3 ore fa
giovedì 26 marzo 2009
When angels cry blood
A volte dimentico di vivere una vita surreale.
Non è che mi convinco di essere una persona normale, che conduce un'esistenza ordinaria.
No, semplicemente procedo imperturbabile, senza pormi tali fastidiosi interrogativi. Salvo poi, di tanto in tanto, scontrarmi con la realtà che fa rumore come un blocco di granito alto venti metri che improvvisamente imploda e vada in frantumi.
Che il problema, poi, è fermarcisi sopra a riflettere, perché potrei obliare la faccenda, non notarla nemmeno, magari. Ma il mio spirito di osservazione pressoché nullo si ricorda di esistere solo in determinate circostanze, potenzialmente imbarazzanti.
Questo pomeriggio dovevo andare al liceo di Sara, per il colloquio con gli insegnanti - di solito mi limito al tutor di classe, che mi fa un riassunto della situazione.
Me ne ero totalmente dimenticata, così non avevo indosso il mio travestimento numero 15 - mamma che va a parlare con i prof.
Quando me ne sono ricordata era troppo tardi, ero già per strada.
Ho solo potuto constatare con sollievo che:
1- ero truccata;
2- non indossavo i miei anelli rockettari ma anzi, colpo di culo mostruoso: prima di uscire avevo agguantato l'anello tempestato di finti-brillanti-ma-che-sembrano-veri (almeno così mi è stato garantito dalla mamma di Mauro che me lo ha regalato e che non ha ancora del tutto perso le speranze di fare di me una donna per bene);
3- non avevo avuto tempo di mettere lo smalto viola alle unghie della mani;
4- ho recentemente trasferito le spilline I like you, I'll kill you last; Who says I have to be normal e l'immagine di copertina di Once su un'altra borsa.
Come elementi compromettenti rimanevano solo:
1- l'abbigliamento (non terribile, ma non proprio in linea con il travestimento numero 15 - erano le stesse cose che avevo indosso al concerto dei Nightwish: jeans blu, maglia blu lunga con cappuccio e scollatura a V dalla quale emerge top rosso con rose nere - a me piace!);
2- pendente con runa al braccio;
3- orecchini con piccolo cameo rosa e
4- croce al collo legata con nastrino di velluto, veramente dark-goth (quella davvero, ma è bellissima!!)
Quando poi sono stata lì è però saltato fuori anche il libro della Caduta di Malazan con guerriero e spadone in copertina, nonché il notes di Victoria Frances con tizia che perde sangue dalla bocca e nella testa avevo un martellante motivetto (love me like you love the sun / scorching the blood in my vampire heart - HIM, ma almeno questo nessuno avrebbe potuto saperlo)
Il travestimento avrebbe necessitato di un libro tipo L'eleganza del Riccio o Jane Austen e quantomeno un elegante taccuino, oltre che alla soffusa melodia della Primavera di Vivaldi che mi rintoccava elegante da un lobo all'altro del cervello.
Il prof, naturalmente, era uno stoccafisso bacchettone e nonostante tutto non è riuscito a reprimere un buon 5-6 secondi tondi in cui è rimasto basito constatando che affermavo di essere una madre. Mi ero portata appresso il piccoletto, che mi chiamava mamma, come garanzia. Tra un po' mangerà la foglia e vorrà essere pagato un tot. per ogni volta che lo fa.
O mio stimato pubblico, ci terrei a sottolineare una cosa: pur non essendo in possesso di vagoni di autostima, odiando mettermi in mostra e farmi notare e tutto quel che ne consegue, garantisco quanto segue.
Mi faccio un punto di onore di non andare mai in giro vestita in modo sconveniente, che attiri sguardi o possa far dire guarda quella vecchiaccia che si concia come un'adolescente. Non è mai accaduto e mai accadrà.
Tutta la mia immensa colpa sta nel non conformarmi alla classica immagine della sciura Lola e per questo in determinate occasioni necessito di travestimenti!!
Sono surreale perché questo mondo è troppo reale.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento