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Lo volete sapere davvero? No, lo chiedo perché alle volte la curiosità uccide i gatti. Io comunque ho avvisato.
Perché mi piace la serie
Doctor Who?
È la storia di un alieno che si fa chiamare
Il Dottore, unico sopravvissuto a una guerra tra il suo pianeta e una razza di scatolette di latta dotate di lucetta azzura, sturalavandini e frullino per le uova: i temibili
Dalek.
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Temibile Dalek con lucetta azzurra in mezzo
alla fronte, sturalavandini incorporato al braccio destro
e frullino per le uova a sinistra. |
Egli appartiene alla razza dei
Signori del Tempo, creature con due cuori e la possibilità di osservare e conoscere tutto il tempo in un istante, una sorta di
Aleph di Borges (riassunto: contemplare contemporaneamente l'inizio + il tutto + la fine).
Invece di morire, Il Dottore si rigenera e cambia aspetto, così al momento ha all'attivo undici facce differenti e supera i novecento anni d'età.
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Gli undici aspetti del Dottore: a ogni rigenerazione sembra ringiovanire. |
Il suo pianeta d'origine è esploso, quindi non ci può tornare; per fortuna gli è rimasto un peculiare mezzo di trasporto,
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T.A.R.D.I.S. (Time and Relative Dimension in Space) |
conosciuto come T.A.R.D.I.S. (Time and Relative Dimension in Space), ovvero una cabina telefonica di legno azzurro che in Inghilterra era un tempo utilizzata per le emergenze della polizia.
Questo, però, è solo l'aspetto esteriore di codesta navicella spaziale: ciò che la contraddistingue è l'interno, incredibilmente più spazioso di quanto il perimetro possa lasciare immaginare, e luccicante di marchingegni-leve-bottoni-monitor-eccetera. Oltre al centro di comando, pare che la T.A.R.D.I.S. ospiti nientemeno che una piscina, una biblioteca, camere da letto con letti a castello, guardaroba, ecc.
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La T.A.R.D.I.S. è più grande all'interno! |
Attenzione alle imitazioni:
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Trastullo per felini domestici. |
Questa non è la T.A.R.D.I.S.
Neppure questa, anche se tutti ne vorremmo una.
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Libreria T.A.R.D.I.S.: sarà più grande all'interno? |
Il Dottore possiede uno strumento indispensabile per aprire porte, o riparare aggeggi elettronici, o fare up-grade di vario genere a strumentazioni obsolete: il
cacciavite sonico.
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Cacciavite sonico, modello undicesimo Dottore. |
Unicamente armato con tale gadget, Il Dottore viaggia in lungo e in largo attraverso l'Universo, con puntatine rapide anche in Universi paralleli, in qualunque tempo: passato o futuro, incurante di eventuali contraddizioni o battiti d'ali di farfalle varie, poiché, come dice lui, il tempo in realtà è "a big ball of wibbly wobbly timey wimey stuff" (intraducibile, ma ci proviamo: "una grossa palla di roba traballosa traballante e temporaleggiante").
E cosa fa, vorrete sapere voi, girovagando nell'Universo in cotal guisa? La risposta è: lo salva di continuo! Interviene in situazioni rigorosamente pericolose e/o moralmente sfidanti per rimettere a posto i "timey wimey" a rischio.
Nel corso delle sue avventure si imparano un sacco di cose utili: per esempio che è legittimo e sacrosanto avere paura del buio, dei mostri dentro l'armadio nelle camerette dei bambini, delle statue degli angeli, dei manichini nei negozi di abbigliamento e magari anche della gente che indossa maschere antigas.
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Paurosissima statua. Non sbattete le palpebre o siete morti. |
Quindi, per tornare in topic: perché mi sono appassionata a questa serie?
Sicuramente per i viaggi nel tempo, mica per niente sono venuta su a latte, corn-flakes e
Ritorno al futuro. Da allora ho un certo debole per i vecchietti che guidano una macchina del tempo.
Altrettanto sicuramente per le avventure, l'azione, l'atmosfera surreale e improbabile, la nobiltà d'animo nel cercare sempre di fare la cosa giusta, i fallimenti, la fiducia nell'umanità.
Quello che mi ha davvero catturato, alla fine, non è stato
Shakespeare, come inizialmente pensavo. Quantomeno, non
solo Shakespeare. Certo che immedesimarmi in una viaggiatrice temporale che incontra e conosce Will dal vivo è stata un'illuminazione degna di nota.
In ogni caso, pensandoci bene, ho individuato la mia attrazione in un altro elemento, e cioè
tutte quelle vite!
Cerco di spiegarmi meglio, ma non sarà facile farmi capire, perché si tratta di un sentimento che vibra molto in profondità.
Ho sempre avuto la sensazione che dentro di me ci fossero tante vite diverse, tante vite che richiedono tutte di essere vissute.
È una sorta di evoluzione del
disturbo dissociativo di identità, in quanto la mia consapevolezza rimane immutata: sono sempre io, vorrei solo poter vivere tante vite diverse nello spazio di una sola. Dentro di me c'è la sensazione fortissima di una comprensione in prima persona di esperienze di vita che non appartengono alla mia "vita corrente". Io
sono così tante persone e a volte sento la mancanza di qualcosa che in realtà non ho mai avuto, ma so perfettamente cosa si prova ad averlo. Una ricorrente sensazione di insoddisfazione, insomma, senza tuttavia che io possa affermare che la vita che conduco correntemente sia insoddisfacente, perché non lo è.
Ecco cosa questo show mi permette di sognare e sperimentare: la moltitudine di vite e di esperienze, vissute sempre dalla stessa persona, nel corso di un unico ciclo vitale (quindi serbandone la memoria intatta, a differenza di quanto teorizzato dai sostenitori della reincarnazione, che a ogni rinascita non permette di mantenere ricordi delle vite precedenti, se non, forse, a livello super-inconscio).
Di tanto in tanto mi ritrovo a invidiare le persone che hanno un concetto chiaro e definito della propria identità: sanno perfettamente chi sono, a cosa/chi hanno dedicato la propria vita, in cosa credono, cosa vogliono, come lo vogliono, eccetera. La mia invidia in genere ha vita breve: nemmeno nei miei pensieri riesco a sostenere la noia di una vita pre-ordinata, pre-fabbricata, pre-vedibile. E con questo non giudico nessuno e non mi sento migliore di nessun altro: siamo tutti diversi e ciò che è sacrosanto per qualcuno può tranquillamente essere inaccettabile per me e viceversa.
Tu sei tu e io sono io, e visto che io sono una sognatrice, continuerò a sognare.