sfruttatissime 24 ore.
Forse sono solo disorganizzata, non pronta agli imprevisti. Ho anche il sospetto di vivere ogni singola cosa con una partecipazione un po' fuori dall'ordinario, il che mi prostra emotivamente e fisicamente un tot in più di quel che sia umanamente accettabile.
Okay, lagna finita.
Anche perché, nonostante tutto, tra una corsa e l'altra, sull'U-Bahn o mentre aspetto che l'aspirapolvere dia cenni di vita, ho letto un po' e ho anche guardato un paio di film.
Ho finito The Hitchhikers' Guide to the Galaxy, di Douglas Adams, che avevo interrotto nel periodo in cui ero in Italia. Mi aspettavo meglio. Faceva ridere, anzi c'erano dei punti davvero esilaranti, quello humor tutto british che apprezzo molto. Forse perché me ne avevano parlato in termini entusiastici, chissà cosa mi aspettavo. Comunque, ho selezionato un branetto che mi fa ridere e che ricorderò di applicare a me stessa alla prima occasione degna:
"What are you, crazy?"
"It's a possibility I haven't ruled out yet", said Zaphod quietly. "I only know as much about myself as my mind can work out under its current conditions. And its current conditions are not good."
"Ma che, sei pazzo?"
"Questa è una possibilità che non ho ancora considerato", disse tranquillamente Zaphod. "So di me stesso solo quel che la mia mente è in grado di elaborare nelle sue condizioni attuali. E le sue condizioni attuali non sono molto buone."
Ecco, questo per quanto riguarda The Hitchhikers'.
Poi ho finito anche On the Road, di Jack Kourac. Il classico, conosciutissimo, famosissimo On the Road, manifesto della Beat Generation.
Non lo avevo mai letto, l'ho scovato in una delle librerie a casa dei miei e me lo sono portato via.
Le citazioni che ho segnato ve le propino domani, così ho sistemato un altro post (ma quanto sono furba!).
Un commento rapido, a freddo, è che all'inizio esalta, ma si preannuncia il vuoto in cui andrà a finire la storia e non in quanto difetto di narrazione. La fine è triste e vuota, almeno questo è ciò che ne ho pensato io, ma proprio perché è così che deve essere, è così che è. Non c'è niente di vero, niente di concreto in questa agitazione, in questa frenesia.
Credo che non sia essere irrequieti, lo sbaglio. Lo sbaglio è non riuscire (o, peggio, rifiutarsi di) incanalare tutta l'energia che dà l'essere giovani e vedere ogni possibilità aperta davanti a te.
Talmente tanta è l'energia, che si perde per la strada.
Anzi, sulla strada.
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