Oggi parliamo di giardinaggio.
Cosa c'è di più poetico, bucolico, romantico, rilassante di una mattinata trascorsa in mezzo al verde del prato, alla robustezza degli arbusti, alla tenera comparsa di giovani germogli, al profumo dei fiori e delle erbe aromatiche, alla sensazione della terra bagnata tra le dita ... L'aria è tiepida, i raggi del sole accarezzano il viso, di tanto in tanto un refolo di vento solleva piccoli petali colorati in volo, gli uccellini che nidificano tra i rami degli alberi dei dintorni innalzano al cielo sereno il loro infinito gorgheggio, le fronde stormiscono sussurrando ...
Quando dopo quattro ore circa trascorse in questo paradiso a diserbare, tagliare, picchiettare, rifilare, scavare, piantare, annaffiare ... ti sollevi da terra, senti scricchiolare ossa che non sospettavi neppure di avere e ti coglie impreparata un improvviso capogiro.
Ti appoggi al ramo più prossimo, ma non è robusto abbastanza e si piega, e tu rischi di capitombolare giù dai tre gradini che portano dal giardino alla terrazza rompendoti l'osso del collo e probabilmente anche qualcos'altro. Ti salvi e riesci in extremis a non calpestare la piantina di timo fresca di piantagione.
Al posto dello stomaco hai una voragine, la colazione chissà dov'è finita, e hai una sete degna di un cammello del Sahara. Tracanni due bicchieroni d'acqua e addenti una pera.
Il sudore ti imperla la fronte , visto che hai indossato pantaloni lunghi e maglietta a maniche lunghe per evitare comparse di orticarie variamente assortite. Non osi asciugarti con il dorso della mano, nera fin sotto le unghie - ma non avevi indossato i guanti?
Decidi per una doccia di salvataggio e mentre l'acqua scorre ti accorgi che scivola sul sudore, lasciandosi dietro rivoletti color marrone-grigiastro e conducendo all'impietosto scarico pezzi di terra, foglioline, polvere gialla di polline, probabilmente qualcosa di vivo e ... ma cos'è quello, un legnetto? E da dove è uscito?
Fatichi a scavare il nero da sotto le unghie (quello che delle tue unghie è rimasto), ti strappi i capelli nel tentativo di liberarli da una frasca che vi si è ancorata tenacemente.
Insomma. In questo momento non ti senti precisamente il Sacro Ricettacolo della Femminilità Universale.
Esci dalla doccia e ti servi generosamente di crema anti-cellulite - ché la tua pelle se ne accorge subito se te ne dimentichi e si trasforma in una specie di perfida gelatina. E non dimenticare l'olio alla calendula sul viso - ché se te ne dimentichi quello si sbriciola. Un po' di deodorante - dopo una tale esperienza non può far male. Rifila le unghie, che ne hai tre spezzate. E quella sbucciatura? Non c'era prima!
Quando ti chiudi alle spalle la porta del bagno ti senti rinfrescata, ma non puoi fare a meno di considerare che il giardinaggio può avere delle conseguenze devastanti sull'autostima.
1 ora fa
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