Venerdì sera.
- Domani pomeriggio vado al parco, Eleonora ha organizzato un party d'addio perché torna in Italia. Faremo un pic nic! Ciascuno porta qualcosa da mangiare, e poi mettiamo tutto in comune.
- E tu cosa vorresti portare?
- Pensavo di portare un paio di succhi, e magari dei muffin al cioccolato, se li puoi preparare!
- Ma certo!
Sabato, primo pomeriggio.
- Che profumo questi muffin, grazie! Esco adesso perché mi vedo prima con Matteo, e poi andiamo al parco insieme.
- Okay, buon divertimento!
Sabato, mezz'ora più tardi.
- Ehilà, che ci fai a casa, come mai sei tornato?
- La metropolitana è rotta, ferma, nessuno sa niente e non era ancora disponibile il servizio di navetta. Ho già avvisato Matteo, ci vedremo più tardi al parco.
Sabato, pomeriggio inoltrato.
- Esco, vado al pic nic! Ci sentiamo più tardi, ciao ciao!
- Ciao! Saluta Eleonora!
Sabato, mezz'ora più tardi.
- Basta, ci rinuncio. La metropolitana è ancora incasinata, nessuno vuole dire cosa sta succedendo e non si capisce niente. Ho avvisato che non vado al pic nic, i muffin li porto a scuola lunedì mattina.
- Ma no, dai, per lunedì te li rifaccio se vuoi, ma questi ormai, trasportati avanti e indietro nello zaino di continuo e lasciati lì per due giorni... non saranno più tanto desiderabili!
- Va bene, allora se li rifai questi me li mangio io!
Lunedì mattina.
- Ecco i muffin al cioccolato che ho preparato ieri sera. Dove li metti per portarli a scuola?
- Qui dent... no, non ci stanno. Vediamo... ecco, qua dovrebbero star... no, si spatasciano. Uhm. Sai che c'è? Non riesco a farli stare da nessuna parte, fa niente. Non li porto e me li mangio io.