sabato 28 febbraio 2009
One by one they died.
Attenzione, attenzione! E' in arrivo un piccantissimo post - ebbene sì, qui si parla di sesso! Vedo alcune espressioni scandalizzate, altre occhiate maliziose... Niente paura, sarete tutti accontentati!
Questa è la storia di Kathrina, il gatto dal sesso confuso.
C'era un volta... un ragazzo dai molteplici interessi: la birra occupa uno dei primi posti, seguita a ruota o a parimerito dalla chitarra elettrica e l'appartenenza a una band spacca-timpani.
Un gradino ancora molto alto delle sue preferenze è occupato dalla sua moto, compagna fedele di mille avventure e disavventure.
Non possono mancare Vasco e il Milan, nella sua cameretta (che ha ancora qualche decalcomania di fiorellini rosa, ereditata dalla sorella che fu precedente occupante di detta stanza).
Quando non studia per l'università, gioca ad Assassin Creed e sfoggia magliette che recitano 333 - half evil.
Siccome però l'apparenza spesso inganna, costui ha un animo tenero, rispecchiato da due dolci occhioni, grandi e neri, che sembrano quelli di Bambi trapiantati su un essere umano con giubbotto di pelle e portafoglio assicurato con catena al passante dei jeans.
Trascorsi appena un paio di mesi dalla morte della vetusta, diciassettene gattina, di cui l'esemplare era fiero proprietario, decide che la nostalgia lo sta distruggendo e corre a procurarsi un altro felino.
Torna a casa con un cucciolo bianco e grigio, tamente vispo da fare invidia a un grillo con l'epilessia. La chiama Amelie.
Dopo poche settimane di convivenza, però, la madre del ragazzo, esasperata dai continui guai prodotti dall'animale, sbotta: "Questa non è una gatta, questo è un uragano! E siccome gli uragano hanno nomi femminili, la chiameremo Kathrina!"
Detto, fatto.
Amelie non esiste più e al suo posto sopraggiunge Kathrina.
Arriva il momento della sterilizzazione della micia, che viene amorevolmenrte accompagnata allo studio veterniario, deposta su un lettino e narcotizzata.
Quando, all'improvviso...
Il trillo del telefono invade l'appartamento in cui vive l'ansiosa famiglia ospite di Kathrina.
La madre risponde.
"E' lei la proprietaria di un felino di nome Kathrina, grigio e bianco, che è qui da noi per essere sterilizzato?"
"Ma certo, cosa è successo alla mia gattina?!", esclama la donna turbata.
"Il felino di nome Kathirna", prosegue imperturbabile la voce dall'altra parte del filo, "Ci è stato forse recapitato in un cestino colorato con una inconfondibile tendina piena di pizzi?"
"Inconfondibile è la parola giusta! Ma si può sapere cosa è accaduto alla micia?!", strepita la donna.
"Ehm. Immagino che nessuno in famiglia si sia mai reso conto che Kathrina è un maschio...?"
venerdì 27 febbraio 2009
Now is my way clear, now is the meaning plain
Grandioso - sono un mentore (esiste il femminile? boh, anche se dovrei saperlo, gioco a fare la scrittrice!)
giovedì 26 febbraio 2009
You, one-night butterfly
La situazione sotto osservazione è la seguente: Lui e Lei non si vedono da una settimana e decidono di andare al cinema a vedere un film. Nevica. Si muovono con l'auto.
LATI NEGATIVI: - LATI POSITIVI:
1. Sbagliano film, quello che avevano scelto sta per finire | 1. Avendo risparmiato sul cinema, i due sono riusciti a mettere insieme i soldi necessari per pagare il carro attrezzi. |
2. Sulla rampa d'accesso alla A100, ingresso Tempelhof, direzione Schönefeld, l'auto grippa e fonde. | 2. Uhm. |
3. Nevica sempre più fitto, la cosa adesso costituisce motivo (quantomeno) di disagio | 3. Uhm. |
4. Il carro attrezzi costa tutto quello che i due riescono a mettere insieme, meno 5 centesimi | 4. Ah, ecco: la settimana precedente, Lei non ha portato l'auto al lavaggio perché nevicava in continuazione. 5 euro risparmiati! |
5. Si ritrovano alle ore 1.15 a.m. in una stradina innevata ad attendere il bus, sotto una forte nevicata. | 5. Il bus arriva alle ore 1.18, puntuale come da tabellone (siamo a Berlinooooo) |
6. Un fiocco di neve si insinua nell'occhio sinistro di Lei, scalzandole via la lente a contatto. | 6. Lei riesce a recuperare la lente e a riciclarla. |
7. Come il meccanico farà Loro sapere, l'auto ha riportato un danno economico equivalente a circa dieci mesi di affitto. | 7. Beh, il serbatoio della benzina era pieno solo al 25%. |
U-H-M!!!
A me non pare tanto un buon bilancio.
Anzi.
Direi che fa proprio schifo!!
mercoledì 25 febbraio 2009
Kam ein Wort, kam
Sono reduce da un brutto attacco di peterpanite acuta che mi ha quasi fatto diventare la proprietaria di una gonnellina color prugna con volant e ricamo tono su tono di un paio di ali sul sedere. Fiuuuu, l'ho scampata bella!
Avevo accompagnato Luca al negozietto NKD che c'è vicino alla scuola: aveva visto delle magliette bianche con stampa tribale sul petto che gli piacevano molto e ne desiderava ardentemente una.
Mentre se la sceglieva, ho adocchiato dette gonnelline. Oh, ma che cariiiiiine!, mi sono auto-squittita nella mente. E via! Subito a provarne una.
Con sommo stupore ho scoperto di aver perso una taglia dall'ultima volta che, non dico ho comprato una gonna (sarebbe da andare a scartabellare tra gli Annales, sempre che ce ne fossero) ma da quando ho acquistato l'ultimo paio di pantaloni, suppergiù prima di Natale.
Nel caso qualcuno se lo sia chiedendo, levo il dubbio: no, la mia reazione non è stata, ma dove sarà, accipigna devo ritrovarla!
Mettendo in contatto i miei due neuroni ho avvertito l'accensione di una scintilla: forse è per questo motivo, che i jeans mi vanno sotto i piedi?!
D'altronde, dopo esperienze umilianti in cui ti infili una maglietta XXL e ti va appena perché l'hanno cucita dei lillipuziani ma tu ti lasci deprimere e credi ciecamente all'etichetta che ti dice "sei obesa e fuori scala", una volta tanto è gratificante sentirsi di nuovo una persona normale.
Tutto questo gran godimento deve avermi aperto gli occhi e mi sono resa conto che la gonnellina prugna con ali intarsiate sul posteriore era un po' troppo.
Aveva persino troppi volant e siccome, come ormai tutto il mondo sa, non è proprio il caso che io mi metta a smanettare di taglio e cucito per apportare modifiche di alcun genere a un capo di abbigliamento foss'anche un calzino, detta gonna è rimasta dove stava, all'NKD.
E tornata a casa ho creduto bene rifocillarmi con un bel panino!
martedì 24 febbraio 2009
Un bacio al vincitore!
Torniamo ai miei celebri difetti, che a quanto pare riscuotono grande successo.
Secondo solo al cucito, è il mio pollice nero (espressione che, verosimilmente, sta qui a indicare l'esatto opposto del più celebrato pollice verde).
Cresciuta con una madre che è riuscita a trasformare un appartamento in foresta amazzonica e i due microbici balconi in estensioni della giungla malese, verso i 12 anni fui presa da velleità giardineggianti.
Decisi così di ospitare nella mia cameretta una primitiva forma di vita vegetale: una Patata Americana.
Ora: se c'è una pianta che è persino difficile chiamare pianta per quanto è facile da curare e far crescere, essa è la Patata Americana.
Il procedimento è il seguente: acchiappi una patata (si trovano al mercato, al banco dell'ortolano); la schiaffi in un barattolo di vetro pieno d'acqua; la piazzi davanti a una finestra e aspetti.
Il resto lo fa lei: germoglia lunghi fili verdi a cui sono attaccate delle foglie altrettanto verdi.
Inutile dire che in quel periodo casa mia era infestata di liane lunghe metri su metri, il che mi ha incoraggiato a tentare l'esperimento.
Adottai quindi la mia personale Patata.
Dopo una cospicua quantità di giorni, detta Patata non aveva neppure abbozzato un germoglietto piccolo così.
Chiesi pertanto consiglio all'Esperta, che mi informò del fatto che (e oggi mi domando se non mi stesse prendendo abilmente in giro) le piante vanno amate.
Le avevo dato un nome? No, non glielo avevo dato.
Rimediai subito e corsi nella mia cameretta annunciando festosa alla Patata che da quel momento in avanti mi sarei rivolta a lei chiamandola Eufrasia.
Neppure questo stratagemma parve sbloccare la situazione.
L'Esperta mi suggerì quindi di parlare alla mia pianta, rendendola partecipe delle bellezze della vita.
Da quel giorno decisi che avrei raccontato a Eufrasia le mie entusiasmanti giornate scolastiche.
Un pomeriggio, di ritorno dall'Istituto delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, rinvenni Eufrasia. Accasciata sul pavimento, in mezzo a cocci di vetro e l'acqua sparsa del suo vasetto.
Si era suicidata.
lunedì 23 febbraio 2009
Supercalifragilistichespiralidoso!
Credo di essere una persona con molte virtù innate e anche molti difetti (e non lo dico per dire). Considero alcuni tra questi difetti talmente gravi da essere assolutamente irreversibili e pertanto non degni di miei eventuali tentativi di migliorarli.
Per esempio.
Non so cucire né fare tutti i "lavoretti" che abbiano a che fare con aghi, fili, ferri da calza, uncinetti, gomitoli & so on. Non è una posa o pigrizia. E' negazione alo stato puro.
Volete la prova? Eccone più d'una.
Alle elementari andavo a scuola dalle monache, le quali, nel vano intento di ingentilire gli animi delle figlie degli anni '70, si misero in capo di insegnarci la nobile arte dello sferruzzamento.
Ignara di cosa significasse essere "portata" o "negata" per qualcosa e beatamente credula del fatto che nulla mi fosse precluso (avevo dai 5 ai 9 anni, dopotutto!) ho lavorato all'uncinetto per cinque anni, producendo una miserrima accozzaglia di intrecci dalla forma improponibile. Alla domanda "Cos'è?", rispondevo serafica "Uno scialle!". Alla fine della quinta elementare, con la scusa di "aggiungere il pon pon", la mia esimia mammina ha tentato di porre rimedio all'obbrobrio, senza peraltro riuscirci (e non per colpa sua). Mi fu impossibile evitare di notare, all'esame di fine corso, che le mie compagne esibivano coperte a patchwork, tonnellate di presine, scialli, sciarpe e guantini in quantità industriale.
Non vi basta? No problem, passo a illustrarvi il secondo esempio nel settore.
Tralasciando le traumatiche esperienze che costellarono la mia esistenza dai 9 ai 28 anni, salterò al momento in cui, con il mio secondo bambino in pancia, mi feci convincere da un'amica che non tutto era perduto. Mi era semplicemente mancata l'adeguata istruzione sul campo. Mi propose quindi di approfittare della presenza di sua madre (vincitrice di numerosi premi per i suoi ricami e pizzi al tombolo - qualunque cosa ciò voglia dire - che partecipava a mostre e fiere in tutta Italia proveniendo dagli U.S.A.). Al pensiero "se non riesce a insegnarmi lei, allora giuro che non ci provo più" mi sono offerta come cavia. Destinata al sacrificio, come fu presto chiaro ed evidente. La buona signora perse la pazienza e trasecolò allorquando le mostrai che i fili si ingarbugliavano davvero, quando mi capitavano sotto le mani!
Ora si potrebbe disquisire abbondantemente: son0 io che sono negata, o sono i fili e gli attrezzi da cucito che mi odiano?
I prossimi difetti a un altro post, la mia autostima potrebbe risentirne.
domenica 22 febbraio 2009
If only my heart had a home
Pomeriggio pigro, ogni tanto ci vuole. Fuori il tempo non è né bello, né brutto.
La spalla che mi fa ancora male è un'ottima scusa per non mettermi a sguatterare in giro per casa.
Avrei voglia di farmi un pisolino, in realtà, però Luca e Damian nella stanza accanto alla mia sono impegnati in cruente lotte tra Gormiti e non riuscirei a dormire tranquilla.
Allora mi sono messa a scrivere un po' ascoltando la musica.
Ho cominciato il nuovo capitolo e, come spesso accade quando scrivo una parte di Bonnie, mi prudono le mani e ho bisogno di fare una pausa. Come caspita sono riuscita a ideare un personaggio tanto viscido?!
Tremo all'idea di incontrare mai qualcuno come lei.
Quello che mi preoccupa è che io riesca a renderla così reale. Non è che sono schizofrenica e la mia seconda personalità salta fuori quando devo scrivere le sue parti? E se non si limitasse a quello?
Mioddio, che pensiero inquietante.
Però confesso che mi dà anche soddisfazione: riverso in lei tutto quello che non sono, non oso e non sarò mai (spero). Una specie di discarica.
Devo dire che i personaggi di questa parte del libro mi piacciono, dovrò stare attenta a far scorrere la storia, oltre che a concentrarmi su di loro!
Spero anche che alla fine non risulti esserci troppo harmony, sarebbe un brutale stacco dal primo e nemmeno mi piacerebbe.
Sicuramente però non ci saranno tutti gli ammazzamenti della prima parte, altrimenti davvero non mi restano più personaggi!
E' davvero strano per una volta sapere che fine faranno tutti e che parti giocheranno, questa faccenda di pianificare le storie si sta rivelando più interessante del previsto!
Riepilogo settimanale!!
1- I mondi umani preferiscono suicidarsi piuttosto che collaborare tra loro -> preso dal racconto "Il guardiano della fiamma", by Isaac Asimov;
2- Why do all good things come to an end? -> dall'omonima canzone di Nelly Furtado;
3- Ente gut, Alles gut! -> slogan pubblicitario per un prodotto tipo "Anitra WC";
4- Schnee in Berlin -> niente, titolo della foto, ah ah ah;
5- Era una notte incantevole -> inizio del primo capitolo di "Le Notti Bianche", by Dostoevskij;
6- Questa roba caffè funziona davvero -> preso dal film "George della giungla", un classico;
7- I finally found myself -> preso dalla canzone "The Kill", by Thirty Seconds to Mars;
8- The time is now the place is here -> preso dalla canzone "Your lucky day", by Sasha, chiunque costui sia.
E anche per questa settimana siamo a posto!
sabato 21 febbraio 2009
The time is now the place is here
Varie ed eventuali
Ecco, la tendina vampiresca è caduta... E' bastato che Mauro tornasse a casa e dicesse "Cos'è questa roba funerea? L'ingresso all'antro della strega?", che lei è collassata e me la sono ritrovata accasciata su se stessa, tenuta su in maniera patetica e tristissima dai due chiodini che la tenevano aperta.
Ho provato l'ebbrezza di spalare la neve sul marciapiede davanti a casa! Sono andata a comprare una vera, autentica pala! Certo sarebbe stato meglio non avere la spalla slogata, ma a ogni modo il marciapiede è a prova di nonnina che scivola, adesso. Sarà necessario ricorrere alla vecchia, classica buccia di banana per ottenere lo stesso effetto.
Già che c'ero, mentre compravo la pala ho fatto entrare nel carrello anche un bob rosso, così stamattina siamo andati al parco, dove c'è un piccolo pendio, e Luca si è inzuppato fino alle mutande rotolando e scivolando e divertendosi come un matto! Mezz'ora così e poi era stanco abbastanza da essere quantomeno gestibile dalla mamma di Vincent, che avrebbe portato i due mostriciattoli al museo della comunicazione. Quante bisogna saperne!!
Stasera sono indecisa su cosa fare: cena al Britzer Mühle o Guinness al pub irlandese? Ardua scelta, andrà a finire che si verificherà la terza opzione: zuppa in cucina!
venerdì 20 febbraio 2009
I finally found myself
Una coppia decide di passare le ferie in una spiaggia dei Caraibi, nello stesso hotel dove passarono la luna di miele 20 anni prima.
Per improvvisi problemi di lavoro, però, la moglie non può accompagnare subito il marito: lo raggiungerà dopo qualche giorno.
Quando l'uomo arriva, entra nella camera dell'hotel e vede che c'è un computer con l'accesso a internet.
Decide allora di inviare una e-mail alla moglie, ma sbaglia una lettera dell'indirizzo e, senza accorgersene, la manda a un altro indirizzo.
La e-mail viene ricevuta da una vedova di ritorno dal funerale del marito e che decide di vedere i messaggi ricevuti.
Suo figlio, entrando in casa poco dopo, vede sua madre svenuta davanti al computer e sul video la e-mail che lei stava leggendo:
Cara sposa, sono arrivato. Tutto bene.
Probabilmente ti sorprenderai di ricevere mie notizie per e-mail, ma adesso anche quì hanno il computer ed è possibile inviare messaggi alle persone care. Appena arrivato mi sono assicurato che fosse tutto a posto anche per te quando arriverai lunedì prossimo.
Ho molto desiderio di rivederti e spero che il tuo viaggio sia tranquillo, come lo è stato il mio.
N.B. Non portare molti vestiti, perchè quì fa un caldo infernale!!!
giovedì 19 febbraio 2009
Questa roba caffè funziona davvero!
E ce l'ho fatta.
In meno di due settimane, tra l'altro, mi considero particolarmente abile.
E con questa mossa ben piazzata posso considerare ottimamente riuscito il boicottaggio di Unilever e Sara Lee, della qual cosa vado particolarmente fiera.
L'idea è di non utilizzare prodotti per la pulizia della casa o per l'igiene personale che vengano dalle catene della grande distribuzione. Non solo. L'idea sarebbe anche quella di smettere di avvelenarmi con sostanze che, considerato il mio livello patetico di allergie, intolleranze, predisposizione a fastidiosi eritemi & co, non mi allungano certo la vita.
Lungi da me il presentare me stessa come l'angelo del focolare con la casa perfettamente linda e a specchio (che tanto lo so che non ci crede nessuno), non intendo certo manifestare alla testa di un corteo che urli slogan del tipo "polvere a casa mia!", o "sporco è bello!"
La faccenda riguardante l'economia domestica l'ho in realtà già risolta da anni, comprando giusto il detersivo per panni e quello per i piatti e poco altro scegliendoli tra le marche eco-compatibili. Per il resto l'aceto funziona alla grande.
Mancava l'igiene personale e qui la faccenda si faceva spinosa.
A parte il fatto che saponi e bagnoschiumi vari li tengo il più possibile alla larga dalla mia pelle da tempo, visto il disastro che si lasciavano dietro. In genere utilizzo olio e acqua calda. Tra le creme (necessarie per non decompormi) a forza di eliminazione sono comunque rimaste solo robe naturali.
E i capelli? Grave quesito, rimasto a lungo irrisolto.
Avendo sulla testa quello che pare il risultato di un'unione promiscua tra la Gioconda e una fabbrica di spaghetti, non è mai stato semplice occuparsene.
Shampoo e poi balsamo, sennò chi li districa più gli spaghetti? Ma troppo balsamo fa male alla Gioconda, che sembra sia rimasta sotto la pioggia per due ore.
E per di più a volte mi si irritava anche la pelle della testa, con il risultato che avevo voglia di grattarmi in continuazione, come se una tribù di pidocchi si fosse trasferita sulla mia testa in massa.
Uff.
E ogni due giorni al massimo il rito si consumava dietro le tendine della doccia: shampoo, balsamo. E siccome ho i capelli lunghi, in quantità cospicue.
No no no.
Ho deciso di fare basta con questa schiavitù.
Noooo, non lo farei mai, non mi sono tagliata a zero i capelli!! Che idea malsana!!
Dopo appena tre tentativi nelle ultime due settimane, stasera ho finalmente azzeccato le dosi giuste per la mia chioma di bicarbonato e aceto di mele.
2 tbsp di bicarbonato impastati con 2 tbsp di acqua + 2 vasetti di yogurt riempiti con acqua e 1 tbsp ciascuno di aceto di mele.
I capelli sono puliti, morbidi e molto più corposi di quanto non siano mai stati prima.
Credo di riuscire addirittura a trattenere un fermaglio, se lo adopero! Se non è un miracolo questo!
Piccola nota per chi volesse imitare la mia nuova tecnica di lavaggio chioma: se abitate in Italia cercate di non comprare il bicarbonato della Solvay, che a Rosignano Mare ha fatto un disastro, inquinando in maniera atroce il mare con livelli di mercurio nell'acqua da far rabbrividire. Boicottare la Sara Lee per favorire la Solvay non mi pare una gran soluzione.
mercoledì 18 febbraio 2009
Era una notte incantevole
Cosa si può fare con 7,00 Euro scarsi e 1 mq a disposizione!
In fondo alla cucina, sulla sinistra, c'è un anfratto quadrato, di lato circa 1 m. La parete sulla sinistra è chiusa; quella di fronte è occupata da una finestrella larga 50 cm e alta 140 cm posizionata esattamente al centro; quella sulla destra è occupata interamente dalla porta che conduce in giardino e l'ultima non c'è, è dove vi trovate voi in questo momento, contemplando il buco.
Al vostro compleanno una cara amica vi ha fatto gentil dono di una tenda traforata nera, molto darkeggiante. Cosa ve ne fate? L'unico posto in tutta la casa dove avrebbe dimensionalmente senso posizionarla è l'anfratto di cui sopra, che però si dà il caso abbiate a suo tempo arredato in stile country: quadri dai colori sgargianti in alto, tendina di bambù a coprire la finestra, cestino di vimini con papaveri di stoffa sul davanzalino; appendino in lacca bianca a cui attaccare i grembiuli e contenitore verde prato per la plastica da riciclare.
Con 2.99 Euro avete acquistato un'astina per tende di metallo nero anticato, che termina con due minuscoli soli dello stesso colore. Vi arrampicate sulla scaletta e appendete astina e tenda di fronte all'ingresso del buco. La tenda è fatta in modo da poter essere aperta in due, così ne fissate una metà sulla sinistra con un bouquet di fiorellini neri e rossi (comprato per Halloween da Gothika) e sulla destra con un nastrino scarlatto (che teneva legata la bomboniera al matrimonio di Pino).
La tendina vampiresca che si apre sul paese dei balocchi, però, non vi convince appieno.
Urge rimedio.
Spostarla in un altro angolo è impossibile: il marito brontolerebbe ad libitum (e già non siete sicuri che vedendola qui non abbia da fare alcune rumorose rimostranze). Toglierla e ficcarla in cantina vi secca, non l'avete nemmeno usata!
Fantasia al lavoro.
Staccate i quadri sgargianti e li appendete in bagno (dove scoprite che l'unica parete che non sia di cartapesta nell'intera casa è quella dove avete deciso di piantare i chiodi).
Ve ne eravate dimenticati tre, piccolini, appesi sopra la finestrella del buco. Li destinate al bagno del piano di sopra. Et voilà.
Il cestino di vimini con papaveri penzola ora abilmente da quel gancio che pende in ingresso e che non avete idea del perché si trovi lì.
Okay. Adesso però l'anfratto è vuoto e triste.
Colorate di nero due cornicette di legno dell'Ikea che avete già in casa (comprate a 3 x 1.00 Euro, chissà he fine ha fatto la terza?) poi le scartavetrate un po' per dare l'idea che siano vecchie. (Sono venute davvero bene, complimenti).
Pitturate di nero l'appendiabiti bianco laccato che sta sulla parete di sinistra (ci sono appesi due grembiuli da cucina e il calendario di Victoria Frances). La tempera non prende bene sulla lacca bianca, ma il risultato irregolare vi gasa ancora di più.
Correte al negozietto "tutto a 1 euro" e portate a casa una tovaglietta bordeaux con rose vellutate sopra (1.00 Euro) nonché un "coso" nero, di vimini, arricciato, non si sa cosa sia ma è alto almeno 30 cm e sul davanzalino starà benissimo. Costa 1.99 Euro. Completate i folli acquisti con un rotolo di carta da regalo bianca con disegni goticheggianti neri a 0.49 Euro.
Tornate a casa con il bottino e vi mettete al lavoro: tagliate la tovaglietta in due riquadri piccoli che infilate nelle cornicette color nero antico, che appendete sopra la finestrella; sistemate il "coso" nero all'interno di un portavasi marrone scurissimo (che aveva dentro la Stella di Natale regalatavi dalla vicina, ora defunta - la Stella di Natale, non la vicina) e gli avvolgete intorno un bouquet di rose rosse e fiorellini bianchi di stoffa che avete in casa dalla Pasqua scorsa; consumate un bel po' di Vinavil per applicare alla scatola verde prato la carta bianca e nera goticheggiante; tagliate 4 immagini della luna piena dal calendario dell'anno scorso e le attaccate dove prima stavano i quadri sgargianti.
Fatto. Adesso andate a togliervi un po' di colla dalle mani e buttate via tutti quei ritagli di stoffa e carta, per favore.
martedì 17 febbraio 2009
Ente gut, Alles gut!
Meraviglioso! Ci siamo svegliati stamattina con venti centimetri di neve dappertutto, una luce azzurra che avvolgeva tutto dando l'impressione di trovarci in un'altra dimensione, in un mondo diverso.
I rami degli alberi sembravano gioielli, immobili nella gelida aria del mattino con i rami scuri imperlati da fiocchi candidi e scintillanti.
Come fa a non essere bello, l'inverno, quando è così! Sembra tutto magico e fiabesco, il sole brilla con entusiasmo sul bianco, i prati sono più completi, con il morbido strato di neve a coprire i ciuffi gelati e rinsecchiti di erba rimasta dall'autunno.
I suoni sono più attutiti, gentili. Il profumo della neve scende direttamente nei polmoni, senza fermarsi. Lo si può quasi masticare. C'è un che di buono, nella neve, che pervade l'animo quando ti ci trovi in mezzo.
E quando capisco come si fa a mandare la foto che ho scattato stamattina con il telefono a questo blog lo faccio. Attendete fiduciosi!
PS. Fatto!! Non ho capito come, ma la foto è arivata, e ho deciso di darle anche un posto privilegiato in un nuovo post tutto per sé!
lunedì 16 febbraio 2009
Why do all good things come to an end?
Ecco, avevo già deciso di mettere questo titolo al post e poi scriverlo nella maniera più demenziale che mi fosse possibile. A sto punto, però, non solo il titolo è azzeccato, ma... Sinceramente la vena demenziale è andata momentaneamente a farsi un giro nello spazio intergalattico.
Filosofeggiare sul legame vita & morte è una cosa, inventare storie su morti-non-morti è un'altra, avere a che fare con una morte inspiegabile è tutta un'altra faccenda.
Quando avevo 17 anni è morto un ragazzo al liceo. Ho rimosso il suo nome e anche la sua faccia. E' morto in un incidente del cavolo, in quello schifo di Parco Lambro alla periferia est di Milano. Potrebbe essere un parco bellissimo e in primavera obiettivamente lo è (se lo si attraversa con il naso chiuso da una molletta per panni, visto il tanfo che si alza dal Lambro, ma le piante in fiore e le collinette sono molto belle). Per me è diventato un posto odioso, soprattutto dopo un altro incidente avvenuto lì, che è costato la vita ad altri due ragazzi del liceo, con i quali quella sera sarebbe dovuto uscire anche mio fratello. Odio quel parco, odio quel fiume.
Ho perso pochissimi parenti, in genere in età "giusta" e la cosa non mi ha turbato. Lo considero naturale, sia a livello razionale che a livello emotivo.
Ho conosciuto persone la cui morte continuo ad avvertire come "sbagliata". Un ragazzo morto in un incidente, una donna in gambissima e piena di interessi stroncata da tre tumori contemporaneamente a cinquant'anni, gente giovane che si suicida... Avverto tutte queste perdite come strappi nella realtà, errori, buchi nel sistema.
La stessa sensazione mi prende, seppure avvolta da uno strato di ineluttabilità, quando penso alla morte di un paio di compagni del liceo, morti per un tumore, pochi anni dopo il diploma. La malattia mi fa meno rabbia dell'incidente, o del suicidio. Non mi sembra meno sbagliata, ma meno affrontabile.
Chiaramente, oltre tutto, il mio discorso è limitato all'ambito emotivo nel circolo di persone che conosco / ho conosciuto. A livello mondiale le morti ingiuste sono talmente tante da travolgermi completamente, ma quando non posso mettere un nome o un volto su una croce mi sento, seppure erroneamente, meno coinvolta.
Ho appena saputo che un mio compagno delle elementari si è sparato dieci anni fa (il che significa a 27 anni) per una delusione d'amore. Non avevo più contatti con lui dalla fine delle elementari, non so che vita facesse, che tipo fosse, che gente frequentasse. Non so assolutamente niente di lui. Eppure essere consapevole della sua morte mi fa rabbia e mi fa soffrire, perché la colloco all'interno di quelle "morti sbagliate", che non sarebbe dovuta accadere, che non ha senso.
E ancora un volta mi scontro con un mondo che non conosco e che non sono capace di affrontare.
domenica 15 febbraio 2009
I mondi umani preferiscono suicidarsi piuttosto che collaborare tra loro.
Ecco, finalmente ho finito il capitolo che mi ha causato tanti problemi!
Credo di aver capito dove stava la difficoltà: era un capitolo in cui doveva essere ristabilito l'equilibrio che è alla base della storia. Tra le due parti in lotta non c'è quella buona e quella cattiva. L'equilibrio si era spostato da una parte a causa di un personaggio particolare, Adam, e tramite lui era necessario riportare in parità i piatti della bilancia.
Ho appena finito di scriverlo e, a una prima rilettura, mi pare che abbia funzionato. Speriamo, il test vero sarà quando altri lo leggeranno.
Certo che stavolta per aiutare la mia vena creativa ho dovuto utilizzare una rosa di brani musicali di accompagnamento che non ha precedenti! Oltre agli immancabili Nightwish hanno fatto capolino i Sonata Arctica, che partecipano poco normalmente, i Within Temptation, che non fanno mai parte delle mie compilation di scrittura, e ho addirittura ripescato i Van Halen! Se continuo così, ora della fine della storia dovrò recuperare anche la sigla dei Barbapapà!!
Riepilogo settimanale!
Settimana all'insegna della musica! Eccetto il titolo del primo post, sono riuscita a snocciolare solo versi di canzoni!
Ma andiamo con ordine:
1 - Fatto il misfatto! -> preso dal film "Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban" (formula da recitare per rendere invisibile la mappa del malandrino);
2 - All the same, take me away -> dalla canzone "Dead to the World", by Nightwish;
3 - Dicono che noi ci stiamo buttando via, ma siam bravi a raccoglierci -> dalla canzone "Non è tempo per noi", by Ligabue (una delle mie preferite!);
4 - I, I live among the creatures of the night -> dalla canzone "Self Control", by Raf;
5 - Suddenly I realize what locks are for -> dalla canzone "The Cage", by Sonata Arctica (video nel post del giorno prima, consigliato anche se non è originale - bellissimo!);
6 - Can you feel the love tonight -> dalla omonima canzone by Elton John, colonna sonora del film "Il Re Leone", titolo di post sdolcinato per San Valentino.
Quante ne avete indovinate?
sabato 14 febbraio 2009
Can you feel the love tonight?
Canzoni romantiche, canzoni che parlano d'amore... probabilmente contare i granellini di sabbia in spiaggia sarebbe più gratificante, comunque volendo selezionarne un numero limitato a cifra singola, metterei al primo posto Always, di Bon Jovi, per motivi estranei alla mia capacità di raziocinio. E' qualcosa di emozionale, istintivo e, sospetto, pericolosamente ormonale, che mi fa eleggere tale brano a canzone più romantica del mondo. Direi un mix di voce, musica e - ho ottime ragioni di presumere - proprietario della voce. In verità il testo mi irrita molto e se il mio moroso mi dedicasse una canzone così per i motivi espressi (in breve qualcosa del tipo, eddài ti ho messo le corna ma perdonami che ti aaaaaaamo) la mia risposta sarebbe "Ciccio, quella è la porta", e probabilmente mi limiterei a questo solo nel caso in cui il personaggio in questione fosse Bon Jovi in carne e ossa.
Una canzone che nessuno considera "d'amore" e che invece secondo me è perfetta è Best Years of our Lives, by Baha Man (dalla colonna sonora di Shreck):
E, siccome è così anticonvenzionale che scommetto vi state ponendo serie questioni sulla mia sanità mentale e sentimentale, ecco qua il testo - che mi discolperà completamente:
I get such a thrill / When you look in my eyes / My heart skips a beat, girl / I feel so alive / Please tell me baby / If all this is true / 'Cause deep down inside / All I wanted was you
[Ohhhh... / Makes me wanna dance
Ohhhh... / It's a new romance
Ohhhh... / I look into your eyes
Ohhhh... / Best years of our lives]
When we first met / I could hardly believe / The things that would happen / That we could achieve / So let's be together / For all of our time / Oh girl I'm so thankful / That you are still mine
My world's a better place / 'Cause I know you're mine / This love is so real / And it's no surprise / Come on and say, "Yeah" / I got a song / Yeah... / Because through the years / I'll be right by your side
[refrain]
See, you always consider me / Like a ogre, nothing / And treat me / Like a Notre Dame / I says why / I helped you keep my shine on / A perky little something / To keep my mind on / 'Cause you had my mind gone / Aa-aa, aa-aa, aa-aa / Turn the lights on / Come on baby / Let’s just rewind the song / 'Cause all I wanna do is make / The rest years the best years / All night long
[refrain]
...and happy Valentine to you all!
venerdì 13 febbraio 2009
Suddenly I realize what locks are for.
Spero ti piacciano le lasagne e le torte, perché questo è un post di cucina! OVVERO:
Lasagne & torta a modo mio
Per prima cosa preparo il sugo di carne. Nel micro-onde. Cos'è, non fate quella faccia. E' buonissimo: carne trita, cipolla a pezzetti, spicchio d'aglio, chiodo di garofano, scatola di pelati (solo il contenuto), pizzichino di dado sbriciolato, olio. Coperchio, micro-onde.
Per seconda cosa faccio la besciamella. Nel micro-onde. Ovvio. Latte, farina, sale, margarina. Coperchio, micro-onde.
Okay.
Adesso bisogna fare gli strati. Prendo la pirofila.
**xxç##*
Prendo la giacca e le chiavi dell'auto per correre al supermercato a comprare una scatola di lasgne.
Torno a casa, mi lavo le mani (passaggio importantissimo!), faccio gli strati e inforno. Sì, ovvio, nel forno a micro-onde, che razza di domande!
Beh, intanto che le lasagne cuociono, posso fare la torta.
Frullo tutto insieme: yogurt, zucchero, farina, olio, vaniglia, ... ,
**xxç##*
Prendo la giacca e le chiavi dell'auto per correre al supermercato a comprare un pacco di uova. Già che ci sono compro del lievito, non si sa mai.
Torno a casa, mi lavo le mani, aggiungo le uova e il lievito (ormai ne ho un chilo a casa...) e inforno. No, non nel micro-onde. Lo sto già usando per le lasagne!
Beh, insomma, buon appetito, i tovagliolini portateveli che li ho finiti.
giovedì 12 febbraio 2009
I, I live among the creatures of the night.
Okay, stasera prendiamo il tappeto volante.
Tutti pronti? [...] No, niente cinture di sicurezza. [...] E nemmeno luci di posizione, non ce n'è bisogno! [...] Basta domande idiote, partiamo!
E' bello vedere il mondo dall'alto, è strepitoso! Se credessi nella reincarnazione, penserei di essere stata un'aquila, in una vita precedente. O come minimo un pilota. Di caccia, mica di Boeing. (Se bisogna inventare, tanto vale farlo alla grande, no?)
Le luci sono diverse, dall'alto; le strade; i parchi; gli alberi sembrano così vivi, anche se sono spogli; con un semplice cambio di prospettiva appare tutto immenso, anche l'angolo più piccolo. Non c'è più niente di nascosto, l'occhio riesce ad abbracciare ogni particolare. Il vento fischia, l'aria si muove anche quando a terra è ferma. Qui niente la blocca. Se c'è una sensazione che per me esprime il significato della parola libertà è quella di volare.
Ho immaginato talmente tante volte di volare, che mi pare di averlo fatto sul serio, di sapere perfettamente com'è. Volare senza l'impiccio di un aereo, intendo. O di un aliante, di un biplano, di un deltaplano... La cosa più bella che Dio ha creato sono le ali, peccato si sia dimenticato di mettercele!!
mercoledì 11 febbraio 2009
Dicono che noi ci stiamo buttando via, ma siam bravi a raccoglierci.
Il vento che soffia fuori è freddo e violento. Secondo me sta traslocando - contro la loro volontà - intere famigliole di scoiattoli terrorizzati da una parte all'altra della città. Ogni tanto mi pare di sentir squittire...
L'ondeggiare del pino alto quattro piani davanti a questa finestra, oltre a darmi il mal di mare, mi ipnotizza e scava nella mia memoria dissotterrando antichi ricordi...
Mi è sempre piaciuto scrivere e l'ho sempre fatto. Più o meno sempre, diciamo. Senz'altro ricordo qualche tentativo negli anni delle medie, in cui ero bombardata da cartoni animati, telefilm e letture varie.
Erano racconti scritti più che altro per mettere nero su bianco qualche fantasia: di solito la protagonista ero io, ma con un nome figo (e possibilmente molto più bella) e immancabilmente salvavo il pianeta con le mie immense doti.
Di volta in volta tali doti erano:
a) innate, ma io le avevo sempre tenute nascoste fino al momento in cui fossero state cruciali;
b) rivelate all'improvviso in situazione di emergenza.
Capitava che io non fossi proprio io, ma scoprissi di:
a) venire da un altro pianeta;
b) essere una "prescelta", di quelle nate con il cartellino "congratulazioni, sei la numero mille" o qualcosa del genere.
Approdata ai tredici-quattordici anni ho ardito infilare anche qualche strafigo in qualità di co-protagonista.
La casistica variava:
a) lo strafigo era antipatico e io lo snobbavo elegantemente;
b) lo strafigo non mi notava mai, ma quando i miei Poteri si rivelavano cadeva ai miei piedi;
c) lo strafigo era mio compagno designato nell'avventura da un'entità superiore - era il destino (oh, mon Dieu!)!
La prima "storia" propriamente detta che mi sono azzardata a completare risale ai miei quattordici anni, prima liceo.
Scritta a matita su un quaderno a righe di seconda elementare con la copertina verde marcio e pupazzetti non meglio identificati sopra.
Probabilmente non aveva titolo o se ce l'aveva non lo ricordo.
Parlava di quattro compagni di scuola che si perdono in una grotta nel corso di una gita scolastica. Incontrano pericoli e personaggi fantastici con i quali devono confrontarsi. Ci sono i due secchioni e i due propensi alle battute. L'unico scopo è trovare l'uscita della grotta. Nessuno di loro è "me", nessuno di loro ha (o scopre di avere) poteri speciali. Niente gnocche o gnocchi. Alla fine escono dalla grotta, trovando ad accoglierli pattuglie della polizia che li cercano da giorni.
Breve, semplice, probabilmente scritto in modo accettabile.
Non venderebbe mai.
E la cosa assurda è che credo che sia giusto!
Prendiamo uno a cui piace disegnare. Dipinge e dipinge, forse a dieci anni ha spremuto un paio di tubetti di tempera colorata su un foglio e li ha pasticciati con le mani, ottenendo una composizione gradevole per l'occhio.
Potete immaginarvi una mostra d'arte organizzata e pubblicizzata, con ingresso a pagamento, per ammirare la cosa?!?!
Può pure darsi che questo ragazzino prosegua nella sua passione e un giorno dipinga "La Nascita di Venere", ma vogliamo aspettare che abbia sfornato "La Nascita di Venere", prima di dargli dei soldi e presentarlo all'intera nazione come "pittore"?!
martedì 10 febbraio 2009
All the same, take me away.
Non immaginavo, quando ho accettato di scrivere raccontini per la collana "Imparare è un'avventura", che sarebbe stato così tosto mettere in piedi una storia del genere.
Sarà perché sono pignola, ma la sola idea di mettere in giro un libretto con informazioni sbagliate mi fa rabbrividire!
I personaggi si sono trovati nell'antica Roma e ho speso ore a studiare l'ambientazione: vestiti, calzature, capelli, strade, case... Stessa cosa per la scenetta seguente, ambientata nell'antica Grecia e idem per quella in un villaggio celtico.
Ho fatto delle ricerche davvero paranoiche su questi argomenti, spesso trovando informazioni contraddittorie, scoprendo che non ci sono notizie certe ma solo ipotesi più o meno accreditate (e allora sceglievo quella più accreditata).
Tutto questo dovrebbe escludere errori grossolani, almeno si spera!
Rendermi conto del tempo, della cura e dell'attenzione che ci ho messo io per scrivere diecimila parole scarse di racconto mi fa venire un po' i nervi. Perché sono consapevole che non sia qualcosa che ci si aspetta, si dà per scontato che in un testo destinato ai bambini ci siano degli strafalcioni. Tanto, chi vuoi che se ne accorga?
Così vengono sfornati testi scolastici per la terza elementare in cui si chiede ai bambini di scrivere il contrario dell'aggettivo "grigio". Dal contesto della frase era palese che l'autore intendesse che il bimbo dovesse scrivere "bianco", ma quando un Luca Lemma si ritrova davanti la richiesta di mettere il contrario dell'aggettivo , è abbastanza arguto da aspettarsi parole tipo "chiaro", "bello", "grasso" o simili e si rifiuta di completare la riga in cui gli si chiede il contrario di "grigio". E io approvo in pieno!!
lunedì 9 febbraio 2009
Fatto il misfatto!
Il dio del metal esiste! E si è ricordato di me!
Andrò a Londra al concerto dei Nightwish, il piano malvagio si è alfine compiuto - mwhawhahah -
...
Londra!
...
Nightwish!
...
Okay, questo post rischia di diventare veramente sconclusionato. Più degli altri intendo.
C'era qualcos'altro che dovevo dire, ma cosa?
...
Londra!
...
Nightwish!
...
Sì, va beh, ho capito. Basta così.
domenica 8 febbraio 2009
Riepilogo settimanale - ANNUNCIO IMPORTANTE
Al termine della prima settimana di blog, celebro da sola e faccio un annuncio davanti a questa sala vuota che mi rimanda la mia voce con un'eco fastidiosa ... Mi sentite lo stesso, se parlo senza microfono? Immagino di sì.
L'idea mi è venuta al terzo post. I titoli, come promesso all'inizio, non c'entrano niente con il testo, ma sono tutte citazioni. Serie, buffe, improbabili, da libri, da canzoni o da film... Sono tutti citazioni e tali continueranno a essere.
A fine settimana rivelerò le fonti, ma se nel frattempo qualcuno volesse dilettarsi a scoprire da dove vengono le frasi che cito potrebbe risultare una gara divertente. [...] Ho preso solo un caffè, perché? [...] No, ah ah ah, sto morendo dal ridere: non c'era grappa!!
Tsé, profani.
Giungiamo quindi all'atteso riepilogo di questa prima settimana:
1 - "Sei morto, morto, morto! Altre domande?" -> preso da una carta del gioco di ruolo "Munchkin";
2 - "A mille ce n'è" -> avete mai sentito le "fiabe sonore"? La sigletta iniziale cominciava così;
3 - "Of course I have secrets" -> prima frase del libro "Can you keep a secret?", by Sophie Kinsella;
4 - "Give me my lime back!" -> grandioso Neil Gaiman, nel suo "Anansi Boys" gli episodi legati al lime sono spassosissimi;
5 - "There's music along the river" -> primo verso della prima poesia della raccolta "Chamber Music", by James Joyce;
6 - "Io credo nelle fate! Lo giuro! Lo giuro!" -> preso dal film "Peter Pan" del 2003, del regista P.J. Hogan (molto carino, consigliato)
Bene e ora: godetevi la vostra domenica, che domani si ricomincia! Ciao!
Io credo nelle fate! Lo giuro! Lo giuro!
eh eh eh... progetto di piano malvagio in corso ... eh eh eh ...
Ho appena scoperto che l'11 marzo a Londra ci sarà un concerto dei Nightwish!
Ssssssttttt!! Silenzio!! Non vi fate sentire, che già l'anno scorso ho subito ben due cocenti delusioni in proposito, facendomi passare l'adorata band sotto il naso per due volte nel giro di un mese (se ci penso!)
Il piano malvagio prevede come requisito essenziale la complicità di un amico che vive a Londra: se mi ospita per la notte è fatta!
Ho già controllato il costo dei biglietti aerei: con Ryanair è più che alla portata. Il biglietto non è proibitivo, soprattutto considerando lo scarso valore attuale della sterlina.
Su Facebook ho beccato un gruppo di fans che si stanno già organizzando per incontrarsi e andare insieme al concerto.
Non mi resta che sperare-sperare-sperare... e invocare il dio del metal!
sabato 7 febbraio 2009
There's music along the river
Julie era decisamente troppo timida per il suo ruolo: me ne sono accorta sognandomela qualche sera fa. Non è ancora "nata", come personaggio, quindi poco male, la raddrizzerò un po' in fase di scrittura.
Mi sono sognata un Alan sadico, che torturava l'Adam che aveva cercato di ucciderlo... no, proprio non va. Alan si incazza, ma non è cattivo.
Allargherò il ruolo di Chaeli, invece: idea che mi è venuta da sveglia, rivisitando con occhio critico il sadismo di Alan.
E la telefonata di Sylvia... Oh, sì, quella ci vuole. Almeno una cosina dovrà azzeccarla pure lei!
Quanto alla scena clou, ho deciso per un incantesimo di prima categoria da parte del cattivaccio, decisamente. Altrimenti non mi spiego davvero per quale motivo dovrebbero starsene tutti lì come triglie ad aspettare di farsi grigliare. Eppoi, che razza di trappola sarebbe, da parte di Kieran?
Meno male ci sono i sogni, che mi aiutano a tappare i buchi!
Adesso devo solo decidere la maniera più elegante e indolore possibile per saltare qualche anno alla volta, più volte.
Impensabile fare una cronaca minuto per minuto, ma inziare un capitolo con "Dopo due anni..." fa davvero schifo.
Mettere le date potrebbe essere d'aiuto, se lo avessi fatto sin dall'inizio. Non è che posso arrivare a metà storia e iniziare a infilare le date. Un po' di simmetria, perbacco! E poi avevo deciso di non metterle perché in questa storia non mi piacevano. Inoltre ci sarebbe stato il problema iniziale dei calendari differenti in uso da cattolici e celti, per esempio, senza contare il fatto che suppongo che i draghi non ne utilizzassero affatto! Nel XX secolo è diverso, ma lo stesso non mi va di scrivere "12 agosto 1985" o quello che sia come sottotitolo. Farò delle prove, nel frattempo magari mi sogno qualcosa di utile!
Tornando alla realtà, oserei dire che l'invasione ai germitroll è quasi sbaragliata e quindi è ora di sbarazzarsi delle ragnatele nel frigorifero: vado a fare la spesa, che mi dicono che non è il momento del ramadàn.
venerdì 6 febbraio 2009
Give me my lime back!
L'ipotesi di partenza era che i cappelli sono permalosi.
La tesi finale era che i cappelli strani sono quelli più permalosi di tutti.
Pare infatti assodato che un cappello esista per il solo fatto di essere portato in giro, forse notato, magari guardato, persino ammirato! Va da sé che, se un cappello resta chiuso in casa per troppo tempo, tutto questo non accade ed esso perde significato, cade in depressione e infine se la prende con il proprietario.
Un cappello strano sopporta ancor meno bene l'essere ignorato, perché lui ce la mette tutta per essere notato e fa parte della sua natura essere guardato e fissato!
Fenomeno ancora sconosciuto è il modo in cui i cappelli dimenticati si rivalgono sul distratto padrone.
Nello specifico: è possibile che il mio cappello in lana cotta color arancione acceso con fascia azzurro intenso e fiore applicato viola si sia risentito del fatto di essere stato da me inguattato sotto al letto e abbia così consentito l'invasione di Germitroll mella mia gola?
Impossibile dare una risposta, per ora. Lo porterò con me nell'area 51, la prossima volta che mi convocano.
PS.
giovedì 5 febbraio 2009
Of course I have secrets.
Oppure...
Sospetto del mio vicino di casa. Che abbia praticato un rito woodoo alle mie spalle?! Stanco di sorbirsi i miei feroci playback di primo mattino (con una certa spocchia mi sforzo di imitare Sharon Den Adel (Within Temptation):
Non che ci riesca minimamente, ovvio, ma vuoi mettere il divertimento?) ha trasformato la mia voce da mezzo soprano mancata a quella di un cantante gospel, come la Principessa Vespa di Balle Spaziali:
E ora scappo che c'ho da fare. Devo trovare il modo di sfrattare la colonia di Germitroll. Non ho ancora provato con il paracetrollmolo... Chissà se funziona?!
mercoledì 4 febbraio 2009
A mille ce n'è
For anyone who has ever dared to stare at a blank piece of paper or the blinking cursor on your computer monitor this group is for you. Any genre, any writing style, anyone who has lived on caffeine and twizzlers and pizza instead of doing your laundry and cleaning your house so that you can write just one more scene. [Dedicato a chiunque abbia mai osato rimanere a fissare immobile una pagina bianca o il cursore lampeggiante sul monitor del PC. Qualunque genere, qualunque stile, chiunque abbia vissuto di caffeina e caramelle e frutta invece di fare il bucato o pulire la casa, solo per riuscire a scrivere ancora una scena.]
La mia descrizione, nessun dubbio in proposito (e sono sicura anche quella di alcune persone che conosco...)
Come tante cose nella mia vita, anche la partecipazione a quel gruppo è rapidamente scemata: in parte perché era costituito da gente che abita negli U.S.A. (tra un mio messaggio e la risposta passava mezza giornata, tra di loro invece facevano a botta e risposta) e in parte perché avevano praticamente tutti pubblicato qualcosa e spesso i loro post non erano altro che messaggi promozionali. Ma la descrizione resta: quella sono io!
Perché scrivo?
Non per soldi, eliminiamo il più facile.
Perché mi piace? Sì, scontato.
Perché mi fa sentire viva? Uhm, no. Mi sento più viva quando pattino sul ghiaccio, se è per quello.
Una persona che ho conosciuto di recente ha detto di scrivere per amore di se stessa. Non mi ci ritrovo.
Un individuo poco carino, commentando qualche mio scritto tempo fa, ha insinuato che io fossi brutta e infelice, perché secondo lui era impossibile che una donna di aspetto gradevole e sentimentalmente soddisfatta scrivesse e lo facesse bene, per di più. Una specie di aggravante. Non sono infelice e non credo di essere brutta. Credo piuttosto che quel tizio fosse un inguaribile idiota, ma passiamo oltre.
Credo di scrivere per due ragioni, fondamentalmente: la prima è che ho la testa piena e devo svuotarla, in qualche modo. Scrivere è la maniera più spontanea che ho per aprire il rubinetto. Il secondo motivo è che il mio mondo immaginario è la mia droga preferita. Ci sono tante cose che non vanno nel mondo reale, con cui mi scontro quotidianamente. Rischio di venirne soffocata, probabilmente perché ho un animo sensibile e tutto mi tocca [*pausa lacrimuccia/fazzolettino*]Con la fantasia esco dal reale, vado altrove, ci resto quanto mi pare e può succedere di tutto.
Ad alcuni pare assurdo che io dedichi tempo ed energie a un'attività che "non porta nulla". Per quale motivo leggere, informarsi, cercare di migliorare...? Intanto credo sia ovvio che più qualcosa ti riesce bene, più soddisfazioni ti dà. E poi il bello di questa "droga" è proprio il renderla realistica al massimo. Voglio poterci credere davvero!
Ed è giunta l'ora di terminare questo post troppo serio e di andare a salutare un paio dei miei personaggi che sono passati a trovarmi: hanno saputo dell'influenza e mi hanno portato... ma cos'è quella roba? ...Boh, dicono che dalle loro parti li fa star meglio, speria-coughcoughcough-amo...
martedì 3 febbraio 2009
Sei morto, morto, morto! Altre domande?
Forse dovrei presentarmi, adesso che ci penso. Uhm.
Come si evince dal titolo + sottotitolo gradisco leggere, scrivere e, quando capita, condividere letture e scritture. Per carità, mi piace anche mangiare il gelato, ascoltare i Nightwish, dormire e tante altre cose, per non parlare di quelle che mi piacerebbero! Per esempio, sono andata a cavallo solo un paio di volte nella mia vita e invece mi piacerebbe saper cavalcare. Non sono mai andata sulla Luna e adorerei arrivarci, e non sto scherzando!
Ah, ho impostato un angolino nella colonna a destra per elencare libri che mi sono piaciuti, può darsi che lo compili, anche. E poi mi ripropongo di inserire un link che porti voi, o incauti viandanti, a leggere le mie composizioni di narrativa. Purtroppo non c'è l'opzione "inserisci link per: (scegli tu il Pianeta)", quindi anche se leggendo il mio blog a qualcuno sembrerà di decollare, vi disilludo subito: mi spiace, ma siete condannati a restare con le chiappe incollate alla sedia sulla quale vi trovate. Sorry. Pianeta Terra ad libitum.
Per chiudere, qualche indicazione di base:
1- non tentate di comprendere il nesso tra il titolo del post e il testo del post stesso. Molto probabilmente non c'è;
2- se qualcuno mi spiega come fare in modo che l'immagine dell'intestazione si adatti perfettamente alle dimensioni del titolo, avrà la mia gratitudine nonché un post dedicato;
3- chiudete la porta che fa freddo.