Lo scopo è colpire superficialmente le emozioni di chi legge e farsi dare ragione prima che il cervello cominci a funzionare.
A me queste cose danno sui nervi, soprattutto perché in genere raggiungono lo scopo.
Si assite impotenti a ovazioni e condivisioni sentimentali e morbose, senza avere la possibiltà di intromettersi e far notare che sì, però..., pena il linciaggio virtuale (o il tormentone "la tua è tutta invidia", senza che nessuno si ponga il problema di verificare se ha un senso etichettare qualcuno come "invidioso" nel caso specifico).
Recentemente circola questa foto:
La scritta recita:
Quando fu loro chiesto come avessero fatto a rimanere insieme per 65 anni, la donna rispose: "Siamo nati in un'epoca in cui le cose rotte si aggiustavano ... non si buttavano via."
Oh, come non intenerirsi? Come non struggersi e desiderare un amore lungo e solido anche per noi stessi? Come non provare l'impulso di annuire vigorosamente, gridando, È vero!
E allora forse sono il solito cuore di pietra, ma non posso fare a meno di considerare tanti aspetti, che di romantico non hanno niente e che sono tuttavia veritieri.
Perché una volta tutto veniva riparato, quindi una relazione sentimentale aveva lo stesso valore di una carriola, da questo punto di vista.
Perché una volta non c'erano alternative, e una relazione veniva mantenuta anche se era rotta, non necessariamente aggiustata.
Perché una volta, siccome le alternative non c'erano, uno dei due (solitamente Lei), trangugiava di tutto senza potersi ribellare.
Perché una volta, una donna aveva bisogno di un marito per essere presa sul serio e se si separava diventava una di cui approfittare e quindi di solito finiva per sopportare una relazione rotta che nessuno (tantomeno l'uomo) si dava la pena di aggiustare.
Perché una volta l'amore in una relazione era un optional: se c'era, bene; se durava, meglio.
Perché adesso, forse, nonostante il progresso tecnologico e la sbandierata superficialità dei costumi, in una relazione uomini e donne cercano prima di tutto l'amore, non un buon conto in banca o l'abilità ai fornelli necessari per sistemarsi.
Perché adesso siamo (più di prima) liberi di fronte alla società di vivere la nostra relazione sentimentale come riteniamo più giusto.
Perché adesso abbiamo la scelta: una copppia sceglie di riparare e un'altra sceglie di buttare via.
Chi siamo noi per giudicare la seconda coppia? Cosa ne sappiamo, dei motivi che ci sono alla base del suo buttare via? Con che diritto ci permettiamo di giudicare nello spazio di due secondi, con una foto e una frase da cioccolatino i tormenti, le insicurezze, le delusioni e le lacrime che hanno (verosimilmente) accompagnato la decisione di buttare via?
Perché non smettiamo di idealizzare un passato che, in fondo, non conosciamo, e ci mettiamo a vivere il presente, migliorandolo?
Chiaro e incisivo. Condivido
RispondiEliminaAnche tu nel club dei "cuori di pietra" - che in realtà alla fine risultano essere i soli "veri romantici"? ^__^
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