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Non è solo una questione di libri e non è solo una questione di adesso.
L'abitudine degli esperti di turno a trovare valide giustificazoni ai prezzi alti di qualsivoglia prodotto non sono certo una novità, in Italia.
Esempi? Sì, esempi, visto che io non posso fregiarmi di alcun titolo e non sono esperta in nessun campo. Le mie affermazioni, da sole, a differenza delle loro, che vengon pubblicate sui giornali e vengono ripetute al tiggì, non hanno valore, quindi c'è bisogno di esempi.
Correva l'anno 2000, e verso la fine di dicembre detti alla luce un frugoletto di 3 chili e 100 grammi. Per una serie di eventi che non starò ora a elencare, il suddetto frugoletto venne allattato al biberon, con latte artificiale.
Nell'a.d. 2001 il latte in polvere più economico, venduto in farmacia, era il BEBA, della Nestlé. Soprassediamo momentaneamente sul brivido che ci corre lungo la spina dorsale al suono della parola Nestlé e andiamo avanti a esaminare la faccenda.
Una confezione da 800 grammi era venduta alla cifra di 60.000 Lire.
Essendo il frugoletto particolarmente vorace, arrivò in brevissimo tempo a consumare l'intera confezione in 4-5 giorni. In quel periodo, per fortuna, il padre del frugoletto e qualche parente dovettero recarsi in Germania diverse volte e già che c'erano ne approfittavano ogni volta per riempire la valigia di scatole identiche di latte in polvere dal costo - equivalente in marchi - di 18.000 Lire, acquistate al supermercato.
Forse qualcuno ricorderà che, proprio in quel periodo, ci fu un scandalo che riguardava proprio il prezzo del latte in polvere. Le prime risposte dei famosi esperti furono che la composizione del latte venduto in Germania era differente da quella venduta in Italia - dove, manco a dirlo, veniva venduto un prodotto sopraffino.
Purtroppo (per loro) molti genitori, per quando adorassero il proprio frugoletto, non poterono fare a meno di notare come i bambini tedeschi non apparissero poi consunti e rovinati a causa del consumo di un latte in polvere di formulazione meno nobile di quello che compravano loro a un prezzo circa tre volte più alto.
E sempre purtroppo per loro, it's a small, small world e a quanto pare non ero la sola ad avere in mano la prova tangibile della bugia: la composizione del BEBA venduto in Italia e la composizione del BEBA venduto in Germania era identica.
Ci vollero circa quattro-cinque anni, prima di trovare in Italia del latte in polvere per l'infanzia a prezzi analoghi a quelli che si trovavano altrove e il mio frugoletto era ormai proiettato verso un bel cinghialotto in salmì, cresciuto sano, robusto, vivace e forte nonostante quella porcheria di latte tedesco con cui i suoi indegni genitori avevano insistito a nutrirlo.
Ora aspetto che anche sul latte fresco la smettano di riportare le opinioni degli esperti, pronti a sostenere che in Italia un litro di latte costa 1,30 € contro i 0,49 € di quello che viene venduto in Germania perché le nostre mucche sono più simpatiche.
Dei libri viene affermato senza mezzi termini che costano mediamente meno che negli altri Paesi, quando non è vero.
Perché tanto, chi si dà la pena di controllare?
La gente è ignorante, in fondo, le si dice che per un prezzo più alto ha un prodotto migliore, o si mente dicendo che lo paga meno degli altri e nessuno va a verificare. Il problema è che c'è ancora la (mal riposta) fiducia nei cosiddetti "organismi preposti all'informazione": torno a casa dal lavoro, sono stanco e ho altre cose importanti a cui badare, cosa faccio? Spulcio il quotidiano o ascolto il telegiornale e in buona fede credo di essermi informato.
Il problema è che l'informazione viene nascosta e occultata e se la voglio raggiungere devo darmi da fare e cercare su internet, conoscere qualche lingua straniera che mi consenta di tenere il polso della situazione anche fuori dall'Italia, magari avere la fortuna di viaggiare spesso o di conoscere qualcuno che lo fa e che può riportare dati tangibili da confrontare con quelli che i media mi propinano. E tante persone non hanno il tempo, la voglia o le capacità per fare tutto questo. Così arrivano gli esperti, presumibilmente con tutto da guadagnare a spargere informazioni non corrette per rallentare al massimo il processo. Magari approfittandone per gettare letame su noi non esperti che ci arroghiamo il diritto di sbugiardarli.
Ci sono voluti tanti anni, per risolvere la questione del prezzo del latte in polvere. È vero, alla lunga si è abbassato, ma intanto quanti bambini sono stati nutriti a costi proibitivi per i genitori? Nessuno ha pensato a costringere la Nestlé a rimborsarmi tutti i soldi che ho ingiustificatamente sborsato?
Si abbasseranno anche i prezzi di copertina dei libri, ma quando? E quanti piccoli librai e piccoli editori chiuderanno, prima che questo si verifichi? E quanti autori emergenti non avranno più la possibilità di emergere? E quanti libri in meno avremo da leggere noi lettori?
3 ore fa
e comunque, avessero impiegato il tempo per qualcosa di più utile, tipo linvasione di tbc a roma o il solito discorso sQuola in italia....
RispondiEliminanota simpatica (come le nostre mucche) perchè a sto punto tanto vale riderci sopra: anche i nostri traduttori sono più simpatici degli altri, hanno una formula chimica migliore che gli permette di interpretare come vogliono le cose....
mi trovi un lavoro in germania che mi trasferisco li? io odio le mucche simpatiche...
jacopo
ihihihih ^^ allora vieni qua, le mucchie sono davvero odiose!!
RispondiEliminaTemo che, sebbene i meccanismi che fanni lievitare i prezzi siano simili (latte in polvere/libri), la risoluzione non lo sarà, essendo il primo un genere considerato (quasi) "necessario" ed emotivamente molto forte (si approfittano dei neonati, accidenti), mentre il secondo è considerato (a torto) quasi un optional come la vernice metallizzata dell'automobile. Si viene portati a convincersi che si possa vivere anche senza, insomma. E visto il numero dei lettori abituali in Italia, la convinzione dev'essere piuttosto diffusa.
RispondiEliminapurtroppo temo che tu abbia ragione.
RispondiEliminaio conosco molte persone a cui piace leggere tanto, dovranno arrangiarsi (tipo imparando l'inglese e leggendo in lingua, o comprando libri usati, ecc) e a un certo punto si troveranno comunque a scegliere di fronte al dilemma: libro, o abbonamento del tram? libro, o jeans nuovi? dimmi te se è giusto...
Non è giusto per niente. Sfortunatamente l'Italia è un Paese in cui la cultura viene sottovalutata parecchio e lo dimostrano i tagli opinabili alle scuole e alle università sapientemente volute dal Governo. E poi...sarà che mi circondo di persone intelligenti, ma conosco ben poche persone che non amino leggere un buon libro e anche navigando sul web, denoto moltitudini di appassionati e amanti della lettura. Come mai le istituzioni ci dicono che siamo un popolo di capre, dediti al massimo alla lettura delle didasclie sulla busta della carta igienica? P.S. Il termine Nestlè fa rabbrividire anche me, per molti motivi.
RispondiEliminabeh, ciascuno tende a circondarsi di propri "simili". purtroppo però basta uscire un attimo dalla nostra piccola cerchia di lettori e gente che ama la cultura, per trovare ignoranza e superficialità a palate! e siccome solitamente l'ignoranza è più chiassosa, si nota di più :-/
RispondiEliminadiscorso terribilmente snob, lo so, ma la penso così e non sono disposta a fare sconti al grande fratello di turno!!!