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creepy / ˈkriːpɪ/ agg. colloq. [film, feeling]- che fa venire la pelle d’oca, che fa rabbrividire [fonte: Word reference]
In questi giorni ci sto provando.
Laptop, musica in cuffia, tè caldo. Dita sulla tastiera, chiudere gli occhi, visualizzare. Okay, andiamo. Aprire gli occhi, sgranchire le nocche. Via!
...
Ahem. Ho detto, via!
...
Cough-cough. Ci senti? VIA!
Macché, niente. Oppure le parole che si rincorrono sulla pagina aperta di Word una mezz'ora più tardi sono decisamente da cestinare.
Ogni tanto succede, mi dico, non è niente. Non è come se avessi - che so: il blocco dello scrittore, no-no. So benissimo cosa devo scrivere. Conosco perfettamente la storia, mi balla in testa da mesi. Ma non ne vuole sapere di uscire nel modo giusto.
È come cercare di chiudere l'apertura tonda di un pozzo con delle pietre squadrate: bisogna prima dare alle pietre la forma giusta, altrimenti non ci stanno e il pozzo rimane aperto.
È la storia creepy di una bambina creepy. Ho già scritto due volte l'inizio, in due modi diversi ed entrambi sbagliati. Non mi succede mai, di solito scrivo di getto, traducendo in parole le immagini e i concetti che mi danzano nel cervello. Questa volta no, si vede che non è ancora pronta, chissà? Però mi ci sto intestardendo.
Forse devo chiamarla.
Forse devo respirare atmosfera un po' più creepy.
Forse devo invocare il re del creepy, Edgar Allan Poe.
Forse... aspetterò con pazienza e a un certo punto sentirò delle assi scricchiolare, e avvertirò un alito di vento freddo sulla guancia mentre sono seduta in una stanza chiusa di fronte al mio laptop, e la fiamma delle candele accese per creare atmosfera traballerà, e la lampadina sul pianerottolo si fulminerà all'improvviso, e un gufo farà sentire il suo richiamo poco distante.
Sì. Mi sento già molto più creepy.
creepy / ˈkriːpɪ/ agg. colloq. [film, feeling]- che fa venire la pelle d’oca, che fa rabbrividire [fonte: Word reference]
In questi giorni ci sto provando.
Laptop, musica in cuffia, tè caldo. Dita sulla tastiera, chiudere gli occhi, visualizzare. Okay, andiamo. Aprire gli occhi, sgranchire le nocche. Via!
...
Ahem. Ho detto, via!
...
Cough-cough. Ci senti? VIA!
Macché, niente. Oppure le parole che si rincorrono sulla pagina aperta di Word una mezz'ora più tardi sono decisamente da cestinare.
Ogni tanto succede, mi dico, non è niente. Non è come se avessi - che so: il blocco dello scrittore, no-no. So benissimo cosa devo scrivere. Conosco perfettamente la storia, mi balla in testa da mesi. Ma non ne vuole sapere di uscire nel modo giusto.
È come cercare di chiudere l'apertura tonda di un pozzo con delle pietre squadrate: bisogna prima dare alle pietre la forma giusta, altrimenti non ci stanno e il pozzo rimane aperto.
È la storia creepy di una bambina creepy. Ho già scritto due volte l'inizio, in due modi diversi ed entrambi sbagliati. Non mi succede mai, di solito scrivo di getto, traducendo in parole le immagini e i concetti che mi danzano nel cervello. Questa volta no, si vede che non è ancora pronta, chissà? Però mi ci sto intestardendo.
Forse devo chiamarla.
Forse devo respirare atmosfera un po' più creepy.
Forse devo invocare il re del creepy, Edgar Allan Poe.
Forse... aspetterò con pazienza e a un certo punto sentirò delle assi scricchiolare, e avvertirò un alito di vento freddo sulla guancia mentre sono seduta in una stanza chiusa di fronte al mio laptop, e la fiamma delle candele accese per creare atmosfera traballerà, e la lampadina sul pianerottolo si fulminerà all'improvviso, e un gufo farà sentire il suo richiamo poco distante.
Sì. Mi sento già molto più creepy.
potrei essermi commosso.
RispondiEliminajacopo
Commuoviti pure, l'importante poi è che tu raBBBRRRRividisca XD
RispondiElimina...sta arrivaaaaaando...