Visto che ogni promessa è un debito e che tutta la settimana (lo so) avete consultato ansiosi
Stretta la Foglia nella speranza di trovare un aggiornamento degno di questo nome (ma anche indegno) e siete stati puntualmente delusi, eccomi qua, di nuovo su queste pagine web con l'attesissima recensione di (squillo di trombe)
Il Circolo degli Dei Sognanti, by Jacopo Casiraghi.
Nella mia
prima recensione dicevo che il romanzo prometteva di essere una storia di paura, raccontata in modo divertente. Sono felice ora di annunciare a
tout le monde che la promessa è stata mantenuta!
Il ritmo non cala mai, succede sempre qualcosa di nuovo: un nuovo sogno, una nuova avventura, un nuovo personaggio che compare o prende vita...
I personaggi sono molto ben delineati, a mio modesto parere. Hanno ciascuno una personalità definita, e si comportano coerentemente nell'arco del racconto, senza tuttavia rendere prevedibile la storia. Ognuno dei protagonisti, poi, in realtà ha ben due personalità!
No, no, non si tratta di protagonisti schizoidi e sonnambuli.
E' tutto molto semplice. Ognuno rimane se stesso, ma la fantasia di Giona assegna a tutti i membri del Circolo un ruolo ben preciso, che loro ricoprono più o meno volontariamente, filtrandolo con il proprio carattere. Così Icaro diventa il
Coraggioso della banda, Melissa l'
Esploratrice, Marco il
Sensitivo e Valente il
Bruto.
Forse non riesco a spiegarmi bene, sorry. Facciamo così, diventate seduta stante i miei
Interpreti, che ci capiamo meglio.
Un altro dettaglio che personalmente
adoro trovare in un romanzo è l'elemento reale inserito in un contesto inventato.
Il Collegio Villa Gentili, per esempio, non è realmente esistito, e neppure il suo preside, il Dr. Fitch. Il metodo educativo che lui propone, però, non è stato inventato.
C'è anche la visita di Marinetti, personaggio reale (ho le
prove!), fondatore del Movimento Futurista.
Marinetti va una sera in visita a Villa Gentili, cosa ovviamente inventata, ma plausibile. Marinetti infatti si considerava un innovatore e il metodo educativo di Fitch è innovativo per l'epoca: ragazzi e ragazze hanno dormitori comunicanti, studiano insieme e non sono obbligati a seguire le lezioni ma possono scegliere il proprio percorso di studi autonomamente. Devono occuparsi di tenere in ordine la propria stanza, puliti i propri indumenti, dare una mano per sistemare la cucina e altre cose del genere. Che Marinetti sia curioso riguardo a qualcosa di nuovo è perfettamente in linea con la sua passione futurista.
Infine, la fine!
In realtà non ve la voglio raccontare, credo che uno dei dispetti peggiori che si possano tirare a un lettore sia raccontargli la fine prima del tempo. Mi limiterò a un'osservazione personale.
Quel che mi piace in un finale non è tanto che si tratti di un happy ending, o di un finale tragico, o triste, o esplosivo o qualsiasi altro tipo di finale vi venga in mente. Ognuno di essi va bene, purché sia in linea con il libro, purché lo chiuda bene.
Insomma, per me la conclusione deve chiudere una storia in maniera giusta e/o credibile.
Se un finale è tristissimo, ma si adatta a quel che precede, vada per le lacrime.
Se il finale è a fuochi d'artificio, che però non si legano agli avvenimenti che ho letto fino alla pagina precedente, boccio tutto: racconto e finale.
Ciò detto, in quale categoria piazzo il finale de
Il Circolo degli Dei Sognanti?
[suspence, eh?] Nella categoria migliore, ve lo dico subito. E' un finale
giusto. Può forse spiazzare qualcuno, che magari si aspettava qualcosa di diverso. Ma pensateci, dopo averlo letto, e ditemi se non siete d'accordo con me.
Questo libro mi ha lasciato diversi messaggi, a volte talmente intrecciati tra di loro e su se stessi da non riuscire a districarli.
Uno è che la nostra immaginazione ha più potere di quanto crediamo. La fantasia può influenzare la nostra vita e anche quella di chi ci sta intorno.
Un altro è che la nostra vita è costituita da momenti che sembrano preludere a qualcosa di terribile e grandioso ma anche da momenti di una normalità disarmante. Che mentre viviamo qualcosa di intenso e particolare ci sembra di essere al centro dell'attività dell'intero universo, salvo poi magari renderci conto che il mondo e la vita sono effettivamente andati avanti a girare normalmente intanto che noi eravamo occupati a crederci degli dei.
Sir Jacopo, venga avanti! E' ora del verdetto finale (con risata diabolica inclusa nel prezzo).
Lettura promossa: racconto originale, ben scritto, ben costruito, senza punti deboli - quantomeno io non ne ho trovati e in genere sono abbastanza sensibile a incongurenze o passaggi deboli nelle storie che leggo.
Lo consiglio a chi desidera soltanto essere intrattenuto (non sarà deluso) e anche a chi ha voglia di riflettere un po': spunti ce ne sono davvero tanti.
Lo trovo una lettura adattissima agli adolescenti, ma valida anche per gli adulti che amano lasciarsi trasportare in un altro mondo: si ritroveranno in molti tratti dei protagonisti.
P.S. Invidiatemi: ho la dedica e la firma dell'autore in prima pagina (prrrrrr!)