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Non è che io odi fare shopping per definizione.Probabilmente mi piacerebbe anche, se una volta che fosse una trovassi quello che cerco alla prima uscita.
Per dire: ora vorrei un paio di pantaloncini corti per andare a correre in estate.
Che ci vuole? Non mi servono strass, fiocchetti o stampe hawaiane: mi bastano due pezzi di cotone cuciti insieme.
Quando vado per negozi, però, che ti trovo?
Trovo tre modelli, in particolare, dell'articolo in questione:
1) pantaloni professional, a prezzi esorbitanti. Ora, io sono anche molto piacevolmente sorpresa e soddisfatta della mia nuova esperienza da runner. E sono anche disposta ad accettare che gli indumenti idonei abbiano un loro perché (come ho confessato qui). Finora, però, dei semplici pantaloni da tuta sono andati benissimo. Non vedo perché per l'estate io non possa sfoggiare dei semplici pantaloncini da tuta, risparmiando soldi;
2) pantaloncini-mutanda, a prezzi decisamente abbordabili, ma spenderei volentieri qualcosina di più per qualche centimetro extra di cotone. Insomma, va bene che sono alta un metro e una banana, ma si dà il caso che tra la mia anca e il mio ginocchio ci siano comunque quasi tre spanne. Se volevo andare a correre in mutande, ne prendevo un paio a caso dal mio cassetto.
3) pantaloni al ginocchio, a prezzi abbordabili. Sì, è vero che ci sono tre spanne tra la mia anca e il mio ginocchio, ma per i pantalonicini destinati alla corsa me ne bastavano due. E pantaloncini di cotone lunghi giusto due spanne sotto il cavallo è impossibile trovarne. Giuro, ho girato due ore stamattina.
Quindi, alla fine, mi toccherà come sempre sottostare alle rigide e insulse regole del marketing e della moda, comprando quello che mi si vuole far comprare e non quello che desidero comprare.
E in spregio a tali regole, violerò i pantaloni al ginocchio che acquisterò tagliandone via una spanna. Tiè.