4 ore fa
sabato 2 ottobre 2010
For death is no more than a turning of us over from time to eternity.
Venerdì scorso, alle 7.00 del mattino, il termometro mi ha informato che la temperatura esterna era di 2,3°C. Insomma: fredda.
Intendiamoci: non ho niente contro il freddo. Sono nata in pieno inverno, in uno dei cosiddetti giorni della Merla, tradzionalmente i più freddi dell'anno. Mia mamma si ricorda che quella notte fu particolarmente fredda, e naturalmente c'era la luna piena, ma questa è un'altra storia.
Comunqe, 2,3°C sono pochini per andare in giro con la felpa. E risultano pure pochi per sfoggiare il bellissimo cappottino nero con cappuccio che ho comprato l'anno scorso, ma che pure non è più caldo di una felpa pesante. Per non parlare del giubbino impermeabile monostrato, che ha la sola utilità di riparare dall'acqua e dal vento, ma non dal freddo.
Nel corso del rigido inverno 2009 il mio giaccone-pesante-da-inverno ha ceduto le armi, o piuttosto le cuciture portanti, dopo tre gloriose stagioni. Il che significa che per affrontare il presumibilmente rigido inverno 2010 me ne serve uno nuovo, con le cuciture ancora a tenuta.
Questo è ciò che ho pensato venerdì mattina prima di partire all'assalto dei negozi di abbigliamento della città.
Ho degli standard precisi, per il mio giaccone invernale. Lo so, sono un po' pedante. Il punto è che sopporto molto bene il freddo, anche il molto freddo, a patto di essere bene equipaggiata.
Quindi il mio giaccone invernale deve essere:
1- pesante;
2- lungo almeno fino a metà coscia;
3- impermeabile;
4- con il cappuccio;
5- economico - quanto più possibile.
Ultimamente, causa le ultime mode femminili imperanti, sono stata costretta ad aggiungere anche:
6- con le maniche sufficientemente larghe da farci passare un maglione.
Sapevo che la caccia al giaccone si sarebbe profilata ardua, dal momento che avevo giá adocchiato le vetrine: rigurgitanti giubbottini che non scendono sotto l'ombelico, sottili come uno strato di panno-carta e con le maniche talmente strette da poterci indossare sotto niente di più spesso di un top di garza smanicato.
Ora, sarò all'antica, ma non mi sembra che un capo di abbigliamento del genere possa rientrare nella categoria "giaccone per l'inverno", secondo la mia definizione personale- ma anche secondo la definizione di qualsiasi dizionario con pretese di realismo.
Senza contare che un coso così non viene proposto a meno di 70,00 - 80,00 €. Oltraggioso.
Sono quindi entrata determinata e munita di mirino militare in un grande magazzino. Ho scannerizzato la zona con un'occhiata a campo lungo, identificando quanto segue:
* giaccone impermeabile, lunghezza giusta, maniche impraticabili, niente cappuccio;
* giacchetta impermeabile, maniche appena sufficienti, cappuccio bordato di stola di pelo di procione finto inspiegabilmente abbondante (tale da pregiudicare una corretta visuale al di sotto del cappuccio), lunghezza vergognosamente insufficiente;
* giaccone impermeabile, lunghezza giusta, maniche okay, cappuccio, colore: un allucinogeno viola lucido e glitterante.
[...]
Metto i puntini, che stanno a indicare che la ricerca è stata lunga, laboriosa e insoddisfacente, fino a che...
Individuo con un tuffo al cuore una zona in cui i giacconi appaiono fin da lontano pesanti, lunghi, con le manche larghe, cappucci e tutto. Scatto come Flash e comincio a provarne uno. Mi specchio. Uhm. Potrei essere più larga di un buon 75%, forse è meglio tentare con quattro o cinque taglie di meno. Che però non ci sono.
Cambio giaccone, e il risultato è lo stesso, anzi peggio perché questa volta ci starei comodamente tre volte da incinta. E anche questa volta non ci sono alternative.
Alla terza esperienza virtualmente identica, affiora un sospetto nella mia mente obnubilata dal pregiudizio. Forse che... mi trovo nel reparto Taglie Forti!
È vero che le tabelle che misurano peso-altezza-massa grassa mi definiscono senza pudore come cicciottella, ed è pur vero che io stessa, nei miei peggiori momenti (di solito in coincidenza con le prime "prove costume" della stagione estiva) mi autodefinisco palla di lardo, ma a quanto pare la strada che mi separa da una Taglia Forte è ancora lunga. Grazie siano rese a Obelix The King.
Faccio un nuovo tentativo con un giaccone di taglio sportivo, verde militare, in tessuto pesante, con gli alamari sopra la cerniera, un gran cappuccio e le maniche decisamente abbondanti. Mio Dio, non posso davvero comprarlo, è talmente pieno di sbuffi (forse in un ridicolo tentativo di ingentilirne l'austerità) che quando lo indosso assomiglio a una caramella!
Individuo infine un modello quasi nascosto in un cantuccio, ce ne sono a malapena una mezza dozzina suddivisi in due varianti: marrone cioccolata e verde marcio.
I requisti paiono esserci tutti quanti: pesante (addirittura con un doppio strato interno in peluche asportabile), lungo quasi fino al ginocchio, maniche capienti q.b., cappuccio, niente sbuffi, niente fiocchi, colore tutto sommato gestibile (quello verde marcio), prezzo 40,00 €. Abbordabile, visto che la durata media dei miei giacconi invernali è tre anni l'uno.
Lo provo e suscito la curiosità di una signora peruviana, un po' più bassa e un po' più grassa di me. Le piace, dice che mi sta bene e lo specchio mi conferma che è portabile. Ne vuole uno anche lei, cominciamo a provarci taglie e colori diversi reggendoci la borsa a vicenda e commentando ciascuna con la propria personale versione della lingua tedesca.
Dopo dieci minuti buoni di indecisione, mi muovo con passo sicuro verso la cassa e sfodero la carta di credito. Il mio ultimo pensiero, prima che la cassiera la strisci è: se riporto indietro il giaccone e mi faccio ridare i soldi in contanti, guadagno un mese di interessi su 40,00 €.
Ma non lo riporterò indietro. Fa freddo e mi serve.
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