Oggi pomeriggio ho accompagnato Luca nello studio della pediatra, per fare il "conguaglio" delle vaccinazioni. L'ultima volta che è stato vaccinato, infatti, abitavamo ancora in Italia e in Germania le regole a riguardo sono leggermente diverse.
La dottoressa esamina con attenzione il resoconto rilasciato dalla ASL cinque anni fa e lo confronta con lo schemino delle vaccinazioni e dei richiami previsti quassù. Alla fine decreta che il giovanotto abbisogna al momento solo del richiamo per il vaccino contro il virus della meningite.
"Potrebbe indolenzirsi un po' il braccio", lo avvisa strofinandogli un candido batuffolo di cotone sulla spalla, "Magari si gonfia e diventa rosso. Potresti sentirti un po' debole, stanco e potrebbe anche venirti un po' di febbre. Non ti preoccupare: è normale."
Usciti dallo studio medico risaliamo sull'autobus per tornare a casa, dove ci attende una breve sosta prima di ripartire verso la scuola di musica e la lezione di violino.
Quando il pargolo si trova nel vagone della metropolitana che lo porterà a violino, improvvisamente il virus sedato presente nel vaccino che gli è stato iniettato in corpo prende vita.
[...]
Ci si aspetterebbe quindi uno svenimento, un mezzo collasso, un bambino frignolento che si lamenta perché si sente poco bene, un bambino che non regge a rimanere in piedi per tre fermate di metropolitana, che si accascia inerme al suolo, che si stringe il braccio dolorante con espressione sofferente... Ebbene: NO!
Il frugolo si ringalluzzisce di botto.
Comincia a ripetere all'infinito a voce altissima la frase minus fünf Grad, facendo voltare verso di lui tutte le teste dei presenti nel vagone, che lo osservano corrucciati e seccati. Sale le scale a due a due sbraitando di voler comprare un panino al würstel e formaggio allo snack-bar all'uscita della stazione. Di fronte alla maestra di musica, che deve scambiare due parole con la mamma, si spalma sui muri; usa un elastico come fionda; rotea in aria le gambe usando lo schienale delle sedie come perno; apre l'armadio delle provviste e comincia a estrarre scatolette di tè commentandone la qualità; corre in tondo come una scheggia impazzita: un ibrido tra Beep Beep, un canguro e una cavalletta; chiede alla maestra di musica di regalargli un Pocket Coffee. Di fronte alla quale richiesta alla madre schizzano gli occhi dalle orbite e supplica la maestra di non farlo.
Io non ho mica visto cosa c'era in quella fiala, nello studio della pediatra.
3 ore fa
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