WE OWE IT TO EACH OTHER,
TO TELL STORIES.

Neil Gaiman

CARESS THE TALES
AND THEY WILL DREAM YOU REAL.

Nightwish

STORIES AND SONGS
ARE THE LANGUAGE OF THE HEART.

Stephen Lawhead


ALL STORIES ARE TRUE.
Patrick Rothfuss

A DREAMER IS ONE WHO CAN ONLY FIND HIS WAY BY MOONLIGHT,
AND HIS PUNISHMENT IS THAT HE SEES THE DAWN
BEFORE THE REST OF THE WORLD.
Oscar Wilde

THE CORE OF ALL LIFE
IS A LIMITLESS CHEST OF TALES.

Nightwish
ALL THE TRUTH IN THE WORLD
IS HELD IN STORIES.

Patrick Rothfuss

mercoledì 30 dicembre 2009

Non c'è prezzo per la miticità. Neppure per l'attraenza.

Volevo appendere il cartello con la scritta a caratteri cubitali:

BLOG TEMPORANEAMENTE SOSPESO
PER MALUMORI VARIAMENTE ASSORTITI.

Il fatto è che non ho installato il Photoshop e non sono molto brava a pasticciare con le robine grafiche. Quindi soprassiedo. Per questa volta.

Nonostante le avverse previsioni, alla fine sono riuscita a raggiungere l'obiettivo di 50 libri letti in un anno. Anzi, l'ho superato, visto che chiudo stasera i giochi a quota 52.
Uno degli ultimi due è stato Così parlò il Nano da Giardino, scritto da Margherita Oggero, di cui avevo già letto la raccolta Provaci ancora Prof, contenente tre romanzi brevi. Stile divertente, grammaticalmente corretto (l'autrice è una ex-insegnante di lettere, ma sappiamo tutti che questo fatto di per sé non significa nulla), storia piacevole da leggere. Senza capo né coda, ma ci sta, fa parte del gioco.
Ho messo il segno in una pagina, per tenere a mente una frase. Non è significativa, né profonda e tra l'altro estrapolata dal contesto non vuol dire assolutamente nulla. Ma suona bene.

"Avrebbe perso l'autostima, sarebbe entrata in depressione e scivolata lentamente in comportamenti borderline fino a sprofondare nell'anoressia." [Così parlò il Nano da Giardino, Margherita Oggero, pag. 54]

***

Oggi ho finito invece The Magicians, by Lev Grossman.
Confesso di esserne rimasta delusa. Lo aveva consigliato in un post del suo blog Patrick Rothfuss, per quello era finito nella mia wish list.

Parla di un gruppo di ragazzi che si scoprono in grado di compiere magie nel momento in cui vengono reclutati dal direttore di un'università per maghi.
Per le prime 300 pagine abbiamo il protagonista, Quentin, che frequenta la scuola, si fa amici (pochi) e si chiede sporadicamente cosa fare da grande. 300 pagine nelle quali non smettevo di sperare che accadesse qualcosa. In alcune occasioni sembra che debba accadere qualcosa di interessante, ma alla fine o si scivola via e non se ne sa più nulla - vedi il mistero delle fontane nei cortili delle scuole - oppure dopo tanta aspettativa creata viene spiegato qualcosa che però non è assolutamente all'altezza delle domande che uno si era posto. La scuola di magia pratica, per esempio. Non esiste un motivo sulla terra per cui debba essere tenuta segreta. Il test finale, che sembrava una cosa terribile, non era un test. Non ci sono richiami, nel seguito, all'utilità di questo corso pratico così brutale (a parole). Oppure il destino di Julia, la ragazza non ammessa alla scuola la cui memoria non era stata ben modificata e che ricorda, struggendosi, di aver intravisto un futuro splendido che poi le è stato negato. Non se ne sa assolutamente più nulla fino alle ultime righe e a quel punto ero pronta a incavolarmi sia scoprendo che era lei, sia scoprendo che era una cippa lippa qualunuqe (la qual cosa sarebbe perfettamente stata in linea con il libro).
Troppe informazioni infodumpose che interrompono la narrazione, seppure brevemente. Tentativi patetici di dare una spiegazione logica e plausibile a reazioni dei personaggi che sembrano banali o non adatte o tirate via. Spesso ci si ferma in superficie quando ci sarebbe invece la curiosità di andare oltre e altrettanto spesso si approfondiscono fatti che risultano alla fine essere poco o per nulla rilevanti.

L'idea di base non è male: i ragazzi, dopo la scuola, scoprono il modo di attraversare un "intramondo" e raggiungere Fillory, il mondo di cui hanno letto quando erano bambini. La raccolta dei racconti ambientati a Fillory è una specie di Cronache di Narnia: dei bambini inglesi, fratelli, vengono "chiamati" per delle missioni. Al termine di una di queste uno di loro non fa più ritorno e gli altri tornano a cercarlo. Poi però lo scrittore muore e nessuno sa come va a finire la saga.
Beh, i nostri ci vanno volontariamente e affrontano nemici e pericoli, fino ad arrivare a fronteggiare il fratellino scomparso in persona, che in realtà è diventato un despota tiranno e mostruoso che cerca di farli fuori tutti e quasi ci riesce, ma - chi ha indovinato? - si ferma a raccontare la rava e la fava mentre i ragazzi preparano incantesimi offensivi che lo colgono impreparato e riescono a farlo fuori.
Il tutto condito dalle problematiche sentimentali che si intersecano tra i vari personaggi e che sono vagamente poco credibili data la situazione. Cioè, posso accettare che Quentin sia andato a letto con Janet, cornificando Alice la quale poi ha deciso di rendergli la pariglia facendosi Penny e accetto anche che a quel punto Quentin ce l'abbia sia con Alice che con Penny... ma hanno appena passato un inferno, venendo attaccati da creature inimmaginabili in un mondo che hanno finora visto solo nelle fiabe e si mettono a spettegolare di Anais che probabilmente se la sta facendo con un autoctono e a misurare la lunghezza degli organi genitali del demone rosso fuoco (questo è stato il massimo, o forse dovrei dire il minimo).
Poi il discorso del re Elmer, che leggendolo credevo fosse una feroce parodia di Aslan e già mi stavo mentalmente sbellicando, per poi - amara delusione - scoprire che non era affatto una parodia, il che lo rende tristissimo.

Insomma, alla fine alcune idee erano buone, ma lo svolgimento è terribile. Non riesco a bocciarlo del tutto perché gli spaccati con la vita dei ragazzi sono piacevoli da leggere e perché, ripeto, l'idea aveva un che di intrigante. Inoltre c'è un tentativo di psicologia dei personaggi che non è malvagio. Peccato sia solo abbozzato. Per il resto, o non l'ho capito o non valeva la pena. E mi hanno infastidito le scopiazzate da altri libri (Harry Potter con la scuola per maghi; Narnia - ci vogliono due re e due regine per Fillory e devono per forza essere degli Umani... c'è addirittura il duello di magia in stile "Merlino vs Magò" del cartone Disney La Spada Nella Roccia, quello in cui i duellanti continuano a trasformarsi in animali differenti per sopraffare la'altro).

Le orecchie esigono che io riporti le citazioni:

"We have our whole lives ahead of us and all I want to do is take a nap", Alice said.
"Abbiamo tutta la vita davanti a noi e tutto quello che voglio è fare un pisolino", disse Alice. [The Magicians, Lev Grossman, pag. 272]

Sure, you can live out your dreams, but it'll only turn you into a monster.
Certo, puoi vivere i tuoi sogni, ma diventando un mostro. [The Magicians, Lev Grossman, pag 464]

Adesso, se riesco, faccio una pausa dalla lettura per qualche giorno. E se riesco scriverò a Pat dicendogli che il suo libro è waaaaays better di quello di Grossman.

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